Mi piace ricordare Orazio Petrosillo (vedi post del 12 maggio) come amico esuberante, anche se questo modo di pensarlo raddoppia la pena che ci viene dalla percezione – ogni volta incredibile – che tanta vitalità sia oggi spenta. Era curioso di tutto, combattivo, amante del buon mangiare, della natura, dell’arte. Quando eravamo in giro per il mondo aveva sempre con sè una guida turistica e voleva – anche con pignoleria – leggere tutto su una piazza o una torre. A tavola spesso gli passavo metà delle mie pietanze.
L’ho conosciuto 37 anni addietro nella presidenza nazionale della Fuci. Non faceva parte di questa associazione, ma aveva conosciuto una di noi e non fece nessuna fatica – si direbbe – a imporci la sua amicizia. Con questo atteggiamento di cordialità per tutti ha attraversato la professione. Ieri, tornando dal Brasile con il volo papale una giovane collega americana, Patricia Thomas, mi confidava come Orazio fosse stato il primo a parlare con lei quando si era presentata in quell’ambiente e gli altri “vaticanisti” la snobbavano.
Tutti sappiamo quale fosse la sua capacità di lavoro. altro segno di esuberanza direi incontrollata. Qui era anche il maggiore dei suoi difetti, perchè certo Orazio non era senza difetti: non sapeva moderare la sua energia. Se io – che pure passo per un lavoratore – avessi svolto nelle settimane dell’ultima sede vacante la mole di lavoro che gli vedevo compiere, di certo sarei morto allora. Oltre al lavoro del giornale, che per me era già troppo, lui partecipava a due-tre-quattro programmi televisivi ogni giorno.
L’Ansa, il Tempo, il Messaggero sono i capitoli di una vita professionale intensa. Collaborazioni e conferenze dappertutto, i libri, la Sindone, i commenti domenicali al Vangelo, la partecipazione alle trasmissioni di Telepace e di altre reti televisive.
Nessuno tra gli accreditati in Vaticano aveva la sua capacità di approfondimento storico e dottrinale. Si andava da lui per un riscontro: “Devi chiedere a Petrosillo”. Era sempre a disposizione.
E’ vissuto nella fede cristiana, sperimentando – e facendo in qalche modo sperimentare a ognuno che lo conosceva – il dono raro di una certa sicurezza, quasi una certezza delle cose sperate. Anche questo ci aiuta a sopportare, se non a vincere, la tristezza di questo saluto.
L’attaccamento alla famiglia, infine. In questi mesi tutti abbiamo conosciuto il combattivo amore di Claudia. A lei, alle figlie Eleonora e Marta, ai fratelli il nostro abbraccio. L’abbraccio di tutti i colleghi di Orazio.
“Buon viaggio” ad Orazio Petrosillo.
MG
un pensiero riconoscente, da ascoltatrice e lettrice, anche da parte mia. E’ stato il primo vaticanista che ho conosciuto, nei giorni del conclave.
bianca
Oggi sono stato ai funerali del nostro caro amico, mi permetto di dirlo anche se non l’ho mai visto di persona ma è come se lo conoscessi.Io sono un alunno di suo fratello, di lui ce ne parlava spesso dei sui viaggi con il Papa e di tutti quello che faceva e dei suoi articoli sul messaggero.Oggi ho provato delle emozioni incredibili mi sono commosso anche non avendolo mai visto o almeno qualche volta in tv.Però posso dire che è stato un uomo fantastico generoso e altruista.Grazie.Un caro abbraccio da Gianluca
Grazie Gianluca e benvenuto nel blog. Porta un mio saluto al professor Petrosillo. Luigi
Forse è giusto che, a chi legge questo blog, sia io a dirlo, che di Orazio ero un grande amico, ancor prima che un collega spesso al lavoro con lui: oggi, Luigi, all’ultimo saluto per Orazio (complicato da terribili ritardi, che, in simili momenti non solo sono inconcepibili, ma costano, umanamente, il doppio), ha detto parole bellissime. Ha spiegato chi Orazio era, non solo con la sua abituale bravura, ma anche con una sentitissima partecipazione. Credo di poter dire che noi de “Il Messaggero”, con queste mie parole, gli diciamo tutti un vero grazie di cuore
Fabio
Grazie Orazio! Ma certo a Da Telepace non è stato trattato come si addiceva alla sua umanità e professionalità! E’ stato una delle “vittime” illustri di un direttore megalomane. E ne ha sofferto moltissimo ! Pur cercando di trovare la strada della pace e del dialogo.
Per me quindi Grazie più di una volta Orazio. So che ora vedi ancora più chiaramente le cose !
Angela Ambrogetti
” Vivi il giorno d` oggi,
Dio te lo offre, ti appartiene .
Il giorno di domani è a Dio.
non ti appartiene.
Non portare su domani la preoccupazione di oggi.
Domani appartiene a Dio: rimettilo a Lui.
Il momento presente è una fragile passerella;
se tu lo carichi con i rimpianti di ieri,
con l`ìnquietudine di domani,
la passerella cede e tu perdi piede.
Il passato? Dieu lo perdona.
L`avvenire? Dio lo dona.
Vivi il giorno d`oggi, in comunione con Lui.”
Testo tovato su una piccola suora del Sacro Cuore, uccisa in Algeria il 10 novembre 1995.
( che ho cercato di tradurre )
Un caro saluto, Luisa
Cari amici di Orazio,
la sua scomparsa è stata una grave perdita, oltre che per la sua famiglia, alla quale va il massimo cordoglio, anche per il mondo del giornalismo cattolico (e non) e della sindonologia. Lui vedeva nella Sindone di Torino la più importante reliquia della Cristianità. Con l’energia della sua grande fede curava anche questi interessi con grande obiettività professionale (elemento importante in un giornalista serio), rischiando, a volte, di assumere posizioni non sempre condivise da alcune autorità ecclesiastiche.
Non parliamo poi di quando parlava del mondo dei papi e della Santa Sede. Ne era così appassionato che quando entrava in quegli argomenti ti faceva venire la voglia di fare il vaticanista. Orazio è stato un ottimo esempio di giornalista credente.
Oggi, in pratica, oltre che ricordarlo ognuno a proprio modo, mi auguro che si possa progettare una borsa di studio a lui intitolata, per aiutare quei giovani che aspirano ad entrare nel mondo del giornalismo cattolico. Fra tutti quanti, certamente, qualche buona idea ci verrà.
Michele
Michele Salcito
Tornando da un viaggio leggo solo ora il messaggio di Fabio Isman, che ringrazio per l’apprezzamento chiedendogli di salutare i colleghi del Messaggero. Luigi
Da Patricia Thomas ricevo questo messaggio:
Caro Luigi, varie persone mi hanno detto che hai raccontato il mio ricordo di Orazio Petrosillo ieri al funerale. Grazie tanto, e’ stato un gesto carino e sono veramente toccata. Orazio era una persona meravigliosa che mi ha aiutato molto, e sopratutto mi ha fatto sentire piu’ a mio agio nel mondo del Vaticano che a volte puo’ intimidire i nuovi arrivati (sopratutto donne americane!) Grazie ancora per le tue parole. A presto, Trisha