Eccoci al beffardo omaggio dei soldati romani al Re dei Giudei

Cristo deriso di Matthias Grünewald – 1503 – per introdurre la scheda di presentazione della lectio che faremo via zoom lunedì 3 febbraio sul brano del Vangelo di Marco che narra la flagellazione di Gesù e gli scherni che il Nazareno subisce dai soldati romani nel cortile del pretorio. Ascolteremo gli approfondimenti di tre rinomati maestri (Gianfranco Ravasi, Rudolf Schnackenburg, Francesco Mosetto) e interrogheremo le immagini che dedicarono a questo episodio evangelico due straordinari pittori, ambedue espressionisti ante litteram: Hieronymus Bosch e Matthias Grünewald. Nei commenti la scheda e l’invito dei naviganti a collegarsi

9 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Portatori del disonore di Cristo. Quattro volte i racconti della Passione ci presentano Gesù fatto oggetto di scherno: dai membri del Sinedrio e dai servi al termine del processo giudaico (Matteo 26, 67s; Marco 14, 65; Luca 22, 63-65), dalla corte di Erode Antipa nel palazzo del Tetrarca (Luca 23, 11), dai soldati romani nel cortile del Pretorio (Matteo 27, 31; Marco 15, 16-20; Giovanni 19, 1-5), dalle autorità giudaiche, dai soldati, dai passanti e dai crocifissi con lui quand’è sulla croce (Matteo 27, 39-44; Marco 29, 32; Luca 23, 35-39).
    Dunque il Nazareno è schernito da una molteplicità di attori e in più circostanze: appare chiara l’importanza che le comunità cristiane dei primi decenni attribuirono a tale componente della passione. Nella nostra lettura degli scherni ai quali è sottoposto Gesù dai soldati romani secondo la narrazione di Marco avremo due avvertenze principali:
    la prima allo specifico della beffa in forma di parodia della regalità, che era un “gioco” in uso a Roma durante i Saturnalia (tra il 17 e il 23 dicembre) e che ha molteplici ricorrenze nel mondo antico e anche in luoghi e tempi vicini a quelli di Gesù: a tale obiettivo mirano gli approfondimenti 1 e 2 che offro al termine della scheda, riportando un testo di Ravasi e uno dello Schnackenburg;
    la seconda avvertenza andrà al significato complessivo dello scherno nella Passione, che cercheremo di cogliere nella varietà delle narrazioni di questo tema, che torna ben dieci volte nella sommatoria dei quattro Vangeli; e nella filigrana biblica che informa le varie narrazioni e che ha il suo modello principe nel Servo sofferente di Isaia (capitoli 50-53) e la chiave interpretativa nella Lettera agli Ebrei che invita i cristiani a farsi portatori del “disonore” del Cristo (13, 13).
    Forse oggi la prova maggiore che sono chiamati ad affrontare i cristiani è proprio quella di farsi portatori del disonore di Cristo: di porsi cioè come patetici creduloni in un mondo che si va facendo globalmente incredulo.

    1 Febbraio, 2025 - 21:29
  2. Luigi Accattoli

    Marco 15, 16-20. Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. 17Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. 18Poi presero a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. 19E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. 20Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

    1 Febbraio, 2025 - 21:30
  3. Luigi Accattoli

    Gli sputeranno addosso. v. 16: Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Questi soldati erano guidati da ufficiali romani ma erano reclutati tra le popolazioni non giudaiche della Palestina e della Siria. Nei loro scherni prende corpo quanto Gesù aveva annunciato nella terza predizione della passione: “Lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso” (Marco 10, 33s).
    v. 16b: nel pretorio. E’ la residenza in Gerusalemme del governatore romano, che durante l’anno risiedeva a Cesarea Marittima ma in occasione della Pasqua si trasferiva a Gerusalemme. Il pretorio era collocato forse nel Palazzo di Erode, o forse nella Fortezza Antonia, che si ergeva in un angolo della spianata del Tempio e aveva un cortile lastricato al centro di quattro corpi di fabbrica, terminanti in quattro torri. C’è incertezza tra gli archeologi sulla collocazione del pretorio.
    v. 17: Lo vestirono di porpora. La porpora era ritenuta di prerogativa regale, o imperiale. Anche in Israele la porpora indicava un’alta dignità: quando Alessandro Balas investe Gionata Maccabeo del ruolo di sommo sacerdote dà ordine di “vestirlo di porpora” (Primo Maccabei 10, 62). Qui potrebbe trattarsi del mantello corto dei legionari, “sagum” (da cui viene il “saio”), che era di colore rosso.

    1 Febbraio, 2025 - 21:32
  4. Luigi Accattoli

    Ave Re dei Giudei. v. 17b: intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. “Non è necessario pensare a lunghe spine acuminate: alcuni esegeti propongono l’ipotesi che si trattasse d’una particolare erba spinosa che fa piccoli fiori rosso sangue” (Schnackenburg 295).
    v. 18: Poi presero a salutarlo: Salve, re dei Giudei. E’ la parodia del saluto riservato all’imperatore: “Ave Caesar”.
    v. 19: E gli percuotevano il capo con una canna. Nel passo parallelo di Matteo leggiamo che dapprima “gli misero una canna nella mano destra” e poi “gli tolsero la canna e lo percuotevano sul capo” (27, 29s).
    v. 19b: gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. La prostrazione era un gesto di ossequio, la prostrazione e lo sputo uniti insieme raddoppiano il dileggio. Sputi il Nazareno ne aveva ricevuti anche nello scherno subito al termine dell’interrogatorio nella casa del Sommo Sacerdote: Marco 14, 65.
    v. 20: lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Il condannato alla crocifissione veniva portato nudo al luogo del supplizio. Nel mondo ebraico la nudità era motivo di scandalo e dunque è verosimile che Gesù sia stato portato con indosso le sue vesti lungo la “via dolorosa” e sia stato spogliato di esse solo al momento della crocifissione.

    1 Febbraio, 2025 - 21:34
  5. Luigi Accattoli

    Ravasi sulla parodia regale dei Saturnali a Roma. Durante la festa romana carnevalesca dei Saturnali si estraeva a sorte un prigioniero e lo si trasformava per una settimana in re da burla prima di giustiziarlo. In questa luce si comprenderebbero i dati evangelici sulle torture inflitte a Gesù dai soldati romani con corona di spine, mantello di porpora, scettro, inchini e acclamazioni.

    Gianfranco Ravasi, Biografia di Gesù, Raffaello Cortina Editore 2021, p. 214

    1 Febbraio, 2025 - 21:35
  6. Luigi Accattoli

    Schnackenburg sull’oltraggio alessandrino ad Agrippa 1° Re dei Giudei. L’intenzione dei soldati era piú quella di gettare su Gesú il ridicolo che non d’infliggergli delle torture fisiche. Porpora, corona e scettro erano insegne regali, che i soldati imitarono con espedienti ridicoli per prendersi gioco del “re dei giudei”. Tutto ciò viene narrato senza ricorso a eufemismi, ma anche senza esagerazione, mentre del comportamento di Gesú non si dice nulla. Egli è la vittima inerme di rozzi soldati. Fin dall’antichità sono note non poche di simili scene di travestimento, sia che si tratti di casi particolari o di normali usanze. Filone Alessandrino [nell’opera “In Flaccum” 5 e 6] racconta come, in occasione dell’ingresso di Agrippa I [investito del titolo di “re dei giudei” dall’imperatore Claudio nel 41 dopo Cristo] ad Alessandria, capitale dell’Egitto, un povero scemo di nome Caraba venisse incoronato con un diadema di carta e, avvolto in una coperta, gli fosse messa in mano una canna; fu poi parodiata una solenne udienza, e tutto questo per farsi belle del re dei giudei.

    Rudolf Schnackenburg, Vangelo secondo Marco, vol. 2, p. 295

    1 Febbraio, 2025 - 21:36
  7. Luigi Accattoli

    Mosetto sugli scherni nell’orizzonte biblico. Gli insulti rivolti a Gesù durante il processo si rinnovano quando è ormai sulla croce (Marco 14, 29-32). Essi evocano il lamento del giusto sofferente: “Sono più numerosi dei capelli del mio capo quelli che mi odiano senza ragione… Per te io sopporto l’insulto e la vergogna mi copre la faccia” (Salmo 69, 5.8; cfr. Giovanni 15, 25). Sulla scena degli oltraggi getta luce il testo isaiano del Servo di JHWH: “?? presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi” (Isaia 50,6). La penosa parodia della sua regalità richiama un salmo regale: “Ricorda, Signore, l’oltraggio fatto ai tuoi servi: porto nel cuore le ingiurie di molti popoli, con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano, insultano i passi del tuo consacrato” (Salmo 89, 51s). I profeti e i giusti di Israele, ricorda la Lettera agli Ebrei, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia. Mosè preferì “l’essere disprezzato per Cristo” (letteralmente: “l’ignominia del Cristo”) ai “tesori d’Egitto” (Ebrei 11, 26.36). L’autore della lettera cita questi esempi per incoraggiare i cristiani a uscire verso di lui – il “condottiero della fede che guida alla salvezza” (12, 2; 2, 10) – “portando il suo disonore” (13, 13).

    Francesco Mosetto, Marco nella sinfonia delle scritture, Queriniana 2021, p. 256s

    1 Febbraio, 2025 - 21:37
  8. Luigi Accattoli

    Una pizza che dura da 21 anni, quasi 22 – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 21 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.

    1 Febbraio, 2025 - 21:45
  9. Luigi Accattoli

    Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 3 febbraio. L’appuntamento precedente fu lunedì 20 gennaio e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 26 gennaio:

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/quel-giorno-che-pilato-mise-allasta-le-due-figure-messianiche-di-barabba-e-di-gesu/

    1 Febbraio, 2025 - 21:48

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