Difendo don Verzé perchè spariglia

Don Verzé: ecco che farei se fossi papa“: ho letto il testo del creativo don Luigi Maria Verzé pubblicato dal Corsera del 3 settembre e mi sono divertito e lo difendo dalle critiche che – come d’abitudine – ha provocato. Di mio io don Verzé – che leggo da una vita e che da una vita mi allieta – stavolta non l’avrei letto, immaginando di sapere già quello che avrebbe fatto “da papa”: e infatti l’ho letto solo oggi pomeriggio, provocato dalle critiche che ha ricevuto. Svolge i paradossi che ha sempre proposto con invidiabile libertà di spirito. Ma – si obietta – crea confusione su ciò che un cristiano è tenuto a credere. Un momento: un cristiano crede al Credo, mica a don Verzé. “Ma è un prete”: i preti non sono così importanti. “Contraddice la disciplina canonica e la comune dottrina”: lo fa rivendicando la sua libertà di opinione e la sua responsabilità. “Come mai le dice oggi quelle cose e non quando c’era il papa polacco?” Le ha sempre dette, già un ventennio addietro e di nuovo in vista del conclave del 2005, presente ancora Giovanni Paolo: allora l’antifona non era “se io fossi papa”, ma “se il futuro papa facesse questo e quello”. – Abbiamo bisogno di maggiore tolleranza interna, di una più rigorosa concentrazione sulla vita evangelica invece che sulle diatribe. Se uno dice una stravaganza lo si compatisce. Se ha compiuto 90 anni e ha la fantasia di dirne un’intera sequenza, io gli mando un bacio. In più c’è il fatto che don Verzé spariglia i giochi e non sai se è di destra o di sinitra e questo mi piace alla follia.

17 Comments

  1. Leonardo

    Su don Verzé sarei per un commento più sintetico: narcisismo senile.

    4 Settembre, 2010 - 21:35
  2. ottimo Leonardo. Condivido l’epitaffio!

    4 Settembre, 2010 - 21:49
  3. Mabuhay

    Amen!
    (non per niente, ma nella cricca che don Verze’ frequenta, si’ che se ne intendono di narcisismo…eccome!)

    Buona domenica a tutti –

    5 Settembre, 2010 - 3:01
  4. Nino

    Giovedi, 2 settembre Repubblica ha pubblicato un articolo del vaticanista Giancarlo Zizola “Famiglia cristiana e il miracolo delle lingue”, a proposito delle recenti polemiche scaturite dalla posizione assunta dal periodico paolino e dalla posizione di CL che l’aveva criticata.
    Come me, forse altri bloggers condivideranno la riflessione di Zizola che segnalo:

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/09/02/famiglia-cristiana-il-miracolo-delle-lingue.html

    5 Settembre, 2010 - 5:54
  5. Don Verzè?

    Una “mina vagante”.

    Come,
    sempre più sto vedendo Silvio Berlusconi
    alla stregua di un personaggio di rilievo della Bibbia.
    (Forse un biblista potrebbe “capirmi”)

    Una volta i giovani chiedevano la fantasia al potere….
    Ma ecco che un 90enne…..

    Mi sono divertito tantissimo a leggere lo scandalo che prova l’”amica” degli amici di Ratzinger,
    è così spaventosa la libertà del pensiero……

    Pazzo quel Dio che non l’ha abolita con la scusa di rispettarla !!!!!!!

    Un abbraccio a ciascuno nel pianerottolo e una buona domenica.

    5 Settembre, 2010 - 6:26
  6. Mabuhay

    Grazie tantissime Nino x il link segnalato.
    L’ho letto e…he he he…fa sempre piacere trovare qualcuno che ti da ragione! 🙂 … (giusto x restare in tema di narcisismo! ) 😉

    Avevo scritto qualcosa di simile (in una prosa molto piu’ povera…) il 31 Agosto, su questo blog…, prima che il don Verze’ raccontasse barzellete per il tempo della ricreazione dei ciellini. Ciao ancora a tutti. (Matteo…bentornato! Lon time not to …read you!)

    5 Settembre, 2010 - 7:23
  7. Leonardo

    Distinguiamo: a voi don Verzè sta sulle palle perché è amico di Berlusconi, perché ha i soldi e altre pinzillacchere del genere; io disapprovo il fatto che non segua la dottrina della chiesa e si inventi un cristianesimo a misura della sua testa. Siamo in due sistemi solari diversi.

    5 Settembre, 2010 - 8:23
  8. discepolo

    Segnalo a Leonardo una “perla” dell’intervento di Don verzè.
    definisce estrosamente la’Eucarestia “santo cemento” del vero amore.
    Ora , è vero che di cemento Dion Verzè se ne intende avendo bazzicato col palazzinaro di Milano 2 e avuto soldi un po’ da tutti quelli che facevano affari a Milano negli anni di Craxi, proprio col cemento…
    ma definire l’eucarestia “santo cemento” beh, che dire? deformazione professionale?
    MC

    5 Settembre, 2010 - 8:54
  9. discepolo

    per Luigi
    è vero Don Verzè non è di di destra ne’ di sinistra, è solo pro domo sua,grande imprenditore e grande fiuto per gli affari .. evangelico?
    Mah, per tante testimonianze di chi ci ha avuto a che fare direi evangelico a parole anti-evangelico nei fatti.
    Dire amore , amore sono capaci tutti, anche il Berlusca parla di partito dell’amore…ma toccagli il portafogli a Don Verzè o contrasta i suoi affari e vedrai quanto ti ama !

    5 Settembre, 2010 - 9:00
  10. antonella lignani

    Anche io l’altro giorno pensavo: “Se fossi papa andrei subito in Pakistan in incognito … Andrei in Iran … ” ecc. Ma essendolo veramente, che fare? Don Verzé (che non conosco) è geniale, ma talvolta tutta questa genialità finisce per dare ansa (come diceva il mio professore di storia romana) a tutti quelli che criticano, a ragione, a torto, e talvolta anche con pochissima capacità di riflettere.

    5 Settembre, 2010 - 9:40
  11. Mabuhay

    Leonardo…Leonardo…fai pure i tuoi chimici distinguo con quella ineffabile leggerezza che ti caratterizza… Ma i due che tu citi, Don Verze’ e il Berlusca, appartengono allo stesso “sistema solare” (giusto per parafrasarti), non seguono la dottrina della chiesa e si inventano un cristianesimo a misura della loro testa. Crystal clear! … (E non facciamo allusioni sulle teste, please).

    5 Settembre, 2010 - 10:05
  12. Leonardo

    Di ritorno dalla messa, non ho particolari malefatte del neotraduttore di cui lamentarmi, però c’era un matrimonio e quella formula «io Tizio accolgo te Caia …» mi sta proprio sul gozzo. Chierico svirilito, senza palle e senza idea della vita reale, colui che l’ha ideata. Si accoglie un visitatore, un ospite imprevisto, un pellegrino che bussa alla porta, un profugo, chi volete voi, ma una moglie o un marito si «prende», cioè si sceglie, si vuole. Con quella pennellata di spiritualismo da quattro soldi (che vorrebbe significare, penso, che tutto è dono di DIo: bella forza! ma non diamo a lui la responsabilità delle nostre scelte) si toglie sostanza a tutta la faccenda. Puah!

    5 Settembre, 2010 - 10:31
  13. Leonardo

    Quando mi sono sposato io, mia moglie l’ho «presa». E perciò me la tengo. Se l’avessi «accolta», forse un giorno mi potrebbe venire in mente di dirle, come si fa con un ospite, che se magari fa i bagagli e mi libera la stanza …

    5 Settembre, 2010 - 10:33
  14. Mabuhay

    Grazie Leo: mi hai fatto venire il mal di pancia dal ridere, giuro…e anche adesso mi sto sganasciando…troppo forte! Complimenti…grazie! Sono totalmente d’accordo con te (almeno stavolta).

    Il Vangelo di oggi non fa ridere…ma quanto a chiarezza e radicalita’ lo dice tutto! Proprio come i tuoi due ultimi post. Hai ragione.

    5 Settembre, 2010 - 10:54
  15. roberto 55

    “Io, se fossi Papa ……”: ma chi si crede d’essere Don Verzè ? Il suo amico Berlusconi ?

    Buona domenica sera a tutti !

    Roberto 55

    5 Settembre, 2010 - 19:46
  16. Leonardo

    Però, per dare a ciascuno il suo … se a qualcuno viene un male serio (anche qui tra gli avventori di Chez Luigi), è molto probabile che il San Raffaele sia uno dei posti dove vorrebbe andare a farsi curare. (Come direbbe il mio amato conterraneo Cevoli: «fatti, non pugnette»).

    5 Settembre, 2010 - 19:55
  17. Davide70

    Interessante questo spunto sul prendere/accogliere del rito del matrimonio. Mi ricordo che avevo notato come nella nuova traduzione della Bibbia, il discepolo prediletto accolga la madre di Gesù sotto la croce. Nella precedente traduzione la prendeva nella sua casa. (Gv 19,27)

    Vedendo altri testi bibblici, tipicamente nuziali…

    Sansone (Gdc 14,1 e ss) usa prendere e così è rimasto anche nella nuova traduzione.

    Nel libro di Rut (3,13) alla traduzione prendere è stato sostituito riscattare perché Booz è il Goel (riscattatore), colui che ha diritto a sposare Ruth. Figura di Cristo che sposa l’umanità.

    Tobia usa prendere (4,12 e ss) in entrambe le versioni.

    Perfino Osea (1,2.3) si prende in moglie una prostituta.

    Nel nuovo testamento, Giuseppe prende Maria (Mt 1,20) e Gesù parla di prendere moglie e marito quando discute con i Sadducei di risurrezione e matrimonio (Mt 22,30) e, forse ancor più significativo, Giovanni battista usa “prendere” quando parla di Cristo come lo Sposo (Gv 3,27).

    Eppure il verbo prendere che esprime e sottolinea così bene la disposizione volontaria dell’amore rischia anche di essere travisato. Pensiamo alla mano che prende, chiusa, quasi rapace a cui bene si riferisce la genesi (Gen 3,22). Accogliere in questo senso enfatizza l’impossibilità dell’uomo ad un impegno come quello nuziale basandosi solo sulle proprie forze. In questo senso può essere bene raffigurato da una mano aperta col palmo verso l’alto. Forse entrambe le formule esprimono aspetti positivi e complementari e il vangelo di Giovanni ci può venire incontro in un tentativo di sintesi:

    “Chi ACCOGLIE i miei comandamenti…noi verremo a lui e PRENDEREMO dimora presso di lui”. (Gv 14,21-23).

    Accogliere è dell’uomo, prendere è di Dio.

    Davide

    6 Settembre, 2010 - 20:07

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