Andavano una volta i cristiani “per divina ispirazione” – come dice Francesco nella Regola del 1221 – in terra di Soria, cioè in Siria e in altri luoghi del vicino Oriente, ad “annunciare la Parola di Dio tra i saraceni” e spesso vi trovavano il martirio. Anche oggi vanno e anche oggi fioriscono i martiri. Ma una novità del nostro tempo è che oggi anche le donne partono per quella missione, fatte audaci dal sangue dei fratelli uomini. Il 21 maggio del 1996 furono uccisi in Algeria sette monaci del monastero Cistercense Trappista di Nostra Signora dell’Atlas ed ecco che quattro monache italiane dello stesso ordine non essendo state accolte in Algeria hanno deciso di stabilirsi in Siria – e cioè in un altro paese a maggioranza musulmana – per “raccogliere la loro eredità”. Così l’impresa è narrata ai benefattori da suor Monica della Volpe, Badessa di Valserena, il monastero trappista toscano (via Provinciale del Poggetto 48, Guardistallo, Pisa) dal quale provengono le “sorelle” che sono partite per la Siria:
Dopo un serio tempo di preparazione, il 14 marzo 2005 quattro nostre sorelle sono partite per la Siria dove sono state accolte dal Vicario apostolico Giuseppe Nazzaro e da allora vivono in un appartamento ad Aleppo. Nel maggio 2006 la Comunità di Valserena ha comprato per la somma di 133.911,00 euro un terreno di 11,390 ettari nel territorio del villaggio maronita di Azeir (nella diocesi di Lattaquié – Tartous – Homs), grazie all’accordo fra il vescovo maronita Youssef Massoud Massoud e monsignor Giuseppe Nazzaro. Il vescovo maronita ha espresso molta gioia per l’arrivo delle sorelle, perché la loro presenza potrà dare nuovo impulso ai due villaggi cristiani, stretti fra numerosi villaggi musulmani.
Il monastero appartiene cioè alla giurisdizione ecclesiale del Vicariato apostolico (quindi di rito latino) ma si trova inserito in ambiente maronita, e aperto a tutte le diverse tradizioni presenti in Siria. Appena arrivate in Siria, le sorelle della comunità hanno preso contatto con la Chiesa e la popolazione locale. Hanno elaborato un progetto per un piccolo monastero, con l’aiuto di un architetto aleppino e di un’equipe di ingegneri e altri tecnici, che hanno cominciato a seguire la costruzione e i lavori di preparazione.
Nel marzo 2009 sono iniziati i lavori per una piccola struttura detta “il Monasterino” che consentirà alle sorelle un primo inserimento. Quando si trasferiranno nel monastero vero e proprio, questa struttura sarà destinata all’accoglienza. La strada di accesso è stata migliorata, un pozzo d’acqua già esistente è stato riattivato, si è costruita una cisterna e si sta provvedendo alla rete elettrica, fognaria, idraulica. Il «Monasterino» e i suoi annessi saranno ultimati tra la Pasqua e l’estate 2010. Speriamo di poter continuare il prima possibile con il resto del programma anche per non essere costrette a interrompere i lavori del cantiere, che dà lavoro alla popolazione del luogo.
Anche dal punto di vista economico, per noi l’interruzione del cantiere porterebbe con sé molti svantaggi. Ma soprattutto sentiamo di non disattendere l’aspettativa dei cristiani siriani, che desiderano la realizzazione di questo luogo, che sarà anche per loro spazio di silenzio e preghiera (una buona parte del terreno è destinata anche agli ospiti ).
L’esperienza di questi anni ci segnala l’importanza di offrire a tutti, cristiani e musulmani, un luogo di preghiera, di quiete davanti a Dio, di incontro con se stessi, prima di tutto, e poi con tutti i credenti, aldilà delle differenze e nel rispetto delle reciproche identità. Il bisogno di formazione dei giovani e dei cristiani in generale, soprattutto alla spiritualità biblica e liturgica, ci spinge a offrire per il futuro un’accoglienza ampia, anche con strutture di ospitalità per la notte.
Essendo infatti in una zona rurale, un po’ distante dalle grandi città, ci piacerebbe dare ospitalità per far gustare il ritmo giornaliero della preghiera, soprattutto al mattino e alla sera; le Vigilie così significative anche a confronto con la preghiera musulmana nel cuore della notte, le Lodi, il Vespro, la Compieta. Infine, anche dal punto di vista canonico stiamo seguendo l’iter affinché questa comunità monastica cistercense in Siria – che prende il nome di “Beata Maria Fons Pacis” – diventi il più presto possibile una fondazione ufficiale dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza (OCSO). Questo sarà possibile anche grazie al fatto che l’anno prossimo, quando ci saranno le prime costruzioni, altre due sorelle (una italiana e una del Belgio) si uniranno alla comunità già presente. Abbiamo ragionevoli speranze di vocazioni locali.
La lettera ai benefattori firmata dalla badessa di Valserena mi è stata inviata – con data Monte Sole 20 dicembre 2009 – da don Athos Righi, priore della Piccola Famiglia dell’Annunziata, la comunità monastica fondata da Giuseppe Dossetti. Altre notizie si possono trovare nel sito di VALSERENA, alla pagina DALLA SIRIA.
[Gennaio 2010]