Con un comunicato fatto pubblicare ieri, Francesco si unisce al Segretario generale dell’Onu per chiedere una tregua nella Pasqua del calendario giuliano che unisce ucraini e Russi: una richiesta che cozza contro la realtà, che il Papa riformula “nella consapevolezza che nulla è impossibile a Dio”. Intanto con un’intervista al quotidiano argentino La Nacion del 21 aprile fa sapere che è rinviato l’incontro – in programma da tempo – con il patriarca Kirill, che sarebbe dovuto avvenire in giugno a Gerusalemme. Nell’intervista Francesco chiarisce veri elementi dei suoi appelli e delle sue iniziative per fermare la guerra. Mei commenti il comunicato sulla tregua e i passaggi chiave dell’intervista.
Francesco e Guterres tornano a chiedere una tregua di Pasqua che russi e ucraini festeggiano domenica 24
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Tregua di Pasqua. Comunicato della Santa Sede, 21.04.2022. Nella scorsa domenica delle Palme Papa Francesco aveva chiesto una tregua pasquale, per arrivare alla pace. La Santa Sede ed il Santo Padre si uniscono all’appello che il Sig. Antonio Guterres, Segretario Generale dell’ONU, d’accordo con Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, ha lanciato il 19 aprile scorso, per una tregua in occasione della celebrazione della Pasqua secondo il calendario giuliano, il 24 aprile prossimo.
Nella consapevolezza che nulla è impossibile a Dio, invocano il Signore perché la popolazione intrappolata in zone di guerra sia evacuata e sia presto ristabilita la pace, e chiedono a chi ha la responsabilità delle Nazioni di ascoltare il grido di pace della gente.
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/04/21/0278/00592.html
Kirill per ora no. Francesco alla Nacion 1. «Mi dispiace che il Vaticano abbia dovuto sospendere un secondo incontro con il patriarca Kirill, che avevamo programmato per giugno a Gerusalemme. Ma la nostra diplomazia ha capito che un incontro, in questo momento, potrebbe creare molta confusione».
Non fa nomi. Francesco alla Nacion 2. Perchè non va a Kiev: «Non posso fare nulla che metta a rischio obiettivi più elevati, che siano la fine della guerra, una tregua o, almeno, un corridoio umanitario. Che senso avrebbe che il Papa vada a Kiev, se il giorno dopo la guerra continua?». Perchè non ha mai nominato Putin o la Russia: «Un Papa non nomina mai un capo di Stato, e tanto meno un Paese, che è superiore al suo capo di Stato». La Santa Sede è sempre disposta a mediare: «Ci sono sempre sforzi. Il Vaticano non riposa mai. Non posso dirvi i dettagli perché non sarebbero più sforzi diplomatici. Ma i tentativi non cesseranno mai»
Quel giorno all’ambasciata. Francesco alla Nacion 3. La visita del 25 febbraio all’ambasciata russa: «Sono andato da solo. Non volevo che qualcuno mi accompagnasse. Era una mia responsabilità personale. È stata una decisione che ho preso in una notte di veglia pensando all’Ucraina. È chiaro a chiunque lo voglia vedere chiaramente che stavo segnalando al governo che avrebbe potuto mettere fine alla guerra in un istante. Per essere onesto con voi, vorrei fare qualcosa affinché non ci sia più una sola morte in Ucraina. Non una di più. E sono pronto a fare tutto».
Bacio alla bandiera ucraina. Francesco alla Nacion 4. «Ogni guerra è anacronistica in questo mondo e in questa fase della civiltà. Ecco perché ho anche baciato pubblicamente la bandiera ucraina. Era un gesto di solidarietà con i loro morti, con le loro famiglie e con coloro che soffrono l’emigrazione».
Ginocchio matto. Francesco alla Nacion 5. «Il recupero dei legamenti è lento, a questa età bisogna accontentarsi di sentirsi dire che ci si mantiene bene».
Scrive bene ANDREA MONDA, direttore de L’Osservtore:
“Come i discepoli prendono Gesù per un fantasma, così anche noi oggi pensiamo alla pace come ad un fantasma, ad una fantasia irreale, impossibile. Nessuno sembra crederci veramente alla pace, nessuno tranne il Papa. E invece la pace deve essere creduta, desiderata, scelta.”
https://www.osservatoreromano.va/it/news/2022-04/quo-089/la-pace-non-e-un-fantasma.html?fbclid=IwAR2-3OSLR1ZKLocL8qTUKRXilYmKH8ushrc6895T2GgcaMN80TP1iACUFzo
Veramente nulla è impossibile a Dio.
Veramente, il governo russo ( leggi Putin) potrebbe e “avrebbe potuto mettere fine alla guerra in un istante”.
Che questi due “veramente”, per misteriose vie, si possano incrociare.
Altra strada per la pace non c’è.
Si è nel campo della pura fede, ma siamo qui anche per questo.
Noi, non solo il papa.
Certo il governo russo potrebbe mettere fine alla guerra. Ma questo andrebbe bene al governo americano?
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/04/21/ucraina-biden-annuncera-nuovi-aiuti-militari-per-800-milioni_17edf516-442d-4f89-b53b-39afb01847ce.html
Biden sara’ altre armi all’ Ucraina. E’ ormai chiaro che e’ una guerra fra USA propagandarono Russia. Gli UDA non si fermeranno finche’ non sconfiggeranno completamente la Russia
Questo ormai e’ chiaro a tutti. E’ una guerra che durera’ anni, come quella in Siria, come tutte le guerre che gli UDA hanno fatto negli ultimi anni. A questo punto e’ piu’ importante Biden di Putin. Putin rischia di rimanere stritolato, l’ Ucraina comeyamente distrutta, gli unici che ci guadagnano con una lunga guerra sono gli USA.
Paradossale che il papa oltre che a Putin non si rivolga anche a Biden ,che si dice cattolico, e che non perde giorno per gettare benzina sul fuoco, per ricordagli che la pace e’ un valore cattolico,Ve non la vincita a tutti i costi.
Molti si chiedono quando finirà la guerra in Ucraina. Purtroppo non finirà per anni, perché l’America ha deciso che questa è la terza guerra mondiale. Naturalmente nessuno ce lo dice, ma tra poco sarà chiaro a tutti. Il bersaglio grosso è la Russia.
La decisione di spingere alle estreme conseguenze è stata presa da Washington in accordo con Londra, con sepoltura del negoziato di pace in Turchia, ed è stata ratificata de facto martedì 19 aprile nella videoconferenza di Biden con 11 alleati, compresa l’Italia e compreso il Giappone che non è nella Nato. È durata 60 minuti: il tempo di un sì o un no. Nessuno si è dissociato e tutti hanno approvato altre sanzioni e invii di armi.
Non è dato sapere se le parole “guerra mondiale” siano state pronunciate. Ma se non interverranno fattori nuovi, ci vorranno anni e centinaia di migliaia di morti per vedere la fine dell’incubo. I fattori nuovi potrebbero essere la vittoria (improbabile) della Le Pen in Francia, con dissociazione di Parigi dalla Nato e aria nuova in Europa; oppure l’avvento, in Paesi europei significativi, di governi che contestino il bellicismo americano, anche questo uno scenario remoto; oppure l’arrivo alla Casa Bianca, nel 2024, di un “homo novus”, della cui esistenza però oggi non c’è traccia.
Il governo russo – solo lui: chia altri_ pensi a cessare il fuoco : questione di un amen.
Dopodiche cessi dalla sua aggresione irresponsabile e completamente arbitraria.
Tutto il resto è fuffa.
Quelli – cessate il fuoco immediato e cessazione dell’aggressione russa- chiarissimi e semplicissimi da adottare, dato che in una dittatura quale quella Russa basta un sì del satrapo di turno, ed è subito ” fiat!”- sono anche gli unici evidentissimi “fattori nuovi” che si possono presentare sullo scenario.
Data la volontà e l’azione criminale di Putin, non sono alle viste: la storia e l’esperienza insegnano che solitamente aggressori di quel genere desistono solo al momento in cui gli eventi li travolgono, ed insieme a loro, travolgono i loro eserciti e i loro popoli vessati; tuttavia, come il Papa sa e ciascuno di noi dovrebbe sapere, a Dio tutto è possbile, persino toccare cuore e mente dei dittatori alle corde.
A spazzare il campo dalle polemiche costruite a tavolino e dai polveroni che tirano in ballo chiunque, fuorché l’unico reponsabile della tragedia internazionale attuale, ci pensa con il solito pacato e oggettivo modo di ricordare le cose come stanno il Presidente Mattarella, ricordando il 25 aprile:
“Ricordiamo la nostra rivolta in armi contro l’oppressore. Rivolta che fu morale, anzitutto – come ha ricordato il Presidente Buscemi – e poi difesa strenua del nostro popolo dalla violenza che veniva scatenata contro di esso…Un’esperienza terribile; che sembra dimenticata, in queste settimane, da chi manifesta disinteresse per le sorti e la libertà delle persone, accantonando valori comuni su cui si era faticosamente costruita, negli ultimi decenni, la pacifica convivenza tra i popoli. Abbiamo assistito, in queste settimane– con un profondo senso di angoscia – a scene di violenza sui civili, anziani donne e bambini, all’uso di armi che devastano senza discrimine, senza alcuna pietà. L’attacco violento della Federazione Russa al popolo ucraino non ha alcuna giustificazione, come è emerso dalle parole del Ministro Guerini, poc’anzi. La pretesa di dominare un altro popolo, di invadere uno Stato indipendente, ci riporta alle pagine più buie dell’imperialismo e del colonialismo.
L’incendio appiccato alle regole della comunità internazionale appare devastante; destinato a propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermarlo subito, scongiurando il pericolo del moltiplicarsi, dalla stessa parte, di avventure belliche di cui sarebbe difficile contenere i confini. Per tutte queste ragioni la solidarietà, che va espressa e praticata nei confronti dell’Ucraina, deve essere ferma e coesa.
È possibile che questo comporti alcuni sacrifici. Ma questi avrebbero portata di gran lunga inferiore rispetto a quelli che sarebbe inevitabile subire se quella deriva di aggressività bellica non venisse fermata subito.
Dal “nostro” 25 aprile, nella ricorrenza della data che mise fine alle ostilità sul nostro territorio, viene un appello alla pace. Alla pace, non ad arrendersi di fronte alla prepotenza.”
https://www.quirinale.it/elementi/66989
ore 13.34 e 13 .39- Cirillo e viaggio a Kiev
Il mancato incontro con Cirillo segna una sconfitta per il papa. Una fiducia di anni del Papa investita male. L’ecumenismo (cioè la preghiera-promessa “dell’ut unum sint”) ne esce gravemente ridimensionato.
Quanto al (non) viaggio del Papa a Kiev noto che anche lui calcola vantaggi e svantaggi. E’ la legge della realpolitik che batte l’ultra-pacifismo.
Molto belle le parole di Mattarella.