Bergoglio in aereo sul dialogo con Mosca che magari “puzza” ma è necessario

Le armi all’Ucraina, se darle o no. Il dialogo con Mosca che magari “puzza” ma è necessario. Quelli altrettanto difficili con la Cina e il Nicaragua. Il ginocchio che ancora non guarisce ma non ferma i progetti di nuovi viaggi e – infine – il forum interreligioso di questi giorni: di questo e d’altro ha parlato Francesco in aereo con i giornalisti, rientrando oggi dal Kazakistan. Nei commenti alcuni passaggi della conferenza stampa.

8 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Armi all’Ucraina. Secondo lei in questo momento bisogna dare le armi all’Ucraina? – Questa è una decisione politica, che può essere morale, moralmente accettata, se si fa secondo le condizioni di moralità, che sono tante e poi possiamo parlarne. Ma può essere immorale se si fa con l’intenzione di provocare più guerra o di vendere le armi o di scartare quelle armi che a me non servono più. La motivazione è quella che in gran parte qualifica la moralità di questo atto. Difendersi è non solo lecito, ma anche una espressione di amore alla Patria. Chi non si difende, chi non difende qualcosa, non la ama, invece chi difende, ama. Qui si tocca un’altra cosa che io ho detto in uno dei miei discorsi, e cioè che si dovrebbe riflettere più ancora sul concetto di guerra giusta. Perché tutti parlano di pace oggi: da tanti anni, da settant’anni le Nazioni Unite parlano di pace, fanno tanti discorsi di pace. Ma in questo momento quante guerre sono in corso? Quella che lei ha menzionato, Ucraina-Russia, adesso Azerbaijan e Armenia che si è fermata un po’ perché la Russia è uscita come garante, garante di pace qui e fa la guerra lì… Poi c’è la Siria, dieci anni di guerra, che cosa succede lì che non si ferma? Quali interessi muovono queste cose? Poi c’è il Corno d’Africa, poi il nord del Mozambico o l’Eritrea e una parte dell’Etiopia, poi il Myanmar con questo popolo sofferente che io amo tanto, il popolo Rohingya che gira, gira e gira come uno zingaro e non trova pace. Ma siamo in guerra mondiale, per favore.

    15 Settembre, 2022 - 22:46
  2. Luigi Accattoli

    Il dialogo con Mosca puzza ma si deve fare. Vorrei chiedere se secondo lei c’è una linea rossa oltre la quale non si dovrebbe dire: siamo aperti al dialogo con Mosca. Perché tanti hanno delle difficoltà a capire questa disponibilità. – Credo che sia sempre difficile capire il dialogo con gli Stati che hanno incominciato la guerra, e sembra che il primo passo è stato da lì, da quella parte. È difficile ma non dobbiamo scartarlo, dobbiamo dare l’opportunità del dialogo a tutti, a tutti! Perché sempre c’è la possibilità che nel dialogo si possano cambiare le cose, e anche offrire un altro punto di vista, un altro punto di considerazione. Io non escludo il dialogo con qualsiasi potenza, che sia in guerra, che sia l’aggressore… delle volte il dialogo si deve fare così, ma si deve fare, “puzza” ma si deve fare. Sempre un passo avanti, la mano tesa, sempre! Perché al contrario chiudiamo l’unica porta ragionevole per la pace. Delle volte non accettano il dialogo: peccato! Ma il dialogo va fatto sempre, almeno offerto, e questo fa bene a chi lo offre; fa respirare.

    15 Settembre, 2022 - 22:47
  3. Luigi Accattoli

    Capire la Cina è una cosa gigante. Lei considera il processo contro il cardinale Zen, a Hong Kong, una violazione della libertà religiosa? – Per capire la Cina ci vuole un secolo, e noi non viviamo un secolo. La mentalità cinese è una mentalità ricca e quando si ammala un po’, perde la ricchezza, è capace di fare degli sbagli. Per capire noi abbiamo scelto la via del dialogo, aperti al dialogo. C’è una commissione bilaterale vaticano-cinese che sta andando bene, lentamente, perché il ritmo cinese è lento, loro hanno un’eternità per andare avanti: è un popolo di una pazienza infinita. Dalle esperienze avute prima: pensiamo ai missionari italiani che sono andati lì e che sono stati rispettati come scienziati; pensiamo anche oggi, tanti sacerdoti o gente credente che è stata chiamata dall’università cinese perché questo dà valore alla cultura. Non è facile capire la mentalità cinese, ma va rispettata, io rispetto sempre. E qui in Vaticano c’è una commissione di dialogo che sta andando bene, la presiede il cardinale Parolin e lui in questo momento è l’uomo che più conosce della Cina e il dialogo cinese. È una cosa lenta, ma sempre si fanno passi avanti. Qualificare la Cina come antidemocratica io non me la sento, perché è un Paese così complesso… si è vero che ci sono cose che a noi sembrano non essere democratiche, quello è vero. Il cardinale Zen andrà a giudizio in questi giorni, credo. E lui dice quello che sente, e si vede che ci sono delle limitazioni lì. Più che qualificare, perché è difficile, e io non me la sento di qualificare, sono impressioni, cerco di appoggiare la via del dialogo. Poi nel dialogo si chiariscono tante cose e non solo della Chiesa, anche di altri settori per esempio l’estensione della Cina, i governatori delle province sono tutti diversi, ci sono culture diverse dentro la Cina, è un gigante, capire la Cina è una cosa gigante. Ma non bisogna perdere la pazienza, ci vuole eh, ci vuole tanto, ma dobbiamo andare con il dialogo, io cerco di astenermi di qualificarla… ma andiamo avanti.

    15 Settembre, 2022 - 22:48
  4. Luigi Accattoli

    In Nicaragua cose difficili da ingoiare. In Nicaragua ci sono persone perseguitate a causa della loro religione… – Sul Nicaragua le notizie sono chiare tutte. C’è dialogo. Si è parlato con il governo, c’è dialogo. Questo non vuol dire che si approvi tutto quel che fa il governo o che si disapprovi tutto. No. C’è dialogo e c’è bisogno di risolvere dei problemi. In questo momento ci sono dei problemi. Io mi aspetto almeno che le suore di madre Teresa tornino. Queste donne sono brave rivoluzionarie, ma del Vangelo! Non fanno la guerra a nessuno. Anzi, tutti abbiamo bisogno di queste donne. Questo è un gesto che non si capisce… Ma speriamo che tornino. E che possa continuare il dialogo. Ma mai fermare il dialogo. Ci sono cose che non si capiscono. Mettere alla frontiera [mettere alla porta, cacciare] un nunzio è una cosa grave diplomaticamente. Il nunzio è un bravo ragazzo che ora è stato nominato da un’altra parte. Queste cose sono difficili da capire e anche da ingoiare. Ma in America Latina ce ne sono da una parte o dall’altra situazioni del genere.

    15 Settembre, 2022 - 22:48
  5. Luigi Accattoli

    Il ginocchio non guarisce. L’abbiamo vista bene in questo viaggio. Vorremmo sapere se dopo questo viaggio potrà riprendere quello in Africa che ha rimandato, e se ci sono in programma altri viaggi. – Il ginocchio ancora non è guarito. È difficoltoso, ma il prossimo lo farò [il riferimento è a un progetto di viaggio in Bahrein per il prossimo novembre]. Poi ho parlato l’altro giorno con monsignor Welby [primate anglicano, arcivescovo di Canterbury] e abbiamo visto come possibilità febbraio per andare in Sud Sudan. E se vado in Sud Sudan vado anche in Congo. Stiamo tentando. Dobbiamo andare tutti e tre insieme: il capo della Chiesa di Scozia, monsignor Welby e io. Abbiamo fatto un incontro via zoom l’altro giorno su questo…

    15 Settembre, 2022 - 22:49
  6. Luigi Accattoli

    Il Forum di questi giorni. Qualcuno criticava e mi dicevano: questo è fomentare, far crescere il relativismo. Niente relativismo! Ognuno ha detto la sua, tutti rispettavano la posizione dell’altro, ma si dialoga come fratelli. Perché se non c’è dialogo c’è o ignoranza o guerra. Meglio vivere come fratelli, abbiamo una cosa in comune, siamo umani tutti. Viviamo come umani, bene educati: tu che pensi, io che penso? Mettiamoci d’accordo, parliamo, conosciamoci. Tante volte queste guerre malintese “di religione” vengono per mancanza di conoscenza. E questo non è relativismo, io non rinuncio alla mia fede se parlo con la fede di un altro, anzi. Io faccio onore alla mia fede perché la ascolta un altro e io ascolto la sua. Sono rimasto tanto ammirato che un Paese così giovane, con tanti problemi – il clima per esempio – sia stato capace di fare sette edizioni di un incontro del genere: un incontro mondiale, con ebrei, cristiani, musulmani, religioni orientali… Al tavolo si vedeva che tutti parlavano e si ascoltavano con rispetto. Questa è una delle cose buone che ha fatto il tuo Paese. Un Paese così, un po’ – diciamo – all’angolo nel mondo, fa una convocazione di questo genere. Questa è l’impressione che mi ha dato.

    15 Settembre, 2022 - 22:49
  7. maria cristina venturi

    Sembravano altri tempi quando turbe di fedeli si muovevano in processione per le rogazioni nelle campagne (e non solo) e tra le tante invocazioni c’era anche questa: «A peste, fame et bello libera nos, Domine». Liberaci, o Signore, dalla peste, dalla fame e dalla guerra…
    E inoltre tra le invocazioni solenni c’era anche quella di liberarci da terremoti e tempeste.
    Tutto questo e’ stato spazzato via ,letteralmente ,dal Concilio Vaticano II,come se fosse spazzatura.
    Ah, ah ridevano i progressisti, che superstizioni!
    Adesso , con epidemia guerra crisi economica e pure dissesti idrici tipo quello oggi nelle Marche c’ e’ un po’ meno da ridere. E se ripristinassimo le rogazioni ?

    16 Settembre, 2022 - 20:01

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