Francesco: si può cambiare Papa, non è una catastrofe; ma per il momento non ho bussato a questa porta
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Luigi Accattoli
Devo risparmiare un po’. Non credo che [io] possa andare con lo stesso ritmo dei viaggi di prima. Credo che alla mia età e con questa limitazione devo risparmiare un po’ per poter servire la Chiesa. Poi, al contrario, posso pensare la possibilità di farmi da parte, questa, con tutta onestà, non è una catastrofe, si può cambiare Papa, si può cambiare, non c’è problema. Ma credo che devo limitarmi un po’ con questi sforzi. L’intervento chirurgico al ginocchio non va, nel mio caso. I tecnici dicono di sì, ma c’è tutto il problema dell’anestesia, io ho subito dieci mesi fa più di sei ore di anestesia e ancora ci sono le tracce. Non si gioca, non si scherza con l’anestesia. È per questo che si pensa che non sia del tutto conveniente. Io cercherò di continuare a fare dei viaggi ed essere vicino alla gente perché credo che è un modo di servire: la vicinanza. Ma più di questo non mi viene da dire, speriamo […].
30 Luglio, 2022 - 19:31
Luigi Accattoli
Ma vediamo la gamba cosa dice. Ho detto che in Ucraina vorrei andarci. Vediamo adesso cosa trovo quando arrivo a casa. In Kazakistan per il momento mi piacerebbe andare, è un viaggio tranquillo, senza tanto movimento, è un congresso di religioni. Per il momento tutto rimane. Devo anche andare in Sud Sudan prima che in Congo, perché è un viaggio con l’arcivescovo di Canterbury e con il vescovo della Chiesa di Scozia perché abbiamo fatto tutti e tre insieme il ritiro due anni fa… E poi il Congo, ma sarà l’anno prossimo, perché c’è la stagione delle piogge, vediamo… Io ho tutta la buona volontà, ma vediamo la gamba cosa dice.
30 Luglio, 2022 - 19:31
Luigi Accattoli
La porta è aperta. La porta [della mia rinuncia al Pontificato] è aperta, è una opzione normale, ma fino ad oggi non ho bussato a questa porta, non ho detto andrà in questa stanza, non ho sentito di pensare a questa possibilità. Ma questo non vuol dire che dopodomani non cominci a pensare, no? Ma in questo momento sinceramente no. Anche questo viaggio è stato un po’ il test… è vero che non si possono fare viaggi in questo stato, si deve forse cambiare un po’ lo stile, diminuire, pagare i debiti dei viaggi che ancora si devono fare, risistemare… Ma sarà il Signore a dirlo. La porta è aperta, questo è vero.
Sicuramente lui non e’ come Benedetto XVI. Non rinuncera’ mai al papato per un motivo obbiettivo ,per il bene della chiesa.
Ma solo se ” gli gira”, se cosi’ gli va, in modo del tutto soggettivo.
31 Luglio, 2022 - 0:06
Luigi Accattoli
In verità dalle parole di ieri si evince che se “dopodomani” dovesse rinunciare, Francesco lo farebbe per lo stesso motivo di Benedetto: l’insufficienza delle forze.
31 Luglio, 2022 - 16:08
alphiton
Venturi è talmente accecata dai suoi pregiudizi da non leggere ciò che è scritto, ma quello che pensa sia scritto. Un atteggiamento oramai stucchevole…
Alberto Farina
31 Luglio, 2022 - 20:01
ada
Questo è il “giro” di Papa Francesco
“ (Farò) Quello che il Signore dica. Il Signore può dire: “Dimettiti”. È il Signore che comanda. Una cosa su Sant’Ignazio, questo è importante: quando uno era stanco, malato, diceva a Sant’Ignazio: “Io non posso fare la preghiera”, e lui dispensava dalla preghiera. Ma mai dispensava dall’esame di coscienza: due volte al giorno guardare cosa è successo… Non è questione di peccati o non peccati, no: “Quale spirito mi ha mosso oggi?”. La nostra vocazione diceva: cercare cosa è successo oggi. Se io – questa è un’ipotesi – vedo che il Signore mi dice qualcosa, un’ispirazione di quello o dell’altro, devo fare un discernimento per vedere cosa chiede il Signore. E può darsi che il Signore mi vuole mandare all’angolo, è cosa sua, è Lui che comanda. Questo credo che è il modo religioso di vivere di un gesuita: stare nel discernimento spirituale per prendere delle decisioni, per scegliere vie di lavoro e anche scegliere gli impegni. Il discernimento è chiave nella vocazione del gesuita. Questo è importante. Sant’Ignazio in questo era molto fermo, perché è stata la sua propria esperienza del discernimento spirituale che lo ha portato alla conversione. E gli esercizi spirituali sono davvero una scuola di discernimento. Così, il gesuita dev’essere per vocazione un uomo di discernimento, discernere le situazioni, discernere la propria coscienza, discernere le decisioni da prendere. E per questo dev’essere aperto a qualsiasi cosa che il Signore gli chieda. Questa è un po’ la nostra spiritualità.”
da vatican.va riportato da Luigi
Ada Murkovic
Devo risparmiare un po’. Non credo che [io] possa andare con lo stesso ritmo dei viaggi di prima. Credo che alla mia età e con questa limitazione devo risparmiare un po’ per poter servire la Chiesa. Poi, al contrario, posso pensare la possibilità di farmi da parte, questa, con tutta onestà, non è una catastrofe, si può cambiare Papa, si può cambiare, non c’è problema. Ma credo che devo limitarmi un po’ con questi sforzi. L’intervento chirurgico al ginocchio non va, nel mio caso. I tecnici dicono di sì, ma c’è tutto il problema dell’anestesia, io ho subito dieci mesi fa più di sei ore di anestesia e ancora ci sono le tracce. Non si gioca, non si scherza con l’anestesia. È per questo che si pensa che non sia del tutto conveniente. Io cercherò di continuare a fare dei viaggi ed essere vicino alla gente perché credo che è un modo di servire: la vicinanza. Ma più di questo non mi viene da dire, speriamo […].
Ma vediamo la gamba cosa dice. Ho detto che in Ucraina vorrei andarci. Vediamo adesso cosa trovo quando arrivo a casa. In Kazakistan per il momento mi piacerebbe andare, è un viaggio tranquillo, senza tanto movimento, è un congresso di religioni. Per il momento tutto rimane. Devo anche andare in Sud Sudan prima che in Congo, perché è un viaggio con l’arcivescovo di Canterbury e con il vescovo della Chiesa di Scozia perché abbiamo fatto tutti e tre insieme il ritiro due anni fa… E poi il Congo, ma sarà l’anno prossimo, perché c’è la stagione delle piogge, vediamo… Io ho tutta la buona volontà, ma vediamo la gamba cosa dice.
La porta è aperta. La porta [della mia rinuncia al Pontificato] è aperta, è una opzione normale, ma fino ad oggi non ho bussato a questa porta, non ho detto andrà in questa stanza, non ho sentito di pensare a questa possibilità. Ma questo non vuol dire che dopodomani non cominci a pensare, no? Ma in questo momento sinceramente no. Anche questo viaggio è stato un po’ il test… è vero che non si possono fare viaggi in questo stato, si deve forse cambiare un po’ lo stile, diminuire, pagare i debiti dei viaggi che ancora si devono fare, risistemare… Ma sarà il Signore a dirlo. La porta è aperta, questo è vero.
https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2022/july/documents/20220729-voloritorno-canada.html
https://gpcentofanti.altervista.org/lo-spegnimento-della-vita-autentica/
Sicuramente lui non e’ come Benedetto XVI. Non rinuncera’ mai al papato per un motivo obbiettivo ,per il bene della chiesa.
Ma solo se ” gli gira”, se cosi’ gli va, in modo del tutto soggettivo.
In verità dalle parole di ieri si evince che se “dopodomani” dovesse rinunciare, Francesco lo farebbe per lo stesso motivo di Benedetto: l’insufficienza delle forze.
Venturi è talmente accecata dai suoi pregiudizi da non leggere ciò che è scritto, ma quello che pensa sia scritto. Un atteggiamento oramai stucchevole…
Alberto Farina
Questo è il “giro” di Papa Francesco
“ (Farò) Quello che il Signore dica. Il Signore può dire: “Dimettiti”. È il Signore che comanda. Una cosa su Sant’Ignazio, questo è importante: quando uno era stanco, malato, diceva a Sant’Ignazio: “Io non posso fare la preghiera”, e lui dispensava dalla preghiera. Ma mai dispensava dall’esame di coscienza: due volte al giorno guardare cosa è successo… Non è questione di peccati o non peccati, no: “Quale spirito mi ha mosso oggi?”. La nostra vocazione diceva: cercare cosa è successo oggi. Se io – questa è un’ipotesi – vedo che il Signore mi dice qualcosa, un’ispirazione di quello o dell’altro, devo fare un discernimento per vedere cosa chiede il Signore. E può darsi che il Signore mi vuole mandare all’angolo, è cosa sua, è Lui che comanda. Questo credo che è il modo religioso di vivere di un gesuita: stare nel discernimento spirituale per prendere delle decisioni, per scegliere vie di lavoro e anche scegliere gli impegni. Il discernimento è chiave nella vocazione del gesuita. Questo è importante. Sant’Ignazio in questo era molto fermo, perché è stata la sua propria esperienza del discernimento spirituale che lo ha portato alla conversione. E gli esercizi spirituali sono davvero una scuola di discernimento. Così, il gesuita dev’essere per vocazione un uomo di discernimento, discernere le situazioni, discernere la propria coscienza, discernere le decisioni da prendere. E per questo dev’essere aperto a qualsiasi cosa che il Signore gli chieda. Questa è un po’ la nostra spiritualità.”
da vatican.va riportato da Luigi
Ada Murkovic