Nella conferenza stampa in aereo, durante il volo di ritorno dalla Mongolia, Francesco ha risposto a domande sulla Cina, sulla Russia, sul Sinodo che sta per partire, sull’annunciato aggiornamento della Laudato si’, sulle periferie, sul Vietnam. Ed è sui rapporti della Santa Sede con il Vietnam che è venuta la domanda sulla possibilità di un viaggio papale in quel paese, che ha provocato la risposta che ho sintetizzato nel titolo del post. Nel primo commento il contesto della battuta di Francesco e nel secondo una mia nota
Francesco: “In Vietnam, se non andrò io, di sicuro andrà Giovanni XXIV”
10 Comments
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Viaggiare per me non è più tanto facile. Con il Vietnam il dialogo è aperto, con i suoi più e i suoi meno, ma è aperto e lentamente si va avanti. Qualche problema c’è stato, ma è stato risolto. Sul viaggio in Vietnam, se non andrò io, di sicuro andrà Giovanni XXIV. È sicuro che ci sarà, perché è una terra che merita di andare avanti, che ha la mia simpatia. Sugli altri viaggi c’è Marsiglia e poi c’è qualcuno in un Paese piccolo dell’Europa e stiamo vedendo se possiamo farlo ma, dico la verità, per me adesso fare un viaggio non è tanto facile come all’inizio, ci sono delle limitazioni nel camminare e questo limita, ma vediamo».
https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-09/papa-francesco-conferenza-stampa-volo-viaggio-mongolia.html
Escludo un’allusione alla rinuncia. Già in altre occasioni Francesco aveva usato la metafora del rinvio a Giovanni XXIV per indicare un Papa futuro che potrà fare qualcosa a lui impedita dall’età o dalle attuali difficoltà. Qui il riferimento è solo alla propria capacità di viaggiare e inviterei alla prudenza quanto a vedere nelle parole di oggi un’allusione a una qualche prospettiva di rinuncia al Pontificato. In breve direi: non viaggerà, ma questo non vuol dire che rinuncerà. Farà il Papa da fermo. Chi lo frequenta riferisce di sue parole recenti fiduciose quanto alla possibilità di celebrare il Giubileo del 2025. Ritengo ragionevole questa parabola temporale.
https://gpcentofanti.altervista.org/porte-di-grazia-per-tutti-vangelo-di-mercoledi-6-settembre-2023-e-commento/
https://gpcentofanti.altervista.org/linganno-sconosciuto-ed-ansiogeno/
Caro Luigi, tu, che per trovare precedenti e ricamare orli di continuità dove altri vedrebbero solo strappi, sei un uomo … altri casi di papi che dessero il nome al successore ne abbiamo?
(Si scherza, eh. Si fa per dire, un po’ per celia e un po’ per non morire).
tu che,
Leonardo non so se sia avvenuto, ma ho schedato l’azzardo bergogliano in modo da poter dire, all’occasione, che Papa Francesco quel nome l’aveva buttato là quel giorno dall’aereo…
https://gpcentofanti.altervista.org/gesu-fa-crescere-a-misura-vangelo-di-giovedi-7-settembre-2023-e-commento/
Per il prossimo papa, io un auspicio ce l’avrei: Sisto VI. A parte la giocosità della combinazione, che mette di buonumore soltanto a dirla, e a parte le considerazioni sul carattere che dovrebbe avere lo sfortunato successore … c’è il Belli da tenere in conto:
Fra ttutti quelli c’hanno avuto er posto
de vicarj de Dio, nun z’è mai visto
un papa rugantino, un papa tosto,
un papa matto uguale a Ppapa Sisto.
E nun zolo è da dì che dassi er pisto
a chiunqu’omo che j’annava accosto,
ma nu la perdunò neppur’a Cristo,
e nemmanco lo roppe d’anniscosto.
Aringrazziam’Iddio c’adesso er guasto
nun pò ssuccede ppiù che vienghi un fusto
d’arimette la Cchiesa in quel’incrasto.
Perché nun ce pò èsse tanto presto
un antro papa che je piji er gusto
de mèttese pe nome Sisto Sesto.»
A Leonardo Lugaresi: “lo sfortunato successore”. Trovo singolare questa tua maniera di guardare dall’alto il pontificato di Francesco, tanto da commiserare il successore. E non solo Francesco ovviamente tu lo giudichi e mandi: in altra stagione, qui nel mio blog, definivi “disastroso” il pontificato di Giovanni XXIII. Di San Giovanni XXIII se preferisci. Ti piace guardare dall’alto: dall’alto di che?
Dall’alto?! E perché mai? Dal basso, piuttosto; anzi dall’infimo. Chi ti ha messo in testa, caro Luigi, quest’idea bizzarra che chi sta in basso non abbia occhi e i piccoli non siano in grado di vedere?
Machiavelli, che non sarà stato il grande pensatore che si dice ma di certo non era un patacca come me, osservara che «coloro che disegnano i paesi, si pongono bassi nel piano a considerare la natura de’ monti e de’ luoghi alti, e per considerare quella de’ bassi si pongono alti sopra i monti; similmente, a cognoscer bene la natura de’ popoli bisogna esser Principe, ed a cognoscer bene quella de’ Principi conviene essere popolare».
Temere che il prossimo papa si troverà in una situazione difficilissima è proprio un pensiero da poveretti, da pecorelle: probabilmente quelli che stanno in alto, i pastori, non hanno di queste ubbie; perlomeno quelli che brigano tanto per diventarlo.