Primo: papa Benedetto non si lascia intimidire e beatifica Pacelli nonostante le polemiche. Secondo: ne preannuncia la beatificazione insieme a quella di papa Wojtyla affermando anche per questa via altamente simbolica la «continuità» del pontificato romano oltre la varietà talora divergente delle singole figure. – E’ l’attacco del mio articolo di commento alla decisione annunciata ieri dal papa di procedere alla beatificazione di Pio XII e di Giovanni Paolo II, pubblicato oggi dal Corriere della Sera con il titolo LA BILANCIA VATICANA.
Ratzinger Wojtyla Pacelli o della continuità
26 Comments
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Il verbo “intimidire” non mi è piaciuto. Non vedo intimidazioni, ma semmai solamente proteste.
Sono fra quelli che ritengono quelle proteste non pienamente giustificate, ma capisco le dolorose motivazioni che le spingono.
Credo che nei confronti della tragedia dell’Olocausto papa Pacelli fu più coraggioso di quanto non lo furono i responsabili dei governi alleati e con loro persino Ben Gurion, che lottava per lo stato di Israele, ma capisco le perplessità degli ebrei.
Non le condivido, ma sono perplessità ben argomentate e portate avanti sobriamente (le affermazioni di queste ore sono state molto pacate).
Ripeto: il verbo “intimidire” non mi è piaciuto.
Avrei preferito un: “papa Benedetto non teme le proteste”.
Chiedo scusa, sono insopportabilmente pignolo, ma i buoni rapporti con gli ebrei mi stanno molto a cuore.
Il Reichskonkordat è il concordato tra la Santa Sede e la Germania nazista. Fu firmato il 20 luglio 1933 da Eugenio Pacelli, il futuro papa Pio XII, e da Franz von Papen per conto rispettivamente di papa Pio XI e del presidente tedesco Paul von Hindenburg. Il concordato fra i due paesi è tuttora valido.
VON PAPEN
Dal 1° giugno al 17 novembre 1932 fu primo ministro del governo di centro senza altri legami se non la dipendenza dal Presidente della Repubblica von Hindenburg. In questa veste attuò un programma semidittatoriale rivolgendosi particolarmente contro socialisti e comunisti. Sostanzialmente antidemocratico aveva in mente l’abolizione della costituzione di Weimar e la creazione di uno stato governato secondo i criteri di censo e nobiltà con l’abolizione dei partiti politici. Grazie a lui furono nuovamente rese legali le SA del Partito Nazionalsocialista di Hitler.
Il suo governo cadde a causa del dissidio con l’ex generale Kurt von Schleicher che lo aveva aiutato inizialmente a raggiungere il cancellierato. A questa mossa politica von Papen replicò stringendo una alleanza con il Partito Nazionalsocialista di Hitler e favorendone la nomina a cancelliere il 30 gennaio 1933.
Mi è piaciuta molto, caro Luigi , la tua frase sugli “accoppiamenti giudiziosi” che richiama il titolo di un libro di racconti diGadda.
in effetti questobinomio Giovanni Paolo il Grande e Pio XII” che d’ora in poi procederanno accoppiati nel processo di beatificazione , come ha scritto anche Paolo Rodari, ha fatto storcere la bocca a molti , non solo a quelli che non apprezzano il secondo ma anche a quelli che apprezzando PIOXII hanno qualche perplessità su GPII
Grande esercizio mentale ci fa fare Papa Ratzinger, ai tradizionalisti e ai progressisti, grande insegnamento, grande, oserei dire , se si può dirlo parlando di santi, sense of humour..
Vedere insieme il grande ,atletico, simpatico, estroverso Polacco, con lo ieratico, diciamo pure antipatico, esilissimo, introverso Pacelli !.
Continuiamo a dire che nella Chiesa Cattolica c’è posto per ogni tipo di personalità ma sono solo parole, perchè poi nei blog i cristiani non si perdonano la benchè minima diversità o sensibilià.Credo che il nostro
Papa l’abbia voluto ribadire con questo” accoppiamento giudizioso”: si può essere santi essendo un Pacelli come essendo un Woytila.
MC
Cara discepolo/MC,
“nella Chiesa Cattolica c’è posto per ogni tipo di personalità”
“si può essere santi essendo un Pacelli come essendo un Woytila”
… CONCORDO!
Caro Luigi,
il Corriere non si smentisce: sotto il tuo articolo hanno messo una foto di Pacelli cardinale e la didascalia dice che è Pio XII ritratto a fianco di Mussolini.
Il papa non ha mai incontrato nè Mussolini, nè Hitler, come è noto.
Non credo sia un semplice errore: è una convinzione mentale che è diventata realtà e vede un papa anche dove c’è solo un cardinale.
Andrebbe smentita da due righe: “Pio XII non ha mai incontrato Mussolini e chi ha scritto la didascalia ha sbagliato”.
Comunque, interessante.
Anche a me stanno molto a cuore i rapporti con la comunità ebraica, e penso che quanto è stato fatto negli ultimi decenni sia importantissimo, fondamentale, irrinunciabile.
Ho colto, come Marcello, una sobrietà apprezzabile nelle loro reazioni, pur non nascondendo le perplessità.
Sono storie molto dolorose, un vero abisso di sofferenze e tragedie, è comprensibile che i giudizi siano controversi.
Piuttosto, ciò che potrebbe unire cristiani ed ebrei anche in questa difficile storia, è un comune impegno contro l’ignoranza mistificante.
Non penso che Tullia Zevi o Riccardo Di Segni considerino Pacelli “il Papa di Hitler”, e penso che anche loro potrebbero agire per far sì che indebiti collegamenti e frettolose associazioni diffondano pregiudizi, falsità e rancori.
Un impegno da parte cristiana a non aver paura della storia.
Un impegno da parte ebraica a lottare contro il suo uso falsato e strumentale.
Anche perché fino a “Il Vicario” per Pio XII ci sono state solo espressioni d’affetto.
Sì, peraltro non occorre aver paura di dire che Il Vicario di Hochhuth è anche un’opera dell’autoscienza tedesca, forse anche inconsapevolemente alla ricerca di una liberazione dal proprio fardello, dal peso gigantesco della propria colpa.
A conferma di quanto la Schoah abbia prodotto frutti velenosissimi anche dopo sè stessa, anche oltre la propria storia.
“A conferma di quanto la Schoah abbia prodotto frutti velenosissimi anche dopo sè stessa, anche oltre la propria storia.”
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Quali altri frutti avrebbe potuto produrre, una roba che se avevi la fortuna di rimanere vivo ti lasciava un numero inciso con inchiostro indelebile sulla pelle ?
E che ancora oggi, altrochè oltre la propria storia, asporta da Auschwitz e seziona in tre l’insegna “Arbeit Macht Frei” ?
Evidentemente nè “Se questo è un uomo”, né il suicidio dell’autore del libro e di altri testimoni scampati a quella folle mattanza che si sono poi tolti la vita hanno lasciato traccia.
All’idea di ritrovarmi incisa su un polso l’infamia di un numero mi viene il vomito.
“Forse per questo Benedetto XVI definisce la visita compiuta quest’anno al memoriale dell’Olocausto di Yad Vashem “un incontro sconvolgente con la crudelta’ della colpa umana, con l’odio di un’ideologia accecata che, senza alcuna giustificazione, ha consegnato milioni di persone umane alla morte e che con cio’, in ultima analisi, ha voluto cacciare dal mondo anche Dio, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe e il Dio di Gesu’ Cristo”. Yad Vashem, ha ricordato il pontefice, ”e’ in primo luogo un monumento commemorativo contro l’odio, un richiamo accorato alla purificazione e al perdono, all’amore”.
Non rimane che la speranza espressa in conclusione da BXVI che però dopo la decisione di oggi appare jncoerente.
Tanto amici, che in parrocchia,
si è commentato ampiamente del riconoscimento di Beato a Eugenio Pacelli-Pio XII..
Che Benedetto XVI intenda proporre a modello di vita cristiana per noi cristiani di tutti i giorni, operai, impiegati, precari, mendicanti, commercianti, professionisti vari,
la figura del nobile Pio XII,
mi sembra che sia una sua libertà incontestabile.
A me cristiano, tocca il rispetto in questo campo, in cui normalmente non spetta scelta né parola come è nella storia dei vari ultimi secoli di storia della gerarchia cattolica.
La dichiarazione di beato in Pio XII,
dia gioia a quanti la desiderano,
ma non cambia
la mia ricerca di perfezione nella vita cristiana, secondo tutte le mie possibilità,
e secondo la Grazia in cui Dio vorrà agire.
Ciascuno è libero di seguirsi i propri modelli,
tra i
santi morti,
e tra i
santi vivi.
In questo,
rispetto la libertà di Benedetto,
poi …..
a lui di essere capace
di rispettare anche la
mia……
Gli Ebrei?
hanno una storia,
molto più grande dei 2000 del Cristianesimo,
fin troppa saggezza per essere stati capaci di sopravvivere ad ogni avversità,
antesignani di tutti i martiri cristiani,
non avranno tutti codesti problemi
che gli si assegnano,
per le opinioni di un uomo,
seppur papa.
Anche loro,
sanno…..
che se vi fu silenzio dal Vaticano (nonostante fattiva immensa carità),
i governanti e potenti di questo mondo,
USA, Francia, Inghilterra,
sono stati ancora più silenziosi…….
pur avendo le prove schiaccianti dei massacri feroci……
ma c’era una politica internazionale in tempo di guerra
da seguire……
che aveva bisogno di tempi e di silenzi….
Il Papa con tanti Pastori,
fù migliore assolutamente nella carità… prima di tutti, e sopra tutti
ma non fu capace di incarnare la “profezia”,
ancora obnubilato,
dalla perdita del potere temporale denso di tanti privilegi umani, morali, politici…..
spaventato da quel demone del comunismo anticlericale,
fu incapace fin dai primordi di discernere l’opera del maligno
attraverso le dittature del centro-Europa,
come si può osservare nella sua opera da Nunzio apostolico in Germania….
…. Ma attendo con pazienza i tempi della storia.
Comunque,
ringrazio il Signore,
perchè con tutti i suoi limiti caratteriali,
Pio XII
esercitò e incoraggio’ grandemente la carità.
In fondo,
la santità,
dovrebbe essere la capacità di accettare i propri limiti terribilmente umani,
accettando l’agire della Grazia,
nella propria storia,
ed esercitarsi ogni giorno a dare la libertà alla Grazia,
che agisce con il libero contributo della propria coscienza,
non certo per decreto, leggi canoniche elaborate da umani.
Mi piace aver letto in Christian poco fa,
che il fine è il Regno di Dio,
non la Chiesa…..
Grazie anche all’uomo Pio XII
Bello il “programma che vuole onorare tutta la storia e l’eredità del papato contemporaneo”, ma che c’entra questo con le beatificazioni? Nella decisione di beatificare qualcuno, mai avrei pensato (sono ingenua?) che potessero entrare anche altri messaggi, per esempio “uno di incidenza pubblica”, uno “strategico” e chissà che altro ancora.
E che c’ entra il fatto che uno sia stato anche papa con la sua santità? Non comprendo. Non credevo che si beatificasse “un papa”. E magari insieme ad un altro papa. E proprio in quanto papa. No, davvero non comprendo. Ma non lo voglio neanche comprendere.
Credo d’aver già detto, anche in questo “pianerottolo”, che l’approfondimento delle vicende storiche che lo riguardarono non potrà che giovare alla figura di Papa Pio XII: sono certo, in altre parole, che il tempo gli renderà piena giustizia.
Per inciso, anch’io ho notato, come Marcello e Francesco73, come, per lo più, le reazioni del mondo ebraico siano state, quand’anche perplesse se non critiche, ispirate, comunque, a sobrietà e cautela (segno, al di là di tutto, anche del proficuo lavoro diplomatico/relazionale compiuto nei mesi scorsi dal notro Pontefice e dai suoi collaboratori).
Ora, e – precisamente – tra qualche settimana, lo stesso nostro Papa si recherà in visita alla Sinagoga di Roma, che è magnifica notizia: spero che le discussioni di questi giorni non intacchino il significato così emozionante ed intenso dell’avvenimento.
Piuttosto, riflettevo proprio sui “tempi” di questa visita: credo – ma mi piacerebbe leggere il parere di Luigi in merito – che la decisione di ieri sia stata, al di là di tutto, persino coraggiosa; il Papa avrebbe potuto, opportunisticamente, rinviarla ad un momento successivo all’incontro con gli ebrei romani (nel timore di non pregiudicarne il buon esito) ma ha preferito, come dire ?, “metterci la faccia” e percorrere la strada della sincerità, della verità, e, appunto, del coraggio.
A domani !
Roberto 55
La visita alla sinagoga era in agenda da mesi, mentre la beatificazione di Pio XII era andata in “sonno” ed è riemersa “casualmente” in questi giorni.
Semmai la conferma della visita pare una prova di forza, addolcita dalla dichiarazione sullo Yad Vashem di ieri, verso la comunità ebraica che proprio per non perdere la faccia anch’essa deve oggi “subirla”. Chi è romano con frequentazioni della comunità ebraica sa quanto questa visita, oggi, sia giudicata eufemisticamente inopportuna.
Capisco Nino.
Con il rinfocolarsi del fondamentalismo tra le fila cattoliche o tra coloro che si sentono di identità-politica cattolica
Stranamente
vengono attaccati tutte le persone più deboli, rifugiati, mendicanti, barboni, diversi in ogni modo come neri, froci, e via dicendo,
tutto ammantato dalla identità cattolica,
identità cattolica o cristiana di cui Benedetto è artefice spirituale e politico….. anche se si sta rendendo conto che è un’arma a doppio taglio.
In questo panorama gli Ebrei, non possono far finta di nulla….
Quando si attaccano i “diversi”…
Inevitabilemente toccherà anche a loro…
se non mantengono alta la guardia,
…….. fanno bene ad agitare la memoria dell’Olocausto,
per mantenere alta questa guardia.
Quello che è accaduto…..riaccadrà…… se la memoria vien meno.
Paradossalmente,
Pacelli fu papa, che permise delle novità anche liturgiche oltre che bibliche che sfoceranno inevitabilmente nell’apertura del concilio Vaticano II… anche se i fondamentalisti non vogliono ricordare o vogliono non sapere…
….basta semplicemente leggere le fonti….
Woitila, uomo estroverso, pronto alle sfide,
ha lasciato la gestione della Chiesa alla Curia Vaticana,
che ha avuto mano libera,
cosa che nemmeno Pacelli avrebbe permesso.
La santità, opera della grazia nell’uomo,
non può far dimenticare,
quei limiti
che codesti uomini hanno comunque avuto.
Essere riconosciuto beato o santo,
non è nel modo più assoluto approvazione
di atti politici, o sociali messi in atto.
Occorre fare questa distinzione,
urgentemente,
perché ne hanno diritto tutti gli uomini liberi cristiani ed ebrei e non cristiani
che soffrono inutili contraddizioni
o hanno sofferto feroci olocausti,
occorre fare questa distinzione,
per i molti fondamentalisti e integristi,
per i molti che vedono in Pio XII un vessillo
artificiosamente costruito
da innalzare
contro la Chiesa in cammino,
inarrestabilmente in cammino.
“Essere riconosciuto beato o santo non è nel modo più assoluto approvazione di atti politici o sociali messi in atto”, afferma Matteo.
sono assolutamente d’accordo.
Anche perchè delle idee politiche dei Santi ci si dimentica del tutto dopo una o due generazioni , mentre della loro santità no. Il fatto è che le idee politiche e sociali passano, fanno il loro tempo, sono transeunti, e non si può paragonare le nostre con quelle medievali o del tempo della controriforma, ma neppure quelle del 2010 con quelle del tempo di Pio XII.
Chi di noi sa come la pensavano politicamente S. Benedetto da Norcia , s. Bernardo di Chiaravalle, S. Carlo Borromeo, San Filippo Neri , santa Teresa d’Avila, Santa Teresa di Lisieux e tanti altri? non lo sappiamo, non ci interessa, non sono stati fatti santi per le loro idee politiche.
il problema di PIO XII e gli ebrei è un problema per gli storici, speriamo si risolva con l’apertura degli archivi, perchè Pio XII tacque o non disse e fece abbastanza, forse sbagliò, comunque è un giudizio storico.. la beatificazione si fa , credo, su altre basi, solo religiose e non vedo come gli ebrei possano avere voce in capitolo nel criticare le decisoni (religiose)di una Chiesa che non è la loro.
MC
Cara discepolo/MC, io, invece, penso che gli ebrei possano avere voce in capitolo.
Pio XII non è vissuto 5 secoli fa, quindi un po’ di voce in capitolo io gliela darei.
E poi non vedo il confine tra “basi religiose” e “altre basi”.
“Essere riconosciuto beato o santo,
non è nel modo più assoluto approvazione
di atti politici, o sociali messi in atto”.Concordo anch’io con questa affermazione. Anche Giovanni Paolo II, in occasione della beatificazione di Pio IX e Giovanni XXIII, ce lo ricordò.
Ad esempio la beatificazione di Pio XII non implica che egli avesse ragione contro De Gasperi in occasione della “operazione Sturzo” o nel sostenere Gedda contro Carretto.
Ma come, dopo essere stati dichiarati “perfidi ebrei” dalla chiesa cattolica e aver subito per più di 400 anni, la persecuzione e i capestri della santa inquisizione, essersi dovuti convertire e battezzare a forza, per scampare alla morte, farsi chiamare “marrani” ovvero porci ed emarginati per questo dalle loro comunità ridotte alla clandestinità, vagare per l’Europa, cambiare cognome per non essere riconosciuti ebrei. E infine la ciliegina sulla torta della shoah, non hanno il diritto di dissentire?
Ma il Figlio di Dio, Gesù Cristo, era o no EBREO?
Da cosa ha avuto origine la nostra religione, la chiesa, i pastori, ecc, ecc?
Qui per costoro, non è in gioco la santità di un Papa di cui gliene frega un bel nulla, ma l’atroce sospetto che si perpetui l’atteggiamento di diffidenza nei loro confronti considerato che solo pochi mesi fa eravamo alle prese con i levebvriani e le loro posizioni negazioniste così pervicacemente affermate.
la continuità e la veemenza di cui sono stati oggetto per centinaia di anni culminata con quella tragedia a cui certamente non era stranea certa parte di laici e presbiteri
Questo pezzo è rimasto per un errata manovra di copia-incolla, ma è da considerarsi annullato.
“la continuità e la veemenza di cui sono stati oggetto per centinaia di anni culminata con quella tragedia a cui certamente non era stranea certa parte di laici e presbiteri”
gli interventi di Nino mi fanno capire che il problema , come ha acutamente detto qualcuno sul Foglio, è che i più feroci e arrabbiati critici di PIO XII non sono tra gli ebrei , ma sono una parte degli stessi cattolici.
Siamo alle solite: cristiani contro cristiani.
Progressisti versus tradizionalisti . Dejà vu.Noioso.
MC
Noioso il dejavu con cui illuminati possessori della verità assoluta e a senso unico come te, che a chiacchiere si proclamano pro Israele organizzando perfino marce di solidarietà (Foglio e dintorni, sic) contro chi inneggia al razzismo, nel cuore mantengono viva la fiammella di un atavico astio inculcato dalla migliore chiesa trionfante contro un popolo accusato e perseguitato per deicidio, ma ti rendi conto?. Il Foglio e i suoi atei devoti.
Se questo intendi per cristiani contro cristiani, evviva! Così sia, a me sta bene.
Non mi è sembrato di leggere in Nino nulla di feroce e di arrabbiato,
è una legittima lettura
che chiunque può dedurre a sua scienza e coscienza dagli atti di governo
di Pio XII.
Vogliamo fare del Berlusconismo?
Chi esprime opinioni che non mi piacciono,
esprime odio,
è collaterale al terrorismo?
Già…
Dejà vu.Noioso !!!!
È Natale e siamo tutti più buoni: un piccolo dono a chi certo se lo merita.
http://www.youtube.com/watch?v=D-VwLcYWWHc
Non son riuscita a capire tutte le parole: ci vorrebbe un po’ di traduzione. In ogni modo: fantastico, Leonardo. Se tu non ci fossi, bisognerebbe inventarti.
Ecco un articolo di Vito Mancuso su Repubblica di oggi che mi pare oggettivamente centrato sulle vicissitudini della gerarchia vaticana in ordine al rapporto con la comunità ebraica e non solo.
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=OZ9C3
Naturalmente lo condivido.
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