“Nella vecchiaia la terra, che si cerca ancora un po’ di lavorare, sembra essere diventata più bassa”: Enzo Bianchi, La vita e i giorni. Sulla vecchiaia, Il Mulino 2018, p. 102. Nel primo commento qualche ragguaglio sulla fonte e la mia idea quanto all’abbassamento del suolo in questi ultimi tempi.
Quando sarai vecchio la terra ti sembrerà più bassa: parola di Enzo Bianchi
5 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Ho la stessa età di Enzo Bianchi: siamo dell’anno di ferro 1943. Ora ci troviamo insieme alla soglia degli ottanta e dunque questo suo libretto sulla vecchiaia mi tira dentro a ogni pagina, anche se io tenderei a una rapsodia meno triste. Mi pare infatti, questo, il lavoro più incurvato di Enzo, quasi un salice piangente. Ma lo spunto sulla terra che s’abbassa lo condivido eccome. Io non curo un orto, come lui ha sempre fatto e fa tutt’ora, ma so bene che quando devo prendere un libro nell’ultimo scaffale mi devo procurare uno sgabello basso e sedermi, altrimenti non riuscirei neanche a leggerne il titolo. Il pavimento s’è abbassato, non c’è altra spiegazione. E anche i coetanei ortolani mi danno lo stesso ragguaglio. Un altro coetaneo , Armando Rossitto di Lentini, coltivatore di un orto e di un agrumeto mi racconta che lo strumento che usa di più nel lavoro dell’orto è lo sgabello. Non ti dico poi l’impresa di allacciare le scarpe, anche quelle tendono al basso. Ma, amici belli, leggetelo tutto questo “de senectute” – sulla vecchiaia – di Enzo Bianchi. Non troverete nulla di utile a intendere i fatti di Bose, solo a pagina 135 c’è uno spiraglio sui patimenti che gli sono venuti dalla comunità: “La vita mi ha insegnato che ci sono persone che prima di essere fratelli o sorelle sono funzionari anaffettivi: persone che sembrano amiche e poi si manifestano nemiche; persone che vengono meno all’alleanza e finiscono per rinnegare ciò che hanno vissuto”. Non troverete nulla su Bose ma troverete molto sugli insegnamenti dell’età. Al commento che segue riporto il brano forse migliore su quella scuola.
Non c’è creatura senza voce. “Da vecchi c’è più tempo per fare attenzione alla natura, per provare ad ascoltare le sue voci, perché si sperimenta che non c’è creatura senza voce: ‘nulla è senza voce’ (Prima Corinti 14, 10). Allora si scopre che le rocce non sono mute, che gli alberi sanno comunicare e che gli animali hanno dei linguaggi propri: quasi sempre sono linguaggi per noi indecifrabili, eppure sono veri e propri appelli, sovente indirizzati a noi e non nel vuoto” (p. 82).
https://gpcentofanti.altervista.org/la-macchina-del-tempo/
https://gpcentofanti.altervista.org/un-racconto-breve-habemus-papam/
Finalmente si alza una voce non di parte a difesa del iRito antico della Santa Messa http://ilsismografo.blogspot.com/2022/11/italia-enzo-bianchi-su-vita-pastorale.html?m=1
Sorpresa , Enzo Bianchi , non puo’ essere etichettato coll’ infame epiteto che va di moda di ” indietrista” eppure difende il Rito tradizionale e ,forse perche’ ha sperimentato sulla sua pelle la cattiveria dei ” fratelli” che si sentono giusti , invoca accoglienza e non disprezzo anche per i cattolici che sono fedeli al Rito tradizionale.
“Praticare l’ecumenismo con tante comunità cristiane, a volte gravemente impoverite del nucleo della fede in Cristo, e non saper dialogare e camminare anche con i tradizionalisti non è certo segno di autentica carità fraterna, né di consapevolezza di essere uniti dall’unum baptisma, l’unico battesimo, che ci rende fratelli e discepoli di Gesù Cristo. […] Ho dunque mandato i miei fratelli monaci all’abbazia francese di Le Barroux, una comunità fiorente, per imparare a fare il pane e, nei miei soggiorni in questo e altri monasteri tradizionalisti, ho potuto verificare che anche con loro “è bello e dolce vivere insieme”. Li ho sentiti semplicemente fratelli, e confesso che mi sono trovato meglio tra loro che in alcuni monasteri che si dicono fedeli al Vaticano II ” Enzo Bianchi