Parolin: solo un cuore di pietra può continuare con questo scempio e questa logica diabolica della guerra

“Stiamo ripiombando nel passato invece che osare passi verso un futuro diverso, un futuro di convivenza pacifica. Purtroppo, bisogna riconoscere che non siamo stati capaci di costruire, dopo la caduta del Muro di Berlino”: così il cardinale Pietro Parolin in un’intervista con i media vaticani, con la quale riafferma la “totale disponibilità della Santa Sede per qualsiasi tipo di mediazione”, dice che “la guerra è una pazzia, bisogna fermarla” e invita le Chiese a unirsi in questo grido di pace. Nei commenti la riporto per intero. Alla fine dico quale mi pare il passo più importante.

17 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Eminenza, innanzitutto, può riassumere qual è la posizione della Santa Sede sul conflitto in corso? La posizione della Santa Sede è quella che ha ripetuto più volte il Papa: un forte no alla guerra, la guerra è una pazzia, bisogna fermarla. Chiediamo, appellandoci alle coscienze di tutti, che cessino subito i combattimenti. Abbiamo di fronte agli occhi le immagini terribili che ci arrivano dall’Ucraina. Le vittime tra i civili, donne, vecchi, bambini inermi che hanno pagato con la loro vita la follia della guerra. Cresce l’angoscia nel vedere le città con le case sventrate, rimaste senza energia elettrica con temperature sottozero, la mancanza di cibo e di medicinali. Come pure i milioni di profughi, per lo più donne e bambini, in fuga dalle bombe. In questi giorni mi è capitato di incontrarne un gruppo, giunto in Italia da varie parti dell’Ucraina: sguardi assenti, volti senza sorriso, tristezza senza fine… che colpa hanno quelle giovani mamme, che colpa hanno i loro figli! Bisogna avere il cuore di pietra per restare impassibili e permettere che questo scempio continui, che continuino a scorrere fiumi di sangue e lacrime. La guerra è una barbarie! È significativo che all’Angelus di domenica 27 febbraio il Santo Padre abbia fatto riferimento all’articolo 11 della Costituzione italiana che recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Chi fa la guerra si affida alla logica diabolica delle armi e dimentica l’umanità: quanti esempi abbiamo della verità di queste parole! Spesso ce ne dimentichiamo, a volte perché riguardano guerre che riteniamo “lontane”, ma che in realtà nel nostro mondo interconnesso, veramente lontane non sono mai.

    12 Marzo, 2022 - 12:42
  2. Luigi Accattoli

    Perché il Papa, con un gesto inedito, ha visitato l’ambasciata russa il giorno dopo l’inizio dell’attacco dell’esercito di Mosca in Ucraina? Ha ragione a definire quello di Papa Francesco un gesto inedito. Il Santo Padre voleva manifestare alle Autorità di Mosca tutta la sua preoccupazione per l’escalation bellica che in quel momento era appena iniziata, e ha deciso di fare personalmente un passo in questo senso, recandosi alla rappresentanza diplomatica della Federazione Russa presso la Santa Sede.

    Lei nei giorni scorsi ha avuto un colloquio telefonico con il Ministro degli Affari Esteri russo Lavrov. Che cosa vi siete detti? Ho ripetuto l’appello del Papa per un immediato cessate il fuoco. Ho chiesto di porre fine ai combattimenti e di percorrere la via della soluzione negoziale al conflitto. Ho insistito sul rispetto della popolazione civile e sui corridoi umanitari. Ho anche ribadito, come già aveva fatto domenica scorsa il Papa all’Angelus, la totale disponibilità della Santa Sede per qualsiasi tipo di mediazione che possa favorire la pace in Ucraina.

    12 Marzo, 2022 - 12:44
  3. Luigi Accattoli

    Nonostante gli appelli affinché tacciano le armi, siamo di fronte a un’escalation che non dà segno di diminuire. Perché? La guerra è come un cancro che cresce, si espande, si autoalimenta. È un’avventura senza ritorno, per usare le profetiche parole di san Giovanni Paolo II. Purtroppo dobbiamo riconoscerlo: siamo caduti in un vortice che può avere conseguenze incalcolabili e nefaste per tutti. Quando un conflitto è in corso, quando cresce il numero delle vittime inermi, è sempre difficile tornare indietro, anche se non è impossibile, quando c’è effettiva volontà di farlo, è difficile perseguire con ogni sforzo i negoziati, seguire ogni via possibile per raggiungere una soluzione, essere tenaci nell’intraprendere iniziative di pace. Non dobbiamo cedere alla logica della violenza e dell’odio. Non bisogna nemmeno arrendersi alla logica della guerra ed essere rassegnati spegnendo ogni barlume di speranza. Dobbiamo tutti insieme levare un grido a Dio e agli uomini perché tacciano le armi e ritorni la pace, come sta facendo il Papa.

    Il mondo è cambiato completamente nel giro di pochi giorni: ora si fa un gran parlare di riarmo, di nuove spese militari, di necessità di tornare alle centrali a carbone mandando in soffitta la transizione ecologica… Sì, in pochi giorni sembra davvero cambiato il mondo, il nostro mondo, già duramente provato dalla pandemia. Ricordiamo le coraggiose parole pronunciate dal Santo Padre a Hiroshima nel novembre 2019. Disse: “Desidererei umilmente essere la voce di coloro la cui voce non viene ascoltata e che guardano con inquietudine e con angoscia le crescenti tensioni che attraversano il nostro tempo, le inaccettabili disuguaglianze e ingiustizie che minacciano la convivenza umana, la grave incapacità di aver cura della nostra casa comune, il ricorso continuo e spasmodico alle armi, come se queste potessero garantire un futuro di pace”. E aggiunse: “Con convinzione desidero ribadire che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche”. Oggi vediamo che di fronte a quanto sta accadendo in Ucraina in tanti parlano di riarmo: nuove e ingenti somme di denaro vengono destinate agli armamenti, la logica della guerra sembra prevalere, la distanza tra le Nazioni aumenta. Sembra purtroppo che abbiamo dimenticato le lezioni della storia, della nostra storia recente. Cito ancora la voce di san Giovanni Paolo II quando supplicò di non muovere la guerra all’Iraq: vediamo le condizioni di quel Paese ancora oggi, a quasi vent’anni da quel conflitto. Abbiamo prove su prove davanti ai nostri occhi della devastazione e dell’instabilità che produce la guerra.

    12 Marzo, 2022 - 12:44
  4. Luigi Accattoli

    Quale via si può percorrere che non sia soltanto quella che prevede l’eliminazione dell’altro? La Dottrina sociale della Chiesa ha sempre riconosciuto la legittimità della resistenza armata di fronte a un’aggressione. Credo però che di fronte a quanto sta accadendo sia indispensabile chiederci: stiamo facendo tutto il possibile per raggiungere una tregua? Quella delle armi è l’unica via percorribile rimasta? Capisco bene che queste parole, di fronte all’uccisione di donne e bambini, di fronte a milioni di sfollati, di fronte a un Paese che viene distrutto, possono suonare utopistiche. Ma la pace non è un’utopia, ci sono da salvare subito tante vite umane in pericolo! Per questo si avverte il bisogno di iniziative politico-diplomatiche di ampio respiro, che ottengano il cessate il fuoco e l’avvio di negoziati per trovare una soluzione non violenta. La Santa Sede è disposta a fare tutto ciò che è possibile in questo senso.

    Il Papa ha detto esplicitamente che quella in Ucraina è una guerra e non “un’operazione militare”. Perché? Le parole sono importanti, e definire ciò che sta accadendo in Ucraina un’operazione militare significa non riconoscere la realtà dei fatti. Siamo di fronte a una guerra, che purtroppo miete tante vittime tra i civili come tutte le guerre.

    12 Marzo, 2022 - 12:45
  5. Luigi Accattoli

    Secondo lei l’Europa e più in generale l’Occidente hanno fatto tutto il necessario per evitare questa escalation bellica? Non mi piace fare speculazioni di questo tipo. Certamente la domanda rappresenta un interessante spunto di riflessione. Ricordiamo la situazione esistente di conflitto nel Donbass, l’insufficiente attuazione degli accordi di Minsk e quanto accaduto con la Crimea. Ma non si piange sul latte versato! Piuttosto servirebbe una determinazione nuova per far sì che queste crisi vengano risolte con il concorso di tutti.

    Quale ruolo ha la politica? E quale ruolo ha la diplomazia in questo momento? Affermando la necessità di iniziative politico-diplomatiche mi riferivo proprio a questo bisogno di politica e di diplomazia. Stiamo ripiombando nel passato invece che osare passi verso un futuro diverso, un futuro di convivenza pacifica. Purtroppo, bisogna riconoscere che non siamo stati capaci di costruire, dopo la caduta del Muro di Berlino, un nuovo sistema di convivenza fra le Nazioni, che andasse al di là delle alleanze militari o delle convenienze economiche. La guerra in corso in Ucraina rende evidente questa sconfitta. Però vorrei anche dire che non è mai troppo tardi, non è mai tardi per fare la pace, non è mai tardi per tornare sui propri passi e per trovare un accordo.

    12 Marzo, 2022 - 12:46
  6. Luigi Accattoli

    Qual è il ruolo delle Chiese? Di fronte alle minacce incombenti, il ruolo dei cristiani è innanzitutto quello di convertirsi. Ieri – mi è stato riferito – alla presenza del cardinale Krajewski, Inviato speciale del Papa in Ucraina, si è tenuta una preghiera ecumenica in cui si è chiesto prima di tutto perdono al Signore per le nostre durezze di cuore, per i nostri peccati che alimentano il male che è nel mondo. E poi di pregare perché Dio doni la pace, illumini le menti di chi fa la guerra e siano risparmiate le sofferenze degli innocenti. Le Chiese stanno dando una grande testimonianza di solidarietà nell’aiuto ai profughi. Credo sia importantissimo anche che insistano nel chiedere la fine dei combattimenti: non può esserci giustificazione per la guerra, per l’odio e per la violenza.

    12 Marzo, 2022 - 12:46
  7. Luigi Accattoli

    Mia noticina. Parole tutte importanti e complete queste del Segretario di Stato Vaticano. Le più nuove, rispetto a quanto lui e il Papa avevano già detto, sono le ultime tre righe sull’importanza che le Chiese chiedano la fine dei combattimenti. Il principale destinatario della richiesta è il Patriarcato di Mosca. Immagino possibile che il CEC, la Santa Sede, il Consiglio delle Conferenze episcopali europee, il consiglio ecumenico delle Chiese di Ucraina [in esso vi è anche la Chiesa ortodossa ucraina d’obbedienza moscovita che quel passo l’ha già compiuto] possano unire la voce in tale richiesta a Kirill. Auspico che lo facciano.

    12 Marzo, 2022 - 12:56
  8. Amigoni p. Luigi

    Rif. intervista, psso delle 12.45 – resistenza armata
    Non sottovaluto il passo della legittimità della “resistenza armata”, non ridotta – speriamo – all’unica via percorribile.
    E’ possibile che l’obiettivo più importante dell’intervista sia la pressione su Cirillo, teleguidato fin da piccolo da una formazione a pensiero unico ortodosso (paracristiano).

    12 Marzo, 2022 - 13:33
  9. Fabrizio Padula

    Riconosce la legittimità della resistenza armata ma non si esprime esplicitamente sull’invio di armi a sostegno della resistenza stessa. Anzi, A voler trarre una conclusione in merito mi pare sia più contrario che favorevole, ma forse è una lettura mia.

    12 Marzo, 2022 - 16:27
  10. maria cristina venturi

    Luciano Canfora , intervista de Il Riformista :

    è un conflitto tra potenze. È inutile cercare di inchiodare sull’ideologia i buoni e i cattivi, le democrazie e i regimi autocratici… Ciò che sfugge è che il vero conflitto è tra la Russia e la Nato. Per interposta Ucraina. Che si è resa pedina di un gioco più grande. Un gioco che non è iniziato avanti ieri ma è cominciato almeno dal 2014, dopo il colpo di Stato a Kiev che cacciò Yanukovich. È una guerra tra potenze. Quando i vari giornaletti dicono ecco gli ex comunisti che si schierano…Una delle solite idiozie della nostra stampa. Io rivendico il diritto di dire che le potenze in lotta sono entrambe lontane dalla mia posizione e dalle mie scelte, perché le potenze in lotta fanno ciascuna il loro mestiere. E né gli uni né gli altri sono apprezzabili. Nascondere le responsabilità degli uni a favore degli altri è un gesto, per essere un po’ generosi, perlomeno anti-scientifico.

    12 Marzo, 2022 - 19:05
  11. maria cristina venturi

    Secondo Zelenskyj invece ,in videocollegsmento a Firenze alla manifestazione ” pacifista” da una parte c’è: la Russia cinica e crudele, dall’ altra o ‘ valori dell’ Occidente” e gli ” amici della libertà”

    In collegamento interviene alla manifestazione di Eurocities a Firenze il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyj che ha aperto salutando “tutti gli amici di Ucraina, d’Europa e tutti gli amici della libertà”. “So che oggi siete oltre 100mila in diverse piazze di diverse città, noi ucraini siamo grati”. La guerra, continua il presidente dell’Ucraina, “non è iniziata da noi è l’invasione cinica e crudele da parte della Russia, è la guerra contro il popolo ucraino…. Un conflitto contro l’occidente, che “non è solo contro gli ucraini ma contro i valori che ci uniscono, contro il nostro modo di vivere”.

    12 Marzo, 2022 - 19:12
  12. maria cristina venturi

    Insomma in pratica Zelenskyj da ragione a Kirill nel considerare che dietro la guerra di invasione e di difesa, c:e’ una guerra ” metafisica” ,il contrasto fra due scale di valori ,una guerra ideologica ,da una parte la voglia di una società liberà all’ occidentale , un modo di vivere liberal all’ “americana” dall’ altra ‘ la severa : ortodossia russa che non vuole tali valori perche’ lì ritiene nefasti e corrotti.

    12 Marzo, 2022 - 19:18
  13. Amigoni p. Luigi

    Rif. 19.18 – Magnati russi
    Simbolo della severissima austerirà ortodossa – antioccidentale- sono i magnati russi che hanno le super-ville in Sardegna (quelli che dovrebbero avere già licenziato la servitù sarda della Costa Smeralda, se non siamo mal informati), e quelli che avevano già prenotato (in gran numero, pare) le vacanze in Sicilia.
    E Canfora – comunque, come Volcic – arriva tardi. Già Andreotti (e forse prima dell’89) diceva: “Amo la Germania così tanto che ne voglio due”. Biografi seri di Andreotti (come Massimo Franco) dicono che le sue doti politiche si sono rese inutili
    con la fine della guerra fredda, nell’89.

    12 Marzo, 2022 - 20:41
  14. Lorenzo Cuffini

    Non c’è nulla di metafisico , ma semplicemente di lapalissiano, nel considerare che il sistema occidentale è un sistema ( anche) di valori e di tipo di vita basato sulla democrazia e sulla libertà: per gli schizzinosi pronti a spaccare il capello in quarantaquattro, diciamo pure la approssimazione al massimo grado possibile di democrazia e di libertà.
    Poi: lo si vuole chiamare ” liberal all’americana”? Mi pare una bischerata di proporzioni notevoli, ma se da sollievo alla frustrazione, si faccia il cappero che si vuole e lo si chiami anche “piristignola” o come cappero si desidera.
    Il fatto è che noi stiamo, con tutti i limiti e le magagne del caso, in un sistema libero e democratico, dove ad esempio il primo Pincopallo voglia giocare a fare il filosofosociologomezzoantipapa, tac, lo fa liberamente e nulla capita. A differenza degli sventurati nostri colleghi di tutte le Russie o della grande Cina che non possono dire “bo'” senza rischio di finire in galera.
    (Chissà che ne pensarebbe il filissimoputiniano Viganò, ad esempio, che frigna sempre sulla libertà violata e altre strunfolate novax a considerare che uno come lui o come me, in Russia sotto Putin, se osa dire che la Russia sta conducendo in galera, pof, si ritrova in gattabuia per 15 anni? Si badi bene che noi italiani, questa caricatura di vita galeotta, la abbiamo vissuta sulla nostra pelle per due decadi, e dunque non dovrebbe essere tanto semplice lasciarci infinocchiare dal primo masaniello che passi. Ma qualche babbeo che ci abbocca, e gioca a fare lo zarista più zarista dello zar, lo si trova sempre.)
    Al contrario, non si vede quale scala di valori ci sia dall’altra parte, se non la consueta, millenaria risciacquatura di piatti tossica e venefica che si ripete invariabile nella sostanza nella storia, in tutti i tempi e a tutte le latitudini, in tutte le epoche, in tutte le salse: dittatura, si chiama. Punto e basta.
    Questa è la opposizione vera, profonda, insanabile e radicale .
    Mondo libero vs. dittatura.
    Che poi la si ammanti di “severa moralità” è quanto di più risibile e strumentale che si possa immaginare, specie se si osservano i cumuli di morti, le macerie di città intere e i milioni di sfollati generati in mezza Europa, da questa moralità. Senza contare l’ondata di odio che si spalmerà per generazioni nel bel mezzo del nostro continente, prodotta proporio da quella “severa moralità”. Che, tra l’altro, ha prodotto il sistema degli oligarchi, una via di mezzo tra Paperoni ipercapitalisti e mafiosi di rango internazionale, una ostentazione di lusso, ricchezza e disuguaglianze persino grottesco, se non fosse schifosamente vero.
    Putin, col vecchio giochetto del tiranno di turno, tiene al guinzaglio corto la chiesa ortodossa russa, almeno nella gerarchia massima, garantendone privilegi , ruolo e sopravvivenza. E presentandosi, lui, un Berlusconi all’ennesima potenza, manco fosse il santo Metodio redivivo. Il patriarca, secondo la vecchia ripetizione della bolsa alleanza trono/altare, non puo’, non sa e non vuole rompere l’equilibrio garantito dal satrapo.
    Ma tutto questo detto, ( mondo libero vs, dittatura) non si cerchi di far passare, con la consueta malafede a carrettate, l’equazione sistema di valori da una parte, sistema di valori dall’altra. Guerra ideologica comunque. I bruni sono bruni, i biondi sono biondi. Affermare questo è constatare la verità oggettiva. Non autorizza nessuno dei due gruppi a dichiarare guerra all’altro. Se , per dire, ai biondi viene il ghiribizzo di aggredire e cercare di ammazzare tutti i bruni, non è che questa sia una guerra ” metafisica”. E’ una guerra e basta.
    Questa è una BALLA colossale. L’occidente non ha iniziato, né voluto, alcuna guerra ideologica. Non l’ha voluta in alcun modo , assolutamente, l’Ucraina. La quale grida al mondo intero ( e ci mancherebbe pure non lo facesse) : questo è un assassino e un criminale e ci sta massacrando. Occhio, potrebbe toccare anche a voi.( Polonia, Moldavia, repubbliche baltiche non si sentono effettivamente per niente sicure: vogliamo inziare a sospettare anche loro di voglia bellica ideologica?)
    Certamente il mondo libero, lungi dall’essere perfetto, e certamente non santo, è consapevole e fondato su suoi valori imprescindibili. Sia chiaro, non saranno i pruriti osceni e inconfessabili di certi fondamentalisti religiosi collotorti a fargli cambiare idea. Ma la contrapposizione, che è nei fatti, non giustificava, non giustifica, non giustificherà mai nessun tipo di aggressione e di guerra.
    Chi agita la retorica della crociata, dovrebbe sapere che parla con chi le ha inventate ,le crociate, e quindi è in grado di sgamarlo e spernacchiarlo a un miglio di distanza.
    Altroché crociata e severa moralità: c’entrano una fava con questa guerra. Lanciata da Putin per motivi di potere interno, di espansionismo estero, di sopravvivenza politica, di geopolitica molto tradizionale.
    Quindi si rassegnino i finti ingenui e i filoputiniani travestiti.
    Oppure, se veramente convinti delle fregnacce sostenute, quale probema hanno?
    Facciano armi e bagagli e si trasferiscano alla corte del loro messianico zar.
    Poi ci contano.

    12 Marzo, 2022 - 21:03
  15. Amigoni p. Luigi

    Rif. 12 marzo , ore 19.06 – Canfora in pace
    Luciano Canfora è un filologo e storico (di tempi antichi) di indiscusso valore.
    Ma quanto a storia contemporanea appartiene alla schiera di quelli che scrivono volentieri la storia come è stata fino all’altro ieri e domani saranno precisi nel raccontare le conseguenze della storia oggi. Difettano nella cronaca documentata di oggi; non hanno l’onestà intellettuale di distinguere tra invasori e invasi, tra chi si arma (fino ai denti e ai missili) per offendere e chi si arma, come può, per difendersi.
    E’ o era – come si diceva una volta – di scuola marxista. Immagino che non votasse DC negli anni ’50, ’60, e ’70. Gradirà un caffé.

    https://www.corriere.it/caffe-gramellini/22_marzo_12/capirsi-impossibile-4f4bb0f6-a183-11ec-a587-4d905bf0cebb.shtml

    13 Marzo, 2022 - 20:43

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