Michelangelo Bartolo: semino parole di accoglienza dove altri spargono ostilità
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Luigi Accattoli
Michelangelo Bartolo Samos. Un medico “in vacanza” nei campi profughi in Grecia
Prefazione di Matteo Zuppi Edizioni Infinito 2022
pp. 90 – euro 12.00
Samos, Lesbo, Chios, luoghi per vacanze smart, da qualche anno sono anche tappe della tragica rotta dei migranti, percorsa da chi fugge dalla guerra in Siria e dai regimi totalitari in Medio Oriente, ma anche da migranti provenienti dall’Africa e dall’Asia.
Con puntualità documentale e ironia narrativa, Samos ci informa sulla quotidianità di una “vacanza solidale” in luoghi turistici incantevoli nei quali sono stati calati gli hotspot, campi di “accoglienza” per richiedenti asilo, trasformati in baraccopoli e tendopoli in cui vive un’umanità in perenne attesa di un lasciapassare che divengono spesso luoghi di reclusione a cielo aperto.
Il lavoro della Comunità di Sant’Egidio – alla quale l’autore appartiene – e la presenza di altre realtà di volontariato suppliscono, per quanto possono, alla mancanza dei più elementari servizi e diritti: sanità, scuola, pasti, acqua potabile, corsi di formazione, sostegno psicologico e altre attività.
Un libro che aiuta ad aprire gli occhi sulla realtà delle migrazioni e sul ruolo di un’Europa sempre più multietnica.
21 Agosto, 2022 - 17:52
Luigi Accattoli
Indice
Prefazione di Matteo Zuppi
Incipit
L’isola di Samos
In treno
La jungle
Tsabou beach
Refugees 4 Refugees
Peter
Chios
Il fenomeno migratorio
La cultura del disprezzo
La pandemia
Lesbo 2021
Corridoi senza muri
Ferragosto
L’Ucraina
21 Agosto, 2022 - 17:53
Luigi Accattoli
Le parole hanno un peso. Chi semina parole di disprezzo, di scherno, di ostilità, semina in modo irresponsabile germogli di violenza. Le parole hanno un peso, sia quelle dette che quelle taciute, le quali avrebbero potuto mitigare la cultura del disprezzo. Le parole hanno sempre una conseguenza, possono diffondere il bene ma possono anche essere un veleno che spinge a diffondere morte e distruzione. La cultura del disprezzo, del nemico, restituisce forse l’impressione di sentirsi vivi, sembra donarci un’identità; ma se non la contrastiamo, ad armi pari, cioè con altre parole, di accoglienza, comprensione, partecipazione, può divenire il terreno di cultura per disastri ben più grandi. La storia ce l’ha insegnato. Tutti abbiamo questa responsabilità. Io, con il cocktail di parole forse un po’ confuse di questo libro, nel mio piccolo, provo a seminare parole un po’ diverse o quanto meno tento di instillare in qualcuno il dubbio sulle proprie certezze. [pp. 76s]
21 Agosto, 2022 - 17:54
Luigi Accattoli
Censimento dei muri. Nel 1989, quando cadeva il muro di Berlino, sembrava che fossimo all’inizio di un tempo nuovo che avrebbe visto le divisioni affievolirsi sempre di più. A quel tempo nel mondo si contavano 26 muri; dopo l’11 settembre 2001, il numero delle barriere è aumentato e ne sono state costruite un’altra trentina. Nel 2019 si contano almeno una settantina di muri e la lista sembra destinata a infoltirsi; per non parlare poi del muro del Mediterraneo, che di fatto rappresenta forse la barriera più pericolosa. Tra i nuovi muri, e solo per citarne alcuni, abbiamo avuto: Messico-Guatemala, Messico Stati Uniti, Argentina-Paraguay, Austria-Slovenia, Slovenia-Croazia, Grecia-Macedonia, Grecia-Turchia, Bulgaria-Turchia, Cipro, Israele-Egitto, Israele-Siria, Iran-Iraq, Arabia Saudita-Iraq, Kenya-Somalia, Sud Africa-Mozambico, Sud Africa-Zimbabwe, India-Bangladesh, India-Pakistan [pp. 68s].
21 Agosto, 2022 - 17:55
Luigi Accattoli
Vacanze in corso. Le vacanze solidali narrate da Bartolo nel suo libretto continuano anche quest’anno. A Ferragosto ho ricevuto questo comunicato da Cipro, inviato da volontari della Comunità di Sant’Egidio. Un’oasi di pace e di amicizia a Cipro per i migranti: cena alle Tende dell’Amicizia, Scuola della Pace, visite culturali e scuola di inglese per i minori
Ogni giorno sono circa 550 le persone che vengono a cena sotto le Tende dell’Amicizia, proprio accanto al campo profughi di Pournara. Ad accoglierli, persone di Sant’Egidio dall’Italia, la Francia, il Belgio, la Spagna, insieme a giovani rifugiati che si sono uniti come volontari e ogni giorno, con entusiasmo e fedeltà, si dedicano al servizio ai tavoli o alla Scuola della Pace con i bambini. Sulla parete della casetta davanti a cui si studia e si disegna, è sorto il “muro della pace”, dove grandi e piccoli appendono disegni, pensieri, lettere.
Tanti sono i minori non accompagnati, alcuni davvero giovanissimi. Arrivano dall’Afghanistan, dalla Siria, dalla Somalia. Hanno alle loro spalle viaggi lunghi e terribili. E un gran bisogno di vivere la loro adolescenza come tutti. Per loro, ogni mattina c’è la scuola di inglese a Nicosia (ma presto aprirà anche un turno pomeridiano alle Tende dell’Amicizia) e gite culturali e ricreative. Ieri, un gruppo di 50 è andato a visitare lo zoo di Pahos, nella parte occidentale dell’isola: una giornata da ragazzi, non da profughi.
Il sabato sera, sotto le Tende, si celebra la liturgia. Sono in tanti a partecipare: i canti della Comunità e quelli dei paesi da cui provengono i migranti si uniscono in un coro gioioso.
Alla tenda arrivano anche ogni giorno visitatori e amici. Dopo la visita degli ambasciatori di Francia e Italia, altre rappresentanze sono attese nei prossimi giorni. Anche i responsabili del campo accompagnano con grande simpatia il nostro lavoro. In tanti infatti, sono interessati al modello di accoglienza e di integrazione della Comunità, di cui le Tende, con il loro continuo mescolarsi di “chi aiuta e chi è aiutato” sono un esempio concreto.
21 Agosto, 2022 - 17:55
Luigi Accattoli
Amici di letto. Michelangelo Bartolo e io siamo amici di letto: abbiamo avuto ambedue il Covid e ambedue ci siamo salvati curati nello stesso letto: il numero 25 del reparto Pneumo Covid 2 del San Giovanni di Roma. Lì era stato Michelangelo, da tutti detto Michele e lì sono arrivato io una settimana più tardi. “Il letto 25 porta fortuna” è stato il saluto incoraggiante che mi ha mandato quando ha saputo del mio ricovero. Fino alla comune tribolazione ci conoscevamo solo di nome, ora ci conosciamo per quella comunanza di letto e dell’esperienza in esso vissuta. Grati ambedue di esserci conosciuti per questa via inaspettata. Dalla sua ospedalizzazione Michelangelo ha cavato un utile libretto sulla pandemia e le sue cure, che io ho recensito qui nel blog con un post del 27 marzo 2021:
Michelangelo Bartolo
Samos. Un medico “in vacanza” nei campi profughi in Grecia
Prefazione di Matteo Zuppi
Edizioni Infinito 2022
pp. 90 – euro 12.00
Samos, Lesbo, Chios, luoghi per vacanze smart, da qualche anno sono anche tappe della tragica rotta dei migranti, percorsa da chi fugge dalla guerra in Siria e dai regimi totalitari in Medio Oriente, ma anche da migranti provenienti dall’Africa e dall’Asia.
Con puntualità documentale e ironia narrativa, Samos ci informa sulla quotidianità di una “vacanza solidale” in luoghi turistici incantevoli nei quali sono stati calati gli hotspot, campi di “accoglienza” per richiedenti asilo, trasformati in baraccopoli e tendopoli in cui vive un’umanità in perenne attesa di un lasciapassare che divengono spesso luoghi di reclusione a cielo aperto.
Il lavoro della Comunità di Sant’Egidio – alla quale l’autore appartiene – e la presenza di altre realtà di volontariato suppliscono, per quanto possono, alla mancanza dei più elementari servizi e diritti: sanità, scuola, pasti, acqua potabile, corsi di formazione, sostegno psicologico e altre attività.
Un libro che aiuta ad aprire gli occhi sulla realtà delle migrazioni e sul ruolo di un’Europa sempre più multietnica.
Indice
Prefazione di Matteo Zuppi
Incipit
L’isola di Samos
In treno
La jungle
Tsabou beach
Refugees 4 Refugees
Peter
Chios
Il fenomeno migratorio
La cultura del disprezzo
La pandemia
Lesbo 2021
Corridoi senza muri
Ferragosto
L’Ucraina
Le parole hanno un peso. Chi semina parole di disprezzo, di scherno, di ostilità, semina in modo irresponsabile germogli di violenza. Le parole hanno un peso, sia quelle dette che quelle taciute, le quali avrebbero potuto mitigare la cultura del disprezzo. Le parole hanno sempre una conseguenza, possono diffondere il bene ma possono anche essere un veleno che spinge a diffondere morte e distruzione. La cultura del disprezzo, del nemico, restituisce forse l’impressione di sentirsi vivi, sembra donarci un’identità; ma se non la contrastiamo, ad armi pari, cioè con altre parole, di accoglienza, comprensione, partecipazione, può divenire il terreno di cultura per disastri ben più grandi. La storia ce l’ha insegnato. Tutti abbiamo questa responsabilità. Io, con il cocktail di parole forse un po’ confuse di questo libro, nel mio piccolo, provo a seminare parole un po’ diverse o quanto meno tento di instillare in qualcuno il dubbio sulle proprie certezze. [pp. 76s]
Censimento dei muri. Nel 1989, quando cadeva il muro di Berlino, sembrava che fossimo all’inizio di un tempo nuovo che avrebbe visto le divisioni affievolirsi sempre di più. A quel tempo nel mondo si contavano 26 muri; dopo l’11 settembre 2001, il numero delle barriere è aumentato e ne sono state costruite un’altra trentina. Nel 2019 si contano almeno una settantina di muri e la lista sembra destinata a infoltirsi; per non parlare poi del muro del Mediterraneo, che di fatto rappresenta forse la barriera più pericolosa. Tra i nuovi muri, e solo per citarne alcuni, abbiamo avuto: Messico-Guatemala, Messico Stati Uniti, Argentina-Paraguay, Austria-Slovenia, Slovenia-Croazia, Grecia-Macedonia, Grecia-Turchia, Bulgaria-Turchia, Cipro, Israele-Egitto, Israele-Siria, Iran-Iraq, Arabia Saudita-Iraq, Kenya-Somalia, Sud Africa-Mozambico, Sud Africa-Zimbabwe, India-Bangladesh, India-Pakistan [pp. 68s].
Vacanze in corso. Le vacanze solidali narrate da Bartolo nel suo libretto continuano anche quest’anno. A Ferragosto ho ricevuto questo comunicato da Cipro, inviato da volontari della Comunità di Sant’Egidio.
Un’oasi di pace e di amicizia a Cipro per i migranti: cena alle Tende dell’Amicizia, Scuola della Pace, visite culturali e scuola di inglese per i minori
Ogni giorno sono circa 550 le persone che vengono a cena sotto le Tende dell’Amicizia, proprio accanto al campo profughi di Pournara. Ad accoglierli, persone di Sant’Egidio dall’Italia, la Francia, il Belgio, la Spagna, insieme a giovani rifugiati che si sono uniti come volontari e ogni giorno, con entusiasmo e fedeltà, si dedicano al servizio ai tavoli o alla Scuola della Pace con i bambini. Sulla parete della casetta davanti a cui si studia e si disegna, è sorto il “muro della pace”, dove grandi e piccoli appendono disegni, pensieri, lettere.
Tanti sono i minori non accompagnati, alcuni davvero giovanissimi. Arrivano dall’Afghanistan, dalla Siria, dalla Somalia. Hanno alle loro spalle viaggi lunghi e terribili. E un gran bisogno di vivere la loro adolescenza come tutti. Per loro, ogni mattina c’è la scuola di inglese a Nicosia (ma presto aprirà anche un turno pomeridiano alle Tende dell’Amicizia) e gite culturali e ricreative. Ieri, un gruppo di 50 è andato a visitare lo zoo di Pahos, nella parte occidentale dell’isola: una giornata da ragazzi, non da profughi.
Il sabato sera, sotto le Tende, si celebra la liturgia. Sono in tanti a partecipare: i canti della Comunità e quelli dei paesi da cui provengono i migranti si uniscono in un coro gioioso.
Alla tenda arrivano anche ogni giorno visitatori e amici. Dopo la visita degli ambasciatori di Francia e Italia, altre rappresentanze sono attese nei prossimi giorni. Anche i responsabili del campo accompagnano con grande simpatia il nostro lavoro. In tanti infatti, sono interessati al modello di accoglienza e di integrazione della Comunità, di cui le Tende, con il loro continuo mescolarsi di “chi aiuta e chi è aiutato” sono un esempio concreto.
Amici di letto. Michelangelo Bartolo e io siamo amici di letto: abbiamo avuto ambedue il Covid e ambedue ci siamo salvati curati nello stesso letto: il numero 25 del reparto Pneumo Covid 2 del San Giovanni di Roma. Lì era stato Michelangelo, da tutti detto Michele e lì sono arrivato io una settimana più tardi. “Il letto 25 porta fortuna” è stato il saluto incoraggiante che mi ha mandato quando ha saputo del mio ricovero. Fino alla comune tribolazione ci conoscevamo solo di nome, ora ci conosciamo per quella comunanza di letto e dell’esperienza in esso vissuta. Grati ambedue di esserci conosciuti per questa via inaspettata. Dalla sua ospedalizzazione Michelangelo ha cavato un utile libretto sulla pandemia e le sue cure, che io ho recensito qui nel blog con un post del 27 marzo 2021:
Il mio amico Michelangelo Bartolo e il suo libro sul Covid “Come un pesce rosso”
https://gpcentofanti.altervista.org/la-solidarieta-la-vedeva-gesu/
https://gpcentofanti.altervista.org/perdono-o-pochi-si-salvano/