Francesco si richiama a Celestino V come icona di una Chiesa povera e libera

Francesco ieri all’Aquila mentre indossa l’elmetto dei vigili per visitare la cattedrale che è ancora da ricostruire. Nei commenti un mio articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera a pagina 17 con il titolo “Il Papa in dialetto agli aquilani: / Jemo’nnanzi, siete resilienti”

11 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Tre immagini raccontano la mezza giornata passata ieri dal Papa all’Aquila come messaggero di coraggio a un popolo “resiliente”, così l’ha chiamato, che dal terremoto del 2009 ebbe trecento morti e il centro storico distrutto.
    La prima è di Francesco che conclude il saluto alla città in piazza del Duomo – in prima fila i parenti delle vittime – con le parole in dialetto abruzzese: “Jemonnanzi!”, andiamo avanti.
    La seconda è il Papa in carrozzella e con l’elmetto di sicurezza in testa, che visita il Duomo ancora da ricostruire, ascoltando dal cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo della città, il racconto di quanto – tanto, troppo – resta da fare per guarire le ferite del sisma.

    29 Agosto, 2022 - 16:50
  2. Luigi Accattoli

    La terza immagine è Francesco che si alza con straziante fatica dalla sedia a rotelle (ieri il dolore al ginocchio doveva essere più forte del solito) e attraversa a minimi passi la Porta Santa della Perdonanza Celestiniana, che ha appena aperto: un particolare Giubileo aquilano che risale a Celestino V, il Papa che l’istituì nel 1294; unica eredità ancora viva del suo Pontificato durato appena cinque mesi e che si concluse con la rinuncia che pare abbia indotto Dante – nel terzo canto dell’Inferno – a collocare quel Papa tra gli “ignavi”.
    Francesco ieri ha ricordato il passo dantesco ma ha difeso Celestino da quell’accusa: “Erroneamente ricordiamo la figura di Celestino V come colui che fece il gran rifiuto, secondo l’espressione di Dante nella Divina Commedia; ma Celestino V non è stato l’uomo del no, è stato l’uomo del sì”.

    29 Agosto, 2022 - 16:51
  3. Luigi Accattoli

    Il richiamo al Papa eremita. “Infatti – ha detto ancora – non esiste altro modo di realizzare la volontà di Dio che assumendo la forza degli umili, non ce n’è un altro. Proprio perché sono tali, gli umili appaiono agli occhi degli uomini deboli e perdenti, ma in realtà sono i veri vincitori, perché sono gli unici che confidano completamente nel Signore”.
    E’ la seconda volta che Francesco si richiama a Celestino V, il Papa eremita che a L’Aquila è sepolto, proponendolo a modello di chi vuole una Chiesa povera e libera dal potere: l’aveva già fatto nel luglio del 2014, visitando Isernia.
    “Celestino V – ha detto ieri Bergoglio durante l’omelia davanti alla Basilica di Collemaggio – è stato un testimone coraggioso del Vangelo, perché nessuna logica di potere lo ha potuto imprigionare e gestire. In lui noi ammiriamo una Chiesa libera dalle logiche mondane e pienamente testimone di quel nome di Dio che è Misericordia”.

    29 Agosto, 2022 - 16:51
  4. Luigi Accattoli

    Francesco è il primo Papa – in settecento anni di storia della Chiesa – che non loda Celestino solo per la santità e l’umiltà, per le quali fu canonizzato già nel 1313 da Papa Clemente V, ma che lo indica anche come ispiratore di un modello di Chiesa. Una Chiesa somigliante a quella che il Papa argentino si propose di realizzare fin dall’inizio del Pontificato, con l’esclamazione: “Quanto vorrei una Chiesa povera e per i poveri”.
    Così Francesco ha lodato l’indole forte degli abruzzesi: “Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente”. Quel carattere “radicato nella vostra tradizione cristiana e civica, ha consentito di reggere l’urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente di ricostruzione”.
    Al completamento della ricostruzione della città Francesco ha esortato con queste parole: “È fondamentale attivare e rafforzare la collaborazione organica, in sinergia, delle istituzioni e degli organismi associativi: una concordia laboriosa, un impegno lungimirante. Perché stiamo lavorando per figli, nipoti, per il futuro”.

    29 Agosto, 2022 - 16:52
  5. maria cristina venturi

    Il gesuita furbacchione vuole appropriarsi della figura romantica del papa eremita , dell’ umile rinunciatario .
    Ma…. non gli somiglia pe’ niente come diceva Johnny Stecchino !
    E’ molto piu’ simile a Celestino V ,Benedetto XVI ,pur con le scarpe rosse.

    29 Agosto, 2022 - 17:31
  6. Caro Accattoli,

    a mio parere papa Francesco non ha corretto Dante. Semmai ha corretto un’errata interpretazione di Dante.
    «Colui che fece per viltade il gran rifiuto» – che Dante nella «Divina Commedia» non reputa degno nemmeno di essere chiamato per nome – non è Celestino V come molti credono, ma molto probabilmente, con argomenti che io ritengo ben fondati, Ponzio Pilato: il giudice ignavo, indegno, che non espletò il suo compito, che non si decise né per il bene né per il male (finendo inevitabilmente dalla parte del male), che non fece il suo dovere di imporre il diritto, che si rifiutò vilmente di fare giustizia, che se ne lavò le mani, che si asservì agli interessi dei poteri maligni e alla massa che gridava «crucifige». Insomma, un personaggio ben diverso da Celestino V, come giustamente ha rilevato il Papa!
    Il Papa ha detto letteralmente: «Erroneamente ricordiamo la figura di Celestino V come “colui che fece il gran rifiuto”, secondo l’espressione di Dante nella Divina Commedia; ma Celestino V non è stato l’uomo del “no”, è stato l’uomo del “sì”». Io penso che lui volesse dire: Celestino è un modello positivo di cristiano, è un uomo del “sì”, non un uomo del “no”, come qualche critico ha erroneamente creduto, fraintendendo i versi di Dante.
    Questo, almeno, è il mio pensiero.
    Con viva cordialità.
    AP

    29 Agosto, 2022 - 18:17
  7. Luigi Accattoli

    Caro Paganini, immagino anch’io che dietro al “gran rifiuto” dantesco sia da vedere Ponzio Pilato. E concordo con te nel dire che Francesco non ha “corretto” Dante, come hanno titolato agenzie di stampa, siti e giornali. Voleva semplicemente dire che nel guardare a Celestino dobbiamo liberarci dal condizionamento del verdetto dantesco, se pure a lui era mirato, e dobbiamo cogliere il positivo della sua figura, che è grande e dice qualcosa a noi anche oggi…

    29 Agosto, 2022 - 21:43
  8. maria cristina venturi

    Evviva,l: arcivescovo Delpino ha avuto uno scatto di dignita’ e ha commentato con ironia la sua non- elezione a cardinale : Alla Messa celebrata a Como per il nuovo cardinale Cantone queste sono state le sue parole all’ omelia :
    “Mi faccio voce della Conferenza episcopale lombarda e di tutte le nostre chiese… Ci sono state delle persone un po’ sfacciate che si sono domandate perché il papa non abbia scelto il metropolita [Delpini, NdR] per fare il cardinale e abbia scelto invece il vescovo di Como. Ora io credo che ci siano delle buone ragioni per questo. Naturalmente interpretare il pensiero del Santo Padre è sempre un po’ difficile perché forse vi ricordate quell’espressione altissima di una sapienza antica che diceva che tre sono le cose che neanche il Padreterno sa: una è quante siano le congregazioni delle suore, l’altra è quanti soldi abbia non so quale comunità di religiosi [il riferimento è ai salesiani, NdR] e la terza è che cosa pensino i gesuiti. Ma in questa scelta mi pare si riveli chiaramente la sapienza del Santo Padre. Perché ha scelto il vescovo di Como per essere un suo particolare consigliere? Io ho trovato almeno tre ragioni. La prima è che il papa deve aver pensato che l’arcivescovo di Milano ha già tanto da fare, è sovraccarico di lavoro, e quindi ha detto: bisogna che lavori un po’ anche il vescovo di Como [applauso e risate] e quindi ha pensato di dare un po’ di lavoro anche a te. La seconda ragione è che probabilmente il papa ha pensato: quei bauscia di Milano non sanno neanche dov’è Roma, quindi è meglio che non li coinvolga troppo nel governo della Chiesa universale [altro applauso, altre risate]. E forse c’è anche un terzo motivo. Se mi ricordo bene, il papa è tifoso del River, che non ha mai vinto niente, e forse ha pensato che quelli di Como potrebbero essere un po’ in sintonia perché si sa che lo scudetto è a Milano [risate fragorose, applausi, apoteosi]”

    1 Settembre, 2022 - 9:22

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