Ecco un libro bello tosto su come sta la nostra scuola e su che fine farà
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Luigi Accattoli
Gianna Fregonara e Orsola Riva Non sparate sulla scuola. Tutto quello che non vi dicono sull’istruzione in Italia
Solferino 2023 – pagine 171 – euro 16.00
Indice
1. La scuola di ieri? No, grazie
2. La scuola non è uguale per tutti
3. Imparare a imparare
4. La scuola immobile
5. Stare bene a scuola
6. L’importanza di essere prof
7. La lezione a rotelle
8. L’elefante nella stanza
9. Non perdere nessuno per strada
27 Novembre, 2023 - 13:12
Luigi Accattoli
Avvertenza al lettore. “Non sparate sulla scuola. Sarà anche invecchiata, piena di difetti e a corto di risorse, ma resta la più grande comunità organizzata del Paese. È lì che ogni mattina quasi nove milioni di bambini, ragazzi e adulti, dai 3 ai 67 anni, si danno appuntamento per ‘sfregare i loro cervelli l’uno contro l’altro’, come diceva già cinquecento anni fa Montaigne. Certo, se la giudichiamo solo con il metro dei test Invalsi e delle altre rilevazioni internazionali, scricchiola da tutte le parti. Ma per alcune sue caratteristiche rappresenta ancora oggi un modello da difendere: è aperta a tutti, è inclusiva, è gratuita e resta competitiva con il sistema privato che in altri Paesi invece ha preso il sopravvento”. Pagina 9
27 Novembre, 2023 - 13:17
Luigi Accattoli
Nel frattempo le scuole si sono aperte. “I cinici e gli scettici moderni non vedono nulla di male nel pagare a coloro ai quali affidano le menti dei loro figli uno stipendio inferiore a quello pagato a coloro ai quali affidano la manutenzione del loro impianto idraulico”. L’ha detto John Fitzgerald Kennedy, era il 1963. Sessant’anni dopo, anche al di qua dell’Atlantico le cose non sono poi molto cambiate. Salvo forse che gli idraulici sono diventati sempre più introvabili e a scuola nessuno chiama più i professori per esteso – prof, solo prof – e quando entrano in classe raramente gli studenti si alzano in piedi (ma avevamo smesso già negli anni Settanta-Ottanta). Nel frattempo, le scuole si sono aperte a tutti e ogni giorno accolgono centinaia di migliaia di bambini e ragazzi che provengono da famiglie, Paesi e storie diversissimi fra loro”. Pagina 89
27 Novembre, 2023 - 13:18
Luigi Accattoli
Che fare? Le due autrici tirano dalla loro inchiesta questa conclusione pragmatica: “Il primo passo è essere tutti d’accordo, non solo a parole, sull’importanza di investire sull’istruzione e sul capitale umano. L’Italia spende ancora troppo poco, e soprattutto male, per educare i giovani”. Lo sappiamo da sempre ma sarebbe ora che ne tirassimo un convincimento operativo essenziale: che quello di risparmiare sulla spesa scolastica è “un risparmio insensato visto che, quanto a giovani laureati, siamo già terribilmente indietro rispetto agli altri Paesi: penultimi in Europa, peggio di noi fa solo la Romania. Se non si inverte velocemente la rotta, l’Italia rischia di perdere posizioni rispetto alle altre grandi economie vecchie e nuove. L’unica via d’uscita, come ha detto e ridetto negli anni del suo mandato da governatore della Banca d’Italia anche Ignazio Visco, è investire in conoscenza, dalle scuole all’università, dai centri di ricerca alle imprese. Lo sosteneva già Benjamin Franklin: «Nessun altro investimento paga migliori interessi”. Pagina 171
27 Novembre, 2023 - 13:18
Luigi Accattoli
Saluto a Gianna e Orsola. Leggendovi mi è parso di capire che la pagina più rivelatrice del vostro libretto sia la numero 7, dov’è la dedica ai vostri figli, che sono tre dell’una e due dell’altra: “A Giorgio, Giacomo, Lorenzo, Giulio e Francesco”. Se ti fidi, quando sali su un aereo, riflettendo che il pilota è interessato quanto te a condurre a buon fine il volo, altrettanto dovrai fidarti nel leggere un libro sulla scuola scritto da due mamme che lo dedicano ai cinque figli che a scuola ci stanno andando. Gianna e Orsola grazie per quella pagina rivelatrice e grazie del vostro lavoro informato e appassionato.
Gianna Fregonara e Orsola Riva
Non sparate sulla scuola. Tutto quello che non vi dicono sull’istruzione in Italia
Solferino 2023 – pagine 171 – euro 16.00
Indice
1. La scuola di ieri? No, grazie
2. La scuola non è uguale per tutti
3. Imparare a imparare
4. La scuola immobile
5. Stare bene a scuola
6. L’importanza di essere prof
7. La lezione a rotelle
8. L’elefante nella stanza
9. Non perdere nessuno per strada
Avvertenza al lettore. “Non sparate sulla scuola. Sarà anche invecchiata, piena di difetti e a corto di risorse, ma resta la più grande comunità organizzata del Paese. È lì che ogni mattina quasi nove milioni di bambini, ragazzi e adulti, dai 3 ai 67 anni, si danno appuntamento per ‘sfregare i loro cervelli l’uno contro l’altro’, come diceva già cinquecento anni fa Montaigne. Certo, se la giudichiamo solo con il metro dei test Invalsi e delle altre rilevazioni internazionali, scricchiola da tutte le parti. Ma per alcune sue caratteristiche rappresenta ancora oggi un modello da difendere: è aperta a tutti, è inclusiva, è gratuita e resta competitiva con il sistema privato che in altri Paesi invece ha preso il sopravvento”. Pagina 9
Nel frattempo le scuole si sono aperte. “I cinici e gli scettici moderni non vedono nulla di male nel pagare a coloro ai quali affidano le menti dei loro figli uno stipendio inferiore a quello pagato a coloro ai quali affidano la manutenzione del loro impianto idraulico”. L’ha detto John Fitzgerald Kennedy, era il 1963. Sessant’anni dopo, anche al di qua dell’Atlantico le cose non sono poi molto cambiate. Salvo forse che gli idraulici sono diventati sempre più introvabili e a scuola nessuno chiama più i professori per esteso – prof, solo prof – e quando entrano in classe raramente gli studenti si alzano in piedi (ma avevamo smesso già negli anni Settanta-Ottanta). Nel frattempo, le scuole si sono aperte a tutti e ogni giorno accolgono centinaia di migliaia di bambini e ragazzi che provengono da famiglie, Paesi e storie diversissimi fra loro”. Pagina 89
Che fare? Le due autrici tirano dalla loro inchiesta questa conclusione pragmatica: “Il primo passo è essere tutti d’accordo, non solo a parole, sull’importanza di investire sull’istruzione e sul capitale umano. L’Italia spende ancora troppo poco, e soprattutto male, per educare i giovani”. Lo sappiamo da sempre ma sarebbe ora che ne tirassimo un convincimento operativo essenziale: che quello di risparmiare sulla spesa scolastica è “un risparmio insensato visto che, quanto a giovani laureati, siamo già terribilmente indietro rispetto agli altri Paesi: penultimi in Europa, peggio di noi fa solo la Romania. Se non si inverte velocemente la rotta, l’Italia rischia di perdere posizioni rispetto alle altre grandi economie vecchie e nuove. L’unica via d’uscita, come ha detto e ridetto negli anni del suo mandato da governatore della Banca d’Italia anche Ignazio Visco, è investire in conoscenza, dalle scuole all’università, dai centri di ricerca alle imprese. Lo sosteneva già Benjamin Franklin: «Nessun altro investimento paga migliori interessi”. Pagina 171
Saluto a Gianna e Orsola. Leggendovi mi è parso di capire che la pagina più rivelatrice del vostro libretto sia la numero 7, dov’è la dedica ai vostri figli, che sono tre dell’una e due dell’altra: “A Giorgio, Giacomo, Lorenzo, Giulio e Francesco”. Se ti fidi, quando sali su un aereo, riflettendo che il pilota è interessato quanto te a condurre a buon fine il volo, altrettanto dovrai fidarti nel leggere un libro sulla scuola scritto da due mamme che lo dedicano ai cinque figli che a scuola ci stanno andando. Gianna e Orsola grazie per quella pagina rivelatrice e grazie del vostro lavoro informato e appassionato.