Sono di Recanati amo Leopardi e amo la ginestra che lui chiama fiore del deserto

Sono di Recanati, amo Leopardi e amo la ginestra che lui chiama “fiore del deserto”. Questa l’ho fotografata a Lucoli, in provincia dell’Aquila. Nel primo commento dico qualche altra parola sulla sua luce d’oro

6 Comments

  1. Luigi Accattoli

    La ginestra o il fiore del deserto è l’ultimo dei grandi Canti di Giacomo Leopardi (1798-1837), scritta un anno prima di morire e pubblicata postuma da Antonio Ranieri nell’edizione napoletana dei Canti (1845). Al testo Giacomo premette un’epigrafe evangelica essenziale per intenderne la filosofia “disperata ma vera”: “E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce” (Giovanni 3, 19). Del testo ribollente di bagliori notturni, come la lava del Vesuvio da cui prende avvio, riporto questi tre versi viventi e dolenti: “Tuoi cespi solitari intorno spargi, /Odorata ginestra, / Contenta dei deserti”. A commento della foto aggiungo che il poeta la dice “lenta”, la ginestra: cioè pieghevole, umile. Portatrice di un profumo “che il deserto consola”, “amante” di luoghi abbandonati, “fiore gentile”. Dedico ai visitatori la foto e le parole del poeta come saluto dell’estate.

    8 Agosto, 2023 - 9:38
  2. fiorenza

    Bello questo “saluto dell’estate”, Luigi. Ho sempre continuato a leggere quello che scrivi, anche se non sono più presente nel blog da ormai tantissimi anni, E ogni volta trovo bello quello che dici, belle le immagini che ci doni. Oggi qualcosa mi ha spinto ad uscire dal silenzio e riaffacciarmi qui, per ringraziarti e contraccambiare il tuo “saluto dell’estate” così pieno di luce. Un saluto anche a tutti gli antichi amici del tuo “pianerottolo”. Chissà se tu e loro vi ricordate ancora di me.
    Fiorenza Bettini

    12 Agosto, 2023 - 17:39
  3. Luigi Accattoli

    Fiorenza dentro di me ho sempre saputo che leggi quello che scrivo e ti ringrazio. Ti voglio bene. Di più: quando scrivo ti ho presente. Come ho presenti tanti che non commentano più.

    13 Agosto, 2023 - 19:36
  4. fiorenza

    Che tu avevi presenti tutti noi quando scrivevi, ai bei tempi in cui eravamo tutti qui e aspettavamo con ansia di leggerti e di risponderti, questo lo sapevamo, lo sentivamo, ma che tu, anche ora, ti ricordassi perfino di me, che manco proprio da tantissimo tempo e che, al contrario di altri, da eremita inselvatichita quale sono, non ti ho mai inviato nemmeno un saluto, anche se ci sono stati momenti in cui avrei voluto proprio farlo, … ecco, questo non lo potevo immaginare. Una gioia grande…

    Fiorenza Bettini

    13 Agosto, 2023 - 22:12

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