Cerco di capire che mai si siano detti ieri al telefono il nostro Draghi e Putin e che decideranno domani gli stati europei sul pagamento del gas russo in rubli. Non ho strumenti per chiarirmi le idee nonostante l’ascolto dei telegiornali e delle conferenze stampa, la lettura del leggibile. Ma staccandomi dall’immediato mi sono fatto una mia idea sulle conseguenze materiali e morali, in tempi medi, di queste settimane di guerra. Conseguenze che mi portano a dire povera Russia, povera Ucraina, povera Europa. Le abbozzo nei primi tre commenti. Nel quarto alzo gli occhi ai monti.
Povera Russia e povera Ucraina. Ma anche poveri noi
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Povera Russia. Quando l’operazione militare speciale sarà conclusa, quando torneranno i militari mandati al macello, quando non saranno più possibili giochi informativi sui ragazzi che sono morti in quel paese fratello, quando la realtà sarà un lampo per tutti, l’anima della Russia dovrà prendere tutto questo su di sé. Oggi governa la propaganda ma domani a comandare sarà il pianto. E intanto l’Europa Occidentale ridurrà le importazioni delle materie prime dalla Russia: e quella riduzione sarà un salasso per quell’economia già debole e ora disastrata dallo sforzo bellico. Un salasso, immagino, più gravoso delle attuali sanzioni. E magari gli accordi di pace comporteranno – è facile immaginarlo – che chi ha distrutto l’Ucraina si assuma l’onere della ricostruzione. Vedo un futuro drammatico per quel popolo, per la sua coscienza di sé e per il suo pane.
Povera Ucraina. I morti alla fine saranno tanti, tantissimi gli sfollati, una marea i migrati. Le città distrutte, i ponti saltati, gli ospedali, le scuole, le strade, i porti, gli aeroporti: macerie su macerie. Ancora una volta una nazione martire. Un martirio che avrà insegnato la violenza e l’odio a tutte le generazioni che sono ora compresenti in quel popolo. La bonifica delle anime e delle coscienze da quell’inquinamento richiederà forse altrettanto tempo di quanto ne assommano quelle generazioni poste in fila, l’una dietro l’altra. Dai lattanti ai centenari.
Povera Europa. Questa operazione militare speciale, che è la guerra d’Ucraina, riporta nella veglia e nel sonno dell’Europa gli spettri del passato. Di tutta l’Europa compresa la Russia, che è Europa a tutti gli effetti. E dunque di tutti gli europei. Lo spettro della guerra tra noi, dove i giovani muoiono a migliaia per la rettifica dei confini. Ieri tra Francia e Germania, tra Italia e Austria. Oggi tra Russia e Ucraina. Lo spettro dei carrarmati che sparano sulle case e sulle folle. Quello dell’atomica. Lo spettro delle spese militari che torneranno a lievitare. L’Europa Occidentale è stata così pronta a unirsi contro Putin – in queste settimane – perché nel profondo non si era mai liberata dallo spettro dell’Urss. A uno spettro segue l’altro, in una gara confusa che pare non debba mai avere fine.
Dio abbia pietà dell’Europa.
https://pellegrininellaverita.com/2022/04/01/i-10-principi-della-propaganda-di-guerra/
I dieci principi della propaganda di guerra:
1) Noi non vogliamo la guerra
2)La parte avversa e’ l’ unica responsabile della guerra
3) Il capo dei nemici e’ il diavolo
4)La nostra causa e’ nobile e disinteressata
5) Solo il Nemico commette atrocita’
6) il Nemico usa armi illecite
7) Le nostre perdite sono minime
8)Gli artisti e gli intellettuali sono dalla nostra parte
9)La nostra causa e’ sacra
10)Chi mette in dubbio la nostra propaganda e’ un traditore o e’ un sostenitore del Nemico
In ogni guerra, insieme alla guerra esiste la propaganda.
Da ambo le parti.
Roba che esiste dalla notte dei tempi.
Il che non c’entra nulla col dire che in questa guerra, esiste un aggressore, colpevole e responsabile: Vladimir Putin, autocrate della Russia.
Ogni tentativo di aaffannarsi a mettere ” le due parti” sullo stesso piano ( ” i belligeranti”) è fraudolento. Non ci sono i belligeranti. C’è un assessore, indagato come criminale di guerra, e c’è un popolo aggredito. Fine.
ooops: non assessore , ma aggressore.
En passant, visto che ci è stato proposto, si osserva che paragonare questa ignobile guerra di aggressione con migliaia di morti russi e ucraini ( già adesso, figurarsi quando mai sarà finita), intere città distrutte e alcuni milioni di civili migrati in altri paesi di mezza Europa, a situazioni come ” la crisi del Covid” e ” la crisi della Chiesa”, definendola per giunta ( l’ignobile guerra di aggressione con un mandante che è anche esecutore e criminale) una ” crisi Nato/Russia, via Ukraina”, è inaccettabile, falso, del tutto fuori luogo, e completamente immorale. L’autore del post citato, tal Simone de Cyrène con curriculum sedicente megagalattico, puo’ anche essere la quintessenza dei luminari universali, ma dice una roba che non sta né in cielo né in terra.