Ho mandato al premier insanguinato un pensiero gentile dal mio blog e mi è stato chiesto «come mai», non essendo io un sostenitore della sua politica: ora provo a spiegarmi, partendo dall’idea che un politico insanguinato è pur sempre un uomo che perde sangue e poi andando sull’altra idea – più complicata – che alle piazze calde si addicano menti fredde. – E’ l’attacco dell’articolo che mi ha chiesto ieri LIBERAL che oggi lo pubblica a pagina 7 con il titolo: DIETRO UN VOLTO INSANGUINATO.
A piazze calde si addicono menti fredde
11 Comments
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Penso si tratti di una questione di civiltà, caro Luigi. Chiunque sia il presidente del Consiglio non importa. E dunque non c’è motivo di mettersi a inneggiare davanti a gesti stupidi e folli.
condivido: l’insegnamento è quello dell’orecchio riattaccato nell’orto dei getsemani
“Ho mandato al premier insanguinato un pensiero gentile dal mio blog e mi è stato chiesto «come mai», non essendo io un sostenitore della sua politica:”
Trovo abbastanza grave che tu debba spiegare pure “come mai”.
Come dire? una linearità di pensiero e una coerenza con i propri valori entrambi invidiabili. Bellissimo articolo e grande lezione di vita!
( mi spaventa che tu abbia dovuto spiegare solidarietà,gentilezza,rispetto e pericolosità della Rete)
Come ha detto l’amico Tonizzo, è una (in fondo, semplice, elementare) questione di civiltà.
Dimenticavo: molto bello, al solito, il “pezzo” di Luigi.
Buona giornata a tutti !
Roberto 55
Grazie, Bob. E mi associo alla buona giornata generale.
Detto questo, siamo sempre là. Il presidente Mao diceva che la politica è guerra senza spargimento di sangue e la guerra è spargimento di sangue senza politica. A guardare Silvio non c’era niente di politico. Non è una guerra, ovvio, non siamo nel 1948 e non è l’attentato a Togliatti, non gonfiamo la cosa più del dovuto. Qui il punto è uno solo: agli avversari politici non si tirano pietrati. Li si vince con la persuasione, che è la forza della democrazia visto che è basata sul consenso e sulla libertà di scelta. Altro che fascismo e dittatura, come qualche babbuino dice…
Io sono convinto che il pericolo di una svolta autoritaria esista e che sia da attribuire solo in parte a questo Governo. D’ora in poi, pertanto, guarderò ai babbuini con maggiore simpatia.
Mah… quando rapiranno la gente di notte e la butteranno sul Tirreno coi voli della morte potrò crederci. Mi risulta che nessuno abbia attentato alle libere elezioni. Forse io vivo in un altro Paese.
Sì, Tonizzo: non siamo ancora ai “desaparecidos”. Ma i “cortigiani”, ronti ad inchinarsi comunque dinanzi al capo ed a colpire chi osasse dissentire, ci sono già. Il pericolo di una svolta autoritaria, non di tipo sanguinario ma “mediceo” (come disse Dossetti nel 1994), esiste. E dobbiamo essere pronti a resistere alle lusinghe.
Coloro che negli anni ’30 chinarono il capo dinanzi a Hitler, Mussolini, stalin non erano tutti malvagi e sanguinari: molti di loro erano buoni padri di famiglia, intellettuali competenti nel loro settore, uomini devoti. Talvolta le circostanze trasformano un uomo “normale” in un servo di regime senza che se ne accorga. Non vi accorgete di come viene trattato dal “Giornale” chiunque osi dissentire minimamente dal vertice di Forza Italia?
Per sviluppare lo spunto “mediceo”: Lorenzo il Magnifico non era un tiranno crudele ed odioso: era un raffinato intellettuale, compose poesie, organizzò feste, si mostrò abile diplomatico. Ma tolse la libertà ai fiorentini e trattò duramente i Volterrani che osarono ribellarsi.
Ma davvero vi sembra accostabile Silvio Berlusconi a Hitler e Mussolini o Stalin? Scusate ma io non accetto questi discorsi.
Parliamo degli intellettuali competenti nel loro settore. Ci sono rimasti intellettuali in Italia? Mi sbaglierò, ma credo di no. Camilleri, che è uno scrittore di sceneggiature e regista teatrale, è un intellettuale con quella presa sulla società che aveva il suo conterraneo Sciascia? Vedete un nuovo Pasolini? Umberto Eco, tra i firmatari del manifesto contro Calabresi (ma quello non era fascismo), vi sembra abbia detto o fatto qualcosa di incisivo nella società nazionale? Io non leggo nessun elzeviro, editoriale o fondo che scuota la gente. Non sento in Tv il commento a pagine provocatorie, ma solo a spazzatura. Dall’una e dall’altra parte. Una lettera come quella che il vecchio Pier Paolo scrisse chiedendo il “Processo” per Andreotti e soci con tanto di capo d’accusa oggi non sarebbe né scritta né pubblicata da alcuno. Non abbiamo intellettuali oggi.
Andiamo avanti: il Giornale non è l’unico giornale in Italia. Per fortuna. Non lo è nemmeno Repubblica. Per fortuna doppia. E poi esistono il Corriere, la Stampa, il Messaggero, il Tempo e così via. Si pubblicano settimanali evidentemente schierati da una parte e dall’altra. A me risulta che sotto i tre signori elencati da te, Raffaele, c’erano precise direttive di stampa attraverso le veline (che non si sposavano allora coi calciatori) e la stampa tipo Repubblica non era ammessa. Di solito i fascisti, con le squadracce, entravano e scassavano tutto.
Siamo arrivati a questo in Italia? Credo proprio di no.
Ecco, credo che la Storia sia maestra di vita. E dunque credo altresì di non poter accostare la nostra democrazia a dittature morbide e quant’altro. Fesserie. Sono dittature quando comanda Berlusconi, democrazia quando vince il centrosinistra. Francamente non mi pare un gigante il povero Silvio, ma nemmeno gli altri mi sembrano più alti di lui. Sono tutti scartine della Prima Repubblica, gente che non contava niente e che nel vuoto della politica creato dai giudici milanesi si è impancata a politicare a destra e a manca. Altro che fascismo. Semmai qui siamo allo sfascismo.
Ridatemi la DC. Voglio morire democristiano. Con il linguaggio dei democristiani. Leggetevi l’Affaire Moro, quell’uso centellinato delle parole che sapeva fare Aldo Moro, il “meno implicato” dei democristiani. Delicato, benignarsi, tante care cose (come firmava le lettere). Altro che “stronzo”, “coglioni”, “grattaculi” e le delicatezze di questa immonda Repubblica. Altro che dittatura…