Oggi si tende a fare d’ogni Papa un santo ma fino a ieri non era così. Prendiamo i dieci Papi dell’ultimo secolo e mezzo. Pio X è santo, Pio IX e Giovanni XXIII sono beati, per Pio XII e Giovanni Paolo II sono riconosciute le “virtù eroiche” e manca solo il riconoscimento di un miracolo per farli beati, per Paolo VI e Giovanni Paolo I le cause sono in dirittura di arrivo. Sette papi su dieci sono dunque giunti – o ben avviati – all’una o all’altra delle due proclamazioni di esemplarità cristiana: “beato” e “santo”. – E’ un passaggio di un mio articolo pubblicato oggi dal quotidiano LIBERAL con il titolo A ROMA MORTO UN PAPA SE NE FA UN SANTO.
Morto un papa se ne fa un santo
9 Comments
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Qui si può leggere un’intervista a Mauro Gagliardi, Consultore dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche, che commenta un mio articolo sulle novità delle vesti, dell’arredo liturgico e dei riti introdotte da papa Benedetto: http://www.zenit.org/article-20822?l=italian . Al mio articolo – pubblicato da LIBERAL – avevo rimandato con un post del 1° dicembre intitolato BENEDETTO: UNA NUOVA CROCE EQUELLE PAUSE DI SILENZIO.
A proposito del tuo articolo, Luigi,
mi capitava ieri di leggere nella rassegna stampa,
questa riflessione:
“Per secoli la Chiesa di Roma non ha santificato dei papi.
Poi, a partire dalla seconda metà del ‘900,
proprio con Pio XII, si è iniziato a canonizzare pontefici, soprattutto quelli del XX secolo, avviando una prassi,
interrotta solo da Giovanni XXIII e Paolo VI,
per cui i papi vengono fatti santi.
C’è una spiegazione:
un papato che si sente in difficoltà
in una società contemporanea che sfugge al suo controllo
tende a rafforzarsi santificando se stesso.”
intervista a Daniele Menozzia cura di Luca Kocci
22 dicembre 2009
C’è anche da dire che almeno dal Novecento sono state elette al soglio davvero delle personalità eccezionali.
Se penso ai pontefici che vanno da Pecci (morto nel 1903) a Ratzinger mi resta difficile trovarne uno che non si sia dimostrato più che all’altezza del proprio stato sacerdotale, episcopale e quindi pontificale.
Nel passato i Papi erano talvolta uomini di guerra, sovrani tra i sovrani, legati a questa o quella famiglia o potenza, anche a prescindere da debolezze personali spesso evidenti e conosciute da tutti.
Nella nostra epoca no, si tratta di preti degnissimi, figure specchiate e note per sobrietà, dedizione, impegno.
Il Conclave ha dimostrato davvero di essere un istituto che non ostacola lo Spirito.
Ma se ci pensi bene, Matteo, non trovi anche tu risibile (o, meglio: ridicolo) quel “C’è una spiegazione” ?
E poi, che ce ne importa a noi, a noi cristiani, di quelle elucubrazioni sul “papato che si sente in difficoltà” e “sulla società contemporanea che”, etc. etc…?
Noi non siamo mai “in difficoltà” e non abbiamo paura di niente:
” O Emmanuel”.
Fiorenza,
io non trovo nulla di ridicolo a leggere le analisi fatte da altre persone.
Se una persona esprime una critica,
cerco anche di capire perchè lo fa,
e da quali presupposti parte,
non credo necessariamente che
abbiamo la necessità di leggere tutto in chiave ideologica,
come fanno molti tra noi cattolici,
assumendo la fede,
coome una politica-religione.
Io non credo di essere in difficoltà,
ogni persona può esprimere i suoi dubbi
o entusiasmi sul papato,
senza per questo essere tacciato di ridicolo.
Il Papa non è Dio.
E’ il Papa e basta.
Lo è perchè è il mio vescovo,
il vescovo di Roma,
dargli valenze ideologiche,
mi sembra una vera aberrazione,
tanto fatto da fondamentalisti o integristi cattolici,
quanto da altri che mancano di orientamento cattolico pur essendo battezzati,
sedicenti laicisti.
Il Papa è il Papa, e questo conta. Ratznger può non piacere, ma per certe cose è stato una vera scopa. Santo Padre, continui a ramazzare la sporcizia nella Chiesa, noi in qualche modo le daremo una mano!
Ora parto per Sanremo. Ovunque voi siate, BUON NATALE e che il Bambinello vi porti quanto di giusto e puro desiderate! AUGURI!!!
Grazie, Tonizzo: buon Santo Natale anche a te.
Nel merito, l’approccio dell’amico Matteo mi pare corretto ma la spiegazione di Daniele Menozzia non mi convince: concordo piuttosto con l’opinione di Francesco73.
Spero solo, venendo ai temi di questi giorni, che non sia pregiudicata l’importante, prossima visita del nostro Pontefice alla Sinagoga di Roma.
Buona giornata a tutti.
Roberto 55
La spiegazione di Menpzzi contiene indubbiamente un elemento di verità, ma non mi pare che colga l’aspetto essenziale: l’innalzamento del livello spirituale dei pontefici nell’ultimo secolo rispetto ai tempi premoderni. E comunque non declinerei la spiegazione data da Menozzi solo in negativo: è normale, non intrinsecamente negativo, che vengano canonizzati i grandi rappresentanti dell’istituzione, oltre che i “santi fondatori” di nuovi Ordini o movimenti (da san Francesco e san Domenico a don Bosco a madre Teresa e mons. Escrivà ecc.).
Allo stesso modo si potrebbe dire che il dogma dell’infallibilità papale fu proclamato in concomitanza con la perdita del potere temporale, quasi per compensarlo: ma se si guarda più inprofondità si scorge un percorso plurisecolare (già in ato nel Medioevo) di valorizzazione dell'”inerranza” della Chiesa di Roma. Percorso culminato nella definizione del dogma. I motivi contingenti dunque ci sono, ma sono più importanti quelli “remoti” e profondi.
Sarò sintetico: mi piacerebbe tanto vedere Leone XIII elevato all’onore degli altari.
Spero abbiate trascorso tutti un buon Natale.
A presto.
Gb