Cesto con fichi, dipinto murale romano dalla villa di Poppea a Oplontis, in Campania. Con esso accompagno la pubblicazione della registrazione audio della serata di Pizza e Vangelo che facemmo lunedì 2 ottobre, leggendo la maledizione del fico che è nel Vangelo di Marco al capitolo 11. Nel primo commento riporto la parabola del fico che è narrata dal solo Vangelo di Luca e che va letta insieme alla parabolica maledizione che è invece presente in Matteo e in Luca. Ma solo Marco ha la notazione chiave che quella non era la stagione dei fichi: dunque il significato delle parole di Gesù va cercato – per quanto ci è dato – sul piano dei simboli e non su quello delle piante e delle stagioni
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Luigi Accattoli
Parabola del fico sterile. Luca 13, 6-9: Diceva anche questa parabola: “Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai””. Qui il vignaiolo interpreta la longanimità e la misericordia verso i peccatori di cui Gesù è portatore nell’insieme dei Vangeli. Ma egli è anche l’annunciatore dell’avvento del Regno e del Giudizio finale, nel quale verrà sradicato chi sarà restato infecondo nonostante la zappa e il concime. Il povero fico incolpevole fu dunque inaridito a parabola degli sterili colpevoli lasciati “ancora quest’anno” ma infine “tagliati”.
Gesù con un miracolo alla rovescia fa capire fa capire che avrebbe potuto anche fare il miracolo del fico con frutti fuori stagione. Dio può ogni cosa ma lascia libero l’uomo e l’uomo può fare il miracolo alla rovescia di non portare frutto nemmeno quando la grazia glielo consentirebbe.
Parabola del fico sterile. Luca 13, 6-9: Diceva anche questa parabola: “Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai””. Qui il vignaiolo interpreta la longanimità e la misericordia verso i peccatori di cui Gesù è portatore nell’insieme dei Vangeli. Ma egli è anche l’annunciatore dell’avvento del Regno e del Giudizio finale, nel quale verrà sradicato chi sarà restato infecondo nonostante la zappa e il concime. Il povero fico incolpevole fu dunque inaridito a parabola degli sterili colpevoli lasciati “ancora quest’anno” ma infine “tagliati”.
Dicendo che il fico non farà più frutti
Segue dal commento sopra:
Gesù con un miracolo alla rovescia fa capire fa capire che avrebbe potuto anche fare il miracolo del fico con frutti fuori stagione. Dio può ogni cosa ma lascia libero l’uomo e l’uomo può fare il miracolo alla rovescia di non portare frutto nemmeno quando la grazia glielo consentirebbe.
https://gpcentofanti.altervista.org/poesia-la-natura-della-luce/