Abbiamo avuto in parrocchia il padre Benanti: consigliere del Papa e del Governo per l’intelligenza artificiale
5 Comments
Luigi Accattoli
La coscienza non apparterrà mai a una macchina. Nonostante quanto alcuni film di fantascienza possano farci pensare, la coscienza non è qualcosa che appartiene alla macchina. Quindi non c’è una soggettività che si interroga su sé stessa o che interroga il mondo. È una macchina che esegue dei compiti. Riceve dei fini dall’uomo, come il robottino che può pulirci casa, per cui gli dico: “pulisci la casa”, e poi adegua i mezzi utilizzando l’aspiratore, va a sbattere, torna indietro, cosa che succede quando magari trova le scale, tutte cose legate a quel fine. Quindi questa parte, il “nuovo manico” dell’Intelligenza Artificiale, cioè la scelta dei fini adeguati, deve e può essere solo in mano all’uomo. Ciò non toglie che dare dei fini alla macchina senza pensarci troppo, senza farci le giuste domande, può portare a degli esiti catastrofici, pur senza la presenza di una macchina cosciente.
10 Gennaio, 2024 - 22:23
Luigi Accattoli
Ma una macchina può essere capace di narrare. Ci dobbiamo chiedere quali possono essere i grandi vantaggi per l’umanità apportati da queste tecnologie. Pensiamo all’aumento delle capacità di curare, a occasioni in cui si possono creare nuove forme di ricchezza. Ma ci è chiesto anche di valutare i rischi, non solo per le ineguaglianze che possono aumentare, ma perché specialmente nelle ultime forme di Intelligenza Artificiale, come quella denominata ChatGpt, noi abbiamo una macchina che è capace di “narrare”, capace di raccontare storie e le storie possono contribuire a formare l’opinione pubblica. Questa macchina può dunque essere utilizzata per scopi che non sono esattamente positivi, come quelli di aumentare l’odio sociale o creare nemici laddove non esistono. Una macchina che può influenzare così tanto l’opinione pubblica è chiaramente una macchina da guardare con molta attenzione, soprattutto da quegli organismi che hanno una volontà di collaborare a quella che è la pace globale o a un equo sviluppo. Dovremo anche cercare degli accordi internazionali basati su delle piattaforme di valori che possano dare a questo strumento un aiuto ad essere una forma di sviluppo e non semplicemente una forma di guadagno per pochi.
10 Gennaio, 2024 - 22:32
Luigi Accattoli
Tra le persone che siedono al tavolo a guardano verso il pubblico, la prima a sinistra è il vescovo ausiliare di Roma Riccardo Lamba, incaricato dell’ambito della “Chiesa ospitale e in uscita”, la seconda è il relatore Paolo Benanti, la terza è il parroco di Santa Maria ai Monti e direttore dell’ufficio diocesano della Pastorale del Lavoro, Francesco Pesce.
10 Gennaio, 2024 - 22:41
Luigi Accattoli
In parrocchia abbiamo spesso incontri culturali, ma quello di ieri è stato il più partecipato che io ricordi. L’incontro era stato programmato a seguito e a commento del messaggio del Papa per la Giornata della pace 2024, ma nel frattempo è arrivata la nomina di Paolo Benanti a presidente della Commissione governativa sull’intelligenza artificiale e questo ha moltiplicato le presenze.
10 Gennaio, 2024 - 22:43
Luigi Accattoli
Un successo mai visto. Non ieri in parrocchia, ma in altra occasione, il padre Benanti ha svolto questa considerazione sullo straordinario e immediato successo di Gpt4, cioè dell’ultima e più evoluta manifestazione dell’Intelligenza Artificiale: Neanche i costruttori di Gpt4 si aspettavano che un milione di persone lo provassero in cinque giorni. Questo è un risultato straordinario tra tutte le grandi innovazioni della tecnologia digitale, neanche Twitter ha avuto questi numeri, neanche Instagram, neanche Facebook. Qui si manifesta qualcosa di veramente interessante: non è solo una nuova tecnologia che si è resa accessibile, ma è come se tutto il mondo la stesse aspettando e l’aspettasse proprio in questo momento. E’ come se ci fosse sete e bisogno di questa nuova possibilità tecnologica: e la Gpt4 ha risposto a questa attesa.
La coscienza non apparterrà mai a una macchina. Nonostante quanto alcuni film di fantascienza possano farci pensare, la coscienza non è qualcosa che appartiene alla macchina. Quindi non c’è una soggettività che si interroga su sé stessa o che interroga il mondo. È una macchina che esegue dei compiti. Riceve dei fini dall’uomo, come il robottino che può pulirci casa, per cui gli dico: “pulisci la casa”, e poi adegua i mezzi utilizzando l’aspiratore, va a sbattere, torna indietro, cosa che succede quando magari trova le scale, tutte cose legate a quel fine. Quindi questa parte, il “nuovo manico” dell’Intelligenza Artificiale, cioè la scelta dei fini adeguati, deve e può essere solo in mano all’uomo. Ciò non toglie che dare dei fini alla macchina senza pensarci troppo, senza farci le giuste domande, può portare a degli esiti catastrofici, pur senza la presenza di una macchina cosciente.
Ma una macchina può essere capace di narrare. Ci dobbiamo chiedere quali possono essere i grandi vantaggi per l’umanità apportati da queste tecnologie. Pensiamo all’aumento delle capacità di curare, a occasioni in cui si possono creare nuove forme di ricchezza. Ma ci è chiesto anche di valutare i rischi, non solo per le ineguaglianze che possono aumentare, ma perché specialmente nelle ultime forme di Intelligenza Artificiale, come quella denominata ChatGpt, noi abbiamo una macchina che è capace di “narrare”, capace di raccontare storie e le storie possono contribuire a formare l’opinione pubblica. Questa macchina può dunque essere utilizzata per scopi che non sono esattamente positivi, come quelli di aumentare l’odio sociale o creare nemici laddove non esistono. Una macchina che può influenzare così tanto l’opinione pubblica è chiaramente una macchina da guardare con molta attenzione, soprattutto da quegli organismi che hanno una volontà di collaborare a quella che è la pace globale o a un equo sviluppo. Dovremo anche cercare degli accordi internazionali basati su delle piattaforme di valori che possano dare a questo strumento un aiuto ad essere una forma di sviluppo e non semplicemente una forma di guadagno per pochi.
Tra le persone che siedono al tavolo a guardano verso il pubblico, la prima a sinistra è il vescovo ausiliare di Roma Riccardo Lamba, incaricato dell’ambito della “Chiesa ospitale e in uscita”, la seconda è il relatore Paolo Benanti, la terza è il parroco di Santa Maria ai Monti e direttore dell’ufficio diocesano della Pastorale del Lavoro, Francesco Pesce.
In parrocchia abbiamo spesso incontri culturali, ma quello di ieri è stato il più partecipato che io ricordi. L’incontro era stato programmato a seguito e a commento del messaggio del Papa per la Giornata della pace 2024, ma nel frattempo è arrivata la nomina di Paolo Benanti a presidente della Commissione governativa sull’intelligenza artificiale e questo ha moltiplicato le presenze.
Un successo mai visto. Non ieri in parrocchia, ma in altra occasione, il padre Benanti ha svolto questa considerazione sullo straordinario e immediato successo di Gpt4, cioè dell’ultima e più evoluta manifestazione dell’Intelligenza Artificiale: Neanche i costruttori di Gpt4 si aspettavano che un milione di persone lo provassero in cinque giorni. Questo è un risultato straordinario tra tutte le grandi innovazioni della tecnologia digitale, neanche Twitter ha avuto questi numeri, neanche Instagram, neanche Facebook. Qui si manifesta qualcosa di veramente interessante: non è solo una nuova tecnologia che si è resa accessibile, ma è come se tutto il mondo la stesse aspettando e l’aspettasse proprio in questo momento. E’ come se ci fosse sete e bisogno di questa nuova possibilità tecnologica: e la Gpt4 ha risposto a questa attesa.