In ascolto di Gesù che dice “sento compassione della folla” e la sfama
testo bozza
9 Comments
Luigi Accattoli
Schnackenburg dixit. Se si confronta l’intera narrazione di Marco 8, 1-10 con quella della prima moltiplicazione (Marco 6, 30-44); e se si avanza giustamente l’opinione che “Dalmanùta” sia una corruzione dovuta agli amanuensi per indicare “Magdala”, che è precisamente il luogo dell’approdo dopo il primo banchetto prodigioso in prossimità della pianura di Gennesar (6, 53), ne risulta una sorprendente somiglianza delle due narrazioni fra di loro. Solo i dati numerici differiscono; ma per questi ultimi, in tradizioni come quella che stiamo esaminando e con lo scopo che essa si propone, non è da esigere nessuna precisione. La deduzione si presenta spontanea: si tratta di due diverse versioni del medesimo avvenimento, anche se Marco – su questo non c’è dubbio – ha pensato a due moltiplicazioni di mani (8, 19s) […].
Marco nel suo Vangelo persegue, oltre che un interesse storico, anche intenti di carattere catechetico, didattico e teologico […]. E ora che Marco trovava nella tradizione anche una seconda moltiplicazione dei pani, narrata in modo simile ma non uguale, con dati numericamente diversi, perchè avrebbe dovuto passarla (come Giovanni) sotto silenzio? Era obbligato ad accertarsi se si trattava dello stesso avvenimento? Si può rispondere che, come scrittore ispirato, non poteva trasmetterci nulla di “falso”. Ma è dal punto di vista teologico che invece occorre domandarsi quale “verità” egli intendesse offrire ai lettori del suo Vangelo: un inventario esatto e “preciso” in ogni suo punto dei fatti storici in quanto tali, oppure, – partendo da una base storica – la “verità” che i lettori credenti dovevano conoscere per potersi salvare? Certamente la seconda! Dal momento che ammettendo due moltiplicazioni dei pani si urterebbe contro difficoltà gravissime dal punto di vista storico, possiamo accettare tranquillamente l’opinione che di moltiplicazioni dei pani ce ne fu soltanto una. Con ciò ci rendiamo liberi per badare con interesse anche maggiore agli intenti teologici del Vangelo.
Rudolf Schnackenbur, Il Vangelo di Marco, vol. 1, pp. 193-195 dell’edizione Città nuova 1969 (l’originale tedesco è del 1966).
28 Maggio, 2022 - 18:40
Luigi Accattoli
Schnackenburg 2. Quando l’esegeta afferma – vedi commento precedente – che Marco mirava a far conoscere ai suoi lettori la “verità” necessaria alla salvezza, mette una nota – la n. 64 – che ha questo importante rimando: Cf. la Costituzione del Concilio Vaticano II sulla Divina Rivelazione, cap. 3, n. 11: “Dei libri della Scrittura dobbiamo credere che essi contengono con certezza, fedelmente e senza errori, la verità che Dio volle affidata ai sacri testi per la nostra salvezza”.
28 Maggio, 2022 - 18:49
Luigi Accattoli
Schnackenburg 3. Quando il nostro autore afferma – nel testo riportato nel primo commento – che ammettendo due moltiplicazioni dei pani si urterebbe contro “difficoltà grandissime” dal punto di vista storico, mette una nota, la n. 65, che così recita: “Si pensi anche solo all’ottusità e incomprensione dei discepoli nella ‘seconda’ moltiplicazione dei pani: sebbene fossero già stati testimoni della prima, come pure alla situazione dopo il ‘primo’ miracolo dei pani, alla fine del quale la folla s’era dispersa. Secondo l’esposizione presentata da Giovanni, dopo d’allora molti seguaci volsero le spalle a Gesù e non continuarono più ad accompagnarlo nei suoi viaggi (cf. Giovanni 6, 66). Di dove vengono adesso queste migliaia? Il quarto evangelista conosce manifestamente una sola moltiplicazione di pani (anche Luca passa sopra al secondo racconto)”.
Ipocrisia, eufemismo, politically correct dei tempi moderni:la Chiesa oggi fa beato un suo parere e non ha neppure il coraggio di dire da chi è perche’ di ucciso. Si tratta di Don Luigi Lentini secondo Avvenire vittima del “clima” di odio . Non un riferimerimwnto a chi lo ha ucciso e perche’ .: I partigiani comunisti perche’ era un prete . Non si puo’ dire ?il colpevole e’ il “clima” ?.E LE PERSONE che lo uccisero quelle sono assolte perche’ era il clima ?
” Sacerdote diocesano, nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1945, fu trascinato in aperta campagna, a circa un chilometro dalla canonica, lo obbligarono a scavarsi la fossa e, dopo averlo picchiato selvaggiamente, fu evirato, gli strapparono le unghie e lo finirono con un colpo alla testa. Sepolto a testa in giù, fu ritrovato il 28 luglio successivo, in una vigna
29 Maggio, 2022 - 13:17
maria cristina venturi
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/beato-lenzini-martire-dell-odio-politico
Nell’ articolo di Avvenire non si fa alcun riferimento della parte da cui veniva questo odio politico ( i partigiani comunisti) L’ odio politico resta cosi’ come una nuova vaga a mezz’aria. Il povero parroco fu evirato torturato ed ucciso : ma da una entita’ astratta non concreta ‘ odio politico , non dalle persone X,Y, ben precise con le loro responsabilita’ . ..
29 Maggio, 2022 - 13:22
Lorenzo Cuffini
Rif. commenti 13,17 e 13,22
Consiglio a chi scrive i commenti livorosi che ho indicato, di aprire bene gli occhi, oltre che sciacquarsi alcune volte la bocca con la varechina pura, prima di parlare.
Intanto il nuovo martire è don Luigi LENZINI, e non Lentini, come lei ( che evidentemente manco lo conosce) scrive.
Poi, l’occhiello dell’articolo di Avvenire da lei citato, così scandisce:
“VIENE PROCLAMATO BEATO IL SACERDOTE UCCISO DAI COMUNISTI sull’Appennino emiliano nel 1945. Il rito presieduto da Semeraro. La postulatrice: nella guerra aiutò tutti”
Proseguendo nell’articolo si legge in neretto:
” …ucciso con la “colpa” di additare il Vangelo come unica regola di vita e per il suo ascendente sulla popolazione, in montagna più vicina alla Chiesa, e dunque in contrasto con il PROGETTO ANTICLERICALE E ANTIRELIGIOSO PERSEGUITO DAI COMUNISTI”
Logico attendersi immediate scuse, da presentarsi ad Avvenire e al giornalista che ha scritto l’articolo, Marco Costanzini.
Quanto al clima d’odio, non è affatto una costruzione teorica e impersonale, e soltanto un babbeo potrebbe negare che fu il brodo di cultura in cui germinarono e presero violentissimo piede azioni efferate come questa ( e innumerevoli altre di segno opposto, ma di uguale sostanza). Maria Cristina Venturi, che ad ogni suo intervento, sobilla, sparge e fertilizza instancabile , nel suo minimissimo, odio a piene mani nei confronti della Chiesa ( leggasi anche qui l’attacco dei commenti di oggi ) dovrebbe riflettere una buona volta sul MALE che fa quotidianamente nel web.
non per tutti la senescenza
dà tanto turbamento mentale,
ma
non è facile aiutare le persone anziane ormai paranoiche.
È una esperienza che devo fare ogni giorno,
navigo a vista,
con un grande senso di impotenza…
Oltre che tra le mura domestiche,
capisco che accade anche sul blog di Luigi…
la pazienza non basta,
occorre un aiuto enormissimo dallo Spiritoso Santo.
Schnackenburg dixit. Se si confronta l’intera narrazione di Marco 8, 1-10 con quella della prima moltiplicazione (Marco 6, 30-44); e se si avanza giustamente l’opinione che “Dalmanùta” sia una corruzione dovuta agli amanuensi per indicare “Magdala”, che è precisamente il luogo dell’approdo dopo il primo banchetto prodigioso in prossimità della pianura di Gennesar (6, 53), ne risulta una sorprendente somiglianza delle due narrazioni fra di loro. Solo i dati numerici differiscono; ma per questi ultimi, in tradizioni come quella che stiamo esaminando e con lo scopo che essa si propone, non è da esigere nessuna precisione. La deduzione si presenta spontanea: si tratta di due diverse versioni del medesimo avvenimento, anche se Marco – su questo non c’è dubbio – ha pensato a due moltiplicazioni di mani (8, 19s) […].
Marco nel suo Vangelo persegue, oltre che un interesse storico, anche intenti di carattere catechetico, didattico e teologico […]. E ora che Marco trovava nella tradizione anche una seconda moltiplicazione dei pani, narrata in modo simile ma non uguale, con dati numericamente diversi, perchè avrebbe dovuto passarla (come Giovanni) sotto silenzio? Era obbligato ad accertarsi se si trattava dello stesso avvenimento? Si può rispondere che, come scrittore ispirato, non poteva trasmetterci nulla di “falso”. Ma è dal punto di vista teologico che invece occorre domandarsi quale “verità” egli intendesse offrire ai lettori del suo Vangelo: un inventario esatto e “preciso” in ogni suo punto dei fatti storici in quanto tali, oppure, – partendo da una base storica – la “verità” che i lettori credenti dovevano conoscere per potersi salvare? Certamente la seconda! Dal momento che ammettendo due moltiplicazioni dei pani si urterebbe contro difficoltà gravissime dal punto di vista storico, possiamo accettare tranquillamente l’opinione che di moltiplicazioni dei pani ce ne fu soltanto una. Con ciò ci rendiamo liberi per badare con interesse anche maggiore agli intenti teologici del Vangelo.
Rudolf Schnackenbur, Il Vangelo di Marco, vol. 1, pp. 193-195 dell’edizione Città nuova 1969 (l’originale tedesco è del 1966).
Schnackenburg 2. Quando l’esegeta afferma – vedi commento precedente – che Marco mirava a far conoscere ai suoi lettori la “verità” necessaria alla salvezza, mette una nota – la n. 64 – che ha questo importante rimando: Cf. la Costituzione del Concilio Vaticano II sulla Divina Rivelazione, cap. 3, n. 11: “Dei libri della Scrittura dobbiamo credere che essi contengono con certezza, fedelmente e senza errori, la verità che Dio volle affidata ai sacri testi per la nostra salvezza”.
Schnackenburg 3. Quando il nostro autore afferma – nel testo riportato nel primo commento – che ammettendo due moltiplicazioni dei pani si urterebbe contro “difficoltà grandissime” dal punto di vista storico, mette una nota, la n. 65, che così recita: “Si pensi anche solo all’ottusità e incomprensione dei discepoli nella ‘seconda’ moltiplicazione dei pani: sebbene fossero già stati testimoni della prima, come pure alla situazione dopo il ‘primo’ miracolo dei pani, alla fine del quale la folla s’era dispersa. Secondo l’esposizione presentata da Giovanni, dopo d’allora molti seguaci volsero le spalle a Gesù e non continuarono più ad accompagnarlo nei suoi viaggi (cf. Giovanni 6, 66). Di dove vengono adesso queste migliaia? Il quarto evangelista conosce manifestamente una sola moltiplicazione di pani (anche Luca passa sopra al secondo racconto)”.
La grazia moltiplica la vita, ciò che è vita. E solo la grazia vola ovunque…
https://gpcentofanti.altervista.org/la-natura-del-vento/
Ipocrisia, eufemismo, politically correct dei tempi moderni:la Chiesa oggi fa beato un suo parere e non ha neppure il coraggio di dire da chi è perche’ di ucciso. Si tratta di Don Luigi Lentini secondo Avvenire vittima del “clima” di odio . Non un riferimerimwnto a chi lo ha ucciso e perche’ .: I partigiani comunisti perche’ era un prete . Non si puo’ dire ?il colpevole e’ il “clima” ?.E LE PERSONE che lo uccisero quelle sono assolte perche’ era il clima ?
” Sacerdote diocesano, nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1945, fu trascinato in aperta campagna, a circa un chilometro dalla canonica, lo obbligarono a scavarsi la fossa e, dopo averlo picchiato selvaggiamente, fu evirato, gli strapparono le unghie e lo finirono con un colpo alla testa. Sepolto a testa in giù, fu ritrovato il 28 luglio successivo, in una vigna
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/beato-lenzini-martire-dell-odio-politico
Nell’ articolo di Avvenire non si fa alcun riferimento della parte da cui veniva questo odio politico ( i partigiani comunisti) L’ odio politico resta cosi’ come una nuova vaga a mezz’aria. Il povero parroco fu evirato torturato ed ucciso : ma da una entita’ astratta non concreta ‘ odio politico , non dalle persone X,Y, ben precise con le loro responsabilita’ . ..
Rif. commenti 13,17 e 13,22
Consiglio a chi scrive i commenti livorosi che ho indicato, di aprire bene gli occhi, oltre che sciacquarsi alcune volte la bocca con la varechina pura, prima di parlare.
Intanto il nuovo martire è don Luigi LENZINI, e non Lentini, come lei ( che evidentemente manco lo conosce) scrive.
Poi, l’occhiello dell’articolo di Avvenire da lei citato, così scandisce:
“VIENE PROCLAMATO BEATO IL SACERDOTE UCCISO DAI COMUNISTI sull’Appennino emiliano nel 1945. Il rito presieduto da Semeraro. La postulatrice: nella guerra aiutò tutti”
Proseguendo nell’articolo si legge in neretto:
” …ucciso con la “colpa” di additare il Vangelo come unica regola di vita e per il suo ascendente sulla popolazione, in montagna più vicina alla Chiesa, e dunque in contrasto con il PROGETTO ANTICLERICALE E ANTIRELIGIOSO PERSEGUITO DAI COMUNISTI”
Logico attendersi immediate scuse, da presentarsi ad Avvenire e al giornalista che ha scritto l’articolo, Marco Costanzini.
Quanto al clima d’odio, non è affatto una costruzione teorica e impersonale, e soltanto un babbeo potrebbe negare che fu il brodo di cultura in cui germinarono e presero violentissimo piede azioni efferate come questa ( e innumerevoli altre di segno opposto, ma di uguale sostanza). Maria Cristina Venturi, che ad ogni suo intervento, sobilla, sparge e fertilizza instancabile , nel suo minimissimo, odio a piene mani nei confronti della Chiesa ( leggasi anche qui l’attacco dei commenti di oggi ) dovrebbe riflettere una buona volta sul MALE che fa quotidianamente nel web.
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/beato-lenzini-martire-dell-odio-politico
Così don Luigi Lenzini è stato ricordato ieri da Vatican News:
https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2022-05/beatificazione-don-luigi-lenzini-omelia-semeraro.html
non per tutti la senescenza
dà tanto turbamento mentale,
ma
non è facile aiutare le persone anziane ormai paranoiche.
È una esperienza che devo fare ogni giorno,
navigo a vista,
con un grande senso di impotenza…
Oltre che tra le mura domestiche,
capisco che accade anche sul blog di Luigi…
la pazienza non basta,
occorre un aiuto enormissimo dallo Spiritoso Santo.