Dobbiamo vegliare sulla speranza – perchè cresca – perchè non appassisca

Con l’immagine di queste piantine di grano giovane – com’era nelle Marche a marzo – accompagno la mia veglia sulla speranza, che puoi leggere nel primo commento.

10 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Occorre vegliare sulla speranza.
    Lo dico in riferimento all’Ucraina e al suo grano che rischia di marcire.
    Non c’è nulla di più delicato al mondo, da tenere d’occhio, bambina ai primi passi.
    Nulla di più fragile della speranza.
    Lo dico in riferimento a ogni vita che respira. A ogni cuore.
    Lo dico per me e per tutti.

    6 Luglio, 2022 - 23:30
  2. ada

    Vegliamo!
    Contra spem spero
    Ada Murkovic

    7 Luglio, 2022 - 0:05
  3. maria cristina venturi

    Ci vogliono fare credere che la maggior parte del grano venga dall’ Ucraina: non e’ vero .
    “Secondo i dati della FAO, nel 2021 la produzione globale di cereali, grano incluso, è arrivata allo storico record di 2.791 milioni di tonnellate: il contributo della Russia e dell’Ucraina è stato rispettivamente del 4,13% e del 2,29%.”
    Dunque dall’ Ucraina arriva il 2,29% del grano mondiale.

    7 Luglio, 2022 - 8:53
  4. maria cristina venturi

    “Forse il problema è nelle logiche finanziarie che stanno influenzando i prezzi dei cereali nelle relative borse. Negli Stati uniti, ad esempio, il prezzo del grano tenero sul Chicago Mercantile Exchange, uno dei mercati di riferimento per i contratti cerealicoli, è passato dai 275 euro a tonnellata del 1° gennaio 2022 ai circa 400 euro ad aprile. Una tensione, dunque, non derivante direttamente dalla produzione ma dagli andamenti finanziari del mercato che ancora corrispondono a una organizzazione dei beni primari tutta finanziaria e inserita in logiche borsistiche centrate sull’approfittamento più che sull’approvvigionamento.”

    7 Luglio, 2022 - 8:55
  5. Lorenzo Cuffini

    Rif. commenti 8,53 e 8,55.
    I due commenti sventatamente riportano due virgolettati, senza la citazione della fonte, secondo il malcostume consueto. Le due citazioni- messe lì a bella posta in modo avulso da quello che vogliono dire, e secondo la ben nota tecnica dello ” spezzatino” ( spezzetto un testo, colgo quel che mi interessa, lo riciccio a modo mio e gli faccio dire quello che mi fa comodo) sono copiaincollate dal sito “transform-italia.it”, e qui si puo’ agevolmente leggere l’articolo nel suo complesso:
    https://transform-italia.it/crisi-alimentare-non-e-colpa-della-guerra-ma-della-globalizzazione/#:~:text=Secondo%20i%20dati%20della%20FAO,e%20del%202%2C29%25.

    Ora, se la lettura fintamente miope che è stata proposta nei due commenti succitati avesse tenuto conto delle argomentzioni dell’articolo , sarebbe forse arrivata al passo in cui si legge:
    “La CRISI IN CORSO ( l’aggressione russa alla Ucraina, ndr) , dunque, ancora secondo Guterres (ONU) , rischia di trascinare circa 1,7 miliardi di persone, ossia UN QUINTO DELLA UMANITA’ NELLA MISERIA E NELLA FAME , con il peggioramento dello stato di sopravvivenza per miliardi di persone. Ancora secondo la Fao, sarebbero QUARANTACINQUE i PAESI AFRICANI A RISCHIO COLLASSO, diciotto dei quali DIPENDENTI DIRETTAMENTE DALL’APPROVVIGIONAMENTO DI GRANO, QUALE MATERIA PRIMA FONDAMENTALE PER LA SOPRAVVIVENZA, dall’UCRAINA E DALLA RUSSIA . Tra questi ultimi paesi, l’Eritrea, la Mauritania, la Somalia e la Tanzania DIPENDEREBBERO PER IL 100% DAL GRANO UCRAINO E RUSSO . A questo riguardo si può ricordare che la Somalia, come ricostruito da Emilio Drudi con un articolo pubblicato sul magazine dell’Eurispes, è “un paese imploso da oltre trent’anni, sconvolto da una bufera infinita nella quale siccità, fame, carestia, epidemie si aggiungono al disastro provocato da una sanguinosa guerra civile e da un terrorismo forte e radicato come quello di Al Shabaab, che colpisce quando e dove vuole, mettendo a segno una media di oltre mille attacchi e attentati l’anno”. Aggiungere a questo la crisi del grano significa cancellare per sempre quel Paese e condannare a morte la sua popolazione. L’Eritrea, invece, come ricorda Ilaria De Bonis per Tempi Moderni, da decenni governato dal dittatore Isaias Afewerki (che ha distrutto l’intera economica interna per trasformare il Paese in una dittatura militare), senza le importazioni dall’Est non sopravvivrà.”
    Cioè: l’esatto opposto di quanto ” commentato” qui sopra.
    Morale: non si sa “chi ci voglia far credere” cosa, secondo i deliri quotidiani della scrivente i commenti. Si capisce invece molto bene che maria cristina venturi vuol- al solito – far passare per vere cose completamente false, opposte , come in questo caso, al senso delle affermazioni ” riportate” (?).

    Per la precisione.

    8 Luglio, 2022 - 0:18
  6. Beppe Zezza

    Sono rimasto sorpreso dai dati pubblicati dalla Venturi. Se le cose stanno così le cose dal punto di vista forniture alimentari sono meno drammatiche di come ci sono state rappresentate . Il grano viaggia da sempre per nave e non attraverso oleodotti e le fonti possono essere sostituite con una certa facilità.
    Ho l’impressione che i media vogliano tenerci sotto una cappa di terrore . Mi chiedo perché. È sempre più difficile avere una informazione equilibrata.

    8 Luglio, 2022 - 10:15
  7. ada

    In un rapporto pubblicato ieri, l’Onu ha anche avvertito del pericolo di disordini sociali in alcune regioni a causa di sconvolgimenti economici. Secondo Achim Steiner, amministratore del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, l’analisi di 159 Paesi in via di sviluppo ha mostrato che i forti aumenti dei prezzi delle materie prime quest’anno hanno colpito parti dell’Africa subsahariana, i Balcani, l’Asia e altre regioni.

    «Questa crisi del costo della vita sta precipitando milioni di persone nella povertà e persino nella fame a una velocità vertiginosa», ha affermato Steiner. «Allo stesso tempo, la minaccia di crescenti disordini sociali cresce ogni giorno». L’Ucraina è un importante produttore ed esportatore di grano e le sue forniture alimentari sono fondamentali per molti paesi del Medio Oriente e dell’Africa. Ma i porti ucraini del Mar Nero sono stati bloccati dalle truppe russe, il che ha portato a un aumento dei prezzi dei generi alimentari.

    L’Ucraina e la Russia insieme rappresentano quasi un quarto delle esportazioni mondiali di grano e più della metà delle esportazioni di olio di girasole. Anche i prezzi dell’energia sono aumentati notevolmente a causa dell’incertezza dovuta alla guerra e del taglio della Russia alle esportazioni di petrolio e gas. Prima della guerra, la Russia era il più grande esportatore mondiale di gas naturale e il secondo più grande esportatore di petrolio greggio.

    Anche le sanzioni occidentali contro la Russia hanno aumentato la pressione inflazionistica. Tra i paesi più colpiti dall’inflazione, secondo l’agenzia Onu, ci sono Haiti, Argentina, Egitto, Iraq, Turchia, Filippine, Ruanda, Sudan, Kenya, Sri Lanka e Uzbekistan. In paesi come l’Afghanistan, l’Etiopia, il Mali, la Nigeria e lo Yemen, gli effetti dell’inflazione sono ancora maggiori per chi si trova già nella soglia di povertà. Secondo l’Undp, il numero totale di persone che vivono in condizioni di povertà o sulla soglia della povertà è di oltre cinque miliardi, ovvero poco meno del 70 per cento della popolazione mondiale
    L’Avvenire 08.07.2022

    9 Luglio, 2022 - 0:23
  8. Lorenzo Cuffini

    Beppe Zezza:
    “Sono rimasto sorpreso dai dati pubblicati dalla Venturi. Se le cose stanno così le cose dal punto di vista forniture alimentari sono meno drammatiche di come ci sono state rappresentate ”
    Che un quinto della umanità sia trascinato nella miseria e nella fame da questa crisi con con il peggioramento dello stato di sopravvivenza per miliardi di persone, ti pare che configuri uno stato di cose meno drammatiche di come ci sono state rappresentate?
    Questo sta scritto nei dati riportati dalla Venturi.
    E non sono “i media”, moderni satanassi, a volerci tenere sotto una cappa di terrore, ma chi parla è l’ ONU e la FAO. Come si evince con chirezza anche dai dati riportati con scrupolo da Ada.

    9 Luglio, 2022 - 14:47

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