“Padre Nostro, non mio. Io non sono stata una buona figlia ma tu nemmeno un bravo Padre. Ero minorenne, ti ho chiesto aiuto. La tua indifferenza è stata la mia morte. Sono cristiana e voglio giustizia“: scritto con pennarello rosso sulle pareti in lamiera ondulata del gabbiotto di attesa tra i binari 8 e 10 della stazione di Verona Porta Nuova. Mezzo metro più in là, stessa grafia e stesso pennarello ma più vivo, come scritto più di recente: “Nessuno aiuta i miei nipoti. Ti scongiuro“. Non ci sono firme. Intuisco una barbona o una drogata che nel suo cuore fa causa a Dio.
Una drogata chiama Dio in giudizio
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Padre nostro… Nelle contrade del mondo siamo in tanti… Fratelli per noi e noi fratelli per gli altri. Dio ci fa questo dono tutti i giorni. Assieme ai fratelli ci mette sulla strada e ci insegna la Via, la Verità e la Vita. Siamo una moltitudine… Dio dona molto ed interrottamente. Noi cosa sappiamo donare? Se c’è solitudine e disperazione è a causa del nostro negare, del nostro non vedere, del nostro non donare.Ama il prossimo tuo come te stesso… Ci affascina la seconda parte, dimentichiamo la prima.
“Ama il prossimo tuo come te stesso… Ci affascina la seconda parte, dimentichiamo la prima.”
Quoto, eccome se quoto…
http://www.youtube.com/watch?v=_HW26XEB1EU
A proposito di Padre Nostro…..
….. e di figli degeneri…
Anchio, nel mio ultimo post, ho scritto due righe sull’Amore di Dio e qui quoto le parole di uno dei commenti:
… ‘Quando Adamo si ribellò al Signore, e poi si nascondeva, ecco Dio che avendo perduto Adamo, lo va cercando e quasi piangendo lo chiama: “Adam, ubi es?” (Gen 3,9). “Sunt verba Patris quaerentis filium suum perditum”. Lo stesso ha fatto Dio tante volte con noi. Tu fuggivi da Dio, e Dio t’andava chiamando, ora con ispirazioni, ora con rimorsi di coscienza, ora con prediche, ora con tribolazioni, ora con qualcosa che ti capita di leggere, ora colla morte de’ tuoi amici. Pare che dica Gesù Cristo, parlando di te: “Laboravi clamans, raucae factae sunt fauces meae” (Ps 68,4): Figlio, quasi ho perduta la voce nel chiamarti!’ … (Piergiorgio)
“L’azione di Dio si esplica in via ordinaria attraverso l’azione delle cause seconde, dietro le quali sta naturalmente Dio quale causa prima, ma esattamente nel modo di chi ha creato quelle realtà con la propria autonomia e le rispetta in ciò che è loro proprio” (Valsecchi A., Il fine dell’uomo nella teologia di Tommaso d’Aquino).
…scrivi il tuo nome col pennarello rosso, sorella, ti scongiuro, perchè qualcuno di noi – causa seconda – possa aiutarti…
Nel frattempo che scriviamo tante belle parole – e, tra poco, arriveranno anche i bastian contrari nonchè coloro con mille soluzioni improponibili – c’è qualcuno che legge il blog da Verona e che potrebbe interessarsi concretamente su come fornire un po’ di aiuto a questa donna? magari ci facciamo strumenti di una risposta che,FINALMENTE, le arriva, chissà…..
Luigi,
ti chiedo scusa.
Il rigo finale del post ho l’impressione che porti fuori carreggiata…
Per scrivere quelle parole non vi è assolutamente bisogno di essere drogati o barboni,
mi ci riconosco io in una determinato momento della mia vita, verso i venti anni,
e non ero nè drogato, nè barbone.
E’ così terribilmente umano,
ma anche così liberante,
incazzarsi anche con il Padre,
quando ci si può incazzare con una persona…
è perchè la si sente….
vicina…
Tocca all’Altro rispondere,
non agli uomini…..
@matteo: perfetto
Credo che Matteo abbia centrato il punto: mi viene in mente un episodio che vidi con i mei stessi occhi in Terra Santa. Mi addentrai timidamente all’interno dell’area sacra che porta al muro del pianto e mi colpì una signora assai distinta, molto per bene, elegantemente vestita con un cappellino messo di traverso. Ad un certo momento, in modo del tutto inaspettato inizia ad alzare la voce e in un lento ma costante crescendo si mette ad urlare. Poi si strappa il cappelo lo getta a terra e con i piedi le salta sopra riducendolo una sottiletta…i pugni alzati, quasi a imprecare, lacrime a fiumi.. Mi misi una tale paura che,sembrava avesse il diavolo in corpo cribbio! L’avevo ad un passo, ne restai terrorizzata. Il sacerdote che era con me-una guida stabile in Terra Santa da più di 40 anni conoscitore profondo sia della lingua che delle usanze arabe ed ebraiche- mi esortò a restare calma perchè, mi spiegò , la distinta signora stava semplicemente “litigando” con il Padre Eterno, ce l’aveva con Lui per la morte del figlio! Rimasi basita….e scandalizzata: litigare con i fratelli è normale, ma con Dio…suvvia, mi sembrò un sacrilegio! Eppure, mi disse la guida, che gli per Ebrei litigare con il Padre Eterno è terapeutico. …
Non solo per gli ebrei… una mia cara amica mi dice spesso che quando Lo incontrerà (finalmente) avrà un sacco di cose di cui chiederGli conto, e lo dice con espressioni molto colorite.
Io però conservo la sensazione che quando qualcuno lascia un messaggio permanente, scritto in un luogo in cui passa tanta gente, voglia in un certo modo far giungere notizia di sé anche a chi ha bisogno di vedere per credere.
Riprendo e rilancio la domanda proposta, con pragmatismo tipicamente americano (qui, nel senso migliore dell’espressione), da Principessa: c’è nessuno, tra i lettori del “blog”, di Verona ?
Buona notte !
Roberto 55
Concordo con Matteo, è legittimo manifestare rabbia verso il Padre.
Il Salmo 88 (87) esprime proprio il grido di angoscia, grido che si rivolge al Padre.
“Perchè Signore mi respingi?
Perchè mi nascondi il tuo volto? (Sal 88 v. 15)
Sin dall’infanzia sono povero e vicino alla morte(Sal. 88 v.16) […]
Ciao a tutti!!!
F.
Personalmente di prove, guai e peripezie, nonché sfighe e tradimenti da parte di chi mai mi sarei aspettata: ferite e graffi nella vita ne ho avuti e tanti. Eppure mai mi balenò di incazzarmi con il Padre Eterno anzi, me lo son tenuto sempre buono e caro Iddio Padre accarezzando l’idea che fu di San Francesco prima e di quel di Sales poi per cui “tanto è il bene che m’aspetto che ogni pena mi è diletto”. Risiede in me la certezza che ogni azione che si compie sotto il cielo presto o tardi ti torna indietro nel bene come nel male…nulla va perduto: tutto torna! Dunque con questa certezza si può essere beati anche nel pianto, nei tormenti della vita: fisici, morali, d’abbandono di solitudine, finanche quand’ è lo stesso Dio a sbeffeggiarti chiudendoti porta in faccia lasciandoti in quell’aridità spirituale che fa un male inenabbaribe. Ma certo: la sofferenza è un mistero! Così come è mistero la Croce e la morte tremenda di Gesù innocente….va accetata, non passivamente o con rassegnazione ma con l’intima certezza che è un pregievole strumento di crescita per affinare le virtù, una crescita del tutto spirituale. L’umanità è alla deriva a causa del peccato e la sofferenza sociale ne è una conseguenza…
refuso: :inenarrabile, ovviamente….
Incazzarsi con il proprio Padre è naturalissimo. Anche se adesso penso di più alla mia condizione di figlio/fratello…Infondo in quell’apprezzamento contro il Padre NOSTRO c’è pure il riferimento agli altri figli, agli altri fratelli che non ci sono stati.
scusate ma nessuno di voi ricorda il buon vecchio Giobbe e la sua diatriba contro Dio? C’è un intero libro della Bibbia su questo scontro fra Giobbe e DIo…
ci sono espressioni molto forti in quel libro.. e parole dure.. tutto quello che un uomo , ciascun uomo ,può dire contro Dio e contro tutta la sofferenza che gli è stata inflitta ,si trova la dentro…li’ Dio non è mai chimato padre ma somiglia piuttosto alla natura matrigna di leopardi, un essere cieco, ingiusto, indiffirente lontano, che distribuisce sofferenze a destra e manca.. come un bambino schiaccia per gioco un formicaio….
Eppure questo libro fa parte della Bibbia, strano , no? Cosa dicono a proposito i nostri teologi?
perchè strano?
quel libro è nella Bibbia da secoli,
e se ne parla e scrive da secoli.
Nulla di nuovo sotto il sole…
Ma anche “Giobbe” è un racconto eziologico,
del redattore ispirato.
Ma sono i “Giobbe” di oggi,
che interrogano…
e come sempre l’interrogato è il Padre,
e come sempre c’è il pericolo
che compagni o amici
vengono a sedersi vicino
al “Giobbe” di turno,
a dare le loro personali e tradizionali risposte
in “vece” di Dio….
Discepolo io non so di teologia ma il titolo del post era preso da Giobbe: “Con Dio desidero contendere” (13, 3).
Vi devo raccontare un altro piccolo aneddoto al riguardo [non dite:- “uffa” ma queste le sa tutte lei?” in realtà mi piace condividere le mie esperienze con voi, così come amo sentire le vostre affinché condividendo ci si possa arricchire] mi sembra di avervi già raccontato di quel mio nonno paterno ateo, di gran cuore ma con una visione della vita all’insegna di un’ateismo che sgomentava talvolta, anche per le contraddizioni che palesava. Quando successe la disgrazia di mio fratello, strappato alla vita in modo così rapido, inatteso e crudele, lui fece fuoco e fiamme, maledisse tutti i santi del calendario a raffica uno ad uno..immaginate cosa non disse al Padre Eterno! Mio fratello morì a Novembre e per lui la vita sembrò terminare: per mesi non mise piede fuori di casa, se ne stava rintanato, come un pipistrello, pieno di rancore verso il mondo tutto. Passarono i mesi, e lui sempre chiuso in casa ridotto una larva, una maschera di dolore, sicché si arrivò alla settimana Santa. Fu quello il periodo più tragico: riprese ad imprecare in modo orribile. Ora vivevamo sotto lo stesso tetto a quel tempo, e lo sentimmo urlare questa frase : “se ci sei…[con aggiunta di parole impronunciabili] dammi un segno, così che io possa dirti ancora quanto ti odio!”. Passò l’Angelo e disse “Amen” : durante la notte fu preda di una febbre allucinante, iniziò a smaniare dal dolore, al mattino lo trovammo completamente piagato -sicuramente si sarà trattato dell’Erpes Zoster- ma fatalità esordì all’indomani della sfida e fu talmente rapido devastante e dolorosissimo che spasimò per giorni senza tregua. Alla fine notammo un certo compiacimento: vide come quel segno,come una risposta alle sue grida: Dio c’era, l’aveva ascoltato! Non ci crederete ma, da quel momento accettò la morte di quell’unico nipote maschio, figlio dell’unico figlio, tanto che riprese ad uscire. Passava tanto tempo al cimitero, costringendo -purtroppo- anche a noi sorelline a seguirlo in quello che era diventato il suo unico svago, e lo fu fino alla morte.. con tacita rassegnazione. Non lo sentimmo mai più inveire, anzi…
Nenach’io so di teologia, ma so che il primo ebreo a chiamare Dio , (l’onnipotente Dio di israele che non poteva essere neppure nominato) , il primo ebreo a chiamare Dio” Padre” anzi “ABBA” cioè papà , è stato Gesù di nazareth. Prima di lui nessun pio ortodosso ebreo si sarebbe mai permesso di chiamare Dio “Padre” e posso immaginare lo scandalo nel sentire Gesù chiamarlo “Abba”.
che Gesù l’abbia chiamato così e che da allora sia nata una nuova concezione di Dio, è un lunga, lunga storia, che noi ancora stiamo vivendo, e che sta vivendo anche l’ignota persona che ha scritto col pennarello ” Padre Nostro, non mio.”
Noi dopo duemila anni di cristianesimo siamo così abituati a chiamere Dio padre e a recitare il PADRE NOSTRo che adesso chi vuol essere rivoluzionario, chi vuol essere controntrocorrente, chi vuol “contendere” con Dio deve proprio contestarlo su quel nome “Padre”, “la tua indifferenza è stata la mia morte” scrive l’ignota contestatrice di DIo.
Come dire: ma che razza di padre sei?
“ma che razza di padre sei?”
Come dire: “Nessuno conosce il Padre, se non il Figlio”.
E solo il Figlio può rispondere all’amato Giobbe di oggi che, a Verona, grida, e supplica, e chiama Dio in giudizio: “Et ego rogabo Patrem…”.
…amato (e raro) Giobbe di oggi…
“Chi può veramente capire il libro di Iob? Solo chi vede in tutto il bene e in tutto il male Dio, solo chi ha la forza di fare un processo a Dio, di trascinarlo in giudizio, di accusarlo di tutto, di parlarne ‘con fondamento’. Abbiamo tra le mani un testo incomprensibile. Perché nessuno accusa più, nessuno più lo può fare. E’ morto Giobbe, non Dio”
(Guido Ceronetti, “Sulla polvere e sulla cenere”, postf. a Il Libro di Giobbe, Adelphi 1972, p.254)
dalla traduzione di Guido ceronetti deol lIbro di Giobbe(3,1-26).
se ne sconsiglia la lettura ad anime troppo sensibili e stomaci non forti)
” dopo di questo apre Giobbe la bocca
e maledice il suo giorno
e grida Giobbe nel dire
Che tu sia maledetto
giorno che mi hai partorito!
Morire dentro la vulva bisognava
uscire dalla pancia già in sfacelo
perchè ginocchia venirmi incontro?’
perchè mammelle io vi ho succhiate?’
riposerei adesso coricato
vivrei nel sonno disteso pace.
Coi Re e vizir della terra
costruttori di tombe inani
Coi principi che l’oro ingrassa
di cui l’argento i sepolcri stipa.
Un aborto buttato via
Un portato ignaro di luce
laggiù le smanie dei tristi cessano
laggiùà ai brutali scema la forza.
Reclusi nel riposo accomunati
sordi al berciare dell’aguzzino
il grande e il piccolo là uno sono
e il servo è libero dal padrone
Perchè la luce è data a chi pena?
Perchè la vita ad una gola amara’
Ad una via sbarrata d’uomo’
Ad un Dio mi-annoda-di sacco?
invano annaspo per morire…………
Carissimo Roberto, mi sa che siamo gli unici con un certo pragmatismo ( come dici tu) e gli unici due accattolini che, FORSE, non hanno compreso che il post di Luigi era un invito alla meditazione e alla ricerca interiore sul rapporto con il Dio-Padre.
Ma che vergogna!!…pensare di aiutare una qualunque!!…osare guardare al problema reale invece di dar sfoggio della nostra cultura?? ma diamoci una regolata entrambi!!
cara Principessa, quando una persona scrive col pennnarello rosso sul muro della stazione non vuole cultura certo, ma non vuole nepputre solo compassione.. e neppure “pragtmaticità” e neppure semplicemente un aiouito economico.
chi pensa solo ad “aiuitarla” come se fosse tutto solo una faccenda di fare ..
si sbaglia dii grosso e sottovaluta la persona che ha scrito col pennarello rosso..Queta persona parla dellsa prorpia vita, del suo valore o del suo non-valore,. categorie importanti, teotche, non solo pratiche .
Di assistenti socili, di centri per drogati, di persone che si occupsno pragtmaticame4nte di perosne così ce ne son o a bizzeffe,
le perosne come quelqa che ha scritto col pennarello ha bisogo di una sola cosa. di qualcuno che la ami ,ma non con l’amore umano, con la solidareta dell’assistente sociale e del medico della Asl. HA BISOGNO di un amore ultraterreno che vada oltre le categorie logore dell’umano. ha bisogno di poesia, ha bisogno di trascendenza. ha bisono di i ETERNI&TA
certo , forse secondo te, categotrie snob, intellettualistiche,
poco pratiche…
ma la praticità a cosa porta cara Principessa?
Secondo me non sono affatto categorie snob,intellettualistiche o poco pratiche. Forse, ma solo forse, lo sono per chi chiede aiuto e nessuno ascolta, soprattutto lo sono per quei nipoti a cui nessuno dà retta. Soprattutto, alla luce odierna, lo sono per i disoccupati, i poveri, gli immigrati…..tutti coloro che non ce la fanno proprio a mangiare pane e poesia o pane e trascendenza. Chi grida aiuto, in special modo aiuto morale, necessita della soddisfazione dei bisogni materiali in primis.
Come si dice a Napoli: “O’ sazio nun crere o riuno” ( il sazio non crede a chi sta digiuno) e continuo a constatare che la saggezza antica ci prende sempre…….
La praticità , secondo me, porta a ciò che è descritto nel post seguente circa l’Arizona, dove imperversa una discussione tremenda sulle nuove leggi per l’immigrazione, ma, nel frattempo che si parla, giudici e managers vanno a depositare bottiglie d’acqua nel deserto per chi lo attraversa come ultima speranza per una vita migliore.
Discepolo/i , con tutto il rispetto, sono in totale disaccordo con voi. Come dire, niente di nuovo sotto il sole………
Cordialmente
parole di una ragazza anoressica curata con le flebo dai medici
+”Lasciatemi in pace, tanto so che a voi non ve ne frega niente di me”
L’amore ultraterreno, la carezza di Dio, la cura del Padre, ci arriva attraverso gli altri uomini (per adesso). Altrimenti, il Cristianesimo non avrebbe alcuna ragione di essere……..
Secondo me.
Dovremmo tutti – io per prima – imparare a viverlo il Vangelo, e poi, casomai, leggerlo e commentarlo.
Non so, Principessa, se io e te siamo gli unici: forse sì (nessun problema, in tal caso), forse no (ancor megliio), ma non è, poi, così importante.
L’importante – lo dico, innanzitutto, a me stesso – è impegnarsi per provare a risolvere i problemi, metterci la faccia e sporcarsi le mani (come incitava Don Primo Mazzolari).
Insomma, e per dirla con Papa Giovanni Paolo II, “damose da fà !”: giusto Principessa ? (So già che sei d’accordo).
A domani !
Roberto 55
Chi vuol moririre,sia suicidAndosi, sia colla droga, sia coll’anoressia, sia con altri modi, vuol morire perhè non è amato.
Chi si droga o chi diventa alcolizzato lo diventa perchè non è amato( o non si considera amato)
Chi uccide, mogli fedifraghe, figli ecc,.le mamme che si suicidano e uccidono i propri fglli è perchè non si sentono amate.
l’infelicità fa parte dells vita umana ma quando questa infelicità diventa l’UNICA REALTA? ALLORA NON SEMBRA ESSERCI ALTRA VIA DI SCAMPO CHE LA MORTE.
I fatti di cronaca che leggiamo tutti i giorni parlano da soli,. i protagonisti di tali fatti sono uomini ei donne cone noi, non sono divesi da noi, non sono mostri.
La psicologia e la psichiatria, la psicofarmacologia, gli psicofarmaci, non hann o cambiato NULLA. ,non hanno diminuito i numeir dei suicidi, non hanno diminuito i numeri dei malati mentali. Dunque la medicina, la scienza sembra non poter far nulla contro il MALE DI VIVERE.
con la crisi economica le vendiute del VALIUM sono triplicate.
ma cosa cambia’ la gente pòrende il valium ma è ansiosa e angosciata e infelice lo stesso.
a tutti i “pragmatici “posso solo ripetere la vecchia domanda , CHe Fare?
Amare di più?
ma non solo a parole, a poesie o a trascendenza.
Sporcandosi le mani, come dice Roberto.
Non disquisendo sull’amore da un comodo appartamento di Milano,Roma o qualsiasi altra città, con un lavoro che paga benissimo e con la fettina nel piatto tutti i giorni.
Possiamo parlare per giorni, la verità sta sempre nella maniera di vivere il Cristianesimo.La realtà è molto più dura di quanto immaginiamo e spesso anche solo il gesto di tendere una mano CON AMORE accomuna spiritualità e praticità.
Posso dire che mi sorprende leggere questo tipo di affermazioni da parte di un medico?
Ti ricordo, principessa, che una volta discepolo accennò, molto sommessamente, al suo lavoro con i volontari del Naga, a Milano, a favore di immigrati extracomunitari e nomadi in difficoltà. Che è il suo modo di “sporcarsi le mani”. Ed è molto bello che mai sia tornata su questo, come se la sua destra non sapesse cosa fa la sinistra, e senza mai vantarsene, proprio come deve essere. Io ho molto affetto ( e stima) per discepolo anche per questo motivo.
Buona sera.
Mi sento molto in sintonia con Principessa (sei un tesoro, finalmente qualcuno che ricorda: “spiritualità”) e Roberto (gran Signore sempre, e per non smentire il suo esserlo riporta : “- lo dico, innanzitutto, a me stesso – “.
Si, la ricetta è “damose da fà”.
Sul mio inutile blog per l’ennesima vota ho ribadito “la ricetta” (che poi non è mia…) :
preghiera, comunione, sacrificio (leggi: penitenza), apostolato (della “Parola” e delle “opere”).
Il resto senza offesa per nessuno è “chiacchiera”… sterile esercizio intellettuale… (non voglio usare il termine che usava Pierangelo Bertoli in una sua canzone)…
Buona notte a tutti, ricordando, innanzitutto a me stesso (grazie Roberto) che della spiritualità (grazie Principessa) è parte integrante la riflessione e la meditazione, che danno come frutto la Prudenza che è ancora una Virtù ed il retto agire che è il connotato distintivo del cristiano.
Di retto “pensare” mi sembra non vi sia ancora entrato nessuno in Paradiso…
Vorrei aggiungere anche questo: quando dico che ho affetto (e stima) per una persona come discepolo per il suo “damose da fa’ “, o per il suo “retto agire” (come dice ubihumilitas), non intendo certo dire che amo e apprezzo soltanto chi fa del bene. Mi piacciono le minoranze, ma non voglio certo amare solo una minoranza di persone. Ci sono molte persone a cui voglio bene e che fanno molto del male.
Ciò che mi ricordi , cara fiorenza, avvalora ancor di più quanto sto cercando di dire.
Se è così, perchè mai disgiungere l’aiuto concreto dal sentimento che lo genera? Perchè chiedere ai pragmatisti ( me e Roberto) che cosa si può fare? Se Discepolo ha l’esempio tra le mani, per così dire, quale è la ragione dei suoi quesiti?
Posso solo ammirare quanto fa e il fatto che non se ne vanti mai, ma non sono quasi mai concorde con il suo modo di intendere la vita, almeno per quanto riesco a percepire dai suoi commenti (solo questa la ragione della mia perplessità).
Un saluto ad entrambe
“Se è così, perché mai…perché…per quale ragione…?”
Non lo so, principessa. Io sono più “pragmatica” e tutti questi perché non me li pongo.
Buonanotte a te e a tutti.
“Eventi e parole intimamente connessi” (DV 1): è l’economia della rivelazione, è l’unica logica del cristianesimo.
«Sicché l’amore più sconfinato è quello più puntuale, e per portare nel proprio cuore l’umanità intera, bisogna dedicarsi con ogni cura e con la massima concretezza a qualche umile opera di misericordia» (M. Blondel, L’azione, p. 555)
Grazie a tutti della passione. Buona giornata
A nico, su “qualche umile opera di misericordia”:
mi sembra un bel commento alla frase che citi, e a tutto questo scambio di “passione”, la grande immagine delle “sette opere di Misericordia” del Caravaggio, con le preziose -ai miei occhi- considerazioni che ne ricava don Fabrizio Centofanti. La dono a te e a chi legge:
http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2010/05/11/quasi-carnale-dio/
“Tutto in un punto”. “Come se l’amore potesse esistere soltanto intero…nel miscuglio terribile di terra e cielo”.
Fiorenza, quando si ragiona su certi argomenti o persone, devremmo sare un poco il metodo dello sliding doors che tu conoscerai benissimo.
Che poi tradotto semplice, altro non è che l’evangelico mettersi nei panni degli altri, il “fate agli altri ciò che volete fatto a voi”.
Altra cosa che non ci azzecca nulla ma che volevo da tempo dirti, che strano, siamo due concittadini fiorentini che si ignorano l’un l’altro…
Saluti cordiali a tutti e mi raccomando la spiritualità…
Nel mio primo commento, fino a ieri unico, di questo post, avevo lincato il video della canzone dei Pooh “c’è bisogno di un piccolo aiuto”, che è un Padre Nostro rivisitato.
Una strofa recita:
“più nessuno frecuenta l’anima,
c’è chi l’ha chiusa e ci ha aperto un bar
dove danno emozioni a credito”.
Al peggio non c’è mai fine, ed alcuni vi hanno aperto una…
… sezione di partito…
errata corige: frecuenta===>frequenta
Fra le “scomodità” cui il Vangelo chiama il cristiano se ne evidenzia una su tutte: il nostro impegno a farci operai della verità! Realizzatori della Verità. Perchè nel Vangelo sbuca sempre fuori un “fare” anche quando non ce lo aspettiamo. “Chi fa la verità viene alla luce”. Diciamocelo, sarebbe più comodo dire :”chi contempla la vertà”, oppure :”chi custodisce la Verità”, o anche: “chi difende la Verità” ..INVECE ..”chi fa la Verità”. Da ciò si deduce che soltanto gli OPERAI e non gli SPECIALISTI del “si” vengono alla luce.
Se è vero che “ognuno è custode del proprio fratello”, nei fatti, non significa che deve fargli da segugio tentando di interpretarne le intenzioni, perché non basta togliere tutte le intenzioni di male sulla strada del fratello o restringergli gli spazi che si risolvono le tragiche situazioni esistenziali. Dobbiamo fare un balzo di qualità : essere testimoni, compagni di viaggio, non giudici, amici, non spie o polizziotti, la fratelli, padri, madri…In questo contesto non ci si può soffermare alla pacca sulla spalla, ma occorre una testimonianza fattiva e concreta!
Cara Principessa io non ho la soluzioni tra le mani ed è per questo che ho tutti questi quesiti.Avere quesiti del resto non è, che io sappia, una colpa.
avere dubbi, pensare riflettere, sono colpe? magari sì AMARE pensare e riflettere più che agiree ?
quanto al pragmatismo, non sono io che ti ho definito tale , ma lo hai fatto tu stessa quando hai detto “mi sa che solo io e te Roberto siamo gli unici pragmatisti. Visto che ti sei definita così, io ti ho chiesto, come chiedo a chi si autodefinisce pragmatista o uomo del “fare” , che fare?
perchè i pragmatisti, lasciamelo dire ( sempre sottolineando che non sono io che ti ho definita così ma tu stessa) in genere sono quelli che “prima agiamo poi pensiamo”.
Ti stupiisce che un medico non sia pragmatiista? Mah, i miei pazienti sono pittosto contenti, pasròliamo un sacco, di tutto….
forse ho sbagliato professione.. in effetti da giovane ero appassionato di musica e sarei potuto diventare un bravo pianista! 🙂
Caro Discepolo,
tra noi due (tre) mi sa che facciamo a gara a non capirci.
Ma quando mai ho detto che hai le soluzioni tra le mani?
Mi pareva di aver scritto che hai “l’esempio” tra le mani ( per il volontariato che fai, come ci ha ricordato fiorenza) e che perciò più che domande dovresti saperci dare una risposta più concreta, visto che , come dire, operi sul campo.
Quanto al pragmatismo, ognuno lo vede a modo suo e, naturalmente!, non sono d’accordo con la definizione che ne dai:il volontariato che faccio ogni giorno mi fa pensare mille volte prima di agire, e, visti i risultati,forse non faccio neanche troppo male quanto mi viene assegnato.
Non mi stupisce che un medico non sia pragmatista, mi sorprendono le affermazioni che un medico fa parlando di poesia e trascendenza in casi in cui l’amore potrebbe essere trasmesso da una carezza o dal tocco di una mano. Per dirla in parole povere – io non sono troppo colta – talvolta anche uno sguardo sa darci sollievo, basta che sia fatto con amore.E un medico dovrebbe saperlo di suo…….
Che fare?
E se cominciassimo a praticare il Cristianesimo?
Un caro saluto
Che fare? e SE COMINCIASSIMO A PRATICARE IL CRISTIANESIMO?
Giustissimo!, sono d’accordo!.
Però vede, cara princispessa,dovremmo essere d’accordo su cosa è il cristianesimo e su questo si potrebbe aprire una discussione che durerebbe giorni, settimane , mesi…anni..secoli…
si è mai chiesta perchè gli ebrei, anche quelli descritti nei Vangeli, del tempo di Gesù, passassero il loro tempo a ” questionare” cioè a chiosare i testi sacri a dare interpretazioni, controinterpretazioni, dispute e contro dispute.. perchè ci prendevano gusto secondo me1 poerchè discutere, spaccare il capello in quattro, gli piaceva, era nelle loro “corde” !!!
lo stesso si può dire degli scolastici cristiani del XIII secolo, S:Tommaso D’Aquino e compagnia .. invece per esempio tanti altri non hanno perso tempo in dispute, i Padri pellegrini protestanti che sono sbarcati sulle coste dellAmerica del Nord non hanno perso il tempo in diatribe tosofiche, hanno fatto, e così facendo hanno creato lo stato oggi più potente del mondo..
Cosa voglio dire con questo? che i teorici e i pratici ci sono sempre stati, sono delle categorie umane.
Io sono teorico, lei è pratica. Lei mette in pratica il cristianesimo
Io , si figuri, sto ancora a chiedermi cosa è veramente il cristianesimo?
Sono semplicemente diverso da lei, e’ così difficile da acccetare
io per esempèio accetto i pratici e li ammiro,li amo e li stimo.
ma quando si sentono superiori a me e vogliono darmi lezioni,quando vogliono costringermi a essere” pratico”, quando vogliono dimostrami che i miei pensieri,i mei dubbi, il mio ozio , il mio riflettere, il mio appente “non far nulla”, insomma la mia vita interiore è solo uno spreco e l’unica categoria importante è il “fare” allora non li seguo più..
Un carissimo saluto……..
A Principessa dedico un frammento di Eraclito
“il Fuoco verrà
Guidicherà ogni cosa
E la comprenderà.
(Non sono terribilmente colto ? 🙂 🙂
E’ tutta la vita che mi pongo domande.Non ho ancora trovato le risposte.
Talvolta le cerco anche attraverso un dialogo con coloro che non capisco. Forse, un giorno giungeranno. Nel frattempo, cerco di seguire gli insegnamenti di Cristo, accettando il mondo intorno a me così come è. Soprattutto, senza sentirmi superiore a nessuno.
Saluti carissimi
Ricambio l’omaggio:
“Quello che dai non conta,quello che importa è l’amore con cui lo dai”
“Se non puoi sfamare cento persone, sfamane una”
Madre Teresa di Calcutta
Questa, invece, è dedicata al medico/i
“Le parole di conforto,somministrate con abilità,sono la più antica terapia che si conosca.”
Lovis Nizer
… e chiudo questo scambio interessante con una massima che mi piace molto, a proposito di cultura:
“Dire quello che pensiamo dà alla conversazione una portata più ampia che dire quello che sappiamo”
Cullen Hightower
Mi intrometto…
ci sarebbe da fare qualche distinguo…
… c’è una grossa e sostanziale differenza tra l’assorbire…
ed il farsi assorbire… specialmente se parliamo dello Spirito (Santo, terza persona della Santissima Trinità).
Chi assorbe opera “come” … e può essere il caso della filantropia…
Chi si lascia assorbire opera “in” “nel”, ed è il caso del cristiano che opera la Carità e la misericordia…
Se siamo assorbiti in quello Spirito sottilissimo, le domande sono poche poichè la sua sottigliezza tutto ci mostra e tutto svela nel nostro cuore. E se non lo fa, lascia in noi istanze e domande che ci piace serbare, coltivare e cullare nel segreto del nostro cuore, e difficilmente ne proferiamo parola con gli altri, perchè da quello stasso Spirito attendiamo ansiosi la risposta. E’ più o meno questo la “spiritualità”.
Se “assorbiamo” invece, le domande iniziano a essere di più e di più difficile soluzione e risposta, perchè si esplicano a livello intellettivo e non del cuore sede dei sentimenti e dimora dello Spirito stesso.
E lo Spirito è ed ha la “risposta” solo per i cuori, non per le “menti”.
Altrimenti il Cristo Gesù non avrebbe profferito invano queste parole:
“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.”
Correzione:
Altrimenti il Cristo Gesù avrebbe profferito invano queste parole….
E’ come dire, caro Ubi, che alimentando la fede si affamano i dubbi….
L’infinitamente grande può assorbire l’infinitamente piccolo. L’infinitamente piccolo non potra mai assorbire l’infinatemente grande.
Non è una dotta e colta citazione, ma il frutto di una mia piccola riflessione spirituale…
Il contrario Principessa, alimentando la fede aumentano i dubbi…
ma il frutto della fede è attendere perseveranti che lo Spirito ci fornira le risposte… insieme con mille altre domande…
non potremo mai conoscere compiutamente Dio in questa vita…
poichè Lui vuole essere cercato con perseveranza…
solo che le risposte non passano per la “testa” ma per il “cuore”…
Ps pensa anche al simbolismo della parola… “schiacciare la testa a …….”
“Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro; toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne, perché seguano i miei decreti e osservino le mie leggi e li mettano in pratica; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio”
Grazie del chiarimento, intuivo che il “cuore” avesse qualcosa a che farci con la fede……
Un saluto caro
Un caro saluto anche a te.
Chiudo con questo, altrimenti qualcuno potrebbe vedervi una contraddizione nel mio affermare “le domande sono poche” e nel post successivo ” ci fornira le risposte… insieme con mille altre domande…”.
Alla fine il dubbio generale che si compone di mille piccole domande è : “Dio c’è? Cristo verrà? Ci sarà dopo la morte?
La risposta è:
“Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno.”
“Padre Nostro, non mio. Io non sono stata una buona figlia ma tu nemmeno un bravo Padre. Ero minorenne, ti ho chiesto aiuto. La tua indifferenza è stata la mia morte. Sono cristiana e voglio giustizia“
Ubi humilitas: “Alimentando la fede aumentano i dubbi”
Clemente Rebora: “Se Dio cresce / il diavolo aumenta”.
Io assorbito nello stesso Spirito con Rebora?????
Chissà!
Nel frattenpo continuo a sperare…
“Crescendo il sapere, aumenta il dolere”
… se non ricordo male…
Bravo Luigi, è così veramente: più ci avvicina a Dio più ,come un elastico che ti attrae lontano e ti respinge da quell’anelito dell’anima, qualcuno o qualcosa te ne allontana. Ma come l’elastico ti trascina via tuo malgrado, similmente con la stessa forza ti rilascia, scaraventandoti con ancor maggior violenza tra le braccia di quella croce: porta, passaggio, unico varco per accedere a quel Dio misterioso, lontano, insondabile, e sconosciuto….
cmq Vasco Rossi nel suo album “Bollicine” del 1983 inserì questa canzone dal titolo: Portatemi Dio…
e questo è il testo…
Metteteci Dio
sul banco degli imputati
metteteci Dio
e giudicate anche lui
con noi
e difendetelo voi
buoni cristiani
Portatemi Dio
lo voglio vedere
portatemi Dio
gli devo parlare
gli voglio raccontare
di una vita che ho vissuto
e che non ho capito
a cosa è servito
che cos’è cambiato
anzi
adesso cosa ho guadagnato
adesso voglio esser pagato
Portatemi Dio
insomma… lo mette sul banco degli imputati…
e… chiede ai “buoni cristiani” di difenderlo…
il link per chi volesse ascoltare…
http://www.youtube.com/watch?v=UUNwxoQGLuU&feature=related