“Il vero nemico da temere e da combattere è il peccato, il male spirituale, che a volte, purtroppo, contagia anche i membri della Chiesa. Noi cristiani non abbiamo paura del mondo anche se dobbiamo guardarci dalle sue seduzioni. Dobbiamo invece temere il peccato e per questo essere fortemente radicati in Dio, solidali nel bene, nell’amore, nel servizio (…). Le prove, che il Signore permette, ci spingano a maggiore radicalità e coerenza”: così il papa dalla finestra a mezzogiorno, ringraziando per la solidarietà che gli manifestava la folla venuta da tutta Italia su invito delle associazioni ecclesiali. Abbiamo un papa che vede nella notte, come la civetta dei monaci. La notte era quella del peccato della pedofilia e degli altri abusi sessuali – dei preti e di tutti – al quale si accompagnava l’accusa del mondo, in parte malevola. La comunità cattolica – sensibile agli attacchi esterni – era tentata di concentrare le energie contro quell’accusa, non vedendo più la causa del buio. Ma Benedetto non l’ha persa di vista e la sta mostrando a tutti.
Benedetto: noi cristiani non abbiamo paura del mondo
48 Comments
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Contro ogni regola, oggi sono andato dal papa. Uscire di casa in una giornata di tempo incerto, fare più di trecento chilometri per partecipare alla recita del Regina Coeli, star lì venti minuti e poi tornare a casa: tutte cose che in linea di massima disapprovo, ma ogni regola ha le sue eccezioni e questo mi è parso un caso di necessità …
Aspetti positivi della giornata: non è piovuto (io sospettavo che Dio non fosse tanto favorevole a questi raduni, invece il tempo ha tenuto); il gesto è stato molto sobrio (la preparazione si è limitata all’atto penitenziale, lettura del vangelo, qualche canto un po’ così e lettura di brani dell’omelia inaugurale del pontificato di Benedetto XVI, ascoltati da una piazza notevolmente attenta);soprattutto, lui è proprio bravo: non l’ha fatta tanto lunga, ha detto le cose semplici e vere che ha riferito Luigi, ha ringraziato più volte i presenti con il calore e la sincerità della persona veramente gentile, che apprezza veramente che un altro si scomodi per andarlo a trovare, e poi suppongo che sia andato a mangiare.
Il senso della cosa: essere andati a vedere Pietro, salutarlo, dirgli che ci siamo. Tornando a casa, mi è venuto in mente che, in un’altra vita, mi sarebbe potuto capitare di andare invece alla marcia della pace, e ho tirato un sospiro di sollievo.
In un’altra vita, Leonardo, ti poteva capitare anche di andare ad osannare Khomeini in qualche piazza di Teheran o magari di andare a picchiare i tifosi della squadra avversaria in qualche stadio inglese.
Saperti in piazza San Pietro nel 2010 ci rassicura un po’ tutti.
I’m sorry for the “off topic”, but ……………….
INTER CAMPIONE D’ITALIA PER LA 18° VOLTA !
Un abbraccio a Fabricianus e Principessa, un bacio a tutti !
Roberto 55
18° compreso lo scudetto di cartone?
(e comunque col biscotto laziale)
Veramente benedetto il nostro Benedetto! 🙂
Leonardo, anch’io ho tirato un sospiro di sollievo per te 😉
“Tornando a casa, mi è venuto in mente che, in un’altra vita, mi sarebbe potuto capitare di andare invece alla marcia della pace, e ho tirato un sospiro di sollievo”
Et et
Ciao Roberto!! Campioni, Campioni d’Italia. Grande Inter!!
Scusate per l’off topic.
Ciao Luigi!
Ciao Clo!
Ciao a tutti!!!
Tutto molto bello…
ma non dimentichiamo che Benedetto XVI ha parlato giorni fa della necessità del percorso di penitenza e conversione… e lo ha fatto “per tutti”…
perchè l’ho detto già precedentemente, sembra che sia sempre “l’altro” ad averne bisogno nella testolina di alcuni… mentre invece è “per tutti”…
e il male si combatte con l’astenervisi… che è “penitenza”.
Seguono un filo logico i discorsi a seguire del Papa…
Dai, Leonardo, non rosicare: in fin dei conti, oggi, per te, è stata una gran bella giornata, ti pare ?
Scherzi a parte, mi pare, sia per quel che ci ha fatto la cortesia di raccontarci Leo che da quel che letto e sentito, che la manifestazione popolare a sostegno del nostro Papa sia riuscita bene: io credo che essa abbia espresso due “segnali forti”, quali il senso di vicinanza del popolo dei credenti al Pontefice, tanto più importante in un momento così critico come l’attuale, e l’incoraggiamento degli stessi fedeli al Papa a proseguire, senza “se” e senza “ma”, la sua battaglia contro quella che lui stesso ha chiamato “la sporcizia nella Chiesa”.
Buona notte a tutti.
Roberto 55
Leonardo, ce la fai a spiegarci seriamente cosa hai contro la marcia della pace?
Insomma, senza “battutacce cattivelle”.
La domanda non è polemica. Le tue “battutacce cattivelle” per me sono irresistibili.
Ringrazio anticipatamente.
Per la serie:nella vita le sorprese non finiscono mai…
Io e Leonardo non siamo mai d’accordo, anzi! è proprio come se vivessimo su due pianeti diversi,spesso ci ignoriamo con rispetto ed eleganza, a volte interloquiamo per lo stretto necessario di una domanda o una risposta.
Che significa? significa che avrei potuto starmene zitta, ignorare quanto ha condiviso con noi, far finta di non aver letto nulla. E invece, devo fare tanto di cappello, ad una persona che spesso non sopporto, per il suo gesto di solidarietà ad un altro essere umano, poi sacerdote e poi Papa. E per la lezione semplice semplice di come un cristiano si comporta nelle vicissitudini.
Con buona pace di tutti quelli che si dicono cristiani e poi quando ascoltano parlare Sua Santità in maniera che non gli piace osano chiedersi:”ma come parla questo?”, senza un briciolo di rispetto nè per l’uomo anziano,nè per la figura, nè soprattutto per quanto egli rappresenta per ogni cristiano.
Anche se non ti piace Leonardo, accetta un abbraccio.
[…] Il blog di Luigi Accattoli » Benedetto: noi cristiani non abbiamo paura del mondo […]
Leonardo, oggi mi hai entusiasmato. Per due ragioni, la prima è ovvia, il tuo aver fatto eccezione a una “regola” per testimoniare quel che davvero conta e aver voluto esprimere non solo i tuoi sentimenti, ma l’adesione ad un’opera così difficile come quella intrapresa da Papa Benedetto.
“Le prove, che il Signore permette, ci spingano a maggiore radicalità e coerenza”: se sapremo svegliarci capiremo che la vita non è e non sarà mai una discesa tra le rose e le viole, che il “mondo” non è un’aiola di bene, che il male è dentro di noi, nella nostra natura dimidiata e corrotta. Molti o pochi che saremo potremo essere cristiani, altrimenti saremo solo sale che ha perso il suo sapore, allo stesso tempo illusi e nostalgici.
L’altra ragione del mio entusiasmo per Leo? La mia totale e incondizionata adesione al tuo post di ieri, alle 17,02.
Anch’io sono d’accordo con Leonardo [anche sul biscottone al latte servito dalla Lazio all’inter su vassoio Limoges-scusate interisti del blog, vi voglio bene dai]
Tornando al papa e al raduno di ieri sono andata anch’io per le stesse motivazioni di cui sopra da Leonardo ben espresse. Mi sembrava doveroso dare il mio piccolo contributo, soffrendo da cane nella metro, al ritorno. Esperienza terrificate: strizzata in un angolo, faccia schiacciata contro la porta sudicia incaccolata, appiattita a mo’ una blatta con un filino d’aria che stentava a salire, tra effluvi esalanti che ce n’eran per tutti i gusti: dall’ eau d’ascelle a zaffate al gusto d’aglio, caffè, erba cipolla e quant’altro. Ehh! Mio Dio! cosa non si fa per Benedetto! Comunque e’ stato un vero supplizio ma
alla fine n’è valsa la pena!
Circa quanto diceva Luigi in apertura al post credo che lo scandalo più grosso, quello che si rileva spessissimo ed è del tutto trasversale tra le fila del clero-parlo almeno per la mia esperienza personale – sia la mancanza di intelligenza spirituale. La discrepanza che si evince tra l’annuncio proclamato a gran voce e la difesa della persona in quanto tale. Ho sperimentato, a mie spese talvolta, che si fa tanto chiasso per cose alla fine futili – la gonna che scopre il ginocchio, piuttosto che una scollatura audace, oppure la paura di essere concupiti e al contempo, però, la ricerca di approcci più o meno velati per concupire- e poi…si passa sopra quasi ignorando ciò che invece è rilevante : un’eccesso di qualunquismo ad esempio, menefreghismo, cattiveria gratuita che fa spavento! Ho frequentato le comunità per questo lo so.
Io dico che dalla “carnalità”, dallo scivolone alla fine si esce, delusi si, certo, e con la cenere in bocca, ma se ne esce. Mi chiedo come uscire dalla cupidigia, dal carrierismo, dall’ambizione,dai complotti finanziari. Come si esce da queste empasse? Carichi di miliardi forse, ma poverissimi.
“Noi cristiani non abbiamo paura del mondo” spero non sia solo un proclama, o una pia illusione. E se invece avessimo ancora paura del mondo [e forse io sono la prima] paura a togliere la maschera dell’ipocrisia specie quando è ridotta a verniciatura posticcia per coprire le magagne…..è solo una riflessione…..
Allora spieghiamo insieme a Roberto55 che noi non rosichiamo, la nostra è sollecitudine pastorale nei confronti di chi vive in una condizione di “disordine oggettivo”: intanto vorremmo dirgli che ci vuole sempre la piena avvertenza e il deliberato consenso perché essere interisti sia una colpa grave, bisogna considerare tante cose (com’erano in famiglia, che formazione uno ha avuto ecc. ecc.), e poi bisogna sempre distinguere tra “tendenze” e “atti” o “comportamenti” interisti. Insomma, non lo scomunichiamo.
A Marcello vorrei dire che non ce l’ho coi marciatori, che penso siano quasi tutte brave persone, ma con l’ideologia della pace che mi pare sia dietro quell’iniziativa. Del resto, come dimenticare che quell’ideologia è nata dalla propaganda comunista del dopoguerra e nulla ha a che fare con la beatitudine evangelica, a dispetto di quello che credono tanti cattolici?
Più in generale, sono contro le marce (dietro le quali c’è sempre l’opposizione, culturalmente fascista, “marciare o marcire”: io direi che marciare è un altro modo di marcire). Se proprio si deve andare da qualche parte, che sia per un pellegrinaggio.
(Qui smetto, prima che Luigi si metta a fare calembours su Marcial che marcia marcendo ecc.)
E se fosse un pellegrinaggi a piedi che si chiama “marcia della pace”…?
E poi non dimentichiamolo, ci sono anche i non credenti che però se di buone intenzioni possono essere definiti… “uomini di buona volontà”… e della pace ne fanno un ideale di vita vissuta, che è cosa ben diversa dall’ideologia tout court…
Insomma io guardo il “campo” in generale…
lascio a Colui che discerne i cuori distinguere tra “grano e zizzania”…
non si sa mai che io inesperto possa recidere qualche spiga buona…
ho cliccato invio senza aver terminato…
… non si può addirittura estirpare tutto il campo perchè abbiam dubbi su chi eventualmente l’abbia seminato…
(idem come per il caso Marcial Maciel)…
Grazie mille Leonardo.
Precisiamo che la marcia per la pace fu inventata da Aldo Capitini che non era cattolico, ma neanche comunista (www.aldocapitini.it).
Ma io ricambio di tutto cuore, amico Leo, la tua sollecitudine pastorale ! -))))))))))))
Il calcio, come sai, è così: a volte si vince, a volte si perde, e, come dicevano i nostri padri e, forse, pure i nostri nonni, “oggi a me, domani a te”; io, perciò, spero che il buon Dio ti dia la forza e la serenità che ha concesso a noi interisti (che abbiamo resistito a più di quindici anni “senza tituli”) di superare indenne questo tuo difficile momento calcistico, in attesa che la tua squadra torni al successo (senza fretta, mi raccomando: anzi, magari il più tardi possibile ……). -))))))))))))))))))))))))))))))))))
Buona notte a tutti !
Roberto 55
Molto bella quell’immagine di “un papa che vede nella notte, come la civetta dei monaci”.
Per Leonardo
Io invece mi sono fatto 1000 e passa km. in bus, (15 ore), per andare alla quinta o sesta marcia della pace, ho incontrato un sacco di persone valide, credenti e non credenti, ho pregato sulla tomba di San Francesco, ho salutato e abbracciato il mio amico Alex Zanotelli, e quando alla sera ho visto a casa che molta gente era andata a sentire il Papa , ho detto: bene, ci sono vari carismi e varie opzioni anche per i cattolici.
Per Leonardo cosi’ magari ci rifletti un po’ su..
DON PRIMO MAZZOLARI “TU NON UCCIDERE”
“ La nonviolenza non va confusa con la non-resistenza. Nonviolenza è come dire: “no” alla violenza. E’ un rifiuto attivo del male, non un’accettazione passiva. La pigrizia, l’indifferenza, la neutralità non trovano posto nella nonviolenza, dato che alla violenza non dicono né si né no. La nonviolenza si manifesta nell’impegnarsi a fondo.
Ogni violento presume di essere coraggioso, ma la maggior parte dei violenti sono dei vili. Il nonviolento, invece, nel suo rifiuto a difendersi è sempre un coraggioso. Lo scaltro, che adula il tiranno per trarne profitto e protezione, o per tendergli una trappola, non rifiuta la violenza bensì gioca con essa al più furbo. La scaltrezza è violenza, doppiata di vigliaccheria ed imbottita di tradimento. La nonviolenza è al polo opposto della scaltrezza: è un atto di fiducia dell’uomo e di fede in Dio, è una testimonianza resa alla verità fino alla conversione del nemico.
Gesù ha annunciato con insistenza e precisione la regola della nonviolenza: “A chi ti percuote la guancia destra porgi la sinistra; a chi ti muoverà lite per toglierti la tunica lascia anche il mantello; se alcuno ti obbligherà a correre per un miglio seguilo per due” (Mt 5,40-41). (…)
La nonviolenza assume un valore umano inestimabile solo quando diventa resistenza al male sul piano spirituale. Lo Spirito di pace e di giustizia, lo spirito di verità e di giustizia sono un unico e medesimo spirito. (…) E allora la sua resistenza assume immediatamente questi aspetti incomprensibili:
– dichiarazione di condanna del male;
– opposizione al male, non agli uomini che lo commettono;
– disposizione a pagare, e non a far pagare la nostra condanna
e la nostra opposizione al male.
Spesso, più che al male, ci si oppone agli uomini che fanno il male, i quali sono degli infelici ancor prima di essere dei colpevoli. Ma chi è puro e veramente caritatevole nelle intenzioni e nei movimenti delle proprie azioni?
Il nonviolento rifiuta di portarsi sul piano del violento, costringendo piuttosto questi a salire sul suo e a combattere con la forza l’idea. La rotta del realismo politico incomincia quando il violento è obbligato a scoprirsi qual è, ed è allora che si butta massicciamente e da persecutore contro lo spirito. Tale comportamento fa cadere la maschera idealistica dell’egoismo, che è il vero movente di ogni violenza. Una volta caduta la maschera, la vittoria dello spirito albeggia, sia pure lontana.
La nonviolenza è la cosa più nuova e la più antica; la più tradizionale e la più sovversiva; la più santa e la più umile; la più sottile e difficile e la più semplice, la più dolce e la più esigente; la più audace e al più savia, la più profonda e la più ingenua. Concilia i contrari nel principio; e perciò riconcilia gli uomini nella pratica”.
“ La pace cristiana non è regolata dal ‘do ut des’: se tu sarai pacifico con me, io lo sarò con te. Il cristiano procede per altra strada e dietro altra logica: “Udiste che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli, il quale fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e manda la pioggia ai giusti e agli iniqui. Perché, se amate quelli che vi amano, qual merito ne avete? Non fanno lo stesso i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che cosa fate da più degli altri? Non usano lo stesso i gentili? Siate dunque perfetti com’è perfetto il vostro Padre celeste” (Mt 5,43-48).
Un cristiano deve fare la pace anche quando venissero meno “le ragioni di pace”. Al pari della fede, della speranza e della carità, la pace è vera beatitudine quando non c’è tornaconto né convenienza né interesse di pace, vale a dire quando incomincia a parere una follia davanti al buon senso della gente “ragionevole”.
La contabilità cristiana conosce la sola partita del dare: se vi aggiungiamo l’avere, non ci dobbiamo sorprendere se rivedremo sul tappeto le ragioni del lupo, il quale, essendo a monte del fiume, trovava che l’agnello gli intorbidiva le acque.Se gli altri odiano, non è una ragione perché odiamo anche noi. Si vince il male con il bene; la malattia con la salute; si oppone all’ostilità la carità: questo è il comandamento di Dio. Gli altri sono comandamenti di uomini, e uomini senza Dio, anche se fanno salamelecchi al prete.
Quando ci si giustifica delle ingiurie nostre col fatto delle ingiurie altrui, decadiamo dal cristianesimo: rendiamo nulla l’incarnazione con la passione e la resurrezione di cristo. Ad amare i soli amici erano buoni anche i pagani.
La pace comincia in noi… in me e da me, da te, da ciascuno… come al guerra. Ma come si può arrivare alla pace se si seguita a coltivare, quasi orto per ortaggi, questa aspirazione manichea dell’umanità e della spiritualità; se si seguita ad alimentare una polemica fatta di apriorismi e ingiurie, deformazioni e repulse; se si aumenta ogni giorno più la disparità economica tra chi spedisce lingotti d’oro all’estero e chi vive nelle baracche e intristisce nella disoccupazione; se si insiste a vedere nel fratello insignito di un diverso distintivo politico un cane da abbattere, un rivale da sopprimere, un nemico da odiare?
Quanti cristiani, per assicurarsi un diritto all’odio, si tramutano in farisei che non vedono fratelli, ma pubblicani, ma samaritani, ma pagani. Come se Gesù non fosse mai venuto e non fosse morto e risorto!…
(Tu non uccidere, 1955)
Grazie Leone.
Non mi sembra il caso di contrapporre le due manifestazioni (quella di solidarietà col papa e la marcia per la pace), ytanto più che Benedetto XVI ha mandato un messaggio agli organizzatori della marcia.
Poi è verò che ci sono varie forme di pacifismo: ame ad esempio non piace chi fa di ogni erba un fascio e denigra l’intervento in Kossovo o quello in Afghanistan. Di fronte a violazioni fondamentali dei diritti dell’uomo bisogna reagire, anche se si può discutere sui modi. Gandhi stesso disse che avrebbe preferito correre il rischio di usare la violenza contro l’oppressione piuttosto che rassegnarsi all’ingiustizia. Il pacifismo da evitare è (oltre a quello ideologico a senso unico, tipo Danilo Zolo o Giuliana Sgrena) quello del “quieto vivere”, ad es. di chi ritiene che non valga la pena di morire per difendere le vittime dei talebani.
Caro Raffaele, mi pare di non aver fatto contrapposizioni, poi è vero alla Marcia Della Pace ci sono anche persone di cui non condivido tutto ma va bene cosi’. Sul pacifismo io che sono cattolico mi trovo molto bene sulle posizioni di Pax Cristhi del mio amico Fabio Corazzina o negli scritti di Tonino Bello o di Mazzolari, per altri che non piacciono a qualcuno e in cui non mi riconosco, marxisti, centri sociali ecc, ci sono anch’essi ognuno è grande abbastanza per rispondere delle sue posizioni, io faccio già fatica a confessare i miei di peccati, quelli degli altri li lascio appunto a loro.
Leone h. 9,19: “…quando alla sera ho visto a casa che molta gente era andata a sentire il Papa, ho detto: bene, ci sono vari carismi e varie opzioni anche per i cattolici”.
Nulla da eccepire, tranne la priorità, che (forse) per un “cattolico” è da invertire. Ma io sono un vecchio formalista…
Gerry, anch’io sono andato a sentire il Papa, invertiamo pure non ci sono problemi…
“Ich bin froh, in einer Kirche zu leben, in der es Rede- und Meinungsfreiheit gibt”,
(“Sono felice di vivere in una Chiesa dove c’è libertà di parola e di opinione”)
Card. Schönborn (17/05/2010)
Uno che per dire come la pensa non aspetta la pensione, finalmente.
Schönborn si porta molto, ultimamente.
Invece è in decisa contro-tendenza, coraggiosamente.
Quanto al card. Schönborn ed ai suoi quotidiani interventi se ne è occupato approfonditamente Rodari, per esempio:
http://www.paolorodari.com/2010/05/16/inchiesta-dopo-lo-schiaffio-di-vienna-parte-ii-e-dallaustria-del-caso-groer-che-prende-forma-lagenda-progressista-sui-temi-morali/
http://www.paolorodari.com/2010/05/18/schonborn-insiste-e-io-ne-parlo/#comments
Il card. Schönborn, riferendosi alle dichiarazioni del vescovo austriaco Paul Iby sul sacerdozio femminile, sarà certamente “felice di vivere in una Chiesa dove c’è libertà di parola e di opinione” (frase riportata con calore da don78, aggiungendo peraltro – ed in modo cautelativo – di “non condividere necessariamente tutti gli approcci”), ma occorrerà, forse, tener qualche conto di quanto solennemente affermato da Giovanni Paolo II con la Lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis, del 22 maggio 1994, nella quale si legge testualmente: “In virtù del mio ministero di confermare i fratelli, dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa”. Giovanni Paolo II ha con tali parole impegnato l’autorità papale, tanto che si devono considerare appartenenti al deposito della fede, come magistero ordinario. Ma forse dalle parti di Vienna (non parliamo poi di “Noi siamo Chiesa”, peraltro in qualche sintonia con il card. Schönborn) non si vuol sentire.
Utile e bella arte quella di credersi controcorrente, mentre invece si va per il verso giusto. Ci si sente puri, e intanto si fa carriera.
Chissà perchè sono così pochi quelli che dicono queste cose tra chi ha fatto carriera… forse perchè chi le ha dette prima, poi la carriera non l’ha fatta…
Ma certe cose non si notano sempre… soprattutto quando la Chiesa la si conosce solo dai libri, nella migliore delle ipotesi…
La vedo sensibile all’argomento, monsignore (mi son portato avanti).
Anche lei è abbastanza reattivo su questo discorso… Non vorrei io aver toccato qualche tasto sensibile…
Dalla terza persona alla terza di cortesia… decisamente sensibilizzato.
Comunque tutto si può dire, tranne che il card. Schönborn non abbia fatto carriera, ed anche rapidamente (vescovo a 46 anni, arcivescovo di Vienna a 50, cardinale a 53). Sempre “considerato” vicino all’attuale Papa, dal catechismo a tutti i raduni degli ex allievi. Forse (se don78 ha ragione, io non mi esprimo dato che partecipo alla “peggiore” delle ipotesi: non sono un addetto ai lavori, ma solo un cattolico con qualche lettura) ha taciuto per “ingraziarsi” Giovanni Paolo II (e il card. Ratzinger) mentre ora può finalmente esprimere senza (molte) remore la sua reale impostazione ecclesiale? Spero davvero non sia così!
E comunque, mons78 lo trova coraggioso per non aver aspettato la pensione per parlare. Ma in verità anche Schönborn ha aspettato la pensione. Di Sodano.
Credo che il card. Schoenborn abbia ragione a criticare le reticenze ed i silenzi del card. Sodano (tra l’altro indulgente nei confronti di Pinochet quando era nunzio…).Mi sembra oltretutto una persona fuori dagli schemi: è stato criticato anche da sinistra per le sue posizioni sull’evoluzionismo e su Medjugorje…
La terza e la quarta piaga di rosminiana memoria (grazie Clo!) … ed il “quarto potere” con le mani in pasta.
Da giorni volevo imntervenire nel blog, ma non mi arrivava la password. Si è molto discusso di marce; ai miei tempi c’era la “marcia delle fede”, che ci faceva convergere, dopo una notte di cammino, a Siena. Avevano i berretti goliardici, ma eravamo preceduti anche da grandi croci, e cantavamo “Christus vincit”. A quei tempi non ci aspettava il Papa, ma don Giovanni Rossi, fondatore della Cittadella di Assisi. Il mio atteggiamento nei confronti di questa marcia era piuttosto conflittuale. Questo per dire che le marce ci sono sempre state, anche nell’Azione Cattolica.
Finalmente una coetanea! Se hai fatto la “Marcia della fede” devi avere circa la mia età, perchè io ho fatto l’ultima che si tenne – se non mi sbaglio – nel 1967: il sessantotto terremotò quella e altre meraviglie. Don Giovanni Rossi che predicava nella Piazza del Campo. I preti che confessavano lungo il cammino. Siena che si profilava all’alba con le mura e le torri. Il panino con porchetta e pecorino. Da allora non mi stacco dal pecorino “Siena”.
Ricordo molto bene le confessioni a lato della strada, la gente che ci guardava dalle finestre, don Giovanni Rossi a piazza del Campo, la mancanza di sonno che mi innervosiva. Amarcord! Alla fine entravo in crisi di fede, che tornava dopo un buon sonno. Comunque, bene o male, qualcosa è rimasto.
Su tutta la questione Schonborn, Sodano , ecc, ho trovato ottima la sintesi fatta
oggi da Sandro Magister:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1343359
Grazie Discepolo x la segnalazione!
Utilissima.
x ANTONELLA
Comunque, bene o male, qualcosa è rimasto.
IO SONO ABBONATO DA ALCUNI ANNI ALLA RIVISTA ROCCA DELL APRO CIVIDATE CRISTIANA E DEVO DIRE CHE E’ UNA RIVISTA MOLTO MOLTO INTERESSANTE!!
Su “marcia” e “pellegrinaggio”, perché non leggere anche questa brevissima-intensa meditazione sulla “Madonna dei pellegrini” (o “di Loreto”)?
“Quante volte siamo arrivati con i piedi gonfi, come quelli con cui Caravaggio scandalizzò i benpensanti…”
http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2010/05/19/33598/