Saliamo a Gerusalemme con Gesù e con i Salmi dell’ascensione
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Luigi Accattoli
Salmi delle ascensioni – o Salmi del pellegrino: sono 15, quelli che vanno dal Salmo 120 al 134 – erano e sono cantati dai pellegrini nella loro salita verso Gerusalemme. Sono detti anche “graduali” in riferimento ai 15 gradini che occorreva salire per il passaggio dal primo al secondo cortile del Tempio. Il Salmo 122 (121) è di esultanza: “Quale gioia quando mi dissero: andremo nella casa del Signore! E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, o Gerusalemme”. Potremmo leggere il drammatico cammino di Gesù verso la Città santa sullo sfondo di questo cammino di esultanza: dove il pellegrino esulta, Gesù piange (Luca 19, 41). Dove il pellegrino canta “sia pace sulle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi” (Salmo 122, 7), Gesù scorge la loro rovina: “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non rimarrà pietra su pietra” (Luca 21, 6).
Suggerisco la lettura dei quindici salmi con la guida di Bruno Forte: I salmi delle ascensioni. Un cammino spirituale, San Paolo 2010, pp. 84, euro 7
23 Maggio, 2023 - 22:09
Luigi Accattoli
Ecco alcuni versetti dei 15 bellissimi salmi che possono aiutare ad accompagnare la drammatica salita di Gesù verso la città nella quale sarà prima accolto come messia e poi condannato a morte.
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto? – Salmo 121
A te alzo i miei occhi,
a te che siedi nei cieli – Salmo 123
I monti circondano Gerusalemme,
il Signore circonda il suo popolo – Salmo 125
Ti benedica il Signore da Sion – Salmo 128
Dal profondo a te grido o Signore,
donde verrà il mio aiuto? – Salmo 130
Com’è bello e com’è dolce
che i fratelli vivano insieme – Salmo 132
Voi che state nella casa del Signore
durante la notte – Salmo 134
Ascendere a Gerusalemme e’ una prefigurazione simbolica dell’ Ascensione alla Gerusalemme celeste . Gia’ per gli ebrei salire a Gerusalemme , al Tempio ,aveva un profondo significato ,eraunmoto dell’: anima oltre che del corpo
Padre Giampaolo Centofanti ha ricordato il Vangelo di mercoledì 24 maggio che a Milano si legge la Prima Domenica dopo l’ Ascensione
Mi colpiscono sempre queste parole di Gesu’:
“Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo”
Cosa significa” non essere del mondo” ( il testo greco ha la parola “cosmos”) come Gesu’ dice di se stesso e dei suoi discepoli?
Gli uomini sono per forza di cose del mondo, sono su questa terra, fanno parte del cosmo, e se Gesu’ e’ asceso al Cielo i discepoli sono pero’ rimasti coi piedi piantati per terra.
Nessuno neppure i santi , neppure gli eremiti del deserto ,puo’ dirsi fuori dal mondo.
E’ quindi un “essere non del mondo “simbolico, spirituale. Come l’ Ascensione a Gerusalemme e’ prefigurazione della Ascensione alla Gerusalemme celeste, così: non essere del mondo, qui in questo mondo, non puo’ essere che simbolo di una appartenenza a un livello di realta’ superiore a quella puramente materiale.
24 Maggio, 2023 - 9:41
Luigi Accattoli
Da Giuliano Neri ricevo questo messaggio:
Caro Luigi, ieri alla Galleria Corsini a Roma ho individuato un dipinto di Luca Giordano, “Entrata di Cristo a Gerusalemme”, della fine del Seicento. L’ho fotografato, ma non saprei come inviartelo.
24 Maggio, 2023 - 17:00
Luigi Accattoli
Caro Giuliano, credo che il dipinto da te fotografato sia questo, datato tra 1690 e 1699. L’ho trovato in internet e ti ringrazio della segnalazione. Durante la conversazione di lunedì abbiamo osservato che l’ingresso di Gesù a Gerusalemme a dorso d’asina e osannato dalla folla è molto rappresentato in miniature, icone, dipinti, sculture, mentre è sostanzialmente assente la drammatica salita nella quale Gesù cammina davanti ai discepoli che lo seguono impauriti. La memoria collettiva della comunità cristiana ha privilegiato il primo sul secondo momento, ma – abbiamo osservato – sarebbero da contemperare l’un con l’altro: il dramma e la festa vanno tenuti insieme per intendere appieno il segno messianico dell’arrivo del Maestro alle porte della Città Santa.
Le sirene lontane chiamano al lavoro
ma il lavoro non c’è sono solo ricordi
che esalano dalle nubi d’amianto
di questa alba rossa e già grigia
che rimane dentro come una ferita.
Ma io che vedo ogni cosa straniata
in questo tempo da un pensiero malato,
io sento anche un invicibile canto,
come il fiore germogliato nella crepa del muro,
come il verso imperterrito del gallo…
Alba argentata
Dalla riva del fiume ghiacciato
vedo specchiarsi un mondo straniato.
Un bagliore ad est del computato
fa brillare fioca ogni cosa.
All’alba ancora riposa
la città dall’altro lato.
La roca planata d’un gabbiano
chiama qua e là un tempo che sarà
e che per qualcuno è già stato.
Meditando il vangelo si scopre sempre più l’equilibrio di Gesù. Talora nella Chiesa da qualche parte si vuole sottolineare il non essere del mondo, talaltra l’essere nel mondo. Gesù unisce a misura del personalissimo cammino di ciascuno il cielo e la terra, senza svilirli ma anzi rivelandoli.
L’infinita ricchezza delle sfumature, degli equilibri cercati, è il terreno, il seme, della libertà. Ai poteri, alla dittatura magari apparentemente soft, fa comodo il bianco o nero. Ma più in profondità questo pensiero unico è frutto della cultura della ragione astratta, del mero tecnicismo a tutto campo, che fa prevalere i codici degli apparati. https://gpcentofanti.altervista.org/sui-media-non-emerge-la-terza-via-tra-il-bianco-e-o-il-nero/
25 Maggio, 2023 - 5:54
Luigi Accattoli
Grazie Antonella – sono felice della tua partecipazione, sia quando avviene in diretta sia quando avviene in differita…!
Salmi delle ascensioni – o Salmi del pellegrino: sono 15, quelli che vanno dal Salmo 120 al 134 – erano e sono cantati dai pellegrini nella loro salita verso Gerusalemme. Sono detti anche “graduali” in riferimento ai 15 gradini che occorreva salire per il passaggio dal primo al secondo cortile del Tempio. Il Salmo 122 (121) è di esultanza: “Quale gioia quando mi dissero: andremo nella casa del Signore! E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, o Gerusalemme”. Potremmo leggere il drammatico cammino di Gesù verso la Città santa sullo sfondo di questo cammino di esultanza: dove il pellegrino esulta, Gesù piange (Luca 19, 41). Dove il pellegrino canta “sia pace sulle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi” (Salmo 122, 7), Gesù scorge la loro rovina: “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non rimarrà pietra su pietra” (Luca 21, 6).
Suggerisco la lettura dei quindici salmi con la guida di Bruno Forte: I salmi delle ascensioni. Un cammino spirituale, San Paolo 2010, pp. 84, euro 7
Ecco alcuni versetti dei 15 bellissimi salmi che possono aiutare ad accompagnare la drammatica salita di Gesù verso la città nella quale sarà prima accolto come messia e poi condannato a morte.
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto? – Salmo 121
A te alzo i miei occhi,
a te che siedi nei cieli – Salmo 123
I monti circondano Gerusalemme,
il Signore circonda il suo popolo – Salmo 125
Ti benedica il Signore da Sion – Salmo 128
Dal profondo a te grido o Signore,
donde verrà il mio aiuto? – Salmo 130
Com’è bello e com’è dolce
che i fratelli vivano insieme – Salmo 132
Voi che state nella casa del Signore
durante la notte – Salmo 134
Vangelo di mercoledì 24 maggio (Maria Ausiliatrice) e commento https://gpcentofanti.altervista.org/verita-e-inganni-vangelo-di-mercoledi-24-maggio-e-commento/
Ascendere a Gerusalemme e’ una prefigurazione simbolica dell’ Ascensione alla Gerusalemme celeste . Gia’ per gli ebrei salire a Gerusalemme , al Tempio ,aveva un profondo significato ,eraunmoto dell’: anima oltre che del corpo
Padre Giampaolo Centofanti ha ricordato il Vangelo di mercoledì 24 maggio che a Milano si legge la Prima Domenica dopo l’ Ascensione
Mi colpiscono sempre queste parole di Gesu’:
“Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo”
Cosa significa” non essere del mondo” ( il testo greco ha la parola “cosmos”) come Gesu’ dice di se stesso e dei suoi discepoli?
Gli uomini sono per forza di cose del mondo, sono su questa terra, fanno parte del cosmo, e se Gesu’ e’ asceso al Cielo i discepoli sono pero’ rimasti coi piedi piantati per terra.
Nessuno neppure i santi , neppure gli eremiti del deserto ,puo’ dirsi fuori dal mondo.
E’ quindi un “essere non del mondo “simbolico, spirituale. Come l’ Ascensione a Gerusalemme e’ prefigurazione della Ascensione alla Gerusalemme celeste, così: non essere del mondo, qui in questo mondo, non puo’ essere che simbolo di una appartenenza a un livello di realta’ superiore a quella puramente materiale.
Da Giuliano Neri ricevo questo messaggio:
Caro Luigi, ieri alla Galleria Corsini a Roma ho individuato un dipinto di Luca Giordano, “Entrata di Cristo a Gerusalemme”, della fine del Seicento. L’ho fotografato, ma non saprei come inviartelo.
Caro Giuliano, credo che il dipinto da te fotografato sia questo, datato tra 1690 e 1699. L’ho trovato in internet e ti ringrazio della segnalazione. Durante la conversazione di lunedì abbiamo osservato che l’ingresso di Gesù a Gerusalemme a dorso d’asina e osannato dalla folla è molto rappresentato in miniature, icone, dipinti, sculture, mentre è sostanzialmente assente la drammatica salita nella quale Gesù cammina davanti ai discepoli che lo seguono impauriti. La memoria collettiva della comunità cristiana ha privilegiato il primo sul secondo momento, ma – abbiamo osservato – sarebbero da contemperare l’un con l’altro: il dramma e la festa vanno tenuti insieme per intendere appieno il segno messianico dell’arrivo del Maestro alle porte della Città Santa.
Il vuoto pneumatico
Le sirene lontane chiamano al lavoro
ma il lavoro non c’è sono solo ricordi
che esalano dalle nubi d’amianto
di questa alba rossa e già grigia
che rimane dentro come una ferita.
Ma io che vedo ogni cosa straniata
in questo tempo da un pensiero malato,
io sento anche un invicibile canto,
come il fiore germogliato nella crepa del muro,
come il verso imperterrito del gallo…
Alba argentata
Dalla riva del fiume ghiacciato
vedo specchiarsi un mondo straniato.
Un bagliore ad est del computato
fa brillare fioca ogni cosa.
All’alba ancora riposa
la città dall’altro lato.
La roca planata d’un gabbiano
chiama qua e là un tempo che sarà
e che per qualcuno è già stato.
Meditando il vangelo si scopre sempre più l’equilibrio di Gesù. Talora nella Chiesa da qualche parte si vuole sottolineare il non essere del mondo, talaltra l’essere nel mondo. Gesù unisce a misura del personalissimo cammino di ciascuno il cielo e la terra, senza svilirli ma anzi rivelandoli.
Da: https://gpcentofanti.altervista.org/il-canto-che-sorprende-raccolta/
Vangelo di giovedì 25 maggio e commento
https://gpcentofanti.altervista.org/il-segreto-dono-di-una-fraternita-serena-vangelo-di-giovedi-25-maggio-2023-e-commento/
E’ veramente e un piacere ascoltare il brano qui registrato. Hai un tesoro di conoscenze e sentimenti, Luigi.
L’infinita ricchezza delle sfumature, degli equilibri cercati, è il terreno, il seme, della libertà. Ai poteri, alla dittatura magari apparentemente soft, fa comodo il bianco o nero. Ma più in profondità questo pensiero unico è frutto della cultura della ragione astratta, del mero tecnicismo a tutto campo, che fa prevalere i codici degli apparati.
https://gpcentofanti.altervista.org/sui-media-non-emerge-la-terza-via-tra-il-bianco-e-o-il-nero/
Grazie Antonella – sono felice della tua partecipazione, sia quando avviene in diretta sia quando avviene in differita…!
https://gpcentofanti.altervista.org/la-via-dellamare-di-cuore-vangelo-di-venerdi-26-maggio-e-commento/