“Volendo essere un po’ spiritoso nel salutare un caro amico, non sono stato capito” ha detto stamane nel Duomo di Milano l’arcivescovo Delpini al termine della celebrazione per la festa della Natività della Beata Vergine Maria, volendo fare chiarezza dopo le polemiche seguite a come aveva parlato la settimana scorsa nel Duomo di Como, salutando il vescovo e neocardinale Oscar Cantoni. Nel primo commento riporto quanto si può ora leggere nel sito web “Chiesa di Milano”.
Delpini: “volendo essere un po’ spiritoso non sono stato capito”
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Il chiarimento su Como. “L’Arcivescovo ha poi brevemente commentato le polemiche seguite al suo saluto rivolto la scorsa settimana al neo cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como. Dopo avere sottolineato che, «volendo essere un po’ spiritoso nel salutare un caro amico, non sono stato capito nelle mie reali intenzioni», l’Arcivescovo ha chiarito il suo pensiero: «Sono anzitutto contento per la nomina di Oscar; ho molta stima di lui, lo conosco da tempo e penso possa dare buoni consigli al Papa. In secondo luogo, vorrei dire che io non desidero diventare cardinale, non mi sentirei proprio a mio agio. La Chiesa di Milano, però, non deve sentirsi diminuita nel suo prestigio e nella sua bellezza se il vescovo, o almeno questo vescovo, non è cardinale. E l’ultima cosa che voglio dire è che io sono del tutto d’accordo con il Papa che non procede per inerzia nella scelta dei cardinali, ma prende decisioni con criteri che lui ritiene opportuni».”
https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/in-duomo-lapertura-dellanno-pastorale-935241.html
Ringrazio il visitatore del blog Marco De Silvestri che mi ha segnalato le nuove parole dell’arcivescovo Delpini. Il suo saluto al cardinale Cantoni qui nel blog l’avevamo così trattato:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/scherzosa-protesta-dellarcivescovo-di-milano-delpini-per-la-mancata-nomina-a-cardinale/
Oggi certa stampa se vuole può fare passare le interpretazioni che preferisce senza che molti abbiano la possibilità di fare emergere visuali diverse. Per cui la lettura di Luigi mi ha fatto piacere per il suo spirito benevolente e per il discostarsi dal pensiero unico non di rado imperante.
https://gpcentofanti.altervista.org/arroganza-mediatica/
Sull’attitudine di Delpini allo scherzo verbale posso fare riferimento a due sue battute giocose. La prima è pubblica, il giorno dell’annuncio della nomina (luglio 2017) e l’avevo così riferita nel blog: Il nuovo arcivescovo di Milano si dice inadeguato “già dal nome”: elenca quelli dei predecessori (Angelo, Dionigi, Carlo Maria) e conclude: “Mario che nome è?”. La seconda è privata, detta a me nella prima occasione in cui l’avevo incontrato a Venegono quand’era “rettore maggiore” dei seminari di Milano (2000-2006). Don Romano Martinelli, che mi aveva invitato per una conferenza, mi presentò dicendo: Ecco il grande rettore di Venegono”. E lui: Sono il rettore, ma quanto al ‘grande’ può prendere da solo le misure. E così dicendo allargò le braccia guardando a terra, come a mostrare per intero la sua modesta statura.
Insomma avevamo sperato in un improvviso scatto di ironia ‘ invece e’ stato il solito scherzo da prete: la perfidia nascosta sotto lo zucchero caramelloso della untuosa umilta’.
Rif. 8 settembre ore 18.06 – Barzellette modeste
Con il secondo atto siamo un po’ alla telenovela. Speriamo sia finita qui.
Temo di no.
Nell’odierna intervista sul Corriere, il nostro afferma “Evidentemente i media si aspettano che la chiesa parli sempre in modo noioso”. Penso, invece, che da un vescovo ci si aspetti che abbia la Sapienza per riconoscere quando è il momento di fare dello spirito e quando no.
L’aspetto che più infastidisce della vicenda è il riflesso clericale per cui il presule non ammette di aver sbagliato, ma afferma di non essere stato capito.
Alberto Farina