Costrinsero un tale che passava a portare la croce di Gesù

Tiziano Vecellio – Simone di Cirene aiuta Gesù a portare la croce – 1560 – Hermitage di San Pietroburgo: con questa immagine introduco la scheda per la serata di Pizza e Vangelo che faremo lunedì 17 febbraio via Zoom, per leggere dal capitolo 15 del Vangelo di Marco il brano che narra la salita al Calvario e la crocifissione. Nei commenti la scheda, con l’invito dei visitatori a collegarsi: spiego come fare nell’ultimo commento

15 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Con lui crocifissero due ladroni uno a destra e uno a sinistra – Marco 15, 21-27 – Siamo al momento culminante della Passione, la crocifissione, narrata da Marco con la sua abituale ma sempre sorprendente sobrietà: “poi lo crocifissero”. Cercheremo di mettere la lente su tutti gli elementi della breve narrazione, cercando di liberarli dalla sensazione del risaputo che hanno per noi che li abbiamo ascoltati le mille volte: il cireneo costretto dai soldati a portare la croce, l’anestetico del vino con mirra che Gesù rifiuta di bere, la rapace divisione delle vesti tirate a sorte, la scritta poliglotta con il motivo della condanna, i due ladroni che dicono di più del titolo.
    Presteremo prioritaria attenzione al Cireneo: la sua figura ci è cara, egli è davvero uno di noi, uno “che veniva dai campi”. Ci rappresenta tutti.
    Non è dunque vero – Signore – che nessuno ti abbia portato conforto durante la passione: Simone lo fece. Non sapeva nulla di te, era lì per caso e fu costretto a prendere sulle spalle la tua croce. Ma comunque la prese e se non ebbe il modo né l’intenzione di confortare la tua pena, almeno alleviò la tua fatica.
    Ecco perché noi cristiani di ogni generazione vorremmo essere al posto di Simone: siamo abituati a portare croci e ben volentieri porteremmo la tua, per un tratto di strada, confidando – beninteso – che non abbia a toccare a noi di salirci sopra.
    Abbiamo invidia della sorte di Simone di Cirene anche perché non riflettiamo sulla sorte felice che è data a ciascuno di noi di poter interpretare la parte del “cireneo” nella realtà della vita e non per una manciata di minuti, ma per tutta la sua durata: basterà che ci facciamo avanti ogni volta che vediamo qualcuno che non è in grado di portare la sua croce.
    Tanto più la nostra parte somiglierà a quella fortunata del cireneo, quanto più il bisognoso che accostiamo ci è sconosciuto e soprattutto se quella buona azione ci viene proposta – o magari imposta dalle circostanze – in momenti che non avevamo minimamente immaginato di dedicare al volontariato. Per esempio, mentre “torniamo dai campi”, rotti dalla fatica.

    15 Febbraio, 2025 - 10:14
  2. Luigi Accattoli

    Marco 15, 21-27. Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. 22Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa “Luogo del cranio”, 23e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. 24Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. 25Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. 26La scritta con il motivo della sua condanna diceva: “Il re dei Giudei”. 27Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

    15 Febbraio, 2025 - 10:14
  3. Luigi Accattoli

    Padre di Alessandro e di Rufo. v. 21: Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava. Il cireneo è presente in tutti e tre i sinottici, ma non c’è in Giovanni: “Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio” (19, 17).
    v. 21b: un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna. Dunque un ebreo della diaspora, forse rientrato in patria pur essendo nativo di Cirene, importante città prima greca e poi romana di cui si conosce il sito archeologico, nella Libia orientale, prossimo al confine con l’Egitto.
    v. 21c: padre di Alessandro e di Rufo. Solo Marco ci informa dei figli di Simone, che forse erano entrati a far parte della comunità cristiana: viene spontaneo ipotizzarlo ogni volta che i Vangeli dicono il nome di un personaggio secondario. Un Rufo è nominato da Paolo nella Lettera ai Romani: “Salutate Rufo, prescelto nel Signore, e sua madre, che è una madre anche per me” (16, 13).
    v. 22: Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa Luogo del cranio. Gulgultha, parola aramaica, vuol dire cranio, da cui il latino “calvarium” (dal quale viene l’aggettivo “calvo”): parole che fanno pensare a una collinetta tondeggiante.
    v. 23: e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Era una bevanda anestetizzante, precisando che Gesù non la volle bere Marco intende segnalare la volontà del Nazareno di “sopportare i dolori e la morte consapevolmente” (Schnackemburg 299). Matteo scrive: “egli l’assaggiò ma non ne volle bere” (27, 34).

    15 Febbraio, 2025 - 10:16
  4. Luigi Accattoli

    La scritta con il motivo della condanna. v. 24: Poi lo crocifissero. Non è detto nulla, né da Marco né dagli altri, sul modo della crocifissione, che poteva consistere sia nel legare il condannato alla croce sia nell’inchiodarvelo. Ma nei racconti della risurrezione Luca e Giovanni parleranno delle ferite provocate dai chiodi e dunque Gesù fu inchiodato.
    v. 24b: e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Salmo 22, 19: “Si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte”.
    v. 25: Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. Letteralmente “era l’ora terza”. Per Giovanni invece “verso l’ora sesta” (19,14), equivalente al nostro mezzogiorno, Gesù era ancora davanti a Pilato. Gli studiosi ritengono più verosimile la versione di Giovanni.
    v. 26: La scritta con il motivo della sua condanna diceva: “Il re dei Giudei”. Tutti i Vangeli ricordano questo “titulus crucis”, scritta della croce, la cui presunta reliquia è conservata nella Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme. La reliquia riporta la scritta redatta in ebraico, greco e latino, come è precisato dal Vangelo di Giovanni (19, 19).
    v. 27: Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. Tutti i quattro Vangeli menzionano i due “crocifissi con lui”. Matteo li chiama “briganti”, Marco “ladroni”, Luca “malfattori”. Giovanni dice solo “altri due”.

    15 Febbraio, 2025 - 10:16
  5. Luigi Accattoli

    Joseph Ratzinger sul Cireneo. Simone di Cirene torna dal lavoro, è sulla strada di casa quando s’imbatte in quel triste corteo di condannati, per lui, forse, uno spettacolo abituale. I soldati usano del loro diritto di coercizione e mettono la croce addosso a lui, robusto uomo di campagna. Quale fastidio deve aver provato nel trovarsi improvvisamente coinvolto nel destino di quei condannati! Fa quello che deve fare, certo con molta riluttanza. L’evangelista Marco però, assieme a lui, nomina anche i suoi figli, che evidentemente erano conosciuti come cristiani, come membri di quella comunità. Dall’incontro involontario è scaturita la fede. Accompagnando Gesù e condividendo il peso della croce, il Cireneo ha capito che era una grazia poter camminare assieme a questo Crocifisso e assisterlo. Il mistero di Gesù sofferente e muto gli ha toccato il cuore. Gesù, il cui amore divino solo poteva e può redimere l’umanità intera, vuole che condividiamo la sua croce per completare quello che ancora manca ai suoi patimenti (Col 1, 24). Ogni volta che con bontà ci facciamo incontro a qualcuno che soffre, qualcuno che è perseguitato e inerme, condividendo la sua sofferenza, aiutiamo a portare la croce stessa di Gesù. E così otteniamo salvezza e noi stessi possiamo contribuire alla salvezza del mondo.

    Joseph Ratzinger, Via Crucis 2005. Meditazione sulla quinta stazione: Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce

    15 Febbraio, 2025 - 10:17
  6. Luigi Accattoli

    Papa Francesco sul Padre che sostiene il Figlio. Il suo amore ha portato Gesù a sacrificarsi per noi, a prendere su di sé tutto il nostro male. È una cosa che lascia a bocca aperta: Dio ci ha salvati lasciando che il nostro male si accanisse su di Lui. Senza reagire, solo con l’umiltà, la pazienza e l’obbedienza del servo, esclusivamente con la forza dell’amore. E il Padre ha sostenuto il servizio di Gesù: non ha sbaragliato il male che si abbatteva su di Lui, ma ha sorretto la sua sofferenza, perché il nostro male fosse vinto solo con il bene, perché fosse attraversato fino in fondo dall’amore. Fino in fondo. Il Signore ci ha serviti fino a provare le situazioni più dolorose per chi ama: il tradimento e l’abbandono.

    Francesco, Omelia della Domenica delle Palme – 5 aprile 2020

    15 Febbraio, 2025 - 10:18
  7. Luigi Accattoli

    Borges l’iconoclasta. Cristo in croce. I piedi toccano terra. / Le tre croci sono di uguale altezza. / Cristo non sta nel mezzo. Cristo è il terzo. / La nera barba pende sopra il petto. / Il volto non è il volto dei pittori. / E’ un volto duro, ebreo. Non lo vedo / e insisterò a cercarlo fino al giorno / dei miei ultimi passi sulla terra.

    Jorge Luis Borges, Cristo in croce, da “I congiurati”, Mondadori, Milano 1986

    15 Febbraio, 2025 - 10:18
  8. Luigi Accattoli

    Una pizza che dura da 22 anni – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 22 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.

    15 Febbraio, 2025 - 10:29
  9. Luigi Accattoli

    Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 17 febbraio. L’appuntamento precedente fu lunedì 3 febbraio e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 7 febbraio:

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/gesu-schernito-pilato-vuole-che-i-soldati-abbiano-il-loro-sfogo/

    15 Febbraio, 2025 - 10:31
  10. IL CIRENEO
    «Malgrado le apparenze, che ingannano, in realtà, per ciascun figlio di donna l’esistenza è una via crucis: buon per lui se trova un cireneo che lo aiuti a portar la sua croce. Ma fortunato il cireneo, che, aiutando il fratello, aiuta in realtà Cristo.»
    Igino Giordani, “Il fratello”

    15 Febbraio, 2025 - 21:32
  11. fiorenza

    Ricchissimo di cose grandi si preannuncia anche questo incontro. Mi è piaciuto molto il rilievo che hai dato alla figura del Cireneo, a cui mi capita spesso di pensare. Ti copio- incollo una poesia che mi è cara, di Countee Cullen (1903- 1946). Ha il titolo “Parla il Cireneo”:
    Egli non mi disse una parola,
    Eppure mi chiamò per nome;
    Egli non mi fece neppure un cenno,
    Eppure io capii e venni.
    Dapprima dissi: «Non voglio portare
    La sua croce sulla mia schiena;
    Egli vuole caricarmela addosso
    Solo perché la mia pelle è nera».
    Ma Egli moriva per un sogno
    Ed era molto mite,
    E nei suoi occhi splendeva una luce
    Che gli uomini fanno molta strada per trovare,
    Fu Lui a conquistare la mia pietà;
    lo feci solamente per Cristo
    Ciò che tutta Roma non avrebbe potuto ottenere
    Coprendomi di lividi, a frustate, a sassate.
    (da Nuovissima poesia americana, Guanda 1953,Traduzione di Carlo Izzo)
    Fiorenza Bettini

    16 Febbraio, 2025 - 21:27
  12. fiorenza

    Poi c’è Félix Morisseau-Leroy (1912 – 1998), poeta haitiano “che in lingua creola haitiana, la lingua degli schiavi neri nelle isole caraibiche”, ho letto, ha pensato anche lui a Simone di Cirene e ha scritto questo:

    «Gesù doveva morire,
    la debolezza s’era impadronita di Lui,
    tuttavia doveva salire il Monte Calvario
    con due travi di legno sulla schiena.
    Cadde, si rialzò.
    In quel momento si trovò a passare di là un nero,
    Simone di Cirene,
    un nero possente (…).
    Si trovò a passare e
    guardò la scena come solo i neri sanno guardare;
    (…) gli dissero:” Prendi questa croce e portala (…)”.
    Simone prese la croce dalle mani del bianco Gesù (…).
    Corse con essa (…) e danzò fino a quando non ne poté più,
    prima di riconsegnare la croce al bianco Gesù (…).
    E da quel giorno ogniqualvolta una croce è troppo faticosa a portarsi,
    quando un carico è troppo pesante per i bianchi,
    essi chiamano un nero a portarlo.
    E allora noi danziamo e cantiamo,
    battiamo il tamburo e suoniamo l’arpa.
    Abbiamo le spalle larghe e robuste,
    portiamo la croce (…).
    Ci carichiamo di crimini, ci carichiamo di peccati,
    e aiutiamo tutti i bianchi a portare i loro crimini e i loro peccati».

    Non conosco altro (per ora) di questo poeta; ho soltanto trovato questi soui versi citati qui:
    https://www.comboni.org/contenuti/115276

    Fiorenza Bettini

    16 Febbraio, 2025 - 21:37
  13. fiorenza

    Caro Luigi, la scheda di presentazione dell’incontro “Pizza e Vangelo” di questa sera mi ha profondamente coinvolto. Questo è avvenuto sempre, in tutte le puntate precedenti, certamente, ma questa volta di più. Non saprei dire perché. . E questo fin dalle tue prime parole: “Presteremo prioritaria attenzione al Cireneo: la sua figura ci è cara”. Sì, è proprio così: la sua figura mi è cara. E’ come se tu avessi letto nei nostri cuori. Ti ringrazio tanto.
    Fiorenza Bettini

    17 Febbraio, 2025 - 13:33
  14. fiorenza

    Aggiungo anche queste parole di Benedetto a questo argomento inesauribile:
    “In presenza di sofferenze atroci, noi ci sentiamo sprovveduti e non troviamo le parole giuste. Davanti ad un fratello o una sorella immerso nel mistero della Croce, il silenzio rispettoso e compassionevole, la nostra presenza sostenuta dalla preghiera, un gesto di tenerezza e di conforto, uno sguardo, un sorriso, possono fare più che tanti discorsi. Questa esperienza è stata vissuta da un piccolo gruppo di uomini e donne tra i quali la Vergine Maria e l’Apostolo Giovanni, che hanno seguito Gesù al culmine della sua sofferenza nella sua passione e morte sulla Croce. Tra costoro, ci ricorda il Vangelo, c’era un africano, Simone di Cirene. Egli venne incaricato di aiutare Gesù a portare la Sua Croce sul cammino verso il Golgota. Quest’uomo, anche se involontariamente, è venuto in aiuto all’Uomo dei dolori, abbandonato da tutti i suoi e consegnato ad una violenza cieca. La storia ricorda dunque che un africano, un figlio del vostro continente, ha partecipato, con la sua stessa sofferenza, alla pena infinita di Colui che ha redento tutti gli uomini compresi i suoi persecutori. Simone di Cirene non poteva sapere che egli aveva il suo Salvatore davanti agli occhi. Egli è stato “requisito” per aiutarlo (cfr Mc 15,21); egli fu costretto, forzato a farlo. E’ difficile accettare di portare la croce di un altro. E’ solo dopo la risurrezione che egli ha potuto comprendere quello che aveva fatto. Così è per ciascuno di noi, fratelli e sorelle: al cuore della disperazione, della rivolta, il Cristo ci propone la Sua presenza amabile anche se noi fatichiamo a comprendere che egli ci è accanto. Solo la vittoria finale del Signore ci svelerà il senso definitivo delle nostre prove.”

    https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2009/march/documents/hf_ben-xvi_spe_20090319_mondo-sofferenza.html

    Fiorenza Bettini

    17 Febbraio, 2025 - 13:57

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