“La vita in baracca è stata terribile, non è stato come per quelle venute dopo, che avevano la protezione della famiglia. Io per lavorare nella gelateria dovevo attraversare un bosco e non c’era anima viva. Mi ha protetta solo Dio”: parla così Apollonia Russo, calabrese, narrando il suo inserimento tra gli emigrati in Germania, dove va a cercare lavoro con il marito e un figlio. E’ la prima tra le donne calabresi a osare tanto: “Tutti uomini, io non ci potevo parlare”. Era il 1964, era giovane e racconta quell’avventura ora che è vecchia ed è rientrata a Cariati, da Hagen dov’era stata per circa trent’anni.
Apollonia è cristiana evangelica e narra a chi incontra la felicità che trova nella fede: “La cosa più bella che poteva capitarmi, per la mia vita da pensionata, è la Chiesa. Vivo l’insegnamento di Gesù: Solo attraverso me potete arrivare al Padre mio”. Dice di provare “una gioia indescrivibile” nella pratica religiosa e nella partecipazione alle attività connesse al culto. “Sono nella corale, nel gruppo di preghiera, faccio lo studio biblico”.
La storia di Apollonia Russo è narrata da Assunta Scorpiniti nel volumetto Sette storie su scala di seta. Sguardi e conquiste di donne calabresi, Editoriale Progetto 2000, Cosenza 2009 [pp. 96, 7 euro], alle pagine 71-82.
[Giugno 2010]