“Il Paradigma di Abramo” è un testo di Alberto Castaldini, cultore della tradizione ebraica e cristiana, che si chiede che cosa rappresenti oggi Abramo per l’umanità che cerca Dio. Egli indaga laboriosamente e conclude che il Patriarca del monoteismo parla anche a noi e ci istruisce sull’essenziale: che sempre Dio mette alla prova l’uomo che gli crede, anzi si mette alla prova con lui; chiede all’uomo una prova d’amore e gli promette più di quanto possa immaginare. Gli chiede in definitiva – proprio come un giorno chiese ad Abramo – di accettare la morte promettendogli una vita futura che nessuno ha mai conosciuto. Nei commenti: schede sull’autore e la sua opera, l’indice del volume, il mio apprezzamento e una mia obiezione.
Castaldini sul Monte Moria con Abramo Isacco e l’ariete impigliato nel cespuglio
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ALBERTO CASTALDINI
IL PARADIGMA DI ABRAMO
Tre scritti sul padre dei credenti
Nella COLLANA DEL DIALOGO EBRAICO-CRISTIANO E INTERRELIGIOSO
Con una nota di JOSEPH RATZINGER – BENEDETTO XVI
Salomone Belforte & C. Editori – Livorno 2021
Pagine 149 – Euro 20.00
Alberto Castaldini insegna filosofia e studi ebraici nella Facoltà di Teologia Greco-Cattolica e presso l’Istituto di giudaistica e storia ebraica dell’Università “Babes-Bolyai” di Cluj, in Transilvania. È professore invitato al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma e allo Studio Teologico San Zeno di Verona. Collabora con la Facoltà di Teologia Romano-Cattolica dell’Università di Bucarest. Tra le pubblicazioni: Dolore del mondo e mistero di iniquità. Il male in Romani 8,18-39 (Aracne, Roma 2020); Contra Genesim. Sugli ebrei e la rifondazione antropologica del nazionalsocialismo (Franco Angeli, Milano 2019); Lo sguardo su Dio. Frammenti della vocazione ebraica: Esodo 3,6 (La Finestra editrice, Lavis 2018).
Indice del volume
VIATICO
CAPITOLO I – PER IL SOGLIO DI ABRAMO
1. Soglia / Soglio
2. Speranza / Attesa
3. Abbandono / Promessa
CAPITOLO II – ABRAMO CUSTODE DELLE PROMESSE
CAPITOLO III – MONTAGNA DELLA MORTE E DELLA VITA
ANTOLOGIA DI PASSI SCRITTURALI
1. Genesi 12, 1-8
2. Genesi 15, 1-6
3. Genesi 18
4. Genesi 22
5. Lettera ai Romani 4,18-25
6. Lettera agli Ebrei 11,1-19
NOTA – LA STORIA DI ABRAMO È LA STORIA DI TUTTI Joseph Ratzinger – Benedetto XVI
BIBLIOGRAFIA
Così Castaldini presenta in quarta di copertina la sua indagine su Abramo
Dio sottopone alla prova i suoi figli più fedeli, perché sa che possono resisterle. Gli altri sarebbero esposti alla resa più drammatica: la capitolazione dell’anima. Ma allora, perché lo fa se già conosce l’esito della sfida? Forse perché, diversamente da Dio, gli uomini ignorano quell’epilogo. In questo modo ogni uomo può diventare, come Abramo, un paradigma per l’umanità intera. Abramo, il padre dei credenti, ha sperimentato l’attesa nella fede e nella prova, perché la promessa è aperta, il suo perfezionamento apparentemente rinviato, ma la sua aspettati va rimane saldamente fondata sulle benedizioni divine. Quello che Abramo fece per Dio e ciò che, nel suo Nome, ha fatto per la sua discendenza, costituiscono la garanzia umana della ricompensa divina. Ogni attesa, perciò, non è mai vana se preserva la promessa antica e sempre nuova. Anche questo è il paradigma di Abramo.
Sulla parola paradigma. Paradigma è nel titolo del volume e torna poi nel testo più di 40 volte se contiamo anche le derivazioni aggettivali. Paradigma: cioè modello, esempio, archetipo, prototipo. Ed anche: emblema, tipo, segno, insegnamento, lezione, metafora.
Mio apprezzamento. Guardo ad Alberto Castaldini come a un singolare protagonista del dialogo ebraico-cristiano, quasi a una personificazione di tale dialogo, simile in questo a Paolo De Benedetti (1927-2016), di cui fu amico. O anche simile, quanto ad appartenenza soggettiva ad ambedue le famiglie spirituali, ad Edith Stein e a Etty Hillesum: ambedue queste figlie di Sion innamorate di Cristo e dei Vangeli sono citate nel volume di Castaldini. Ho molto imparato leggendolo. Ho compreso Che “quello di Abramo è un paradigma rischioso, pietra di paragone e d’inciampo nella storia dei popoli, Israele compreso: ma, come tale, è un paradigma insuperato poiché vitale, che ci interpella ancora oggi, come cercherà di fare in queste pagine” (p. 18). Credo anche d’aver appreso che “Abramo riflette Dio: il primo sacrifica parte della sua umanità nell’abbandono alla volontà divina; il secondo rinuncia a parte della sua santità nella pretesa sull’uomo divenuto, per sua volontà, padre di Isacco” (p. 116). Da cristiano pienamente consapevole della radice ebraica, Castaldini nell’interpretare il dialogo tra Dio e Abramo e quello tra Abramo e Isacco tiene sempre presente i dialoghi tra Maria e l’Angelo e tra Gesù e il Padre, nei quali è un riflesso del dramma vissuto dal patriarca nella sua decisione di fare fino in fondo la volontà di Dio. In appendice il nostro autore riporta un testo del cardinale Ratzinger tratto da un intervento tenuto all’Incontro ebraico-cristiano di Gerusalemme nel 1994 nel quale il prefetto della Dottrina della Fede affermava che “la speranza cristiana è prosecuzione della speranza di Abramo” (p. 138). In proprio Castaldini argomenta che “la fede di Abramo non è nei fatti troppo dissimile da quella di Gesù, la cui testimonianza è il perfezionamento della vicenda abramitica, lo sviluppo salvifico di quella noachide, il riscatto universale di quella adamitica” (p. 68).
Mia obiezione. Dirò infine che su Abramo che distende Isacco sopra la legna dell’altare la penso come Immanuel Kant, che – ho letto in questo densissimo testo di Castaldini, alle pagine 49s – non credeva che Dio potesse aver fatto simili richieste ad Abramo, in quanto Egli per primo non può violare né mutare la legge morale che esiste di per sé. Quando leggo la salita di Abramo sul Monte Moira e il legamento di Isacco e l’angelo che grida dal cielo, intendo il tutto come parabola del passaggio dai sacrifici umani ai sacrifici d’animali. Vedo che anche di questo tratta l’inappuntabile Castaldini (p. 58s, nota 52) e mi sovviene la domanda del figlio mio maggiore quando bambino vide in parrocchia un film su Abramo e mi domandò pieno di spavento: “Ma Dio poteva chiedergli tutto?” No, gli risposi, non poteva. “E allora perché glielo chiedeva?” Per insegnargli che non si fanno sacrifici umani, fu la mia risposta. Tutt’oggi la penso così. Ma so bene che tanti lettori, antichi e moderni, si concentrano invece sulla messa alla prova della fede di Abramo, come elemento saliente della storia. E non ho difficoltà a riconoscere la mia incompetenza. Vastissima è la letteratura addotta dal Castaldini e anche a questo è utile il suo lavoro: ad ascoltare gli innumerevoli che nei secoli si sono interrogati sulle parole: “Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio” (Genesi 22, 10).
Fra quanti nei secoli si sono interrogati su Abramo c’ e’ il filosofo danese Soren Kierkeegard ,nella sua opera “Timore e tremore” . In essa si interroga sul paradosso della fede di Abramo , trovandolo incomprensibile perche’ supera la morale .”
“Eccoci di fronte al paradosso.O l’ individuo puo’,come tale, essere in rapporto assoluto con l’ Assoluto,e allora la moralita’ non e’ lo stadio supremo, o Abramo e’ perduto”
Nel Nuovo Testamento tale paradosso si puo’ trovare nella frase” chi vuole salvare la sua vita la perdera’,e chi perdera’ la a sua vita per causa mia’ la salvera’
Abramo e’ disposto a sacrificare Isacco ( per lui piu’ prezioso della vita) e per questo non lo perde ma lo salva. Se invece avesse voluto cercare di salvarlo,secondo il calcolo umano, l’ avrebbe perso .
La fede e’ un paradosso che supera la ragione umana .la fede secondo Kierkegaard e’ ” la piu’ alta passione dell’ uomo. Ci sono forse molti uomini in ciascuna generazione che non arrivano fino ad essa, ma nessuno che vada al di la’” .( Timore e tremore Epilogo)
https://gpcentofanti.altervista.org/una-lettura-nuova-della-storia-di-abramo/
Uccidere il Figlio perchè te lo chiede un dio,
è un obbrobrio pazzesco…
e dimostra quale idea idiota si abbia di dio…
anche se a titolo di prova…
In fondo, non stanno agendo così anche in Russia ?
come ha testimoniato bene il Patriarca Kirill…
una guerra con significato metafisico….
che miseria…