Malelingue vaticane – 1

La battuta più cattiva sul cardinale Bertone: da quando è Segretario di Stato è mutata l’interpretazione della sigla SDB che sull’Annuario pontificio viene dopo il nome dei salesiani: non dice più “Società salesiana di San Giovanni Bosco”, ma “Sono di Bertone”.

La più cattiva sul papa: “E’ vero che a Istanbul ha pregato rivolto alla Mecca, ma dava le spalle al popolo!”

59 Comments

  1. giorgioceccon

    come lasciarsela sfuggire?, cioè l’imbeccata per parlare ” umanamente” del papa todesco? Ebbene, al detto papa scappa di guardare in giro:ma non in condizioni normali, bensì appunto quando prega per esempio verso la Mecca,o durante i momenti solenni delle funzioni di cui è il boss,e in tante altre occasioni regolamentari che la tivù manda; la compostezza del corpo e del volto vengono smentite dall’occhietto saettante di qua e di là,a far pensare a un miscredente che anche a lui papa di tutta quella liturgia non importi un bel niente…
    Ahi quel bravo polacco!,che invece era di una compartecipazione spasmodica alle messe ,che solo per quello lo faranno santo.

    17 Gennaio, 2007 - 20:27
  2. ih ih ih!! Non male!!!

    17 Gennaio, 2007 - 20:53
  3. E’ di una perfidia semplicemente geniale. Però dai, il cardinale Bertone no che mi fa troppa simpatia…

    17 Gennaio, 2007 - 22:00
  4. Luisa

    Decisamente, Giorgio Ceccon, l`occasione era troppo bella per lasciarsela sfuggire, poter sparlare , dire ” cattiverie”, sul Papa todesco che certo lei non porta nel suo cuore. Ce lo ha già mostrato in altre occasioni !
    Ma vede, ha fatto bene ad aggiungere che i miscredenti,(lei si considera tale ?) potrebbero credere che il boss se ne infischi della liturgia, perchè noi credenti non vediamo la stessa cosa.
    Noi vediamo un Papa completamente concentrato, direi trasfigurato durante la liturgia , certo ha degli occhi e, ogni tanto, guarda caso, chissà poi perchè, i suoi occhi si muovono e osservano. Come è triste e riduttore, osservare qualcuno e interpretare ogni suo gesto attraverso il filtro dei propri pregiudizi ! Beh non dobbiamo condividere il senso dato alla parola “umanamente”….
    Spero, caro signor Accattoli che lei non abbia aperto la “boîte de Pandore” ! Sarei molto delusa di vedere questo blog trasformarsi, anche se provvisoriamente ,in un “défouloir “anti-vaticano.
    Al contrario, le battute da lei citate, possono far sorridere, non sono certo offensive, la capacità dell`autoderisione è importante e spero che se altre battute si aggiungeranno, esse siano della stessa vena ! Saluti, Luisa

    17 Gennaio, 2007 - 22:53
  5. Luigi Accattoli

    Luisa un poco temevo il suo giudizio, mi è andata bene! Metterò le battute che fanno ridere, così come riporto le scritte sui muri o i brani di conversazione che fanno pensare o divertono. Ma niente sfoghi antivaticani, posso garantire. Razzolo da quelle parti da più di trent’anni e so distinguere il Vaticano maggiore, quello minore e quello minimale e anonimo, che si coglie solo con l’intercettazione ambientale.

    18 Gennaio, 2007 - 9:30
  6. Luisa

    Caro Signor Accattoli, la ringrazio per avermi, in parte, rassicurata.
    Fermo restando che lei è a casa sua, dunque libero di decorarla a suo gusto, vorrei aggiungere che do molta importanza alla motivazione di un atto. Non so quale motivazione l`ha condotto ad aprire questo nuovo spazio dedicato alle malelingue vaticane. Personalmente non ne sentivo la necessità !
    Il filtraggio sarà particolarmente delicato….tenendo conto , ed è qui un limite per me invarcabile, che il Santo Padre non è il mio vicino di casa, il mio padrone, suocero o primo ministro… ma la guida spirituale di innumerevoli fedeli e che attraverso di lui, si rischia di ferire tutti coloro che in lui si riconoscono e che lo seguono con affetto e devozione.
    Un caro saluto, Luisa

    18 Gennaio, 2007 - 10:03
  7. Luigi Accattoli

    L’intenzione era di conoscenza di ciò che circola anche solo raso terra nell’ambiente vaticano e che magari può divertire. Cercherò di non ferire, si capisce. Ma ripeto a lei quello che ho già detto più volte a diversi visitatori: è mia convinzione che mettiamo troppo distacco tra il papa e il resto. E anche tra il prete e gli altri (vedi commenti al post precedente, dove diversi visitatori dicevano di don Rigoldi: “tanto più che è un prete a parlare”). Io mi ispiro al detto di Gesù : “Uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli” (Matteo 23, 8). Credo sia secondo il Vangelo ridurre le distanze che nei secoli si sono dilatate a dismisura. Uno riconosce il ruolo del prete e quello del papa, ma come ruoli diversi all’interno di una comunità di fratelli. Nella pari dignità. Ricambio il “caro” saluto.

    18 Gennaio, 2007 - 10:29
  8. Luigi Accattoli

    E’ venuta una faccia che non volevo mettere, non le so mettere! Al suo posto doveva stare l’indicazione del versetto: 8 e la parentesi ). Risaluto

    18 Gennaio, 2007 - 10:32
  9. Luisa

    Accolgo e rispetto il suo punto di vista, ma non lo condivido.
    Potrebbe spiegarmi come concepisce il ruolo del Santo Padre ? In che cosa consiste, secondo lei ?
    La dignità è dovuta ad ogni essere umano, lì non è il problema. Papa Benedetto è un uomo umile, ma cosciente di quello che lei chiama il suo ruolo. Lui stesso , quando si rivolge a noi, ci chiama, cari fratelli e sorelle, e sono sicura che lo pensa veramente.
    Ma una forma di distanza esiste, fatta di rispetto, di autorità, di missione ricevuta, di grandissime responsabilità.
    E nello stesso tempo io sento Papa Benedetto vicinissimo, a me come a tutti i fedeli, attento agli ultimi e ai più umili.
    Ma vicinanza non vuol dire confidenza, quella che permette di dire n`importe quoi sur n`importe qui.
    Ripeto , sono d`accordo con lei sulla pari dignità, rispetto il mio vicino, come il mio panettiere, come il mio prete.
    Ma uno solo è il mio Papa, il Santo Padre, il mio Pastore, la mia guida fidata, l`interprete sicuro della Parola.
    Allora non penso ci sia bisogno di creare una vicinanza artificiale di quelle che permettono anche la mancanza di rispetto. Benedetto XVI è vicino ad ognuno di noi e nello stesso tempo investito di una missione che lo mette davanti al gregge per poterlo condurre su strade giuste.
    Concludo, dicendo e ripetendo che io non sento affatto la distanza di cui lei parla, al contrario io sento vicinissimo il Santo Padre e ho già molto ricevuto da lui.
    La mia domanda di rispetto per lui non è perchè lo considero su un piedestallo, intoccabile, irragiungibile, è il rispetto che una fedele domanda per la sua guida.
    Saluti cari Luisa

    ,

    18 Gennaio, 2007 - 14:44
  10. bonzieu

    Leggendo gli interventi di Giorgio e di Luisa mi è tornato alla mente un fatto.
    Ricordo, anni fa, durante un incontro per animatori dei gruppi d’ascolto per la S.Missione, la risposta (semplicissima!) del padre oblato che curava la ns formazione ad una domanda di chiarimenti.
    Si stava parlando del brano di Matteo 13 (discorso delle parabole), quando si dice che Gesù sale su una barca per parlare alla folla e siede, lasciando la folla sulla spiaggia.
    Uno di noi domandò che significato si poteva dare al fatto che Gesù si fosse seduto, anzichè restare in piedi, per parlare alla folla (quasi fosse un segno di poco rispetto).
    Il padre oblato rispose semplicemente più o meno così: “Beh, ricordatevi che anche Gesù era un uomo, e provate voi a stare in piedi su una barca mossa dalle onde”.
    Questo a voler dire anche di non cercare sempre e comunque un significato nascosto nelle parole, ma riportare il tutto alla giusta misura.
    Non mi sembra che Giorgio abbia mancato di rispetto al Santo Padre, ha semplicemente detto che nelle celebrazioni preferiva l’atteggiamento più assorto di GPII, e non mi pare che questo sia censurabile.
    Ho avuto la fortuna, il mese scorso, di passare per Roma ed assistere al primo Angelus subito dopo la visita in Turchia: era la prima volta che “vedevo” Papa Benedetto XVI, e purtroppo anche a me GPII faceva un altro effetto; il modo di porsi, i movimenti, la parlata, le sensazioni suscitate, i ricordi …
    Questo non vuol dire che non senta Benedetto XVI “meno Papa”.

    E, ricollegandomi a quanto detto sopra, non stiamo sempre a cercare l’improbabile significato nascosto in ogni frase.

    Saluti
    Eugenio

    18 Gennaio, 2007 - 15:21
  11. giorgioceccon

    L’ospite importuno e inopportuno e che lascia il bagno sporco non piace a nessuno,e forse anche a casa-blog di Accattolo Magno ne hanno abbastanza di me: e prometto che non lo faccio più (salvo altre imbeccate…).
    Ma se Luigi temeva un pò il giudizio della Luisa,io invece me lo pregustavo godurioso perchè lo sapevo ineluttabilmente conseguente alla provocazione, anche se non speravo che si arrivasse al francese per paludare una cosa che al contrario il padrone di casa aveva impostato in tono minimale, quasi “con licenza”.
    In tutti i salotti si aggira il portoghese che beve a sbafo e non centra niente,ma magari movimenta la serata perchè altrimenti resterebbe seriosissima…
    Saluti non tanto innocenti

    18 Gennaio, 2007 - 15:42
  12. Luisa

    Chissà signor Ceccon forse un giorno succederà anche a lei di dovere esprimersi in francese e non trovare la parola che corrisponde al suo pensiero e di dovere dunque introdurre un`espressione italiana .
    E sì il mio italiano ha delle lacune…ma mi vedo nell`obbligazione molto spiacente di doverla deludere dicendole che non ho certo voluto fare degli esercizi di stile un po salottieri (?) nel mio commento.
    Sono però molto onorata che lei abbia preso la pena di provocarmi e in seguito sono lieta di avere contribuito alla sua gioiosa e gustosa attesa della mia risposta !
    Saluti, Luisa

    18 Gennaio, 2007 - 16:05
  13. Leonardo

    Aggettivi come “perfido”, “cattivo” e “geniale” mi sembrano sprecati per due battute che io definirei al massimo clericali. Sull’umorismo, come del resto sull’allure papale, ognuno ha i suoi gusti e non mette conto discuterne. (A me, tanto per dire, quello dei preti di solito non piace, e quanto al portamento, il mio papa ideale sarebbe stato Siri!). A proposito di Benedetto XVI vorrei però far notare che lui vorrebbe soltanto che si ascoltasse ciò che ha da dirci …

    Quanto al Vaticano minimo e alle battute sul papa, è noto che nessun grand’uomo è tale per il suo cameriere …

    18 Gennaio, 2007 - 16:22
  14. Luigi Accattoli

    Luisa la pari dignità l’intendo secondo Lumen Gentium 32: “Vige fra tutti (i membri del popolo di Dio) una vera uguaglianza riguardo alla dignità e all’azione comune nell’edificare il corpo di Cristo”. Il ruolo del papa lo comcepisco come quello di un vescovo che è insieme il primo tra i vescovi, ma non l’unico responsabile della guida del gregge. Penso che per ragioni storiche il suo ruolo sia oggi eccessivo e che debba diminuire e che a questo mirino le parole a ciò dedicate da Paolo VI, da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI (vedi discorso sui nuovi modi di esercizio del ministero petrino, che siano ecumenicamente accettabili e dunque da cercare insieme alle altre Chiese, fatto il 30 novembre durante la celebrazione della Divina liturgia nella Chiesa patriarcale di San Giorgio).
    Abbiamo già trattato di questa materia a più riprese, in questo blog. Non voglio appesantire. Rimando a quello che si diceva allora. Luigi

    18 Gennaio, 2007 - 18:07
  15. Luisa

    La ringrazio, signor Accattoli, di avere usato termini come ” io concepisco”,” io penso”, che indicano che lei descrive la sua visione personale, la sua aspirazione a un ridimensionamento del ruolo del vescovo di Roma.
    Come sempre tutto è questione di interpretazione, dunque di soggettività. Non sono una specialista, ma non sono sicura che le conclusioni alle quali lei arriva dopo lettura della storia e dei testi papali da lei citati, sia condivisa da tutti e forse nemmeno da Benedetto XVI.
    Ma il soggetto è talmente vasto e complesso che non si lascia facilmente ridurre nello spazio di un blog e dunque i malintesi sono facilmente prevedibili, compresa io che sto forse interpretando male il suo pensiero.
    Comunque sia, certo che se un giorno si arriverà all`unità dei cristiani, il vescovo di Roma non sarà solo responsabile , ma resterà pur sempre il solo e unico successore di Pietro e come tale spero riconosciuto .
    Per quel che mi riguarda, anche se dovessi avere la gioia di vivere questa unità ritrovata, e che davanti a me , piccola pecorella , vedrei diversi pastori, continuerei a considerarmi pecora del gregge di Romana Ecclesia, e considerare il Papa, il vescovo di Roma come solo mio pastore e guida spirituale che continuerei a seguire sulla strada che mi indicherà . So che sarà la strada giusta perchè condivisa dagli altri pastori riuniti attorno al successore di Pietro e avrò la gioia di camminare insieme ai miei fratelli cristiani.
    Un caro saluto, Luisa

    19 Gennaio, 2007 - 14:31
  16. Luigi Accattoli

    La ringrazio della cortesia con cui discute le mie povere convinzioni. Ma le posso assicurare, avendo partecipato da giornalista a tutte le fasi della “ricerca di forme nuove del ministero petrino che possano essere accettate da tutti”, avviata da Giovanni Paolo II con l’enciclica “Ut unum sint” del 1995 – posso assicurarle che quella ricerca va nella direzione di un ruolo ridimensionato del papato, simile a quello del primo millennio. Del resto come si potrebbe immaginare che le altre Chiese accettino il ruolo attuale? – Aggiungo una domanda personale, se permette: lei che ruolo dà al suo vescovo? Secondo la dottrina cattolica i vescovi – ovviamente in comunione con il papa – sono le guide delle loro Chiese, ma lei parla del papa come “solo mio pastore e guida”. Io non ho problemi, perchè vivendo a Roma, il mio vescovo è il papa! Ma per chi non vive a Roma il vescovo è il vescovo… Luigi

    19 Gennaio, 2007 - 20:07
  17. Luisa

    Ha ragione di pormi la domanda,signor Accattoli. Ho già sovente spiegato come e perchè sono ritornata alla pratica della fede.
    Io è vero seguo il primo dei vescovi. E lui il mio faro.
    E dal momento che lei mi pone la domanda le posso dire che ho scritto recentemente al mio vescovo per domandargli spiegazioni sul silenzio suo e dei suoi collaboratori, di fronte ai continui attacchi che subisce la Chiesa.
    Sarò una cattolica un pò speciale. Ho bisogno di una parola forte , la mia fede ha bisogno di essere illuminata dalla ragione, ho bisogno di capire per credere e credere per capire. Grazie a Benedetto XVI ,certe mie rivolte e incomprensioni, sono scomparse, certi testi che non potevo ” digerire”, sono ora diventati chiari. Lo seguo , come posso, leggo e rileggo tutti i suoi testi attuali , come i suoi libri. Devo molto al Santo Padre, gli devo , di avere ritrovato la gioia della fede , la mia identità di cristiana.
    La morte di Giovanni Paolo mi ha preparata a questa apertura facendo saltare le resistenze, devo molto pure a lui.
    Non potevo e posso trovare nella mia città, ciò a cui aspiro e di cui ho bisogno ? No, purtroppo. Per fortuna frequento una chiesa, che non è la mia parrocchia, un`altra infedeltà , tenuta da religiosi, dove la liturgia è bella e rispettuosa,e so che i religiosi sono fedeli al Santo Padre. E sì perchè qui, lontani da Roma,
    anche il Papa è lontano.
    Allora sì, scelgo e ho bisogno di riferirmi a Benedetto XVI come guida e autorità spirituale. Sarò una cattolica un po ribelle , fuori dalle righe, ma è così che mi sento bene e in pace……Luisa

    19 Gennaio, 2007 - 20:54
  18. Luigi Accattoli

    Ci sono tanti modi di essere cristiani quanti sono, sono stati e saranno i cristiani! Certo il suo modo è singolare, per riferimento diretto al papa lo potremmo definire. La singolarità risalta dal fatto che un tale modo fino a poco tempo addietro non sarebbe stato neanche concepibile, per uno che vivesse in Svizzera, o comunque fuori Roma: una presa diretta sulle attività e gli insegnamenti papali si ha solo a partire dagli anni ’30 del secolo scorso, con la nascita della Radio Vaticana. Ma dirò di più: prima d’allora – e in maniera radicale prima di Pio IX – i papi neanche svolgevano una predicazione ordinaria, ma si limitavano a compiere atti di governo.Dunque il riferimento diretto al papa – tranne che per i membri della corte papale – non era neanche ipotizzabile prima di Pio IX. Non parliamo poi dei papi mecenati, nepotisti o guerrieri di cui è piena la storia del papato e la cui conoscenza diretta avrebbe solo potuto produrre crisi di rigetto dell’appartenenza cattolica! Come vede non c’è nulla di strano, in prospettiva storica, se immaginiamo per il domani un diverso ruolo della figura papale, sempre più nella direzione testimoniale – che è quella che interessa a lei – e sempre meno in quella del governo ecclesiastico, che probabilmente è destinato a modificarsi da monarchico a collegiale ed ecumenico. Saluti, Luigi

    20 Gennaio, 2007 - 12:21
  19. fabrizio

    Capisco Luisa, perchè in alcune diocesi – sopratutto minori – è troppo grande la differenza di statura e di autorevolezza tra il vescovo e il papa, di ieri o di oggi. Per cui, pur nel rispetto, nell’affetto e nell’obbedienza dovute al proprio vescovo, per un cattolico in cerca di una guida diventa quasi una necessità il riferirsi direttamente al papa.
    Sull’abbandono della parrocchia ho qualche perplessità in più perchè, nonostante anche in questo caso sia determinante la natura del parroco, le possibilità di partecipazione attiva sono maggiori ed è indispensabile l’apporto di tutti.
    Detto questo, non vedo alternative al modifica del ruolo del papa nella direzione descritta da Luigi.

    20 Gennaio, 2007 - 13:30
  20. Luisa

    Purtroppo Fabrizio, quando si abita in una parrocchia, dove le celebrazioni somigliano di più a messe in scena molto “creative” ad ogni volta differenti, dove la domenica sul percorso per rendersi in chiesa ci si domanda: ” che cosà avranno ancora inventato oggi?”, dove la comunità è così attiva da imporre al prete le proprie idee , dove non c`è più un istante per raccogliersi in silenzio nell`ascolto di Dio, dove si prendono iniziative in completo disaccordo e disobbedienza al Magistero , dove, uscendo dalla messa si ha piuttosto l`impressione di aver partecipato a una reunione di persone che avrebbe potuto tenersi anche nella sala parrocchiale, tanto la verticalità della croce passa in secondo luogo….ebbene allora , quando come me, si sente il bisogno non solo di comunicare nella e con la comunità ma anche di partecipare nel raccoglimento al Mistero che si celebra durante la Santa Liturgia, quando, come per me ,la bellezza della liturgia che deve esprimere la sua dimensione mistica , aprendomi all`infinito, è essenziale…..si cerca altrove !
    È quello che io ho fatto,trovando la comunità dei religiosi . Saluti, Luisa

    20 Gennaio, 2007 - 14:33
  21. Luigi Accattoli

    Credo che la frequenza di una comunità diversa dalla parrocchia territoriale sia perfettamente legittima e congruente. Anch’io mi trovo diviso tra una parrocchia d’appatenenza e una d’elezione. L’importante è il riferimento a una comunità.

    20 Gennaio, 2007 - 15:01
  22. fabrizio

    Sono d’accordo, l’importante è riferisi comunque ad una comunità, se nella propria parrocchia ci si trova a disagio.
    Però mi piace anche pensare che se le strade della vita mi hanno portato a vivere in quella parrocchia è lì che devo dare il mio contributo, finchè è umanamente possibile.

    20 Gennaio, 2007 - 17:32
  23. Luisa

    Caro signor Accattoli,la ringrazio per tutte le sue spiegazioni di specialista della storia del cristianesimo.
    Ho capito inoltre molto chiaramente la sua posizione circa il ruolo che desidera veder riempire dal Papa, che lei paragona a un monarca.
    Per me il Santo Padre, il Vescovo di Roma , e lo dico ancora e per l`ultima volta, è il solo e unico successore di Pietro, il Vicario di Cristo in Terra. Il suo è e sarà un ministero di unità, il ministero petrino avrà sempre un ruolo centrale, un ministero universale di unità.
    Avevo letto in dicembre un`intervista molto interessante di Mons. Forte, che parlava di ” ecumenismo fondamentale”,cioè di un ecumenismo che ritorna sì ai fondamenti della fede ma che sente anche il bisogno di fronte alle sfide del mondo di oggi, di un`autorità morale che parli a nome di tutti i cristiani , un interlocutore credibile e riconosciuto e concludeva dicendo che questo interluocutore oggi è senza dubbio il Papa, primus inter pares.
    È vero sopporto difficilmente vedere il Papa ridotto al rango di un qualunque vescovo, non è questo per me il cammino da percorrere e non penso che sia quello che tutti coloro che sono impegnati in questa grande sfida e missione che è l`ecumenismo, stiano percorrendo.
    Le parole di Mons. Forte e di tanti altri mi confortano e mi fanno sentire meno sola .
    Anche se devo dire che , non avendo mai considerato il Santo Padre , come un monarca, despotico rinchiuso nella sua cittadella, ma al contrario come un uomo di dialogo, profondamente impegnato nel portare avanti l`impegno dell`ecumenismo, anche su questo importantissimo punto , lo seguo con “cieca”
    fiducia . Saluti, Luisa

    20 Gennaio, 2007 - 18:39
  24. Leonardo

    La crescita del ruolo del papato nel corso dei secoli (e in modo tutto particolare nell’ultimo secolo e mezzo) è stata una benedizione per la chiesa cattolica. Auspicarne una riduzione, per un ritorno (anacronistico) a tempi in cui la stessa difficoltà delle comunicazioni rendeva difficile l’esercizio puntuale del ministero petrino, che è ministero di unità e di governo (questo va sottolineato) credo che sia profondamente sbagliato.

    20 Gennaio, 2007 - 19:15
  25. Luigi Accattoli

    A Luisa. Se lei mi attribuisce l’intenzione di ridurre il ruolo del papa a quello di un qualunque vescovo, debbo dire che no, non lo penso! Ma penso che oggi abbia troppe attribuzioni e responsabilità e badi che questa non è affatto un’idea pregrina o pericolosa. Le responsabilità papali sono mutate nei secoli, con tendenziale crescita fino al massimo attuale. E come sono cresciute possono diminuire. E comunque dal pieno attuale non potrebbero che diminuire. Ma sono sicuro che lei troverà spericolata questa mia idea, non so che farci. La invito a leggere il volume “Il ministero petrino. Cattolici e ortodossi in dialogo”, Città Nuova editrice, che riporta gli atti del “Simposio Accademico sul Ministero Petrino” che si tenne in Vaticano il 21-24 maggio 2002. Vedrà che lì cardinali e vescovi parlano di questo: come cioè si possano individuare “nuove forme” di esercizio del primato che possano essere accettate da tutti i cristiani senza che la Chiesa cattolica rinunci agli elementi essenziali del “primato” che ha sempre rivendicato. C’è stata anche una commissione interdicasteriale presieduta dal cardinale Ratzinger che ha studiato il problema e le cui conlusioni sono ancora riservate. Basta su questo. Luigi

    20 Gennaio, 2007 - 19:23
  26. Luigi Accattoli

    A Leonardo. Scrivevo il mio commento mentre lei scriveva il suo. Non posso che riaffermare l’idea: il trend (della riflessione, perchè decisioni ancora non vi sono), attestato in una serie di atti ufficiali seguiti all’enciclica Ut unum sint (1995), è alla riduzione delle attribuzioni e delle responsabilità. Il cardinale Ratzinger ne parla senza alcun imbarazzo nei libri intervista “Il sale del mondo” e “Dio e il mondo”, ambedue tradotti in italiano dalla San Paolo.

    20 Gennaio, 2007 - 19:31
  27. fabrizio

    A luisa e Leonardo.
    Siamo nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: se il ruolo del Papa deve rimanere immutabile, significa che stiamo pregando perchè lo Spirito Santo guidi Ortodossi e Luterani ad accettare il ruolo del Papa così come è ?
    Preferisco invece pregare perchè lo Spirito Santo illumini Cattolici e Cristiani tutti a “identificare vie nelle quali il ministero petrino potrebbe essere oggi esercitato, pur rispettandone la natura e l’essenza, così da realizzare un servizio di amore riconosciuto dagli uni e dagli altri”, secondo le parole di Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.
    Mi sembra chiaro che sulla via dell’unità qualche passo lo debbano fare anche i cattolici individuando nuove forme per il ministero del papa, senza rinunciare alla sua essenza.

    21 Gennaio, 2007 - 1:00
  28. Leonardo

    Per quanto mi riguarda, la prima che hai detto.
    In generale, poi, trovo che sia una cosa bellissima coltivare il rispetto per i cristiani non cattolici e anche il sincero apprezzamento di quanto può esserci di buono nel loro ‘patrimonio spirituale’, ma è del tutto irrealistico pensare a prospettive, anche lontane, di unione con i protestanti. Molto meglio non pensarci neanche: impariamo a conoscerci meglio, cerchiamo di essere noi migliori cattolici e loro migliori protestanti, e poi sarà quel che Dio vorrà. John Henry Newman, nel XIX secolo, approfondendo il suo anglicanesimo si scoprì cattolico. La strada per ritrovare piena comunione può essere solo quella.

    21 Gennaio, 2007 - 14:32
  29. Luisa

    Fabrizio, posso sentirmi in accordo con il suo messaggio e la ringrazio.
    Mi dispiace se lei ha dedotto dalle mie parole una forma di intransigenza ottusa.
    Quello che per me è e resterà immutabile è la natura e l`essenza del ministero petrino, ministero universale di unità.
    Su questo non posso che seguire la via tracciata da Giovanni Paolo e che Benedetto XVI sta proseguendo. Sono cosciente che le difficiltà sono nel modo di esercizio di questo primato, fermo restando la centralità del ministero del Successore di Pietro.
    Non posso infine che consigliare a coloro che il soggetto interessa, di leggere o rileggere, le risposte che l`allora cardinale Ratzinger ha dato a P. Seewald, che lo interrogava sul Papa e il papato, nel suo secondo libro ” Dio e il mondo”,(avendo l`edizione francese non posso indicarvi le pagine esatte).
    Il futuro Benedetto XVI ha risposto con la sua proverbiale chiarezza, intelligenza, cultura teologica e storica. Direi anche con la sua indipendenza e libertà di spirito!
    Con lei, Fabrizio, e come il Santo Padre ci invita a fare, prego affinchè lo Santo Spirito illumini i cristiani su questa così delicata strada.
    Aspetto, infine, con impazienza, l`omelia che Papa Benedetto pronuncerà giovedì prossimo durante i Vespri di chiusura della settimana per l`unità dei cristiani.
    Un caro saluto, Luisa

    21 Gennaio, 2007 - 14:35
  30. fabrizio

    Cara Luisa, non ho mai pensato che lei (o tu ) sia un’intransigente ottusa, anzi trovo in ogni suo (tuo) intervento grandi spunti di riflessione.
    Seguirò il consiglio e leggerò il libro di Ratzinger. Di lui ricordo sempre con commozione le parole accorate pronunciate nell’omelia della Messa di inizio pontificato:
    “…sia nell’immagine del pastore che in quella del pescatore emerge in modo molto esplicito la chiamata all’unità. “Ho ancora altre pecore, che non sono di questo ovile; anch’esse io devo condurre ed ascolteranno la mia voce e diverranno un solo gregge e un solo pastore” (Gv 10, 16), dice Gesù al termine del discorso del buon pastore. E il racconto dei 153 grossi pesci termina con la gioiosa constatazione: “sebbene fossero così tanti, la rete non si strappò” (Gv 21, 11). Ahimè, amato Signore, essa ora si è strappata! vorremmo dire addolorati. Ma no – non dobbiamo essere tristi! Rallegriamoci per la tua promessa, che non delude, e facciamo tutto il possibile per percorrere la via verso l’unità, che tu hai promesso. Facciamo memoria di essa nella preghiera al Signore, come mendicanti: sì, Signore, ricordati di quanto hai promesso. Fa’ che siamo un solo pastore ed un solo gregge! Non permettere che la tua rete si strappi ed aiutaci ad essere servitori dell’unità!”.
    Saluti, Fabrizio

    21 Gennaio, 2007 - 21:59
  31. fabrizio

    P.S.
    Per quel poco che vale quello che penso, la stima e l’interesse che nutro per quello che scrive Luisa valgono ovviamente anche per Leonardo.

    21 Gennaio, 2007 - 23:04
  32. Luisa

    Grazie Fabrizio.
    Ho delle volte su questo blog, l`impressione di essere molto testarda e sempre più sola a esprimere il mio “sostegno” a Papa Benedetto”, a seguire non solo con affetto, ma semplicemente con rispetto filiale il Santo Padre.
    Lella , Maria Grazia, Francesca , Bianca , Gianluca ( anche per ragioni di salute) che nutrivano questo blog con le loro riflessioni mature e profonde, hanno successivamente abbandonato .
    Il loro punto comune era quello di essere , come me, fedeli, ma non fanatici sostenitori di Papa Bendetto.
    Eppure Benedetto XVI con la ricchezza del suo pensiero, il suo carisma della parola , le immagini che fioriscono nei suoi testi, potrebbe dare spunto a scambi profondi e che arrichiscono, e quando scrivo scambi è perchè penso che la differenza di opinione può essere stimolante , e spingerci ancor più a informarsi e essere il più sicuri possibile della propria opinione e forse anche più in profondità di chi siamo e non solo pensiamo.
    Non tiro nessuna conclusione, non me lo permetterei, esprimo solo un`impressione sempre più viva in me.
    Particolarmente viva in quest `ultima discussione, partita veramente in maniera particolarmente offensiva…..e provocatoria, dove siamo passati dalle malelingue vaticane all` Ecumenismo ! Anche se riconosco , che si trattava alla fine del ruolo del Papa in generale e non di Benedetto XVI in particolare.
    Ti ringrazio veramente , Fabrizio, perchè mi hai offerto , senza volerlo, l`occasione di dire quello che forse avrei altrimenti taciuto e che forse….. avrei fatto meglio di tacere.
    Pemettimi di dirti che anche per me leggere i tuoi messaggi, come quelli di Leonardo,è spunto di riflessione e…..di conforto !
    Una buona settimana a tutti , Luisa

    22 Gennaio, 2007 - 10:40
  33. fabrizio

    Luisa, se ti può essere di conforto non devi sentirti sola nel sostenere Benedetto XVI.
    Purtroppo non riesco a esprimerlo come vorrei, e in questo invidio un po’ la facilità di scrittura di tanti frequentatori di questo blog, ma alla base di quello che cerco di dire ci sono sempre e comunque il sostegno e l’affetto per il Papa.
    Un caro saluto, Fabrizio.

    22 Gennaio, 2007 - 11:34
  34. Luisa

    Grazie Fabrizio, tanti cari saluti anche a te ! Luisa

    22 Gennaio, 2007 - 12:04
  35. bianca

    Vorrei approfittare del blog per ricambiare un caro saluto a Luisa. Io la penso come te, in molte cose, forse perché abbiamo condiviso un’esperienza simile. Al contrario di noi, chi ha compiuto certi percorsi in passato, magari oggi si trova disorientato. Al di là della fede e delle cose serie, la capacità di emozionarsi di fronte ad una persona dipende sempre da ciò che quella persona ha rappresentato per noi. Lo stesso vale per la capacità di ironizzare su quella persona.
    Non voglio addentrarmi su un tema importante come l’ecumenismo ma, se ti può consolare, ho sentito dire che, da cardinale, Papa Ratzinger sorrideva molto delle barzellette che circolavano sul suo conto…magari adesso questa è una delle sue preferite…chissà!!!!
    Un augurio e un caro saluto anche a Gianluca e grazie ad Accattoli per l’ospitalità

    22 Gennaio, 2007 - 19:02
  36. Luigi Accattoli

    Bentornata Bianca! Luigi

    22 Gennaio, 2007 - 19:18
  37. Entro per esprimere il mio punto di vista, spero nel modo più obiettivo possibile, dopo un breve periodo di silenzio. In primo luogo, un fraterno abbraccio a Luisa, di cui condivido ogni singolo rigo riportato nei suoi post, e un grazie a bianca per il suo saluto, che calorosamente ricambio.
    A giorgioceccon: credo lei debba vergognarsi, e anche molto, dell’aggettivo “boss” – utilizzato peraltro in forma sipregiativa – riservato al Papa. Si vergogni, giorgioceccon, chiunque lei sia o qualunque sia la sua posizione nella società; si vergogni lei e si vergognino tutti coloro che la pensano come lei; si vergogni e faccia penitenza, chiedendo scusa in questo blog a tutti coloro che, amando il Papa che lei disprezza, si sono sentiti offesi davanti a quel “boss”. Sappiamo bene che “boss” sono i Riina e i Provenzano, non il Papa, che è uomo di pace e fratello degli uomini, di tutti gli uomini!
    A Luisa: quando il saggio indica la luna, lo storpio guarda il dito. Utilizzo spesso questa frase quando qualcuno, come brillantemente fai tu, difende il primato petrino e altri, non faccio nomi per non urtare la suscettibilità di nessun altro, lo calpestano, lo sminuiscono, lo svalutano. Il Papa è Pietro, punto e basta! Il Papa è Pietro per diritto divino, è il successore del principe degli Apostoli, è a Lui, e solo a Lui, che Nostro Signore ha consegnato le famose chiavi! Tutti speriamo nell’unità visibile dei cristiani; tutti preghiamo affinchè ciò avvenga. Ma è indispensabile che i seguaci di Cristo – appartenenti a qualsivoglia rito – riconoscano in quel Vescovo vestito di bianco, il Vicario di Gesù in terra, la pietra su cui si fonda il magistero della Chiesa. Da una parte il liberismo e dall’altra gli autoritarismi hanno screditato il significato autentico di autorità e di obbedienza cercando così di minare ciò che Dio ci ha donato in Cristo a Pietro e per Pietro. Perché ricordiamolo il vero nome di Giovanni Paolo II fu Pietro e il vero nome di Benedetto XVI ora è Pietro! La definizione dogmatica del Vaticano primo (1870) ha confermato quello che da sempre e senza errore la Chiesa crede da Pietro in poi. La definizione dogmatica è, innanzitutto, un ancora di salvezza per tutti coloro che nella storia, staccandosi da Pietro hanno cercato di inoculare il verme del fraintendimento. Primato di onore e di giurisdizione che trova la sua giustificazione in una successione-traditio apostolica e in un dono vocazionale. Cita la Pastor Aeternus al capitolo II: “Ne consegue che chiunque succede a Pietro in questa Cattedra, in forza dell’istituzione dello stesso Cristo, ottiene il Primato di Pietro su tutta la Chiesa”. E’ proprio l’unione stretta ed inscindibile tra la successione apostolica e il dono vocazionale, in forza della Parola di Cristo Signore, che legittima sia l’aspetto dell’essere che dell’operare di un Papa con piena potestà e non per tradizione formale, ma per grazia viva e presente della presenza di Cristo-Roccia, pastore e capo della chiesa. Potestà piena, universale ed immediata. Che si svolge anche in maniera ordinaria tutte le volte che lo ritiene opportuno, senza delegare. Nell’ottica del Vangelo, correttamente intesa, non basta che “due o più siano riuniti nel nome di Cristo” per garantire l’essere Chiesa; è infatti fondamentale che i “due o più”, addirittura anche il singolo in preghiera, lo faccia come Chiesa nel primato di Pietro, nel Papa presente. Non c’è liturgia, pubblica o personale che diventi compiuta senza questo legame reale con il Papa che Dio dona alla Sua Chiesa. Questo legame con il Santo Padre garantisce oggettivamente nella fede l’essere uno in Cristo, ieri, oggi e sempre. Un legame ontologico, comunionale e metastorico, fondato sulla Roccia che è Cristo e in Pietro per Cristo. Cita la Pastor Aeternus al capitolo II: “Fu sempre necessario che ogni altra Chiesa, vale a dire che i fedeli d’ogni parte del mondo, convenissero con la Chiesa Romana in grazia della sua più alta primizia, affinché con quella Sede dalla quale promanano in tutti i diritti della veneranda comunione, tutti come membra unite al capo, tutti venissero a formare un corpo unico” Difficile riconoscere il primato Petrino per coloro che da sempre si muovono su linee proprie come “we are the church” – noi siamo Chiesa. Costoro più che al Concilio Vaticano II, che in base al primato Petrino e all’ecclesiologia è perfettamente in continuità con tutta la tradizione della Chiesa, si ancorano piuttosto al “concilio vaticano secondo me!” caldeggiando caldamente nelle loro posizioni ecclesiologiche, etiche e pastorali il pensiero di ri-fondazione di Lutero più che di riforma e, peggio ancora, legittimano quell’operazione sistematica di smantellamento e distruzione del patrimonio apostolico che Cristo ha consegnato alla storia e al mondo. Non lontani da loro ci sono anche gli unavox, i tradizionalisti anche se da parte opposta, i quali vivono una senso di Chiesa e una concezione del papato tutta loro e costruita ad arte per legittimare i loro bisogni psico-sociologici prima che la retta fede. E’ proprio sul terreno dell’Ecclesiologia (oltre che sul piano psico-affettivo) che entrambi le correnti fanno acqua e legittimano la dittatura del soggettivismo e del relativismo. La confusione nei fedeli nasce proprio da una ecclesiologia deviata da cui nascono a grappolo tutta una serie di errori.
    A Luigi: fraternamente, mi permetto di consigliare un’osservazione. Come si spiega l’allontanamento di tanti frequentatori della prima ora da questo blog? Sarà che in nome della libertà di opinione, in tanti sconfinano, vanno oltre le righe, e anzichè dire semplicemente la loro, non fanno altro che offendere il Papa o chi di questi è fedele seguace?
    Scusate per la lunghezza dell’intervento, un abbraccio
    P. S.: giorgioceccon, con letizia ma in maniera ferma le rinnovo l’invito a vergognarsi. Persone come lei, non avranno mai la stima di persone come me. E, pensi, io mi considero solo un povero verme di terra…

    22 Gennaio, 2007 - 19:58
  38. Luisa

    Che piacere, ritrovare ,Bianca e Gianluca !
    Sai , cara Bianca, non è tanto la battuta del Papa che gira le spalle al popolo che mi ha fatto reagire , ma il primo post così offensivo verso il Santo Padre! Ho dunque segnalato la mia inquietudine a Luigi Accattoli e da qui la discussione è partita portandoci su temi importanti come il primato petrino!
    So che il Santo Padre è dotato del senso dello humour, del resto certe battute possono anche portare a una riflessione più profonda. Fermo restando per me, che, non soltanto per il Santo Padre ma ancor più per lui, il limite da non varcare è molto sottile, nel senso di delicatezza , di sensibilità , di rispetto e non sono sicura che tutti sappiano riconoscere questa frontiera e fermarsi a tempo !
    Grazie Gianluca per il tuo messaggio che mi ricopierò per rileggerlo.
    Sai, io sono molto ignorante sulla storia del cristianesimo, sull`ecclesiologia , ti sono dunque riconoscente per le tue parole che chiariscono ancor più ciò che io sento profondamente ma che non posso argomentare come lo hai fatto tu . Ammiro veramente la tua devozione, verso il Santo Padre, il tuo impegno al servizio della Parola di cui il Papa è l`interprete, e il primo servitore .
    Veramente grazie. Cercherò di trovare la Pastor Aeternus.
    Quanto a G. Ceccon è così facile dire a posteriori che è provocazione, come se questo scusasse tutto. La libertà di espressione si sta trasformando sempre più in libertà di dire quello che voglio a chi voglio e quando lo voglio. Ma, sai Ceccon pensava fare opera utile in questo blog per allegerire un pò il tono che trovava troppo serio…. apparentemente per lui esprimersi ” umanamente ” è esprimersi come lo ha fatto, beh preferisco la mia serietà a quella forma di leggerezza così “umana”.
    Sono contenta di avere ritrovato Bianca e Gianluca e il mio pensiero va anche agli altri che sembrano forse assenti , ma che, ne sono convinta, continuano a seguirci ! Un caro saluto ai presenti e agli assenti ! Luisa

    22 Gennaio, 2007 - 20:57
  39. Luisa

    Ancora grazie Gianluca! Grazie a te, e con la complicità di internet, sto scoprendo dei tesori da studiare. Prima un colpo d`occhio su Wikipedia ,poi approfondirò con i testi fra le mani. A presto, Luisa

    22 Gennaio, 2007 - 22:27
  40. fabrizio

    A Gianluca:
    riprendo un passaggio del tuo intervento per un chiarimento superfluo:
    tu dici “…quando qualcuno, come brillantemente fai tu (Luisa), difende il primato petrino e altri, non faccio nomi per non urtare la suscettibilità di nessun altro, lo calpestano, lo sminuiscono, lo svalutano…”
    Penso e mi auguro che tu non ti stessi riferendo alla discussione di questo post tra Luisa, Leonardo e me (e ovviamente Luigi), in cui nessuno ha calpestato, sminuito e svalutato il primato petrino. Si è semplicemente ragionato, partendo a GIovanni Paolo II e Benedetto, su cosa significhi “identificare vie nelle quali il ministero petrino potrebbe essere oggi esercitato, pur rispettandone la natura e l’essenza, così da realizzare un servizio di amore riconosciuto dagli uni e dagli altri”. (e così l’abbiamo ripetuto un’altra volta).
    Un saluto e bentornato, Fabrizio

    22 Gennaio, 2007 - 23:50
  41. A Luisa: non devi ringraziarmi di nulla, sono io a ringraziare te per la passione e l’intelligenza che metti nei tuoi commenti.
    A Fabrizio: diciamo che alcuni commenti sulla necessità di adattare il primato di Pietro alla volontà e alle esigenze delle altre confessioni cristiane, mi sono parsi più indirizzati all’indebolimento della figura del Papa che al potenziamento del dialogo e dell’unità. Credo – ma per carità, è un’opinione personale e io non sono nessuno, non faccio testo – che con i fratelli ortodossi, ad esempio, si possano trovare dei punti di incontro. Ricordo con commozione, in proposito, il viaggio in Turchia di Benedetto XVI. Da contraltare, penso con dispiacere al caso di Alessio II. Ecco, mi dite perchè dovrebbe essere il Papa di Roma a muovere un passo indietro quando ancora oggi il Patriarca ortodosso di Mosca si rifiuta di incontrarlo? Gesù, che è Dio, ha detto: la roccia della mia Chiesa è Pietro. Ora, credo sia assodato che Pietro è il Papa, il Vescovo di Roma. E’ da circa 2000 anni che è così! Voglio dire, discutiamone, confrontiamoci, ma sta agli altri adeguarsi. Di sicuro, non potranno essere sicuramente degli uomini a dire quali facoltà potrà esercitare il ministero petrino. Perchè a questa domanda ha già risposto Gesù in maniera irrevocabile: “et ego dico tibi quia tu es Petrus et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam et portae inferi non praevalebunt adversum eam”.
    Ciao a tutti

    23 Gennaio, 2007 - 0:23
  42. Luigi Accattoli

    Un abbraccio a Gianluca, che non solo è tornato dopo una sosta per salute, ma – mi pare – sia tornato in piena forma. Quanto ai visitatori che vengono e vanno credo sia il bello dei blog, che non hanno votazioni per l’ingresso e non prevedono formalità di disimpegno. Ma penso anch’io, come Luisa, che tanti leggano pur restando silenti. Io li sento mentre scorro gli spazi che dividono un commento dall’altro e a volte indovino i loro sentimenti.
    Quanto a Giorgio Ceccon, che è un mio cognato burlone, dico solo che chiama “boss” anche me. Molti mali vengono all’umanità dalla diversità delle lingue. Luigi

    23 Gennaio, 2007 - 8:31
  43. Luisa

    Caro signor Accattoli, posso permettermi di adoperare il mio linguaggio…..per dirle con simpatia….che fra lei e il Santo Padre c`è una leggera differenza !
    E che il linguaggio del rispetto dovuto alla persona umana, dovrebbe essere un linguaggio universale, comune a tutti !
    Qualcuno mi direbbe che sono il boss della mia famiglia , mi farebbe sorridere e forse anche riflettere, ma dare del boss al Santo Padre che sembra infischiarsi della Divina Liturgia …
    Da una Ginevra gelida che senta la neve arrivare, mando a tutti un carissimo saluto, Luisa

    23 Gennaio, 2007 - 9:47
  44. Luisa

    …. e dirle ancora che sono d`accordo con lei più in generale . Quanti conflitti, quante incomprensioni nascono da un differente significato dato alla stessa parola…..ma non ho voluto dire questo…..hai capito male……
    Qualcuno ha detto un giorno che fra quello che io dico e quello che tu capisci o senti ci sono almeno 9 maniere per non arrivare a comunicare e faceva seguire la lista.
    Sì è vero l`arte della comunicazione è un`arte difficile e delicata , che domanda una buona conoscenza di se stessi per potere meglio ascoltare, accogliere l`altro, per non perdersi nell`altro, per non arrocarsi nelle proprie posizioni , per potersi incontrare e parlare.
    Scusate la diversione, Luisa

    23 Gennaio, 2007 - 10:15
  45. fabrizio

    Gianluca, per nostra fortuna la parola del Papa è chiarissima e supera quello che possiamo pensare io e te.
    Tornando ancora (abbiate pazienza) al discorso del 30 Novembre: Il tuo “Sta agli adeguarsi” può essere applicato alla frase del Papa “….pur rispettandone la natura e l’essenza (del ministero petrino)..”. Ma nel suo “invito ad entrare in dialogo fraterno, con lo scopo di identificare vie nelle quali questo ministero potrebbe essere oggi esercitato così da realizzare un servizio di amore riconosciuto dagli uni e dagli altri” non credo di fare nessura forzatura se dico che necessariamente qualche passo verso gli altri debbano farlo anche i pastori e i teologi cattolici e noi loro gregge.
    Su come, quanto e quando preghiamo lo Spirito Santo che “ci doni la sua luce”.

    23 Gennaio, 2007 - 11:22
  46. Leonardo

    Provo a distinguere quella che, dal mio punto di vista, è la parte importante di questa discussione e quella che invece possiamo lasciar cadere:
    non mi scandalizzo affatto del linguaggio di giorgioceccon, anche se il suo umorismo non è il mio; del resto lui l’ha anche detto esplicitamente di voler fare un po’ il provocatore (credo che nel linguaggio degli internauti si chiami “troll” uno che si diverte un po’ a gettare scompiglio nei blog altrui), e anche le battutine vaticane lasciano il tempo che trovano. I punti seri sono due: pensiamo che la funzione petrina debba essere rafforzata o, in qualche modo, ridotta? Io credo rafforzata, altri – Luigi in primis – pensano invece che debba essere alleggerita. Qui c’è un seria divergenza di pensiero, sulla quale possiamo continuare a ragionare, per il reciprico arricchimento. La seconda questione riguarda invece quel certo tipo di ‘familiarità’, di cui l’ironia può essere una forma espressiva, che alligna molto spesso tra chi, appunto, è ‘di casa’. Voglio dire che ci può essere un modo di guardare al papa, che è tipico magari di chi vive e lavora in casa sua (cioè in VAticano), in cui la ‘familiarità’ diventa disinvoltura e, in definitiva, abbassamento alla propria meschina misura quotidiana. Questo volevo dire ricordando che nessun grand’uomo è tale per il suo cameriere. Un mio caro amico sacerdote, che studiò a Roma, mi disse una volta: “A Roma, non è niente nessuno”, per riferirsi ad un certo spirito romano che relativizza, abbassa (e un po’ anche involgarisce) qualunque cosa … Ma del resto, basta pensare a quel bellissimo racconto di Flaiano, intitolato appunto “Un marziano a Roma”. Se a questo si aggiunge la componente della ‘disinvoltura clericale’, stiamo freschi.
    Termino con questa osservazione: i più refrattari a Gesù, furono i suoi compaesani, appunto perché loro “sapevano già di dove veniva” il figlio del carpentiere.

    23 Gennaio, 2007 - 12:45
  47. bonzieu

    Mah…
    Posso provare a difendere Giorgio?
    (per la seconda volta in questa discussione; Giorgio dovrai offrirmi un caffè alla prima occasione)
    Provo a riscrivere (così come l’ho intesa io) la frase che ha scatenato le risposte più piccate.
    – quasi a far pensare (a un miscredente! perchè noi non la pensiamo così) che anche a lui (che è Papa, e quindi profondamente consapevole di quello che sta facendo) di tutta quella liturgia non importi un bel niente…

    Non mi pare che abbia detto chissà cosa…
    Per il termine “boss”, secondo qualcuno assimilabile alla mafia,… mah…
    io sinceramente non ho neanche pensato alla mafia, forse perchè anche sul lavoro capita di usarlo (più o meno scherzosamente) anche coi partner americani.

    Mah…

    23 Gennaio, 2007 - 16:05
  48. Mi piace pensare che questo blog sia luogo di incontro e non di scontro. Malgrado ciò, anche se qualcuno si è sentito offeso, risottoscrivo i miei ultimi post e aggiungo un pensiero per bonzieu: “boss” sono i Riina e i Provenzano, che poi il suo capo si faccia chiamare così, problemi suoi: io cattolico rivendico il diritto di ribellarmi quando si offende il Papa. Ceccon non avrà voluto dare del mafioso al Papa, ma comunque non gli ha fatto un complimento. E finiamola con l’alibi dell’animo burlone: siamo quì per parlare di cose serie – almeno io, Luisa e qualche altro amico -, se vogliamo ascoltare battute squallide e di terza categoria, che peraltro non fanno ridere nessuno, cerchiamo almeno di trovare qualcuno meno offensivo e falsamente provocatore di Ceccon.
    E “mah…” lo dico io, se mi è consentito, quando mi trovo davanti a difese d’ufficio pessime, che non toccano il cuore della questione.
    Come dire, qualcuno, oltre ceccon, caro bonzieu, ha perso una buona occasione per tenere le mani lontano dal computer.
    Senza rancore
    Gianluca

    23 Gennaio, 2007 - 21:05
  49. Luisa

    Caro Gianluca, pensavo che avevamo esaurito il soggetto di discussione e che non valeva la pena aggiungere altro. Ma visto il tuo intervento, aggiungo il mio piccolo grano di sale !
    Mi dicevo che se ci mettiamo a fare delle interpretazioni, degli studi di testo, quasi delle “esegesi” sulle ” opere” di Giorgio Ceccon, io ci perdo il mio latino !
    Lodevole lo sforzo di Bonzieu di difendere il suo amico ,presentandoci la sua versione benevola , con una aggiunta che fa tutta la differenza : ” noi non la pensiamo così ” (……lettura tutta da verificare….) .
    Per fortuna i miscredenti ci hanno salvato in corner ! Sono loro a pensare che il Papa se ne infischi completamente della liturgia ! E poi comunque sia non è poi gran che come frase.
    Non voglio farle l`oltraggio di spiegarle che cosa sia la Santa Liturgia e il significato che essa riveste agli occhi dei cattolici , nè sento il bisogno di difendere il Santo Padre , Maestro di liturgia , liturgia durante la quale egli annulla completamente la sua personalità, si cancella affinchè noi tutti rivolgiamo i nostri occhi, la nostra attenzione a Cristo .
    Allora sì ho trovato il linguaggio del cognato burlone offensivo , non tanto verso il Papa che è al di sopra di tali stupidaggini, ma verso tanti fedeli che sono più che stufi dei continui attacchi contro Benedetto XVI che decisamente deve disturbare parecchie persone .
    Come direbbe Luigi Accattoli : basta su questo ! Saluti, Luisa

    23 Gennaio, 2007 - 22:12
  50. bianca

    mah…,questa volta lo dico io, crediamo davvero che la teatralità del gesto rispecchi sempre il coinvolgimento di chi lo compie?
    Si crede e si prega con la mente e col cuore, non coi movimenti degli occhi
    Sarà che ho spesso invidiato la capacità di alcuni di raccogliersi in preghiera col capo chino, quasi teatralmente, credendo in un maggiore coinvolgimento emotivo rispetto al mio, eternamente distratta. Con la nonna che magari in passato diceva…ah quella brava ragazzina devota….(una, tra l’altro, è una futura cognata…ah quella brava cognata!), poi ne ho conosciuti diversi che pregavano così, non sempre più intimamente coinvolti di me, e da allora guardandoli sorrido, apparentemente miscredente (ma proprio la trasfigurazione mistica di mia cognata non mi riesce!)

    23 Gennaio, 2007 - 23:52
  51. bonzieu

    Mah…
    (posso dirlo anch’io? visto che che lo vogliono dire tutti!)
    Intanto, Giorgio mi è amico come mi sono amici Luisa, Gianluca, Bianca e tutti i frequentatori di queste pagine e quindi non c’è nessun’intento di “fare comunella” per chissà quale scopo.
    Secondo Luisa, ho voluto presentare la mia versione benevola…
    E qui devo mettere un altro mah…
    E poi, leggendo la frase di Gianluca (su quel “qualcuno” che ha perso l’occasione di starsene lontano dalla tastiera), mi vien l’idea che il più furbo sia stato proprio Giorgio, che ha lasciato a noi “l’onore” di questa discussione.
    E allora che fare?
    Forse è meglio seguire Luigi e proporre un nuovo “Basta su questo!”
    Ciao a tutti.

    24 Gennaio, 2007 - 10:34
  52. Leonardo

    Diminuire il potere di governo del papa a favore di che? Di un governo collegiale dei vescovi? Siamo proprio convinti che sarebbe meglio? Lo Spirito Santo, in questi ultimi centocinquanta anni si è dato un gran daffare per far eleggere e poi per assistere una serie di papi straordinari: da Pio IX in poi, la serie è veramente impressionante per qualità e continuità (direi che non ha confronti nella storia precedente: segno che lo Spirito soffia dove vuole, ma anche dove c’è bisogno). Vorremmo costringerlo ad assistere allo stesso modo più di quattromila vescovi, molti dei quali sono, col dovuto rispetto, un po’ così? E poi, perché fermarsi ai vescovi? Un eventuale ‘dispotismo’ episcopale non sarebbe affatto migliore del (presunto, e tutto da dimostrare) dispotismo papale… allora da assistere sarebbero le assemblee ‘democratiche’ (a soverchiante maggioranza laicale, immagino) che governerebbero la chiesa: sai che soffi ci vorrebbero, un uragano continuo …
    Del tutto diversa, ovviamente, è la questione di una forte comunione che deve esserci tra il papa e i vescovi (come tra i vescovi e il popolo loro affidato), ma onestamente non credo proprio che si possano addebitare mancanze, su questo punto, ai papi del XX secolo, almeno da Giovanni XXIII in poi. Senza dire che lo stile ‘aristocratico’ e solitario di grandi papi come Pio XII (e di grandi vescovi come il card. Siri), ancrebbe considerato con maggior rispetto e apprezzamento di quanto oggi solitamente non si faccia, riconoscendone i limiti ma anche gli indubbi pregi. Se devo proprio avere qualche dubbio ce l’ho più sullo stile di governo di certi vescovi …

    24 Gennaio, 2007 - 11:55
  53. Leonardo, per quello che può valere e interessarti, sottoscrivo dalla prima all’ultima parola ciò che hai scritto in questo ultimo post.

    24 Gennaio, 2007 - 13:53
  54. Leonardo

    Ne sono lieto. Spero che cresca in tutti i cattolici l’affezione al papa e, soprattutto, il desiderio di ascoltarlo e di seguirlo.

    24 Gennaio, 2007 - 18:11
  55. Luisa

    Come te Leonardo, spero che cresca sempre più l`affetto per il Santo Padre e il desiderio di seguire in coerenza il suo insegnamento.
    Già agli inizi, quando ho cominciato a scrivere su questo blog, dicevo che più si attaccherà il Papa e più l`affetto per lui aumenterà con i fedeli che gli si stringeranno attorno.
    Mi sembra constatarlo sempre più, vedendo persone o comunità che sperimentano con coraggio, la capacità di resistere contro i continui attacchi non solo al Papa, ma alla fede cattolica. Lo abbiamo visto ancora recentemente con i tentativi di sopprimere presepi, canti di Natale e altre manifestazioni della nostra fede e devozione.
    Sì credo che le numerose agressioni contro Papa Benedetto che purtroppo vengono anche dall`interno del clericato (?= clergé ), andranno a fin contrario e avranno come effetto di scuotere le coscienze assopite di molti che si metteranno in posizione di resistenza facendosi un dovere di testimoniare la loro fedeltà al successore di Pietro !
    È chiaro che Papa Benedetto, che non cerca nè gli applausi, nè la popolarità facile e demagogica, riesce a avere sempre più influenza con la sola forza della sua testimonianza, del suo messaagio in coerenza con il Vangelo, e ciò sembra disturbare parecchi che facevano di lui un Papa di transizione ……
    Un caro saluto, Luisa

    24 Gennaio, 2007 - 19:32
  56. Leonardo

    Il tuo italiano è quasi perfetto. Clergé è “clero”. In un messaggio precedente avevi scrito “pensavo che avevamo esaurito”: in italiano è “pensavo che avessimo esaurito”. Come vorrei che il mio francese si avvicinasse al tuo italiano!

    24 Gennaio, 2007 - 19:52
  57. Leonardo

    Vedo che anche il mio italiano lascia a desiderare: “scritto”, non “scrito” 🙂

    24 Gennaio, 2007 - 19:53
  58. fabrizio

    Gianluca e Leonardo, scrivo in punta di piedi per evitare di essere frainteso.
    L’aspetto più curioso di questa discussione è che, per sostenere il Papa, siete in parziale disaccordo con lui.
    Senza fare nessuna ironia, trovo che in questo ci sia tutta la bellezza di un confronto aperto e sincero.
    E mi unisco al vostro invito a seguire, ascoltare e affezionarsi al Papa.
    Ciao, Fabrizio

    24 Gennaio, 2007 - 20:23
  59. Luisa

    Beh clericato suonava veramente molto male alle mie orecchie…. grazie Leonardo per avermi corretto …e la prossima volta quando avrò un dubbio farò lo” sforzo” di aprire il dizionario ! ….ma è così simpatico farsi correggere dagli amici del blog, che penso si siano ormai abituati ai miei francesismi o giri di frase non proprio “ortodossi” .
    Sono molto riconoscente a questo blog che con grande gioia mi ha offerto la possibilità di praticare, anche se imperfettamente, quella lingua così bella e così cara al mio cuore che è l`italiano !
    Un caro saluto, Luisa

    24 Gennaio, 2007 - 20:45

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