Parlando stamane alle donne del Centro Femminile italiano, Francesco ha qualificato come “pazzia” la decisione dei paesi della Nato di portare al 2% del pil la spesa militare: “La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, ma un’altra impostazione delle relazioni internazionali”. Nel primo commento le parole improvvisate da Bergoglio e qui la mia felicità d’avere un Papa scomodo per tutti. Che non puoi inquadrare, che non sta fermo, che se potesse andrebbe domani a Kiev.
Papa scomodo per tutti: definisce pazzia l’aumento delle spese militari della Nato
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No ad altre armi e altre sanzioni. Penso che per quelle di voi che appartengono alla mia generazione sia insopportabile vedere quello che è successo e sta succedendo in Ucraina. Ma purtroppo questo è il frutto della vecchia logica di potere che ancora domina la cosiddetta geopolitica. La storia degli ultimi settant’anni lo dimostra: guerre regionali non sono mai mancate; per questo io ho detto che eravamo nella terza guerra mondiale a pezzetti, un po’ dappertutto; fino ad arrivare a questa, che ha una dimensione maggiore e minaccia il mondo intero. Ma il problema di base è lo stesso: si continua a governare il mondo come uno “scacchiere”, dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a danno degli altri.
La vera risposta dunque non sono altre armi, altre sanzioni. Io mi sono vergognato quando ho letto che non so, un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il due per cento, credo, o il due per mille del Pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta succedendo adesso. La pazzia! La vera risposta, come ho detto, non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato – non facendo vedere i denti, come adesso –, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali. Il modello della cura è già in atto, grazie a Dio, ma purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere economico-tecnocratico-militare.
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/03/24/0206/00439.html
Segnalo che nella home page di Corriere e Repubblica online la notizia è introvabile.
Papa silenziato, il pensiero non allineato non è ammesso. Disturba.
Soprattutto scomodo per quei cattolici che si sono affrettati ad applaudire il governo Draghi, e il suo truculento discorso ,per tutti quelli che si illudono ( in buona fede? In mala fede?)poter contribuire alla pace col mandare armi e munizioni e razzi agli ucraini , mettendosi cosi’ a posto la coscienza . Che l’ aumento delle spese militari ,soprattutto in Italia ,sia una pazzia non e’ solo il papa a pensarlo ma tanti : secondo un sondaggio il 69% degli italiani e’ contrario all’ invio di armi.
Ma tanto a Draghi e ai nostri parlamentari , compresi quelli del PD ,cosa importa quel che pensa la maggioranza della popolazione italiana , quel che dice il papa, e quel semplice logica o buonsenso dettano alla coscienza ?
Oggi al Gran Guignol della riunione della Nato Il presidente Joe Biden ha suonato la grancassa bellica : piu’ armi, piu’ truppe Nato ai confini, piu’ sanzioni, fuori la Russia dal G20 e dentro l’ Ucraina ,piu’ oligarchi, mogli di oligarchi,figli di oligarchi puniti e spogliati di ogni loro avere ( fino alla quarta e quinta generazione !)
Zelenskyj ,moderato e sobrio al suo solito, ha chiesto” solo ” l’ 1% dei carrarmati della Nato .Draghi ha detto che Putin non puo’ chiedere il pagamento in rubli del gas russo .
Insomma il pazzo e’ Putin ,dicono ,invece tutti costoro sono sani di mente e soprattutto dei sinceri ” mediatori per la pace”
https://gpcentofanti.altervista.org/martiri-del-metaverso/
A Maria Cristina Venturi: Draghi ha detto che Putin non può chiedere il pagamento in rubli del gas russo. Draghi ha ragione. Non vedo che cosa tu possa trovare di insano nella sua affermazione. La moneta del pagamento è stabilita dal contratto. Il contratto con l’Italia prevede che il pagamento sia in Euro. La Russia può certo chiedere il cambio della moneta del pagamento, ma il cambio va negoziato, non è nella facoltà di una delle parti, come invece pare l’intenda Putin, che ha chiesto alla Banca centrale russa di rendere la misura effettiva entro una settimana.
Il papa fa benissimo il lavoro di papa, e parla un linguaggio spiazzante e senza etichette come quello del Vangelo. E dice, come papa e voce di Gesù Cristo, una cosa sacrosanta a proposito delle spese militari.
Su un altro piano, completalmente, le decisioni di ambito politico e militare men che meno.Sarebbe non solo impossibile, ma profondamente sbagliato, che si governasse secondo quel che dice il papa. Si verificherebbe, rovesciato, il paradosso di Kyrill.I cattolici vengono da 2000 anni di esperienze storiche in cui si sono sperimentate tutte le varianti di impasto tra “trono e altate”. Fortunatamente, e dai due lati, sono archiviate.
Quanto al Grand Guignol evocato qua sopra , ne esiste solo uno, provocato e perseguito con passione dalla Russia di Putin. E non è, tragicamente, che all ”inizio.
Ore 20.35 – Scandalo delle armi (e della devozione al Papa)
Facciamo nostra – noi che seguiamo sempre il papa, e questo papa – la sua vergogna per l’aumento della quota armi nel PIL degli stati e di quelli della Nato in particolare
(e chissà che anche la Russia, senza vergogna, dica di quanto ha aumentato la sua spesa militare negli ultimi anni per prepararsi alla pace da riversare in Ucraina).
“La vergogna” diventa un elemento in più della diversità di pensiero e della divisione che regnano oggi tra i cristiani (contro la paura che ci sia un “pensiero unico” sulla attuale guerra). Il “pensiero unico” assoluto è per altro uno solo: senza guerre e invasioni perogrammate non ci sarebbero aumenti di spesa militare offensiva e difensiva. Comunque la richiesta nominale di non amentare il PIL pro guerra non fa parte di quelle che domani il Papa ci farà rivolgere alla Madonna; come non ci sarà la richiesta alla Madonna che gli ucraini rinuncino a difendersi e a scappare così da sottomettersi alla pace russa dell’invasione. Grande Papa, in quel che dice e in quel che non dice.
Cosa intende dire il Papa con ‘ il modello della cura è già in atto, grazie a Dio’? A cosa sta facendo riferimento?
A Beppe Zezza. Poco prima aveva detto: “Care amiche, è ormai evidente che la buona politica non può venire dalla cultura del potere inteso come dominio e sopraffazione, ma solo da una cultura della cura, cura della persona e della sua dignità e cura della nostra casa comune. Lo prova, purtroppo negativamente, la guerra vergognosa a cui stiamo assistendo”. Qui è il rimando alla “cultura della cura” di cui spesso parla. Quella sull’Ucraina è una digressione. Va letto l’intero testo.
Un bell’approfondimento sulla “cultura della cura” in riferimento al tema della pace si trova qui:
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA CELEBRAZIONE DELLA LIV GIORNATA MONDIALE DELLA PACE
1° GENNAIO 2021
” LA CULTURA DELLA CURA COME PERCORSO DI PACE”
In particolare l’ultimo paragrafo, il n.9, intitolato
“9. Non c’è pace senza la cultura della cura”
riporta testualmente:
“La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace. «In molte parti del mondo occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia».[25]
In questo tempo, nel quale la barca dell’umanità, scossa dalla tempesta della crisi, procede faticosamente in cerca di un orizzonte più calmo e sereno, il timone della dignità della persona umana e la “bussola” dei principi sociali fondamentali ci possono permettere di navigare con una rotta sicura e comune. Come cristiani, teniamo lo sguardo rivolto alla Vergine Maria, Stella del mare e Madre della speranza. Tutti insieme collaboriamo per avanzare verso un nuovo orizzonte di amore e di pace, di fraternità e di solidarietà, di sostegno vicendevole e di accoglienza reciproca. Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, non abituiamoci a voltare lo sguardo,[26] ma impegniamoci ogni giorno concretamente per «formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri».[27]”
Qui il link al testo originale: https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/peace/documents/papa-francesco_20201208_messaggio-54giornatamondiale-pace2021.html
Sempre nello stesso intervento, è interessante un passaggio che benesi collega con le parole con cui Francesco ha qualificato “pazzia” la decisione di procedere a un riarmo da parte dei paesi:
” Va richiamato anche il rispetto del diritto umanitario, soprattutto in questa fase in cui conflitti e guerre si susseguono senza interruzione. Purtroppo molte regioni e comunità hanno smesso di ricordare un tempo in cui vivevano in pace e sicurezza. Numerose città sono diventate come epicentri dell’insicurezza: i loro abitanti lottano per mantenere i loro ritmi normali, perché vengono attaccati e bombardati indiscriminatamente da esplosivi, artiglieria e armi leggere. I bambini non possono studiare. Uomini e donne non possono lavorare per mantenere le famiglie. La carestia attecchisce dove un tempo era sconosciuta. Le persone sono costrette a fuggire, lasciando dietro di sé non solo le proprie case, ma anche la storia familiare e le radici culturali.
Le cause di conflitto sono tante, ma il risultato è sempre lo stesso: distruzione e crisi umanitaria. Dobbiamo fermarci e chiederci: cosa ha portato alla normalizzazione del conflitto nel mondo? E, soprattutto, come convertire il nostro cuore e cambiare la nostra mentalità per cercare veramente la pace nella solidarietà e nella fraternità?
Quanta dispersione di risorse vi è per le armi, in particolare per quelle nucleari,[20] risorse che potrebbero essere utilizzate per priorità più significative per garantire la sicurezza delle persone, quali la promozione della pace e dello sviluppo umano integrale, la lotta alla povertà, la garanzia dei bisogni sanitari. Anche questo, d’altronde, è messo in luce da problemi globali come l’attuale pandemia da Covid-19 e dai cambiamenti climatici. Che decisione coraggiosa sarebbe quella di «costituire con i soldi che s’impiegano nelle armi e in altre spese militari un “Fondo mondiale” per poter eliminare definitivamente la fame e contribuire allo sviluppo dei Paesi più poveri»![21]”
Si trova a metà del paragrafo 7, sempre a questo link:
https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/peace/documents/papa-francesco_20201208_messaggio-54giornatamondiale-pace2021.html
Ultima considerzione evidente: tassello importante nella costruzione di prospettiva di questa “cultura della cura”, Francesco lo individua , letteralmente, nel ” come cristiani, teniamo lo sguardo rivolto alla Vergine Maria, Stella del mare e Madre della speranza.”
Con buona pace di quanti hanno speso parole e energie in questi anni a propagandare l’inesistente immagine di un papa antimariano. E che ora appaiono pazzi di felicità all’idea di una sua presunta ” conversione” in stile woytiliano (?) mediante la consacrazione al Sacro Cuore di Maria della Russia e dell’Ucraina. Ma questa stessa iniziativa non arriva come fulmine a ciel sereno, pure essa è nel contesto della visione ampia e generale della tematica , così come il papa l’ha impostata. In modo assolutamente coerente e da mo’.
Rispondo a Luigi Accattoli :
Draghi e’ pazzo,o almeno irrealistico e presuntuoso perche’ crede di poter dettar lui, l’exbanchiere della BCE ,le regole a Putin su quello che puo’ fare o non può fare, sul pagamento in rubli del gas russo. Se Putin ci taglia il gas ,cioe’ non ce lo da’ piu’,se non lo.paghiamo in rubli, che fara’ Draghi ? Altre armi all’ Ucraina, altre sanzioni ,l’ assassinio mirato di Putin?
Questi eurocrati plutocrati ,come Draghi, questo ” potere economico-tecnocratico-militare” non hanno capito che oggi il loro ” potere” si scontra con un altro ” potere”, quello della Russia e della Cina e dei paesi emergenti, e che l’ Impero Occidentale, la valuta in dollari o in euro non e’ piu’ l’ Impero Dominante sui mercati. Questi non hanno ancora capito che il.loro ” potere” i potere dei vari Draghi e dei loro mandanti, non e’ assoluto.
Dovrebberoi vari Draghi riflettere sulla bellissima preghiera del Magnificat pronunciata dalla Vergine
Ha rovesciato i potenti dai troni, ha sollevato gli umili/ ha ricolmato di beni gli affamati/ ha rimandato i ricchi a mani vuote.
I ricchi e potenti ,Putin,Biden,Draghi,i mercati finanziari, saranno “rovesciati dai troni e rimandati a mani vuote, sia di dollari che di euro che di rubli !
I potenti sono sempre pazzi perche’ non vedono altro che il proprio potere ,che credono infinito. Giocano continuamente a braccio di ferro. Ma la Storia, o la Divina Provvidenza per chi crede, si incarica di insegnare loro che così non e’ : poveri uomini anch’ essi, poveri insensati non vedono la propria imminente rovina,a mani vuote finiranno .
In questo senso ha parlato profeticamente il papa : il modello della cura e’ gia’ in atto grazie a Dio ma purtroppo e’ ancora sottomesso a quello del potere economico-tecnocratico-militare.
“Ma ….la Divina Provvidenza per chi crede, si incarica di insegnare loro”
Ma la Divina Provvidenza,
usata quasi sempre ad minchiam,
non prende lezioni da Maria Cristina Venturi.
Ringrazianno a’ Maronna !
Teobaldo Mattioli
.Non si preoccupi Quando vedra’ i potenti cadere dai troni ei ricchi tornare a mani vuote stia pure tranquillo che la Provvidenza non ha preso lezioni da me ….ma neppure da lei , ,da Draghi,da Letta, da Stoltemberg , dal prof. Ceccanti…..
Vogliamo fare l’ elenco di tutti i “volonterosi” armiamoci e partite che poche parole del Papa hanno reso ridicoli ?
Dunque nella visione delirante di Venturi, Putin il criminale di guerra sarebbe la mano della Divina Provvidenza?
Si bestemmia con molto meno.
mia cara Venturi
non so se ci vede …
io non do lezioni a nessuno,
diversamente da lei che ne spara ogni giorno
con tanta rabbia in corpo
come si continua a vedere/leggere…
capisco che è un suo bisogno
e
noi dobbiamo essere pazienti e sopportare…
https://www.adhocnews.it/soldati-ucraini-legano-ai-pali-donne-e-bambini-difendono-la-democrazia/
In generale, si licet parva compnere magnis(?), vale per Venturi quello che vale per Salvini.
Sono clamorose queste folgorazioni sulla via di Damasco dei feroci antibergogliani che si convertono su due piedi passando dal bollare Francesco da eretico a profeta.
Francesco profeta lo è certamente, e non da oggi, ed è profetico a 360 gradi.
La “cultura della cura” PREVEDE E IMPLICA, necessariamente e in modo correlato ( vedi l’intervento qui sopra ) la solidarietà, l’accoglienza, la cura dell’ambiente, e tutte quelle altre cose coerentemente enunciate. Ragion per cui accoglierla, significa convertirsi al Francesco di Lampedusa, a quello delle porte spalancate, a quello della difesa dell’ambiente. Insomma, per usare le devote parole di Venturi usate mille/duemila volte, al papa di Pachamama, al pagano che proietta immagini diaboliche su San Pietro, e al papa ecologista.
Non basta dire ” io non sono mai felice a sentir parlare di armi” ( Salvini) quando si è condotta una battaglia pluriennale per il libero far west dei privati cittadini. Né proclamarsi pro rifugiati, salvo approfittarne per classificarli immediatamente in Serie A e serie B, a proprio piacimento, si capisce.
Effettivamente, ce n’è da rendersi ridicoli abbondantemente.
Esempi di quel potere economico-tecnocratico-militare di cui parla il papa ( esempli eclatanti, ma non si vuole vedere)
https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/joe-biden-e-gli-affari-con-l-ucraina-una-storia-lunga-un-decennio_46527197-202202k.shtml
Errore di fondo, cara Venturi.
Nessuno qui si sogna di beatificare Biden o di ignorare la rete delle strutture economico/tecnocratico/militari ( di cui peraltro Putin è attore protagonista). Nessuno si sogna di chiudere gli occhi davanti alle migliaia di morti russi ( pare siano già oltre settemila) uccisi dagli ucraini nella loro guerra di difesa.
Ma nessuna delle due cose toglie una ette alla responsabilità primaria, oggettiva e crescente dell’aggressore unico: la Russia di Vladimir Putin.
Rif. 11.16 -Teologia della liberazione in salsa russa
E’ quasi patetica la lettura del Magnificat, riscoperto secondo gli schemi e il lessico della teologia (già eretica) della liberazione. Riciclata in salsa russa, “la liberazione ” è diventata vergine e viaggia in rubli di provvidenza sui pace-armati, lungo gli itinerari di sangue della Ucraina, a ripetere, come diceva la contraerea antiimperialista: meglio rossi che morti. E così Dio “esalta gli umili”.
Ringrazio della spiegazione del termine « cultura della cura « che ora comprendo come « cu
Ltura del [prendersi] cura « cioè un modo diverso di dire « cultura dell’amore « .
La « cultura dell’amore « a me pare essere espressione caratteristica del Cristianesimo.
Dunque è un invito a tornare a Cristo in un mondo che si scristianizza ogni giorno di più.
Che questa guerra provocherà comunque un forte scossone dalle conseguenze imprevedibil al mondo « consumista « non nutro dubbi. Ricordo che GPII, al momento del crollo del comunismo, disse che anche il « consumismo « sarebbe crollato. Forse ci siamo. La Divina Provvidenza non si può servire per i suoi piani di « criminali di guerra « ? Mah! Le mie vie non sono le tue vie, i miei pensieri non sono i tuoi pensieri . Isaia cap 55. Nei tempi recenti : la seconda guerra mondiale è stata vinta con il contributo fondamentale di un noto criminale russo!
Ritorno a quello che secondo me è l’aspetto più problematico della vicenda:
il papa (il papa, non Orsini o Cardini o chi per loro) prende una posizione nettissima in cui in sostanza da dei pazzi ai governi di Italia, Germania e Francia.
A prescindere dalla valutazione di merito di quello che ha detto, in un paese con un’informazione realmente libera e plurale dovrebbe trattarsi di una notizia clamorosa a cui dare risalto, invece i principali media italiani (Repubblica, Corriere, Tg1, Messaggero e chissà quanti altri) la silenziano per non disturbare la narrativa comune, come se niente fosse.
Vi sembra indice di un paese sano ?
Rif. 6,52
Dipende che cosa si intende per ” tornare a Cristo”, dal momento che su molti aspetti con Cristo non ci si era ( è ) mai stati.
Solo che, peggio, si credeva di esserci.
E, peggio dei peggi, si continua a ripetere ancora adesso che allora sì che si era cristiani.
Si tratta di seguire quello che è indicato come “cultura della cura”, sempre che la si voglia seguire. Non mi pare ci sia nulla da “interpretare”.
Quanto agli uomini della provvidenza, li lascrei perdere in blocco.
Per esmpio, noi in Italia, senza andar molto in là, abbiamo avuto chi cercava di persuaderci di averne uno fatto e finito.
Con il discorso della vittoria della guerra, allora possiamo fare passare tutto per strumento della Provvidenza, anche le bombe di Hiroshima e Nagasaki, per dire.
Rif. 24 Marzo, 2022 – 23:19 Lorenzo Cuffini
Potresti chiarire meglio questo pensiero? Detto così mi sembra in contrasto con quanto sostieni (giustissimamente) nei commenti successivi, profondamente ispirati al pensiero del Papa.
Invece quel commento potrebbe essere interpretato come molto vicino a quanti liquidano gli interventi del Papa come utpistici dettati da “un’anima bella”! (anche questo s’è sentito).
Grazie Luigi Calderoni
Rif 6.52. Il nostro nega che sia in cordo un processo di scristianizzazione della societa. fino a un paio di generazioni fa c’era un cristianesimo diffuso, anche se non molto profondo. C’era una « culrura » cristiana : la vita era rispettata dalconcepimento alla morte naturale, nessuno si sognava di considerare l’aiuto al suicidio un atto di amore ecc.
Tornare a Cristo vuol dire: tornare a credere che Gesu’ Cristo sia il Salvatore, inviato dal Padre per consentire agli uomini che si nutrono di Lui di vivere una vita santa.
Bisogna diffidare degli uomini che considerano sé stessi « uomini della peovvidenza « ovviamente questo è tutt’altracosa rispetto al dire che la Provvidenza si serva di uomini, spesso ignari di esserlo, per portare avanti i suoi fini..Mi pare che il nostro cerchi di polemizzare a ogni costo. . Vorrei citqre S.Paolo : scompaia da voi ogni spirito di contesa ecc
Rif 6.52. Il nostro nega che sia in cordo un processo di scristianizzazione della societa. fino a un paio di generazioni fa c’era un cristianesimo diffuso, anche se non molto profondo. C’era una « culrura » cristiana : la vita era rispettata dalconcepimento alla morte naturale, nessuno si sognava di considerare l’aiuto al suicidio un atto di amore ecc.
Tornare a Cristo vuol dire: tornare a credere che Gesu’ Cristo sia il Salvatore, inviato dal Padre per consentire agli uomini che si nutrono di Lui di vivere una vita santa.
Bisogna diffidare degli uomini che considerano sé stessi « uomini della peovvidenza « ovviamente questo è tutt’altracosa rispetto al dire che la Provvidenza si serva di uomini, spesso ignari di esserlo, per portare avanti i suoi fini..Mi pare che il nostro cerchi di polemizzare a ogni costo. . Vorrei citqre S.Paolo : scompaia da voi ogni spirito di contesa ecc
A Beppe Zezza.
Fino a un paio di generazioni fa, parlare di vita “dal concepimento alla fine naturale” aveva il senso -letterale- che aveva avuto dalla notte dei tempi. Sia dal lato concepimento e nascita, che dal lato sofferenza e morte, si poteva far pochino, al momento buono. Dunque quello che oggi chiamiamo ” rispetto”, era un dato di fatto, la normalità delle cose.
Oggi, sia dal lato del concepimento, che ( soprattutto) dal lato della cosiddetta ” fine naturale”, c’ una molteplicità di casi tali che io mi domando dove sia mai finita, la “naturalità” della fine e dell’inizio della vita. E senza pensare ad artrusaggini estreme, ma restando nei normalissimi perimetri che frequentiamo e ci riguardano tutti quanti.
Affrontare il problema, non vuol dire “mancare di rispetto” alla vita e alla sua sacralità: ma confrontarsi con una situazione mai verificatasi prima nella storia.
Stessa storia con il problema delle condizioni di vita terminalissime, “meccanizzate”, imprigionate in terre di mezzo : semplicemente, fino a due generazioni fa, queste situazioni non si ponevano. Si moriva prima, e stop. Il problema dell’ etica sul fine vita, non si poneva proprio, se non in via di accademia. Oggi, è comunissimo, e assai probabile che ci riguardi tutti, in gradazioni diverse,.
Quanto al “tornare a Cristo”; la strada che indichi qui sopra è una, ma non esaurisce quella che papa Francesco definisce ” cultura della cura”. Non perché lo dico io, ovviamente, ma basandosi su come la spiega lui.
Basta capirsi.
Rif. ore 8.26 – Noia e vergogna
Tutto si può rimproverare al papa ma non di non avere “annoiato” da 9 anni sui “soldi spesi per le armi invece che per sfamare e portare giustizia”. Ha fatto impressione, e non presso tutti, perchè ha usato adesso numero e parolaccia (“vergogna”). Se fosse stato papa nel 2006 avrebbe “protestato” la sua vergogna subito, quando la Nato stabilì (come sembra) di elevare al mitico “2% di…” il suo impegno di spesa. Che poi da allora i paesi Nato si siano dimenticati di farlo è, per fortuna, un dato di fatto. Anche gli impegni di ridurre di molto il livello della fame nel mondo sono rimasti sempre e solo, da 50 anni, dei pii auguri. E nessuno se ne è mai vergognato, eccetto il papa.
Per Luigi Calderoni.
Personalmente credo che questo papa non sia per nulla un utopista.
Lo dimostra , tra mille altre cose, il fatto che àncori le sue proposte , comprese quelle piu’ difficili da realizzare, a una serie profonda di cambiamenti epocali e universali, che investono il sistema stesso delle relazioni tra i popoli e tra gli stati, andando a incidere su alcuni pilastri che vemngono proposti come fondanti e irrinunciabili per tutti: la pace, certamente, ma in collegamento alla solidarietà, all’ambiente, al clima, alle migrazioni, al lavoro, alla dignità della persona . E’ una visione alta, profonda, elaborata e al contempo puntata alla realtà. Ma è soprattutto una visione evangelica e profetica, anche se per nulla generica e lasciata in sospeso nell’incertezza delle buone intenzioni e basta.
Le decisioni dei governi, negli ambiti politici e militari, ma anche economici e sociali, sono invece necessariamente condizionate dalla quotidianità e dal momento contingente. Faccio per dire: la risoluzione organica dei problemi globali, o perlomeno la sua impostazione, prevede un accordo generale tra tutti. Che, al momento, non esiste lontanamente. Sia la Laudato sì che la Fratelli tutti delineano una strada da percorrere che non è affatto filosofica, ma concreta. Solo che , nell’immediato, si scontra con una realtà lontanissima dai presupposti necessari. La guerra e tutto quel disatro che ne deriva, è la ferita peggiore che possa esere inferta ,e , nei fatti, sposta il piano delle decisioni, delle misure da prendere e delle azioni da adottare a un livello necessariamente ” di male minore”, se vogliamo dir così: anche se sempre di male si tratta. Per forza di cose, le due visioni finiscono quasi inevitabilmente, nel breve periodo, per divergere, se non per cozzare. Il papa ragiona in visione prospettica e di Dio, i governi , specie in fasi di emergenza come una guerra che minaccia di estendersi, in una visione che risulta esclusivamente di “misura per misura”. E , personalmente, trovo che sia indispensabile che lo facciano, come sia indispensabile che il papa NON si fermi invece ad essa.
La storia ha dimosstrato come ci potrebbe essere davvero l’opprtunità di accordare la gestione concreta politica alla visione di prospettiva di pace: la caduta del muro, gli ultimi anni del secolo, per esempio, aveva portato un periodo che, se gestito in un certo modo, avrebbe consentito di poter gettare le basi di un futuro veramente diverso e integrato. Per dirla con GPII l’umanità si è trovata al bivio tra rendere il mondo come un giardino, o trasformarlo in un disatro senza ritorno. Passati i primi vent’anni del 2000, ci troviamo ad essere decisamente più vicini a questa seconda ipotesi, con l’impressione di esserci lsciati sfuggire la prima.
Non so se sono riuscito ad essere piu’ chiaro, in caso contrario te ne chiedo scusa fin d’ora.
Rif. 14.53 Lorenzo
Grazie . Neppure per un secondo ho inteso che tu pensassi che Francesco è un utopista. La tua analisi è molto chiara.
” Per forza di cose, le due visioni finiscono quasi inevitabilmente, nel breve periodo, per divergere, se non per cozzare. ..” Questo intristisce molto, nel senso che anche i credenti sono coinvolti, a diversi livelli, nelle scelte contingenti e spesso lo fanno con toni che non si addicono a gente cosciente di stare scegliendo un male minore bensì un obbligo morale (la sequela di un imperativo categorico) rispetto al quale, senza dubbio alcuno, non c’è alternativa. Ho l’impressione che in questo tempo così tragico molti credenti si sentano in dovere di scegliere e dividersi più in base delle fazioni dei talk show piuttosto che alla comunione con la visione del Papa che, come ben hai detto nella tua analisi “ E’ una visione alta, profonda, elaborata e al contempo puntata alla realtà.” Tutto questo divide e non incoraggia l’unità di intenti nella preghiera e nei digiuni che siamo stati invitati a praticare. La coscienza che il male minore non è un assoluto per definizione e che c’è sempre un male ancor più minore (si perdoni l’orrore grammaticale) di quello che abbiamo scelto, dovrebbe suscitare più umiltà, rispetto e cautela, almeno nella comunità dei credenti. Di questi tempi anche i toni e gli atteggiamenti, hanno una loro non trascurabile importanza.
La mia osservazione finale non è rivolta agli interventi su questo blog ma più in generale a quello che mi gira intorno fra amici vicini e meno vicini
Rif 14.23. Scrivendo « quello che chiamimao rispetto non era altro che la normalità delle cose « non è forse la conferma di una « cultura « cristiana diffusa ( in Occidente ) . Verissimo che oggi nel concreto ci si deve confrontare con situazioni mai prima verificatesi nella storia ma si vuole forse negare con questo che l’orientamenti preso dalla ‘cultura ‘ del mondo non faccia riferimento alcuno alla ‘ cultura ‘ cristiana?
Si sono convinto anche io che la « cultura della cura « alla quale fa riferimento il papa non si esaurisce in un invito a ritornare a Cristo, unico Salvatore.
Mi chiedo peraltro quel fallimento del possibile futuro di pace ipotizzato da GPII e verificatosi nei primi vent’anni di questo secolo di cui all’analisi delle 14.53 non avrà per caso qualche collegamento con questo? È possibile che nel mondo possa diffondersi, al punto di diventare norma comune da tutti accettata e condivisa, una ‘ cultura della cura ‘ fondata esclusivamente sulla ragionevolezza della soluzione? Questa è la mia perplessità.
Non paghi di aver censurato il papa, ieri il Corriere si è prodotto in una prodigiosa parafrasi delle parole di Parolin, il tutto in prima pagina.
Ecco le parole si Parolin al settimanale spagnolo Vida e cone vengono riportate del Corriere.
PAROLIN
“Lei pensa che sia una buona misura per molti paesi europei inviare armi per aiutare gli ucraini nella guerra contro l’invasione russa?”
“L’uso delle armi”, risponde il cardinale Parolin, “non è mai qualcosa di desiderabile, perché comporta sempre un rischio molto alto di togliere la vita alle persone o causare lesioni gravi e terribili danni materiali. Tuttavia – prosegue – il diritto a difendere la propria vita, il proprio popolo e il proprio Paese comporta talvolta anche il triste ricorso alle armi. (…) D’altra parte, SEBBENE GLI AIUTI MILITARI ALL’UCRAINA POSSANO ESSERE COMPRENSIBILI, la ricerca di una soluzione negoziata, che metta a tacere le armi e prevenga un’escalation nucleare, resta una priorità”.
CORRIERE
Sostenere, anche con le armi, il popolo ucraino, non significa alimentare la guerra, lo ha spiegato anche il cardinale Parolin.
«Il diritto a difendere la propria vita, il proprio popolo e il proprio Paese comporta talvolta anche il triste ricorso alle armi». Non sono parole di un guerrafondaio, ma del segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin. Non si potrebbe dire meglio. Sostenere, anche con le armi, il popolo ucraino non significa alimentare la guerra. AL CONTRARIO, È L’UNICO MODO PER INDURRE PUTIN AL COMPROMESSO che può fermare la guerra.
Quindi, quello che per Parolin “può essere comprensibile” nella parafrasi del Corriere diventa “l’unico modo per indurre Putin al compromesso”.
Complimenti.
Sul “Papa silenziato” a proposito della condanna all’aumento delle spese militari, Avvenire ieri riporta un “report” analitico sui comportamenti delle varie testate giornalistiche, che è una buona integrazione a quanto segnalato qui da Fabrizio Padula.
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/papa-francesco-snobbato-dai-media-su-armi-pace-ucraina-russia
Sull’articolo del Corriere su Parolin, riportato qui sopra nel commento delle 8,39, sarei invece meno severo.
Tecnicamente, il virgolettato attribuito al segretario di stato è corretto ( “«Il diritto a difendere la propria vita, il proprio popolo e il proprio Paese comporta talvolta anche il triste ricorso alle armi».) , la parte che viene dopo è chiaramente un commento di chi scrive l’articolo, introdotta dal cappello : “Non sono parole di un guerrafondaio, ma del segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin.” Anche se quella frasetta ” non si potrebbe dire meglio”, può generare confusione o, se si vuol essere malevoli, potrebbe essere messa lì proprio per generare confusione tra il pensiero di Parolin e quello del giornalista.
“Non si potrebbe dire meglio. Sostenere, anche con le armi, il popolo ucraino non significa alimentare la guerra. AL CONTRARIO, È L’UNICO MODO PER INDURRE PUTIN AL COMPROMESSO che può fermare la guerra.”
Piu’ in generale, tre considerazioni.
La prima. Quando c’è di mezzo la parola del Papa o della Chiesa, leggere pure tutto quello che si vuole/si desidera/si può ( chiamiamole “le nostre fonti”abituali) ma poi, andare IMMEDIATAMENTE (se si è interessati, ovvio), al testo originale. Buone scorciatoie sono il blog di Accattoli, o la triade Vatican News, Avvenire, L’osservatore Romano, ma la strada maestra – almeno per il papa – è vatican.va dove si trovano TUTTI i testi degli interventi a qualunque titolo fatti. Si va alla fonte, si eliminano i dubbi. Ok: per me è deformazione professionale e ormai lo faccio in automatico, ma la bellezza dell’era della rete è che CON UN CLIC tutti, ma proprio tutti, possiamo avere a disposizione ( cosa un tempo, anche vicinissmo, impensabile) le fonti originarie. Dunque: approfittiamone.
La seconda. Fabrizio Padula si chiedeva qui, a proposito del silenziamento di Francesco, su questa specifica uscita: “Vi sembra indice di un paese sano ?”
Risponderei così: sono fatti di ” malcostume” giornalistico ( per quanto, occhio: nella libertà di informazione ci sta anche quella di decidere cosa dire e come dire: ovviamente sotto la propria responsabilità etica e professionale) evidenti, almeno a mio parere. Largamente prevedibili, largamente diffusi, ineliminabili. L’informazione ” asettica” , perfetta, senza macchia, che dice tutto nel modo migliore e senza la minima influenza sul pubblico dei lettori è teoria astratta. Tuttavia, i vaccini noi li abbiamo in noi stessi ( siamo abbastanza scafati e navigati per accorgercene nel giro di qualche ora) , rafforzati dalla rete aperta a tutti e dalla simultanea e benedetta compresenza di mille altre voci, tutte perfettamente libere e circolanti, che osservano, denunciano, dibattono e , se del caso, smascherano l’eventuale progettino di informazione negata, o nascosta, o disinformante.
Tant’è che di questo fatto specifico si è parlato in abbondanza, e per fortuna.
Per questo, mi permetto di dire ancora una volta, che NON E’ QUI DA NOI che il sistema della informazine, dei dirittti e delle libertà non è sano. Secondo me, è sanissimo: non perché manchino i virus e le magagne, ma perché la libertà è tale che è proprio il sistema garantito dalla pluralità libera delle voci a garantire la vigilanza e il funzionamento. Per vedere che cosa significa il sistema malato e il pensiero unico, basta guardare un attimo in Russia ( o in Cina), per fare i due esempi di masssima attualità.
Terza. Il papa non solo viene , come in questo caso, silenziato. Puo’ venire anche ipermicrofonato , in modo strumentale. E’ lo stesso meccanismo, di cui sopra, speculare e contrario. Mai sentita una pletora simile di improbabili papisti , da Mr. Salvini in su, genuflettersi verbalmente davanti al ” Santo Padre” che viene promosso seduta stante Faro nella notte e leader dell’umanità. Anche questa, gratta appena un po’, si rivela essre un’altra forma di disinformazione, o di informazione strumentale. Fortunatamente il “sistema” nel suo insieme, funziona alla grande, e gli allarmi scattano a ripetizione.
Le armi, certo che è meglio non usarle. Per poter non usarle, però, bisogna averle. Averne di più e di migliori, nelle presenti circostanze non è detto che sia un male. Al contrario, il disarmo unilaterale (che sarebbe l’unica forma di disarmo praticabile concretamente) sarebbe estremamente pericoloso per la pace.
Sulle posizioni di Francesco, meritevoli come sempre di attenzione le sensate considerazioni di Sandro Magister, qui: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2022/03/28/l%e2%80%99ucraina-combatte-ma-per-francesco-nessuna-guerra-e-giusta/
Sul “silenziamento” o ” derubricazione” delle parole del Papa sul riarmo, interviene ANDREA TORNIELLI su ‘Osservatore Romano:
https://www.osservatoreromano.va/it/news/2022-03/quo-071/il-papa-parla-di-pace-ma.html
Analisi completa e condivisibile.
Con un unico presupposto a renderla non così “piana”. Scrive Tornielli: “…da quelle parole se ne prendono elegantemente le distanze, dicendo che sì, il Papa non può che dire ciò che dice, ma poi deve essere la politica a decidere. ”
Oggettivamente: questa non è una “elegante presa di distanza”.
E’ la verità delle cose.
Devono essere i politici a decidere.
E il Papa, che DEVE, come fa, levare alta la sua voce, NON PUO’ e NON DEVE decidere