All’ascolto del Maestro seduto di fronte al tesoro del Tempio

Evangelario d’Avorio del V secolo – Museo dell’Opera del Duomo di Milano – per presentare la registrazione audio della serata di pizza e vangelo di lunedì 19 febbraio, quando leggemmo nel Vangelo di Marco il conturbante episodio che invita a guardare alla vedova che offre “tutta la sua vita” come a un’immagine di Cristo e insieme della chiesa. Qui il link alla registrazione e nel primo commento una mia lettura dell’immagine dell’Evangelario Ambrosiano

3 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Nell’immagine dell’Evangelario che è riprodotta nel post va segnalato il modo singolare nel quale è rappresentato il Maestro che – dice il Vangelo di Matteo – “seduto davanti al Tesoro osservava come la folla vi gettava monete”: egli è in figura del Cristo giudice e siede sul globo celeste. Quella “seduta” altamente simbolica va interpretata in riferimento a Isaia 66, 1: “Il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi”. Qui Gesù guarda alla “povera vedova” con lo sguardo stesso di Dio, ovvero del Signore del tempo ultimo, del Cristo giudice che vede il cuore d’ognuno e secondo il cuore giudica e non secondo le apparenze. E’ in forza della conoscenza dei cuori – infatti – che il Maestro ha potuto dire, a commento di quello che ha visto: “questa vedova, così povera, con le sue due monetine ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri”.
    Evangelario: cioè libro dei Vangeli. A custodia e mostra di questo libro usato nella liturgia – proveniente forse da Roma, forse da Ravenna – vi sono due tavole d’avorio nelle quali sono rappresentati 14 episodi dei Vangeli. Le figure a rilievo sono levigate dall’uso dell’Evangelario, cioè dalle mani dei diaconi che l’hanno portato in processione e dei celebranti che l’hanno alzato per benedire con esso le assemblee.
    Come le vecchie chiese sono abitate dalle preghiere dei secoli, così questo libro dei Vangeli porta il segno delle generazioni che l’hanno venerato: ovvero impugnato, alzato, processionato, cantato, crociato a benedizione.

    25 Febbraio, 2024 - 23:56
  2. fiorenza

    Prima ancora dell’ ascolto della registrazione, avevo già incontrato una cosa bella (memorabile ) in questo tuo commento all’ immagine con cui ci hai introdotto nel clima, nello spirito, della lectio. Interpretazione più che commento e, ancora di più, apertura. Apertura a uno spazio grande. La piccola figura a rilievo, tratta dalla copertina di un Evangeliario del V secolo “levigato dall’ uso”, ti porta (e, dietro a te, porta noi) a queste considerazioni: “Come le vecchie chiese sono abitate dalle preghiere dei secoli (e già questo, Luigi, ci trascina in una dimensione “grande”), così questo libro dei Vangeli porta il segno delle generazioni che l’ hanno venerato: ovvero…”. E qui, leggendo il seguito della frase, non abbiamo più scampo: siamo lì, siamo presi nel giro di questo passato, di questo eterno presente, quasi non siamo più noi (impossibile dire quello che intendo)… È come per la festa del tuo compleanno che, come dicevo, si era dilatata magicamente nello spazio e nel tempo….Capisco la difficoltà mia, nostra, e di quelli che ti ascoltano in diretta, a commentare, a fare domande, ad aggiungere qualche cosa. E, però, come erano festose, come trasmettevano letizia, le vive voci che ci hanno lasciato un saluto, alla fine. Mi sono piaciute tanto.

    27 Febbraio, 2024 - 10:42
  3. Luigi Accattoli

    Fiorenza sono contento di questo tuo messaggio. Bacio.

    27 Febbraio, 2024 - 22:40

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