“Al mio funerale non voglio gente che pianga, ma che canti forte. Io vado da Gesù a cominciare un’altra vita”: è la consegna data da Chiara Badano (1971-1990) ad amici e parenti gli ultimi giorni prima della morte per tumore alle ossa. Se ne va prima del compimento dei 19 anni dopo aver preparato con la mamma e con le amiche la “festa di nozze”, cioè il proprio funerale: lei stessa spiega come confezionare l’abito, sceglie musiche, fiori, canti e letture.
Muore il 7 ottobre e la preparazione “liturgica” Chiara l’avvia l’11 agosto, il giorno del suo onomastico, che cade all’indomani di un improvviso peggioramento che costringe i familiari a rinviare la festa che le hanno preparato. Ma va a trovarla il parroco e celebra la messa nella sua camera e in quell’occasione – narra il sacerdote – “Chiara si mostrò serena, capace di gestire se stessa e la sua malattia. Era lei, inoltre, a intonare i canti da lei stessa scelti precedentemente. Ebbi la sensazione di una forte, straordinaria presenza del soprannaturale”.
Terminata la celebrazione di quella messa Chiara confida alla mamma e all’amica prediletta, Chicca, di voler iniziare subito la preparazione della “sua messa”, cioè della messa per le sue esequie. “Quando entrerò in chiesa – dice risoluta alla mamma – tu devi cantare perché io canterò con te e devi stare attenta a papà perché, se incomincia a piangere, fa rumore e disturba”.
Parla della messa di addio come della celebrazione delle sue “nozze”. I preparativi sono così narrati dalla biografa Mariagrazia Magrini:
Manda i genitori ad acquistare per se stessi un abito nuovo: quello per la sua festa nuziale e gioisce come nei preparativi di una festa nel vedere ciò che hanno scelto. Nello stesso tempo descrive come desidera il proprio abito da sposa: bianco, lungo, molto semplice, con una fascia rosa in vita. Glielo cuce la mamma di Chicca; con grande forza d’animo, l’amica lo prova davanti a lei per sentirne il giudizio. Le piace, ne gode; è semplice, proprio come lo desidera.
Affida alla mamma gli ultimi dettagli: appena spirata, vuole essere lavata con l’acqua, segno di purificazione, e pettinata in modo molto giovanile. Soprattutto le chiede di non piangere, perché “quando in cielo arriva una ragazza di diciotto anni, si fa festa!” Con Chicca sceglie le letture e le lodi, predispone il testo delle intenzioni per la preghiera dei fedeli e si fa coinvolgere attivamente, tanto che prova a leggere e a cantare, sebbene ormai con un filo di voce.
Queste le sue ultime parole: “Mamma, ciao. Sii felice perché io lo sono”. Uno degli ultimi giorni le aveva dato la consegna per il dopo: “Quando mi vestirai non dovrai piangere, ma dire: Adesso Chiara Luce non soffre più, vede Gesù”.
Chiara Badano era nata a Sassello, sull’Appennino ligure, il 29 ottobre 1971. Occhi grandi, sorriso comunicativo, intelligente e volitiva, vivace, allegra e sportiva: così è descritta da chi la conobbe. Scopre di avere un tumore alle ossa in seguito a un dolore alla spalla avvertito giocando a tennis.
A nove anni era entrata nelle giovanissime dei Focolari e dopo la scoperta della malattia avrà una fitta corrispondenza con la fondatrice dei Focolari Chiara Lubich, fino all’ultimo quando dirà: “Devo tutto a Dio e a Chiara”. A lei chiese “un nome nuovo”, e la risposta fu “Chiara Luce”.
La sua malattia dura tre anni. La sua camera, in ospedale a Torino e a casa, è luogo di incontro. I medici rimangono sconvolti dalla serenità con cui affronta le sofferenze. Rifiuta la morfina perché toglie lucidità.
Il 19 dicembre 2009 il papa autorizza la pubblicazione di un decreto riguardante “un miracolo attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Chiara Badano, Laica; nata a Sassello (Italia) il 29 ottobre 1971 e ivi morta il 7 ottobre 1990”. Il riconoscimento delle “virtù eroiche” era arrivato nel 2008. La beatificazione è fissata per il 25 settembre 2010 al santuario romano del Divino Amore.
Ho conosciuto i genitori di Chiara Badano – Maria Teresa e Ruggiero Badano – nel maggio del 2006 in occasione di un convegno a San Giovanni Rotondo dove davano una “testimonianza” e io ero l’intervistatore. Le parola di Chiara e le notizie qui riassunte sono tratte dal volume di Mariagrazia Magrini (vice postulatrice della causa di canonizzazione, anche lei presente a San Giovanni Rotondo insieme al postulatore, il vescovo Livio Maritano) Di luce in luce. Un sì a Gesù. Chiara Badano, San Paolo 2004. La citazione iniziale è presa da Avvenire, 5 gennaio 2010. C’è anche un sito intitolato a Chiara: www.chiaralucebadano.it.
[Gennaio 2010]