Ho fatto quattro conferenze in quattro giorni: giovedì in una parrocchia di Fano che festeggia i quarant’anni, venerdì lectio penatalizia in una parrocchia di Roma-Casilino, sabato sui media in un centro culturale a La Spezia, stamane un incontro genitori nella parrocchia romana di Santa Lucia al quartiere Mazzini. Si possono vedere gli argomenti nella pagina CONFERENZE E DIBATTITI elencata sotto la mia foto. Sono uscito da questi impegni un poco frastornato ma contento di non aver scambiato tra loro gli argomenti, i luoghi e i giorni: poniamo andando a parlare del Natale a Fano il sabato, invece che della vita parrocchiale il giovedì. Racconto la mia modesta agenda per dire che dappertutto c’è gente che discute, si incontra, si impegna. Lo faccio contro il disfattismo che soffia anche in questo pianerottolo. Stamattina nella bella a grande chiesa di Santa Lucia c’era un pieno di gente sia alla messa delle dieci che a quelle delle undici e delle dodici. Era la festa patronale e la messa delle undici la celebrava il cardinale Sandri con folla di scouts, bambini del catechismo, chierichetti e chierichette bravissimi. Raccolta di fondi per la mensa della Caritas e per la costruzione di un ospedale a Kinshasa. Vendita di stelle di Natale per finanziare la mensa. Accensione di una grande quantità di lumini a Santa Lucia. C’era anche una persona semplice che faceva mosse con il capo, girandolo di scatto da un lato e si metteva in mezzo ai ministranti e agli scouts schierati con i loro guidoni. Tutti lo conoscevano e lo scansavano senza meraviglia. Io felice con loro.
Quattro conferenze in quattro giorni
10 Comments
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Tra tutte, ti avrei accompagnato al Casilino.
Per ragioni diverse, e pur non conoscendola abbastanza, amo questa zona di Roma.
VEDI ALLA VOCE DISFATTISMO
Luigi: “Lo faccio contro il disfattismo che soffia anche in questo pianerottolo.”
Dell’intensa e feconda attività che riferisci mi ha colpito questa frase che non condivido e che non la lascio cadere senza un approfondimento.
Nel senso comune “disfattismo”, è riferito all’accettazione della sconfitta senza lottare.
Se questo intendi, personalmente non mi ci ritrovo, tutt’altro.
Se invece intendi pessimismo, potrebbe essere una sensazione condivisibile, ma una sensazione.
Credo che come me i più che partecipano a questo blog siano persone in buona fede, seriamente impegnate nel sociale e nel non facile cammino di testimonianza al Vangelo attraverso le varie forme possibili di servizio alla chiesa e al prossimo secondo le proprie attitudini.
Non ritengo, questo, un blog autoreferenziale o autocelebrativo, bensì un forum a più voci talvolta dissonanti come deve essere in un confronto aperto e leale tra persone che s’interrogano cercando risposte, mai esaustive, in un campo complesso come quello della coscienza e della trascendenza.
Mi pare che sia un blog, frequentato da “addetti ai lavori”, meglio, di persone “informate sui fatti” che in qualche modo, per altra via come quella offerta dalla rete, sentono il desiderio di allargare il confronto e la conoscenza su tematiche sfidanti che hanno al centro Dio, e il destino dell’umanità; in un periodo storico attraversato dal nichilismo e dall’indifferenza, non solo nei confronti della religione.
Le motivazioni al pessimismo purtroppo crescono con la cronaca quotidiana e ci coinvolgono entrando di prepotenza nel vissuto personale, operando consciamente o inconsciamente, comunque una revisione del nostro modo di pensare e di agire.
La chiesa, la comunità dei credenti è esente da tutto questo? Non ne è sfiorata?
Certo il pessimismo non risolve, ma oggi quello che appare un atteggiamento pessimistico si sta trasformando in realismo ed è con la realtà che bisogna fare i conti e attrezzarsi per non soccombere.
Un esempio lo abbiamo visto nel recente dibattito scaturito dalla lettera di Celli al figlio.
Credo che solo guardando con intelligenza e raccontando con lealtà ciò che ci circonda, si possa recuperare il valore del senso critico e contribuire a miglioramento della vita e della società.
Se assisti a braccia conserte, non fai nulla, e per giunta fai il bastian contrario, allora sei certamente un fior di disfattista.
Ma altrettanto lo si è ammiccando, facendo finta di nulla o sganasciandosi per la qualunque, con l’ottimismo ad oltranza.
In medio stat virtus, è il punto di equilibrio non facile da trovare tra chi sorride sempre e comunque e chi si veste a lutto.
Ecco credo che questa sia oggi la condizione che vive la maggior parte delle persone.
E questo blog è certamente tra i mezzi utili a trovare questo equilibro, per questo lo frequento.
Nino ma io non pensavo minimamente al tuo sano pessimismo mentre scrivevo quelle parole. Anzi mi sono chiesto più volte, alla vista di quella comunità operosa, se non si trattasse proprio della tua parrocchia, alla quale ogni tanto accenni con passione. Il primo pensiero a te mi era venuto uscendo dalla metro a Lepanto e attendendo il bus 130F ai bordi della pista ciclabile: “Sarà quella su cui sbicicletta Nino?”
Rileggendo il mio post d’apertura mi accorgo – provocato da Nino – che disfattismo è parola troppo carica e anche ideologica. Sostituitela con SFIDUCIA e forse la mia idea sarà più chiara.
Talvolta anche una parola troppo carica di significati, consumata dall’uso, può aprire una discussione feconda. Disfattismo, poi, ha una seconda accezione – ancora più negativa rispetto a quella indicata da Nino – nella quale vi è non tanto “accettazione della sconfitta senza lottare”, ma interesse alla sconfitta della parte in cui apparentemente si milita. Parola terribile e antica, usata in tempi cupi, apertamente di guerra o di guerra interiore.
Colgo però il senso con cui Luigi l’aveva usata: siamo tutti più o meno angosciati da ciò che ci pare negativo e perdiamo la capacità di vedere il tanto bene che c’è! Un piccolo esempio: è più facile avvertire e ricordare le cacofonie di un canto mal interpretato piuttosto che le ottime prove fornite da un coro parrocchiale affiatato e ben diretto. Come se fosse “normale” cantare bene!
L’esempio l’ho portato perché nella mia parrocchia il coro, senza pretese artistiche, è davvero un buon coro, i coristi ci mettono la faccia, la voce, l’impegno.
C’è una straordinarietà nell’ordinario che sfugge ai più (me compreso, ovviamente), troppo preoccupati non dalle pene del giorno, ma anche da quelle dei giorni a venire. Come se tutto dipendesse da noi.
Più tempo passa più mi convinco della necessità non tanto di contrapporre al pessimismo della ragione l’ottimismo della volontà, quanto di avere fiducia e… fede.
Gerry,
il coro della mia parrocchia è composto da 50 elementi ed è diretto da un caro amico e ottimo maestro, tant’è che lo porto ogni tanto in giro per Roma.
Domenica 20 l’ho ingaggiato per un concerto presso la cappella dell’ospedale S. Andrea. Ingresso libero.
L’inizio è alle ore 16,30.
Questo è il programma
1. E. Petrolini e anonimi Antologia romana
2. Anonimo Puer natus
3. A. Adam Minuit chrétiens
4. Anonimo Quanno nascette Ninno
5. L. van Beethoven Heilege Nacht
6. Anonimo Veinticinco de diciembre
7. Anonimo We wish you a merry Christmas
8. Anonimi Rondò di Natale
Tra le varie conferenze vedo anche quella con l’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Molinari.. chissa’ che emozione che dev’essere stata
E si teneva a piazza Navona, davanti a un pubblico di giovani. Fu davvero memorabile Mattlar.
Debbo confessarti, Luigi, che anche a me aveva un pò sorpreso il tuo uso del termine (obiettivamente “tosto”) “disfattismo”: “sfiducia” mi pare, di certo, più consono.
Per il resto, che dire ? Non so come hai fatto a non confondere luoghi, giorni e temi: complimenti !
Comunque, ho stampato i tuoi interventi e, come dite a Roma, “mò me li leggo”.
Buona notte !
Roberto 55
@ Nino
Un gran bel programma!
Il S. Andrea non è particolarmente vicino, ma mi hai incuriosito e spero di venire … se la moglie mi da il permesso!