“Lo scopo della mia telefonata con Putin era chiedere se si potesse far qualcosa per sbloccare il grano fermo in Ucraina”, ha riferito il premier ai giornalisti: “La crisi alimentare rischia di avere proporzioni gigantesche e conseguenze umanitarie terribili”. Nel primo commento i passaggi essenziali delle parole di Draghi e nel secondo un mio commento
Forse Draghi può fare di più: lo dice la telefonata di oggi a Putin per sbloccare il grano prima che marcisca
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La telefonata è avvenuta nel pomeriggio. In essa si è parlato “degli sviluppi della situazione in Ucraina e degli sforzi per trovare una soluzione condivisa alla crisi alimentare in atto e alle sue gravi ripercussioni sui Paesi più poveri del mondo”.
“Lo scopo della mia telefonata con Putin era chiedere se si potesse far qualcosa per sbloccare il grano fermo in Ucraina”, racconta il premier in conferenza stampa. La crisi alimentare rischia di avere “proporzioni gigantesche e conseguenze umanitarie terribili”. E’ “una prima iniziativa che si potrebbe provare a esplorare per arrivare a una possibile collaborazione tra Russia e Ucraina per lo sblocco dei porti nel Mar Nero, dove sono depositati molti milioni di quintali di grano”. Il presidente Putin, continua Draghi, “ha detto che non sono sufficienti per risolvere la crisi alimentare perché i fabbisogni sono superiori, ma io sostengo che è importante esportare il grano fermo nei porti prima che marcisca”.
“Putin dice che i porti sono bloccati perché minati dagli ucraini, ma lo sono per impedire alle navi russe di attaccare”. Quindi la collaborazione potrebbe consistere “nello sminare i porti e garantire nel frattempo che non ci siano attacchi”. C’è stata “la disponibilità di Putin a procedere su questa direzione, io ho terminato la telefonata dicendo che avrei chiamanto Zelensky”. E’ una iniziativa, insiste il premier, “che ho sentito il dovere di prendere per la gravità della crisi umanitaria che può toccare i più poveri del mondo, speriamo”.
Putin ha detto anche che “se le sanzioni fossero tolte la Russia potrebbe esportare il grano, naturalmente le sanzioni ci sono perché è la Russia ad aver attaccato l’Ucraina. A me – conclude Draghi- adesso interessa se si riesce a sbloccare questi enormi quantitativi di grano”. “Se ho visto spiragli per la pace nella telefonata con Putin? La risposta è no”.
Unica voce europea sensata. Draghi è l’unica voce europea sensata tra quelle che riescono a farsi udire da tutti. Lo si era già visto con la trasferta a Washinton, poi con il piano di pace italiano in quattro punti, e ora con la telefonata del grano. Per cogliere questa unicità basta paragonare le sue parole a quelle folli di Johnson e di Ursula von der Leyen, mirate a “sconfiggere la Russia sul terreno”. Una posizione più sensata, simile a quella di Draghi, era quella di Macron, ma ora il presidente francese tace. Forse Macron, Draghi e il cancelliere tedesco Olaf Scholz potrebbero andare a Mosca insieme. Sogno che lo facciano.
Il piano di pace italiano – proposto dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel corso di un incontro con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres – prevede quattro tappe: il cessate il fuoco, la possibile neutralità dell’Ucraina, le questioni territoriali – in particolare Crimea e Donbass – e un nuovo patto di sicurezza europea e internazionale. Sia Mosca sia Kiev recalcitrano, ma quel piano indica la via, se davvero si vuole la pace.
https://gpcentofanti.altervista.org/non-mi-pare-non-comprendo/
In una situazione di non-sense collettiva che si e’ impadronita della UE ben venga il gesto di Draghi ,ma non e’ solo una questione di porti sul Mar Nero la questione e’ piu’ complessa:
“Anche in un altro modo l’euro-oligarchia si ingegna ad affamare non solo gli altri,ma i propri stessi popoli: con acuta intelligenza, anche le importazioni di fertilizzanti dalla Russia sono state vittime delle sanzioni dell’UE e quindi non sono più disponibili per la Germania. Il risultato: gli agricoltori si aspettano ulteriori aumenti dei prezzi dei prodotti agricoli e una situazione di offerta tesa, che probabilmente durerà almeno fino al raccolto del 2023, se non di più.”
da Spiegel apprendiamo che
la Turchia sta negoziando un corridoio di esportazione per il grano dall’Ucraina
“Ankara sta attualmente negoziando con Mosca e Kiev per stabilire un corridoio per le esportazioni di grano attraverso il territorio turco, ha riferito giovedì l’ agenzia di stampa Reuters , citando un alto funzionario turco.
” La Turchia sta negoziando sia con la Russia che con l’Ucraina per esportare grano dall’Ucraina”, ha affermato Reuters citando il funzionario anonimo. “C’è bisogno di questo grano per raggiungere i mercati target. Le trattative sono ancora in corso”,
Al confronto dei neo-primitivi europei che “trattano” in questo modo urlando e insultando, Erdogan fa la figura dell’unico adulto nella stanza, ed è tutto dire; essendo fra l’altro cui che tiene le chiavi del Mar Nero, potendo vietare l’entrata di navi da guerra dal Bosforo, ha una forza negoziale seria.”
Rispondo al don Giampaolo delle 0.27 e in particolare a questo incipit del testo linkato: Fa riflettere nell’epoca dell’onnipervasivo pensiero unico rilevare le risposte più frequenti di coloro che del pensiero unico si fanno in vario modo strumenti. In mezzo al grigiore dell’uniformismo affermano di non notare questo piattume. Altri rispondono di non comprendere questi riscontri. Io non so se sono strumento del “pensiero unico” ma di sicuro sono tra quelli che non notano “questo piattume” e non comprendono “questi riscontri”. Ora provo a dire in che senso e chiedo a don Giampaolo di replicare, se vorrà. A me pare che non vi sia pensiero unico sull’Ucraina: vedo un vasto dibattito e a esso anche – come posso – partecipo. Anche non lo vedevo sulla pandemia: e anche lì dicevo la mia, per quanto sapevo e vedevo. Salendo in alto mi pare che lo scambio epistolare tra Papa Benedetto e il matematico Odifreddi attesti che anche nelle sfere della concezione dell’uomo, del cosmo, della vita non c’è affatto il senso unico. E veniamo alla Chiesa: il Sinodo tedesco, prima quello dell’Amazzonia, ora l’avvio del Sinodo sulla sinodalità hanno mosso tanti a un vasto dibattito. Mi chiamano nelle parrocchie e dappertutto c’è vivo confronto. Il Pontificato bergogliano ha tanti sostenitori quanti oppositori. Se poi diamo un’occhiata ai secoli dei secoli, forse potremo dire che cento anni fa, o duecento, o trecento, o settecento, c’era sul pianeta maggiore contrasto di venti rispetto a oggi? E anche nella Chiesa? Io proprio non credo. Dopo Trento e dopo il Vaticano I la Chiesa non era affatto adorna di varietà più di oggi. Don Giampaolo, a te la parola, se vorrai.
Commenti 7,53 e 7,56
Se un poveraccio vuole conoscere la personalissima e spesso eccentrica opinione di Maurizio Blondet, si prende la briga di andarsi a cercare il suo blog e ci si abbevera a volontà.
Non si capisce perché uno se la debba vedere artatamente sciroppare in via anonima dalla solerte commentatrice che li psota, come fosse Verbum Domini.
Per la precisione i due commenti precedenti sono trapiantati di sana pianta da qui: https://www.maurizioblondet.it/la-turchia-sta-negoziando-un-corridoio-di-esportazione-per-il-grano-dallucraina/
Ho già scritto varie volte che questo blog e uno dei pochi luoghi abbastanza noti eppure aperti, un porto di libertà. Che a mio parere puo costare e forse sta costando in vario modo per esempio magari aggregatori di notizie che ti citano di meno. Ho anche osservato che qui, da parte tua, si respira finora un clima di acvoglienza familiare delle persone più diverse. Questo blog dunque mi pare un sincero contributo alla sinodalità. Dunque certo non mi riferisco a te a proposito di strumenti del pensiero unico. Quanto al piattume il parlamento uniformato di oggi con opposizioni che sembrano semplicemente occupare quella casella può dare un idea di domande perlomeno sensate.
Certo il problema e culturale prima di tutto. È necessario un salto di qualità. Nel testo sotto mi riferisco ad entusiasti oppositori del sistema che, consapevolmente o meno, non fanno che corroborarlo. https://gpcentofanti.altervista.org/la-crisi-letta-da-pirro/
Giampaolo il tuo e il mio linguaggio sono troppo diversi perchè io riesca a seguirti. Io non so procedere se non per riferimenti concreti e nella tua risposta ne trovo solo uno: quello al Parlamento uniformato. Ma esso non mi fa pensare a un dominio incontrollato di entità planetarie, bensì alla limitazione oggettiva della grande coalizione, che non è un caso strano dell’Italia e non è la prima volta che si verifica da noi. Ma non credo che questa situazione si prolungherà oltre le prossime politiche e già sui cinque referendum e sul voto amministrativo si sentono tutte le posizioni in conflitto all’interno della stessa maggioranza di governo. Tuttavia non insisto. Non intendo il tuo linguaggio ma lo rispetto.