“Quando ho occupato posizioni di potere ho fatto solo cattiverie. Le facevo a fin di bene, o perchè ero nervoso, ma le facevo in modo da farmi perdonare, perchè i peggiori cattivi – io in questo caso – sono quelli che poi la buttano sul buono, perchè vogliono essere amati”: parole veritiere di Paolo Mieli, dette l’altro ieri da Gramellini, alla 7. Avendo avuto Mieli come direttore al Corsera, a due riprese, per un totale di nove anni, posso confermare sia le cattiverie sia il rinculo buonista. Spiego la cabala nel primo commento
Paolo Mieli che faceva “solo cattiverie” e il mio gaio ricordo di quelle
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Due volte mio direttore. Paolo Mieli è stato direttore del Corriere della Sera una prima volta dal settembre 1992 al maggio 1997 e una seconda volta dal dicembre 2004 all’aprile 2009: e io sempre ero lì come vaticanista. Tra Repubblica e Corriere, ho lavorato con otto diversi direttori e tra tutti Mieli è stato quello con il quale ho avuto più conflitti. Le cattiverie si chiamavano per esempio argomenti forzosi o titoli forzati che imponeva e dei quali poi chiedeva scusa agli ecclesiastici, quando li incontrava, esprimendo rincrescimento per gli “errori” compiuti, come fossero capitati a sua insaputa. Una volta lo vidi esternare il suo “vivo dispiacere” al cardinale Ratzinger. E come era dispiaciuta la sua faccia. Quello era il buonismo a uso esterno, ma ne aveva un altro a uso interno: non perdeva occasione per dichiarare, con la stessa schiettezza con la quale oggi argomenta da Gramellini, che “noi per fortuna abbiamo il migliore vaticanista”.
https://gpcentofanti.altervista.org/lettura-nuova-del-padre-nostro-vangelo-di-mercoledi-11-ottobre-2023-e-commento/
UN ARTICOLO ORIGINALE NEL PANORAMA CATTOLICO
Una Chiesa famiglia
Ho scoperto sul campo che quando marito e moglie, al di là di normali nervosismi, contrasti, alla fine cercano di accettarsi andando oltre le divergenze, i figli possono tendere a cogliere il buono di entrambi. Se le divergenze diventano disprezzo i figli vengono orientati a seguire pregi e difetti di un solo genitore. Nel primo caso li vedono, al di là dei limiti, come una sola carne. E i genitori cristiani possono nel tempo scoprire l’efficacia del dono della fiducia nel disegno (quando autentico) di Dio.
Anche nella Chiesa possiamo riscontrare orientamenti differenti, che qui estremizzo per farli comprendere: intellettualismo e conseguenti astrazioni, ricerca della societas christiana; spiritualismo, ricerca di un resto di puri e duri; fuggendo da tali problematiche pragmatismo, per esempio giusto incontro, ma senza grande attenzione allo sviluppo, nei modi e nei tempi adeguati, anche delle identità. Allora rischio omologazione, che fa comodo a chi vuole svuotare la gente. Allo stesso modo dell’identitarismo, dello spiritualismo, chiusi in sé.
Sono i tre riduttivismi del razionalismo: se ci si basa su una ragione astratta resta poi un’anima disincarnata e un residuo emozionale, pratico, della vita quotidiana.
Orientamenti forse sperimentabili come provvidenziali, perché si interpellano l’un l’altro.
Se si cerca di accettarsi, di dialogare, di dare un prudente spazio al pluralismo anche nella cultura, i fedeli si possono più facilmente sentire da tutto ciò portati a cercare una spiritualità (dallo spiritualismo) semplice in cammino sereno, personalissimo, ben al di là degli schemi (dal pragmatismo), verso e grazie ai riferimenti della fede (dall’intellettualismo, identitarismo astratto). Crescendo nella Chiesa e imparando da ogni uomo. Entrando in contatto col proprio cuore semplice nella luce serena. Scoprendo sempre più il discernere concreto, divino e umano, del Gesù dei vangeli. E così sulla propria via ogni uomo.
Può nascere gradualmente nella storia una speranza nuova che rinnova il mondo, la cultura, la vita, a tutto campo. La libera, semplice, crescita di ciascuno, nella Luce che lo illumina, anche nello scambio con gli altri. Nei modi e nei tempi adeguati fin dalla scuola. Il cammino pure verso una più viva, autentica, democrazia.
Una strada da decenni feconda a tutto campo che ha sciolto secolari nodi ecumenici, ha aperto percorsi nuovi e fruttuosi, pieni di feconde scoperte, nella spiritualità, nella cultura, nella filosofia, nella logica, nella psicologia, nella pastorale…
Ha cercato di cogliere gli aspetti positivi dei vari orientamenti sviluppandoli nel continuo oltre di Gesù, Dio e uomo, dei suoi vangeli… Ecco qui sotto una versione di tale strada di meno immediata comunicatività pastorale ma dai riferimenti culturali più definiti.
https://gpcentofanti.altervista.org/i-fondamenti-spirituali-culturali-di-un-nuovo-discernimento-in-gesu-dio-e-uomo/
https://gpcentofanti.altervista.org/tappe-conseguenti-alla-preghiera-sincera-vangelo-di-giovedi-12-ottobre-2023-e-commento/
https://gpcentofanti.altervista.org/la-pericolosa-superbia-del-redento-vangelo-di-mercoledi-13-ottobre-2023-e-commento/
https://gpcentofanti.altervista.org/le-piu-diffuse-tendenze-nella-chiesa/
RICERCA DEI POSSIBILI PUNTI DEBOLI E DI QUELLI VALIDI IN CIASCUN ORIENTAMENTO NELLA CHIESA E LA ACCOGLIENZA DEI SECONDI NEL CONTINUO OLTRE DEL GESÙ, DIO E UOMO, DEI VANGELI.
https://gpcentofanti.altervista.org/i-vari-orientamenti-ecclesiali-determinati-da-impostazioni-inconsapevoli/
Caro Luigi, tu spieghi la cabala (per altro palese) della perfidia di Mieli nel primo commento, ma poi tutto lo spazio lo occupa Centofanti Giampaolo, che non so chi sia perché evito di aprire i collegamenti di cui cosparge continuamente il tuo blog, ma che mi pare stia esagerando un pochino: in due giorni ha sentito per ben sei volte il bisogno di farci sapere che c’è anche lui. Est modus in rebus.