Su Gesù che ci avverte: se volete venire dietro a me lo fate a vostro rischio e pericolo
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Luigi Accattoli
Marco 8, 34: Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua – Per una giusta lettura di questo detto di Gesù può essere utile il raffronto con le parole che il Maestro dirà nell’Orto degli Ulivi: “Non la mia ma la tua volontà” (Marco 14, 36). Utile anche l’affermazione di Paolo di Tarso: “Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me” (Galati 2, 20).
Tra i commentatori troviamo Agostino di Ippona: Che vuol dire allora “rinnega te”? Non essere tu la tua stessa vita. E che si vuol dire col “non essere tu la tua stessa vita”? Non fare la tua volontà, ma la volontà di colui che abita in te (Discorso 330).
Fulminante è questo attacco di un capitolo della Imitazione di Cristo: Figliuolo, tu non potrai avere perfetta libertà mai, se non rinneghi interamente te stesso (Parte IV, capitolo 32)
Il riformatore Calvino: Non apparteniamo a noi stessi: dimentichiamo dunque noi stessi, per quanto è possibile, e tutto ciò che è intorno a noi (Istituzione della Religione Cristiana III, 7) Dietrich Bonhoeffer: Chi sono io? Tuo io sono, o Dio! – Resistenza e resa (Queriniana 2002, p. 480). E ancora: Quando Gesù chiama un uomo, lo invita ad andare dietro a lui gli costasse anche la morte (Il costo del discepolato, parte prima, capitolo secondo)
Il rinnegamento di sé predicato da Gesù è rifiutato da Friedrich Nietzsche e dall’intera modernità: «Il rinnegamento di sé è il vero segno distintivo della décadence» (in “Ecce homo”, l’autobiografia di Nietzsche pubblicata postuma nel 1908)
Da segnalare anche due motti sessantottini: I’ve Gotta Be Me (devo essere io: ho diritto a essere me stesso): canzone di Tony Bennett Io sono mia: slogan femminista
Marco 8, 34: Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua – Per una giusta lettura di questo detto di Gesù può essere utile il raffronto con le parole che il Maestro dirà nell’Orto degli Ulivi: “Non la mia ma la tua volontà” (Marco 14, 36). Utile anche l’affermazione di Paolo di Tarso: “Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me” (Galati 2, 20).
Tra i commentatori troviamo Agostino di Ippona: Che vuol dire allora “rinnega te”? Non essere tu la tua stessa vita. E che si vuol dire col “non essere tu la tua stessa vita”? Non fare la tua volontà, ma la volontà di colui che abita in te (Discorso 330).
Fulminante è questo attacco di un capitolo della Imitazione di Cristo: Figliuolo, tu non potrai avere perfetta libertà mai, se non rinneghi interamente te stesso (Parte IV, capitolo 32)
Il riformatore Calvino: Non apparteniamo a noi stessi: dimentichiamo dunque noi stessi, per quanto è possibile, e tutto ciò che è intorno a noi (Istituzione della Religione Cristiana III, 7)
Dietrich Bonhoeffer: Chi sono io? Tuo io sono, o Dio! – Resistenza e resa (Queriniana 2002, p. 480). E ancora: Quando Gesù chiama un uomo, lo invita ad andare dietro a lui gli costasse anche la morte (Il costo del discepolato, parte prima, capitolo secondo)
Il rinnegamento di sé predicato da Gesù è rifiutato da Friedrich Nietzsche e dall’intera modernità: «Il rinnegamento di sé è il vero segno distintivo della décadence» (in “Ecce homo”, l’autobiografia di Nietzsche pubblicata postuma nel 1908)
Da segnalare anche due motti sessantottini:
I’ve Gotta Be Me (devo essere io: ho diritto a essere me stesso): canzone di Tony Bennett
Io sono mia: slogan femminista
https://gpcentofanti.altervista.org/la-recente-lettera-di-ratzinger/
Finalmente sono riuscita ad asoltare questa cataghesi, che ritengo assai interessante;