Con Gesù che entra in Gerusalemme su un asino preso in prestito
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Luigi Accattoli
Amici belli, ben ritrovati: ci vediamo via Zoom lunedì 18 alle 21.00 per il primo appuntamento di Pizza e Vangelo dopo la pausa estiva: l’ultima serata l’avevamo fatta il 26 giugno. Leggeremo l’episodio dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme come è narrato da Marco 11, 1-11. Come sempre, chi volesse invitare dei conoscenti a collegarsi, può girare loro questo mio invito suggerendo loro di scrivermi per essere inseriti nella lista delle persone che ricevono regolarmente le mie comunicazioni. Nei commenti che seguono riporto la scheda di preparazione all’appuntamento.
14 Settembre, 2023 - 21:42
Luigi Accattoli
Gesù entra in Gerusalemme su un asino preso in prestito – Marco 11, 1-11 – Ho dato a questa scheda un titolo insolito per aiutarci a uscire dalle immagini ricevute, che nel caso dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sono grandi, consegnate a mosaici e affreschi, al gregoriano, a festose processioni nella luce primaverile della Domenica delle Palme. Proviamo a uscire dalle immagini ricevute per cogliere la realtà sovversiva dell’agire di Gesù nel primo giorno della settimana di Passione.
Il titolo che ho messo – come documenterò nelle considerazioni finali della scheda – viene da un passo del Gesù di Nazaret di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI che leggeremo insieme ad altri due maestri che teniamo come guide abituali nella nostra lettura dei Vangeli, Romano Guardini e Bruno Maggioni; e vedremo che tutti convergono nell’affermare che questo ingresso in Gerusalemme non è in alcun modo un ingresso trionfale (ci sono accompagnatori festanti ma non ci sono folle e autorità), ma è piuttosto un ingresso messianico, da interpretare alla luce dei brani anticotestamentari che vengono evocati e da intendere come un’azione simbolica voluta da Gesù per segnalare la messianicità pacifica, povera e disarmata di cui è portatore, a correzione delle aspettative nutrite dai discepoli.
In quanto azione simbolica l’ingresso in Gerusalemme va letto in continuità con le altre azioni simboliche che lo seguono: la maledizione del fico e la cacciata dei mercanti dal Tempio. Non si tratta di prese di possesso della Città e del Tempio, né di una dimostrazione del proprio potere sulla natura (maledizione del fico), ma si tratta di azioni e gesti con valore di parabole, mirati a trasmettere precisi insegnamenti.
Per la loro interpretazione può servirci da guida l’episodio della Lavanda dei piedi che Giovanni porrà al centro della narrazione dell’ultima Cena: in quel caso Gesù pone un gesto simbolico mirato a dettare ai discepoli la regola del servizio reciproco che deve governare la vita della loro comunità. Qui l’ingresso sul mite asinello sta a dire che egli è sì il Messia ma non quel Messia combattente e dominante che era atteso dall’ebraismo ufficiale del tempo e dai suoi stessi parenti e seguaci.
14 Settembre, 2023 - 21:46
Luigi Accattoli
Marco 11, 1-11. Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli 2e disse loro: “Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. 3E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito””. 4Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. 5Alcuni dei presenti dissero loro: “Perché slegate questo puledro?”. 6Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. 7Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. 8Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. 9Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! 10Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!”. 11Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
14 Settembre, 2023 - 21:47
Luigi Accattoli
Troverete un puledro legato. v. 1: vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània. Betfage è di incerta localizzazione. Betania si trova tre chilometri a est di Gerusalemme, alle pendici del Monte degli Ulivi. E’ nominata spesso nei Vangeli. E’ luogo della risurrezione di Lazzaro (Giovanni 11, 1-45), dell’incontro di Gesù con Marta e Maria (Luca 10, 38-42), della presenza di Gesù al banchetto in casa di Simone il lebbroso (Giovanni 12, 1-10, Matteo 26, 6-13 e Marco 14, 3-9). Da Betania, dove pernotta, Gesù raggiunge Gerusalemme ogni giorno nell’ultima settimana della sua vita.
v. 1b: presso il monte degli Ulivi. Collina che sovrasta Gerusalemme a levante. Indicato da Luca 24, 50 e da Atti 1, 12 come luogo dell’Ascensione. Nel libro del profeta Zaccaria è il luogo della battaglia decisiva del Signore contro le nazioni: “In quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il Monte degli Ulivi” 814, 4).
v. 2: troverete un puledro legato. Le interpretazioni si dividono tra chi vede in queste parole il segno di una profezia di Gesù, o il rimando a un precedente accordo con persona a lui nota. Nel libro del profeta Zaccaria un asino è la cavalcatura scelta dal guerriero divino: “Ecco a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio di asina” (9, 9).
vv. 7s: vi gettarono sopra i loro mantelli […] stendevano i mantelli sulla strada. I mantelli vengono gettati sul puledro a similitudine dell’addobbo di un seggio regale e vengono stesi sulla strada a immagine di un tappeto per un’accoglienza principesca.
v. 11: Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. In Marco questo è il primo ingresso di Gesù in Gerusalemme e nel tempio. In Luca è narrato l’episodio dello smarrimento di Gesù nel tempio ai suoi 12 anni, Giovanni segnala più visite di Gesù a Gerusalemme.
14 Settembre, 2023 - 21:48
Luigi Accattoli
Per l’approfondimento. Indico tre letture di grandi maestri per aiutarci a una piena intelligenza di questo brano cardine di tutti e tre i Vangeli Sinottici: cardine tra la narrazione della vita pubblica di Gesù e il racconto della Passione.
1. Romano Guardini ha un capitolo intitolato L’ingresso a Gerusalemme nella sua opera maestra Il Signore. Lo trovi alle pagine 411-416 dell’edizione Vita e Pensiero – Morcelliana 2005 [testo originale tedesco 1937]: “Con questo evento hanno inizio gli ultimi sei giorni della vita del Signore. Per comprenderlo facciamoci dire dai conoscitori dell’Antico Testamento che era costume andare incontro ai pellegrini, specialmente a quelli che portavano al Tempio le primizie, e avviarsi all’entrata della città in corteo festoso insieme a loro”. Ma non si tratta per nulla di un ingresso trionfale: “Che cosa avrebbe pensato un ufficiale romano se avesse visto quell’uomo poveramente vestito, sul suo asinello, con un mantello per sella, e la gente che gli stava intorno?”.
2. Joseph Ratzinger – Benedetto XVI pone al secondo volume dell’opera Gesù di Nazaret il sottotitolo Dall’ingresso a Gerusalemme fino alla risurrezione e lo apre con un capitolo intitolato Ingresso in Gerusalemme e purificazione del Tempio [pp. 11-34 dell’edizione LEV 2011]: “Gesù entra in città su un asino preso in prestito (…). Egli è un re che spezza gli archi da guerra, un re della pace e un re della semplicità, un re dei poveri (…). Gesù rivendica di fatto un ruolo regale. Vuole che si comprenda il suo cammino e il suo agire in base alle promesse dell’Antico Testamento, che in lui diventano realtà (…). La folla che, alla periferia della città, rende omaggio a Gesù non è la stessa che avrebbe poi chiesto la sua crocifissione”.
3. Bruno Maggioni così conclude il suo commento nel volume Il racconto di Marco (Cittadella Editrice 2008, p. 205): “Questo ricco sottofondo anticotestamentario [il Re umile che cavalca un’asina di Zaccaria 9, 9; i mantelli posti a tappeto regale del Secondo libro dei Re 9, 13; l’Osanna del Salmo 118, 25] rivela il modo in cui la comunità cristiana ha letto l’episodio, scorgendo in esso un profondo senso messianico. Da parte sua Marco, come al solito, sembra attento a non permettere equivoci sul messianismo regale di Gesù: un Messia umile e pacifico, un trionfo da poco, un invito a Israele ad aprirsi alle genti, non certo a dominare. Messianismo regale, senza dubbio, ma l’azione regale di Dio non è quella che pensano gli uomini”.
Per ora la pizza latita. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da più di 20 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
14 Settembre, 2023 - 21:53
Luigi Accattoli
Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 18 settembre. L’appuntamento precedente fu lunedì 26 giugno e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 13 luglio:
Gesù apre una strada che non finiremo di scoprire proprio come lui dice tornando sempre più profondamente a lui, ai vangeli. È la strada dei piccoli, non di tante apparenze, formalismi, miopi convenienze e interessi terreni. È la strada della vita vissuta, condivisa, in ogni suo aspetto e non della mera teoria o di una altrettanto inesistente mera pratica. https://gpcentofanti.altervista.org/i-fondamenti-spirituali-culturali-di-un-nuovo-discernimento-in-gesu-dio-e-uomo/
15 Settembre, 2023 - 6:28
fiorenza
Non sono riuscita a scrivere nemmeno una parola di commento, i giorni scorsi. Sembra che le difficoltà a fare le cose aumentino, proprio ora che la mano ha ricominciato a dare segni di vita. Non capisco perché. Spero che me lo spieghino il 21 alla visita di controllo in ospedale. Provo a dire qualcosa adesso, lentamente, prima che finisca l’effetto dell’antidolorifico.
Il tema è questo: il titolo (“Con Gesù che entra in Gerusalemme su un asino preso in prestito”) è, certamente, quello giusto. E’ proprio così. Eppure, a me pare che in esso manchi qualche cosa.
Il fatto è questo, Luigi: a me dispiace “uscire dalle immagini ricevute”, con le loro “festose processioni”. Non comprendo perché mai “la luce primaverile della Domenica delle Palme” e la festa potrebbero impedirci di cogliere “la realtà sovversiva dell’agire di Gesù nel primo giorno della settimana di Passione”.
Certo, si può anche dire che “questo ingresso in Gerusalemme non è in alcun modo un ingresso trionfale (ci sono accompagnatori festanti ma non ci sono folle e autorità), ma è piuttosto un ingresso messianico”: si può, e si deve dire eccome! Nulla di “messianico” è immediatamente accessibile, fruibile, comprensibile, nemmeno per i discepoli, figuriamoci per “folle e autorità”! Eppure, in “quella” luce primaverile, nella “festosa processione”, nell’ inatteso, nell’ignoto di quel mite, soave, inesorabile, inarrestabile incedere, il cuore si dilata”, “fa” festa, , accoglie in gioia grande, in giubilo (in festa, appunto) la rivelazione, comprende l’incomprensibile della “messianicità pacifica, povera e disarmata” del Signore.
E mi chiedo addirittura ( e vi chiedo), Luigi e lettori di Luigi, se nei secoli noi non abbiamo, per caso, perso qualche cosa, Qualche cosa che “c’era” .
“C’era, una volta”, come dicono le Fiabe. Certo che c’era: mi riferisco a ciò che (circa il 381-384 d.C) Egeria, o Eteria, vide, vide con i suoi occhi, (e descrisse in ogni dettaglio) a Gerusalemme dove visse ogni momento della Grande Settimana nel corso del suo Pellegrinaggio, ” Peregrinatio Aetheriae “, o “Itinerarium Egeriae”, prezioso “diario di viaggio” in Terra Santa di una misteriosa donna della Galizia
Fiorenza Bettini
16 Settembre, 2023 - 14:48
fiorenza
Sul racconto di Egeria:
“La pellegrina spagnola ricorda — tra l’altro — la festosa celebrazione della Domenica delle palme: «La domenica in cui si entra nella settimana pasquale […] tutto il popolo sale sul monte degli olivi […] e quando arriva l’ora undicesima (cioè le cinque del pomeriggio) si legge quel passo del vangelo, dove i fanciulli vanno incontro al Signore con rami di olivo o palme […]. Allora il vescovo si alza in piedi e con lui tutto il popolo. Di là, ossia dalla sommità del monte degli olivi, si fa tutto il percorso a piedi mentre il popolo, procedendo dinanzi al vescovo, al canto di inni e antifone, risponde continuamente: Benedetto colui che viene nel nome del Signore. E tutti quanti i bambini di quei luoghi, anche coloro che non possono camminare per la tenera età e sono tenuti sulle spalle dai loro genitori, tengono in mano dei rami, chi di palma e chi di olivo, nello stesso modo con cui fu accompagnato il Signore, così viene festeggiato anche il vescovo. Dalla cima del monte si va fino alla città e, poi, attraverso la città fino all’Anastasi» (Diario di viaggio XXXI , 1-4).
La citazione è da qui (dove abbiamo anche un dettaglio proprio dell’”Ingresso di Gesù in Gerusalemme” di Pietro Lorenzetti, con cui tu introduci la tua scheda su questo evento. Ma l’Arte, la grande Arte, è così: aperta a più letture, a più interpretazioni):
Non è stato un ingresso trionfale, ma – come ha ben detto Luigi – una “realtà sovversiva”.
Comunque, ne parliamo lunedì.
Buona domenica!
Roberto Caligaris
17 Settembre, 2023 - 0:00
fiorenza
Ciao Roberto! Mi ha sempre commosso il fatto che proprio la Domenica delle palme, la notte del 27 marzo 1211, con la sua fuga da casa verso la Porziuncola e il suo “ingresso trionfale” nella povertà assoluta, si manifesta e si compie la “realtà sovversiva” di Santa Chiara d’Assisi. Credo che stiamo dicendo la stessa cosa, tu, io e Luigi.
Fiorenza Bettini
17 Settembre, 2023 - 4:00
fiorenza
Tu dici, Roberto, “ne parliamo lunedì”. Non sono in condizione di partecipare, vi ascolterò poi nella registrazione audio , spero. Così, altra piccola traccia del mio “esserci”, dell’essere in comunione con voi, vi lascio anche questa altra cosa: i primi versi di una poesia di Boris Pasternak che mi è molto cara e che proprio a “Gesù che entra in Gerusalemme” si ispira:
“Giorni cattivi”
(di Boris Pasternak , da ” Poesie di Jurij Zivago”, in ” Il dottor Zivago”)
Quando nell’ultima settimana
lui entrò a Gerusalemme,
gli osanna gli risuonavano incontro,
dietro gli correva la gente con rami di palma.
Ma poi, giorni sempre più empi e crudeli,
quando i cuori sono sordi all’amore,
il disprezzo solleva i sopraccigli,
ed ecco ch’è l’epilogo, la fine,
Con tutta la sua pesantezza di piombo
il cielo si schiacciava sulle strade,
i farisei cercavano le prove
…………………..
Amici belli, ben ritrovati: ci vediamo via Zoom lunedì 18 alle 21.00 per il primo appuntamento di Pizza e Vangelo dopo la pausa estiva: l’ultima serata l’avevamo fatta il 26 giugno. Leggeremo l’episodio dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme come è narrato da Marco 11, 1-11. Come sempre, chi volesse invitare dei conoscenti a collegarsi, può girare loro questo mio invito suggerendo loro di scrivermi per essere inseriti nella lista delle persone che ricevono regolarmente le mie comunicazioni. Nei commenti che seguono riporto la scheda di preparazione all’appuntamento.
Gesù entra in Gerusalemme su un asino preso in prestito – Marco 11, 1-11 – Ho dato a questa scheda un titolo insolito per aiutarci a uscire dalle immagini ricevute, che nel caso dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sono grandi, consegnate a mosaici e affreschi, al gregoriano, a festose processioni nella luce primaverile della Domenica delle Palme. Proviamo a uscire dalle immagini ricevute per cogliere la realtà sovversiva dell’agire di Gesù nel primo giorno della settimana di Passione.
Il titolo che ho messo – come documenterò nelle considerazioni finali della scheda – viene da un passo del Gesù di Nazaret di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI che leggeremo insieme ad altri due maestri che teniamo come guide abituali nella nostra lettura dei Vangeli, Romano Guardini e Bruno Maggioni; e vedremo che tutti convergono nell’affermare che questo ingresso in Gerusalemme non è in alcun modo un ingresso trionfale (ci sono accompagnatori festanti ma non ci sono folle e autorità), ma è piuttosto un ingresso messianico, da interpretare alla luce dei brani anticotestamentari che vengono evocati e da intendere come un’azione simbolica voluta da Gesù per segnalare la messianicità pacifica, povera e disarmata di cui è portatore, a correzione delle aspettative nutrite dai discepoli.
In quanto azione simbolica l’ingresso in Gerusalemme va letto in continuità con le altre azioni simboliche che lo seguono: la maledizione del fico e la cacciata dei mercanti dal Tempio. Non si tratta di prese di possesso della Città e del Tempio, né di una dimostrazione del proprio potere sulla natura (maledizione del fico), ma si tratta di azioni e gesti con valore di parabole, mirati a trasmettere precisi insegnamenti.
Per la loro interpretazione può servirci da guida l’episodio della Lavanda dei piedi che Giovanni porrà al centro della narrazione dell’ultima Cena: in quel caso Gesù pone un gesto simbolico mirato a dettare ai discepoli la regola del servizio reciproco che deve governare la vita della loro comunità. Qui l’ingresso sul mite asinello sta a dire che egli è sì il Messia ma non quel Messia combattente e dominante che era atteso dall’ebraismo ufficiale del tempo e dai suoi stessi parenti e seguaci.
Marco 11, 1-11. Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli 2e disse loro: “Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. 3E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito””. 4Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. 5Alcuni dei presenti dissero loro: “Perché slegate questo puledro?”. 6Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. 7Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. 8Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. 9Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! 10Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!”. 11Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
Troverete un puledro legato. v. 1: vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània. Betfage è di incerta localizzazione. Betania si trova tre chilometri a est di Gerusalemme, alle pendici del Monte degli Ulivi. E’ nominata spesso nei Vangeli. E’ luogo della risurrezione di Lazzaro (Giovanni 11, 1-45), dell’incontro di Gesù con Marta e Maria (Luca 10, 38-42), della presenza di Gesù al banchetto in casa di Simone il lebbroso (Giovanni 12, 1-10, Matteo 26, 6-13 e Marco 14, 3-9). Da Betania, dove pernotta, Gesù raggiunge Gerusalemme ogni giorno nell’ultima settimana della sua vita.
v. 1b: presso il monte degli Ulivi. Collina che sovrasta Gerusalemme a levante. Indicato da Luca 24, 50 e da Atti 1, 12 come luogo dell’Ascensione. Nel libro del profeta Zaccaria è il luogo della battaglia decisiva del Signore contro le nazioni: “In quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il Monte degli Ulivi” 814, 4).
v. 2: troverete un puledro legato. Le interpretazioni si dividono tra chi vede in queste parole il segno di una profezia di Gesù, o il rimando a un precedente accordo con persona a lui nota. Nel libro del profeta Zaccaria un asino è la cavalcatura scelta dal guerriero divino: “Ecco a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio di asina” (9, 9).
vv. 7s: vi gettarono sopra i loro mantelli […] stendevano i mantelli sulla strada. I mantelli vengono gettati sul puledro a similitudine dell’addobbo di un seggio regale e vengono stesi sulla strada a immagine di un tappeto per un’accoglienza principesca.
v. 11: Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. In Marco questo è il primo ingresso di Gesù in Gerusalemme e nel tempio. In Luca è narrato l’episodio dello smarrimento di Gesù nel tempio ai suoi 12 anni, Giovanni segnala più visite di Gesù a Gerusalemme.
Per l’approfondimento. Indico tre letture di grandi maestri per aiutarci a una piena intelligenza di questo brano cardine di tutti e tre i Vangeli Sinottici: cardine tra la narrazione della vita pubblica di Gesù e il racconto della Passione.
1. Romano Guardini ha un capitolo intitolato L’ingresso a Gerusalemme nella sua opera maestra Il Signore. Lo trovi alle pagine 411-416 dell’edizione Vita e Pensiero – Morcelliana 2005 [testo originale tedesco 1937]: “Con questo evento hanno inizio gli ultimi sei giorni della vita del Signore. Per comprenderlo facciamoci dire dai conoscitori dell’Antico Testamento che era costume andare incontro ai pellegrini, specialmente a quelli che portavano al Tempio le primizie, e avviarsi all’entrata della città in corteo festoso insieme a loro”. Ma non si tratta per nulla di un ingresso trionfale: “Che cosa avrebbe pensato un ufficiale romano se avesse visto quell’uomo poveramente vestito, sul suo asinello, con un mantello per sella, e la gente che gli stava intorno?”.
2. Joseph Ratzinger – Benedetto XVI pone al secondo volume dell’opera Gesù di Nazaret il sottotitolo Dall’ingresso a Gerusalemme fino alla risurrezione e lo apre con un capitolo intitolato Ingresso in Gerusalemme e purificazione del Tempio [pp. 11-34 dell’edizione LEV 2011]: “Gesù entra in città su un asino preso in prestito (…). Egli è un re che spezza gli archi da guerra, un re della pace e un re della semplicità, un re dei poveri (…). Gesù rivendica di fatto un ruolo regale. Vuole che si comprenda il suo cammino e il suo agire in base alle promesse dell’Antico Testamento, che in lui diventano realtà (…). La folla che, alla periferia della città, rende omaggio a Gesù non è la stessa che avrebbe poi chiesto la sua crocifissione”.
3. Bruno Maggioni così conclude il suo commento nel volume Il racconto di Marco (Cittadella Editrice 2008, p. 205): “Questo ricco sottofondo anticotestamentario [il Re umile che cavalca un’asina di Zaccaria 9, 9; i mantelli posti a tappeto regale del Secondo libro dei Re 9, 13; l’Osanna del Salmo 118, 25] rivela il modo in cui la comunità cristiana ha letto l’episodio, scorgendo in esso un profondo senso messianico. Da parte sua Marco, come al solito, sembra attento a non permettere equivoci sul messianismo regale di Gesù: un Messia umile e pacifico, un trionfo da poco, un invito a Israele ad aprirsi alle genti, non certo a dominare. Messianismo regale, senza dubbio, ma l’azione regale di Dio non è quella che pensano gli uomini”.
Sei video di Derio Olivero. Il vescovo di Pinerolo Derio Olivero lungo la quaresima di quest’anno ha proposto e commentato in sei video altrettante opere famose dedicate all’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Ecco i link per poterli vedere:
Giotto: https://www.youtube.com/watch?v=Y3H-08fnEWc
Pietro Lorenzetti: https://www.youtube.com/watch?v=8xlD-yzlXX4
Stanley Spencer: https://www.youtube.com/watch?v=Bc5JjG37TP8
Guttuso: https://www.youtube.com/watch?v=n9LvPFRkOeI
Van Dick: https://www.youtube.com/watch?v=EDXcVr7iYqc
Rubens: https://www.youtube.com/watch?v=VBJolDOjT0g
Per ora la pizza latita. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da più di 20 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 18 settembre. L’appuntamento precedente fu lunedì 26 giugno e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 13 luglio:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/grande-bartimeo-che-grida-piu-forte-e-getta-via-il-mantello-e-segue-gesu/
Gesù è stato riconosciuto da chi aveva semplicemente bisogno di vita, ossia dalla gente mentre è stato rifiutato da alcuni tra coloro che avevano interessi che ad un miope sguardo terreno potevano apparire contrastanti, quelli del potere.
https://gpcentofanti.altervista.org/gesu-dice-madre-a-maria-una-sola-volta-vangelo-di-venerdi-15-settembre-2023-e-commento/
https://gpcentofanti.altervista.org/chi-e-albero-buono-vangelo-di-sabato-16-settembre-2023-e-commento/
https://gpcentofanti.altervista.org/il-significato-poco-noto-della-messa-vangelo-di-domenica-17-settembre-2023-e-commento/
Gesù apre una strada che non finiremo di scoprire proprio come lui dice tornando sempre più profondamente a lui, ai vangeli. È la strada dei piccoli, non di tante apparenze, formalismi, miopi convenienze e interessi terreni. È la strada della vita vissuta, condivisa, in ogni suo aspetto e non della mera teoria o di una altrettanto inesistente mera pratica.
https://gpcentofanti.altervista.org/i-fondamenti-spirituali-culturali-di-un-nuovo-discernimento-in-gesu-dio-e-uomo/
Non sono riuscita a scrivere nemmeno una parola di commento, i giorni scorsi. Sembra che le difficoltà a fare le cose aumentino, proprio ora che la mano ha ricominciato a dare segni di vita. Non capisco perché. Spero che me lo spieghino il 21 alla visita di controllo in ospedale. Provo a dire qualcosa adesso, lentamente, prima che finisca l’effetto dell’antidolorifico.
Il tema è questo: il titolo (“Con Gesù che entra in Gerusalemme su un asino preso in prestito”) è, certamente, quello giusto. E’ proprio così. Eppure, a me pare che in esso manchi qualche cosa.
Il fatto è questo, Luigi: a me dispiace “uscire dalle immagini ricevute”, con le loro “festose processioni”. Non comprendo perché mai “la luce primaverile della Domenica delle Palme” e la festa potrebbero impedirci di cogliere “la realtà sovversiva dell’agire di Gesù nel primo giorno della settimana di Passione”.
Certo, si può anche dire che “questo ingresso in Gerusalemme non è in alcun modo un ingresso trionfale (ci sono accompagnatori festanti ma non ci sono folle e autorità), ma è piuttosto un ingresso messianico”: si può, e si deve dire eccome! Nulla di “messianico” è immediatamente accessibile, fruibile, comprensibile, nemmeno per i discepoli, figuriamoci per “folle e autorità”! Eppure, in “quella” luce primaverile, nella “festosa processione”, nell’ inatteso, nell’ignoto di quel mite, soave, inesorabile, inarrestabile incedere, il cuore si dilata”, “fa” festa, , accoglie in gioia grande, in giubilo (in festa, appunto) la rivelazione, comprende l’incomprensibile della “messianicità pacifica, povera e disarmata” del Signore.
E mi chiedo addirittura ( e vi chiedo), Luigi e lettori di Luigi, se nei secoli noi non abbiamo, per caso, perso qualche cosa, Qualche cosa che “c’era” .
“C’era, una volta”, come dicono le Fiabe. Certo che c’era: mi riferisco a ciò che (circa il 381-384 d.C) Egeria, o Eteria, vide, vide con i suoi occhi, (e descrisse in ogni dettaglio) a Gerusalemme dove visse ogni momento della Grande Settimana nel corso del suo Pellegrinaggio, ” Peregrinatio Aetheriae “, o “Itinerarium Egeriae”, prezioso “diario di viaggio” in Terra Santa di una misteriosa donna della Galizia
Fiorenza Bettini
Sul racconto di Egeria:
“La pellegrina spagnola ricorda — tra l’altro — la festosa celebrazione della Domenica delle palme: «La domenica in cui si entra nella settimana pasquale […] tutto il popolo sale sul monte degli olivi […] e quando arriva l’ora undicesima (cioè le cinque del pomeriggio) si legge quel passo del vangelo, dove i fanciulli vanno incontro al Signore con rami di olivo o palme […]. Allora il vescovo si alza in piedi e con lui tutto il popolo. Di là, ossia dalla sommità del monte degli olivi, si fa tutto il percorso a piedi mentre il popolo, procedendo dinanzi al vescovo, al canto di inni e antifone, risponde continuamente: Benedetto colui che viene nel nome del Signore. E tutti quanti i bambini di quei luoghi, anche coloro che non possono camminare per la tenera età e sono tenuti sulle spalle dai loro genitori, tengono in mano dei rami, chi di palma e chi di olivo, nello stesso modo con cui fu accompagnato il Signore, così viene festeggiato anche il vescovo. Dalla cima del monte si va fino alla città e, poi, attraverso la città fino all’Anastasi» (Diario di viaggio XXXI , 1-4).
La citazione è da qui (dove abbiamo anche un dettaglio proprio dell’”Ingresso di Gesù in Gerusalemme” di Pietro Lorenzetti, con cui tu introduci la tua scheda su questo evento. Ma l’Arte, la grande Arte, è così: aperta a più letture, a più interpretazioni):
https://www.osservatoreromano.va/it/news/2021-03/quo-070/egeria-e-la-festa-br-dei-rami-di-ulivo.html
Fiorenza Bettini
Non è stato un ingresso trionfale, ma – come ha ben detto Luigi – una “realtà sovversiva”.
Comunque, ne parliamo lunedì.
Buona domenica!
Roberto Caligaris
Ciao Roberto! Mi ha sempre commosso il fatto che proprio la Domenica delle palme, la notte del 27 marzo 1211, con la sua fuga da casa verso la Porziuncola e il suo “ingresso trionfale” nella povertà assoluta, si manifesta e si compie la “realtà sovversiva” di Santa Chiara d’Assisi. Credo che stiamo dicendo la stessa cosa, tu, io e Luigi.
Fiorenza Bettini
Tu dici, Roberto, “ne parliamo lunedì”. Non sono in condizione di partecipare, vi ascolterò poi nella registrazione audio , spero. Così, altra piccola traccia del mio “esserci”, dell’essere in comunione con voi, vi lascio anche questa altra cosa: i primi versi di una poesia di Boris Pasternak che mi è molto cara e che proprio a “Gesù che entra in Gerusalemme” si ispira:
“Giorni cattivi”
(di Boris Pasternak , da ” Poesie di Jurij Zivago”, in ” Il dottor Zivago”)
Quando nell’ultima settimana
lui entrò a Gerusalemme,
gli osanna gli risuonavano incontro,
dietro gli correva la gente con rami di palma.
Ma poi, giorni sempre più empi e crudeli,
quando i cuori sono sordi all’amore,
il disprezzo solleva i sopraccigli,
ed ecco ch’è l’epilogo, la fine,
Con tutta la sua pesantezza di piombo
il cielo si schiacciava sulle strade,
i farisei cercavano le prove
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Fiorenza Bettini