Con Gesù che manda i Dodici per il mondo senza pane e senza denaro
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Luigi Accattoli
Quando Francesco d’Assisi ascoltò queste parole. Il mandato missionario di questo brano – cioè l’invio dei Dodici in missione – è anche in Matteo (10, 5-15) e in Luca (9, 1-6): vedremo qualche differenza, ma la sostanza è convergente. In Matteo il testo è più ampio, in Luca è breve come questo di Marco, ma poi Luca – solo lui – ha un altro invio in missione all’inizio del capitolo 10, riguardante “altri 72” discepoli.
Le parole del mandato sono tra le più severe dei vangeli, specie nella consegna di un’assoluta povertà. Queste parole hanno avuto un’eco feconda nei secoli, muovendo schiere di uomini e di donne e motivandole a portare la missione evangelica nel mondo. Il cristiano che le legge oggi dovrebbe avere memoria di questo movimento che attraversa due millenni e dovrebbe avvertire che il “mandato” ha una valenza pienamente attuale.
Per la straordinaria fecondità storica del “mandato” missionario basterà ricordare che fu ascoltando la lettura di esso, nel passo parallelo di Matteo (10, 5-15), che Francesco d’Assisi si “sentì rivestito dello Spirito di Cristo” e “immediatamente gettò via il bastone, ripudiò borsa e denaro, come cintura prese una fune e mise tutto lo slancio del cuore nel ricercare in quale modo realizzare quanto aveva sentito” [Leggenda minore di San Bonaventura da Bagnoregio II, 1].
27 Novembre, 2021 - 21:04
Luigi Accattoli
Marco 6, 6b-13. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
7Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due. 8E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; 9ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 10E diceva loro: “Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro”. 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
27 Novembre, 2021 - 21:05
Luigi Accattoli
Ma bastone e sandali sì. v. 6b: Gesù percorreva i villaggi d’intorno. E’ il quadro narrativo che incornicia l’invio dei Dodici con l’incarico di ampliare il raggio della sua azione messianica.
v. 7: Chiamò a sé i Dodici. Prima dell’invio c’è la chiamata. La tradizione cristiana ha unito i due momenti nella parola “vocazione”, che dice insieme la chiamata e il compito assegnato al chiamato.
v. 7b: prese a mandarli a due a due. Anche i 72 discepoli – dei quali parla il solo Luca al capitolo 10 – vengono inviati “a due a due”. Dalla frequente presenza di Barnaba accanto a Paolo, negli Atti e nelle lettere paoline, pare si possa dedurre che era prassi della prima comunità mandare gli evangelizzatori a due a due.
v. 8: ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone. Il bastone aveva molteplici funzioni pratiche (difesa, appoggio) e simboliche (autorità, comando).
27 Novembre, 2021 - 21:07
Luigi Accattoli
Radicale povertà. v. 8b: né pane, né sacca, né denaro nella cintura. La povertà rende libero l’apostolo. Va, sosta da chi l’accoglie, lascia chi non l’accoglie, non chiede prestazioni e non contrae responsabilità. Non si accasa da nessuna parte. Il suo è uno statuto itinerante. Saranno i viaggi apostolici di Paolo che daranno l’interpretazione più coerente ed efficace di questo apostolato itinerante: essi saranno narrati dagli “Atti degli Apostoli” e – in parte – dalle lettere dell’apostolo.
v. 9: calzare sandali [ordinò loro di]. In Marco Gesù autorizza i dodici a calzare sandali, mentre nei passi paralleli di Matteo (10, 10) e di Luca (10, 4) non li vuole. Lo stesso per il bastone: è previsto in Marco ed è proibito negli altri due. I sandali e il bastone fanno somigliare i Dodici di questo brano agli israeliti che nel libro dell’Esodo mangiano la Pasqua “con i sandali ai piedi e il bastone in mano”, pronti a partire, come ovviamente devono essere degli apostoli.
v. 10: Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Gesù non vuole che i suoi discepoli, svolgendo un ministero itinerante, si diano a un vagabondaggio profittatore, dà quindi loro la consegna di fruire responsabilmente e per un tempo ragionevole dell’ospitalità che viene loro offerta. Può aiutare a intendere questo versetto il monito che Paolo formula nella Seconda lettera a Timoteo: “Guardati bene da coloro che entrano nelle case e circuiscono le donnette” (3, 6).
27 Novembre, 2021 - 21:08
Luigi Accattoli
Scuotete la polvere. v. 11: Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero. Il successo della missione non è garantito: chiusure e risposte negative sono da mettere nel conto. La missione cristiana è un’avventura che tante volte porterà al fallimento. Se ci capita, non dobbiamo immaginare d’essere usciti dal cono di luce di colui che ci ha mandati: egli l’aveva anzi previsto.
v. 11b: andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro. In Atti 13, 51 Paolo dà attuazione a questa indicazione di Gesù, che invita gli apostoli a compiere un gesto di chiarificazione nei confronti di coloro che non li accoglieranno, in modo che sia evidenziata la loro responsabilità, ovvero la serietà del rifiuto che hanno opposto: “I Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio” (13, 50s). Scuotere la polvere non è maledire, ma prendere distacco, come dicendo: non vogliamo avere nulla a che fare con voi.
v. 12: proclamarono che la gente si convertisse. L’espressione ricalca la formulazione marciana del primissimo annuncio messianico di Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo” (1, 15).
vv. 12 e 13: proclamarono – scacciavano – ungevano – guarivano. Li manda a fare quello che fa lui, conferendo loro, in parte, i suoi poteri messianici: quelli di cacciare i demoni e di guarire. Il maestro vuole che i discepoli siano collaboratori e continuatori della sua missione. Essi hanno in lui il mandante e insieme il modello.
27 Novembre, 2021 - 21:09
Luigi Accattoli
Spunto attualizzante: potrebbe essere utile metterci nel numero dei Dodici – o dei 72 – e interrogarci sull’applicazione alla situazione nostra, d’ognuno, del mandato missionario di Marco. Che dire della radicalità delle indicazioni di Gesù. Come adattarle al nostro tempo. Che vuol dire predicare, o proclamare, all’umanità di oggi. Anche oggi ci sono tanti discepoli predicanti. C’è una possibilità per i cristiani comuni?
27 Novembre, 2021 - 21:09
Luigi Accattoli
Pizza canonica e vangelo apocrifo. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 18 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
27 Novembre, 2021 - 21:18
Luigi Accattoli
Venite tutti. Siamo un gruppo di una ventina di lettori della Bibbia che da quasi vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 29 novembre. L’ultimo appuntamento fu lunedì 8 novembre e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 16 novembre:
Gesù nei vangeli prima prega, poi chiama, poi invia. Dunque attrae a lui e tale grazia orienta a mettere al giusto posto le altre cose. Il moralismo, un fasullo ascetismo possono orientare a staccarsi dalle cose per attaccarsi a Dio.
Decisiva la grazia di non portare due tuniche: un cammino di liberazione da calcoli, doppiezze varie.
Scuotere la polvere può venire inteso come un non cercare neanche un granello di gratificazione pwrsonale. La via della gratuità nell’amore in Cristo. https://gpcentofanti.altervista.org/un-ritiro-su-cresima-e-riconciliazione/
Ma il moderno cristiano per predicare il Vangelo per esempio in Europa i per annunciare la Nascita di Cristo cioe’ il Santo Natale , che deve fare?
La Comunita’ Europea chiede che la parola Natale sia sostituita con “festività” ,per essere sensibili al fatto che la gente ha calendari e tradizioni religiose diverse_ ,inoltre chiede di non utilizzare nomi tipici di una religione come ” Maria” e di non usare signore e signora “. Questo, spiega la Commissione europea, perche’ loro sono “neutrali” in tema di religioni.
E hanno ragione dal loro punto di vista. La Comunita’Europea ,e sostanzialnente a-religiosa , non ha voluto includere le radici cristiane alla propria base ,nonostante gli fosse stato chiesto da Giovanni Paolo II. Il cattolico di oggi , secondo l’insegnamento di Gesu’, dovrebbe scuotere la polvere dei calzari davanti alla casa Europa ? Oppure dovrebbe piegarsi ad un atteggiamento conciliante, inclusivo, cioe’ rimanere nella casa dove non vengono accolti ne’ ascoltati?Dovrebbero predicare la conversione o no?
1Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro”. 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse,
Questo e’solo uno degli infiniti dilemmi posti oggi al cristiano i che da un lato vuol essere fonte delle al Vangelo dall’altro vuol pienamente aderire al mondo
Servire due padroni non si puo’ .
30 Novembre, 2021 - 8:53
Beppe Zezza
A me pare che a questa storia della circolare interna UE sull’uso di un linguaggio inclusivo si stia dando eccessivo rilievo. Si tratta di una circolare rivolta ai funzionari UE. Ora, per fortuna o meglio per grazia di Dio, non siamo tutti « funzionari « UE e soprattutto non dobbiamo considerarci tali. I funzionari UE sono invitati a usare un linguaggio inclusivo? E a me che me ne importa? Facciano pure come vogliono. « Lascia che i morti seppelliscano i loro morti, tu vieni e seguimi « : Continuerò a chiamare Natale Natale, ad augurare buon Natale, a parlare della nascita del Messia di Israele, Salvatore del mondo, da una vergine di nome Maria, in un piccolo borgo della Giudea. Certo eviterò di farlo se mi trovo davanti a qualche esaltato islamico o laicista o satanista. Ma questo solo perché è il « buon senso « di chiunque sia stato iniziato al cristianesimo
Quando Francesco d’Assisi ascoltò queste parole. Il mandato missionario di questo brano – cioè l’invio dei Dodici in missione – è anche in Matteo (10, 5-15) e in Luca (9, 1-6): vedremo qualche differenza, ma la sostanza è convergente. In Matteo il testo è più ampio, in Luca è breve come questo di Marco, ma poi Luca – solo lui – ha un altro invio in missione all’inizio del capitolo 10, riguardante “altri 72” discepoli.
Le parole del mandato sono tra le più severe dei vangeli, specie nella consegna di un’assoluta povertà. Queste parole hanno avuto un’eco feconda nei secoli, muovendo schiere di uomini e di donne e motivandole a portare la missione evangelica nel mondo. Il cristiano che le legge oggi dovrebbe avere memoria di questo movimento che attraversa due millenni e dovrebbe avvertire che il “mandato” ha una valenza pienamente attuale.
Per la straordinaria fecondità storica del “mandato” missionario basterà ricordare che fu ascoltando la lettura di esso, nel passo parallelo di Matteo (10, 5-15), che Francesco d’Assisi si “sentì rivestito dello Spirito di Cristo” e “immediatamente gettò via il bastone, ripudiò borsa e denaro, come cintura prese una fune e mise tutto lo slancio del cuore nel ricercare in quale modo realizzare quanto aveva sentito” [Leggenda minore di San Bonaventura da Bagnoregio II, 1].
Marco 6, 6b-13. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
7Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due. 8E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; 9ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 10E diceva loro: “Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro”. 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Ma bastone e sandali sì. v. 6b: Gesù percorreva i villaggi d’intorno. E’ il quadro narrativo che incornicia l’invio dei Dodici con l’incarico di ampliare il raggio della sua azione messianica.
v. 7: Chiamò a sé i Dodici. Prima dell’invio c’è la chiamata. La tradizione cristiana ha unito i due momenti nella parola “vocazione”, che dice insieme la chiamata e il compito assegnato al chiamato.
v. 7b: prese a mandarli a due a due. Anche i 72 discepoli – dei quali parla il solo Luca al capitolo 10 – vengono inviati “a due a due”. Dalla frequente presenza di Barnaba accanto a Paolo, negli Atti e nelle lettere paoline, pare si possa dedurre che era prassi della prima comunità mandare gli evangelizzatori a due a due.
v. 8: ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone. Il bastone aveva molteplici funzioni pratiche (difesa, appoggio) e simboliche (autorità, comando).
Radicale povertà. v. 8b: né pane, né sacca, né denaro nella cintura. La povertà rende libero l’apostolo. Va, sosta da chi l’accoglie, lascia chi non l’accoglie, non chiede prestazioni e non contrae responsabilità. Non si accasa da nessuna parte. Il suo è uno statuto itinerante. Saranno i viaggi apostolici di Paolo che daranno l’interpretazione più coerente ed efficace di questo apostolato itinerante: essi saranno narrati dagli “Atti degli Apostoli” e – in parte – dalle lettere dell’apostolo.
v. 9: calzare sandali [ordinò loro di]. In Marco Gesù autorizza i dodici a calzare sandali, mentre nei passi paralleli di Matteo (10, 10) e di Luca (10, 4) non li vuole. Lo stesso per il bastone: è previsto in Marco ed è proibito negli altri due. I sandali e il bastone fanno somigliare i Dodici di questo brano agli israeliti che nel libro dell’Esodo mangiano la Pasqua “con i sandali ai piedi e il bastone in mano”, pronti a partire, come ovviamente devono essere degli apostoli.
v. 10: Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Gesù non vuole che i suoi discepoli, svolgendo un ministero itinerante, si diano a un vagabondaggio profittatore, dà quindi loro la consegna di fruire responsabilmente e per un tempo ragionevole dell’ospitalità che viene loro offerta. Può aiutare a intendere questo versetto il monito che Paolo formula nella Seconda lettera a Timoteo: “Guardati bene da coloro che entrano nelle case e circuiscono le donnette” (3, 6).
Scuotete la polvere. v. 11: Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero. Il successo della missione non è garantito: chiusure e risposte negative sono da mettere nel conto. La missione cristiana è un’avventura che tante volte porterà al fallimento. Se ci capita, non dobbiamo immaginare d’essere usciti dal cono di luce di colui che ci ha mandati: egli l’aveva anzi previsto.
v. 11b: andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro. In Atti 13, 51 Paolo dà attuazione a questa indicazione di Gesù, che invita gli apostoli a compiere un gesto di chiarificazione nei confronti di coloro che non li accoglieranno, in modo che sia evidenziata la loro responsabilità, ovvero la serietà del rifiuto che hanno opposto: “I Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio” (13, 50s). Scuotere la polvere non è maledire, ma prendere distacco, come dicendo: non vogliamo avere nulla a che fare con voi.
v. 12: proclamarono che la gente si convertisse. L’espressione ricalca la formulazione marciana del primissimo annuncio messianico di Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo” (1, 15).
vv. 12 e 13: proclamarono – scacciavano – ungevano – guarivano. Li manda a fare quello che fa lui, conferendo loro, in parte, i suoi poteri messianici: quelli di cacciare i demoni e di guarire. Il maestro vuole che i discepoli siano collaboratori e continuatori della sua missione. Essi hanno in lui il mandante e insieme il modello.
Spunto attualizzante: potrebbe essere utile metterci nel numero dei Dodici – o dei 72 – e interrogarci sull’applicazione alla situazione nostra, d’ognuno, del mandato missionario di Marco. Che dire della radicalità delle indicazioni di Gesù. Come adattarle al nostro tempo. Che vuol dire predicare, o proclamare, all’umanità di oggi. Anche oggi ci sono tanti discepoli predicanti. C’è una possibilità per i cristiani comuni?
Pizza canonica e vangelo apocrifo. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 18 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
Venite tutti. Siamo un gruppo di una ventina di lettori della Bibbia che da quasi vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 29 novembre. L’ultimo appuntamento fu lunedì 8 novembre e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 16 novembre:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/come-quel-giorno-a-nazaret-cosi-oggi-in-europa-gesu-parla-alla-nostra-fede-scandalizzata/
Gesù nei vangeli prima prega, poi chiama, poi invia. Dunque attrae a lui e tale grazia orienta a mettere al giusto posto le altre cose. Il moralismo, un fasullo ascetismo possono orientare a staccarsi dalle cose per attaccarsi a Dio.
Decisiva la grazia di non portare due tuniche: un cammino di liberazione da calcoli, doppiezze varie.
Scuotere la polvere può venire inteso come un non cercare neanche un granello di gratificazione pwrsonale. La via della gratuità nell’amore in Cristo.
https://gpcentofanti.altervista.org/un-ritiro-su-cresima-e-riconciliazione/
Non mancherò!
https://youtu.be/klh3XmUpH4U
Ma il moderno cristiano per predicare il Vangelo per esempio in Europa i per annunciare la Nascita di Cristo cioe’ il Santo Natale , che deve fare?
La Comunita’ Europea chiede che la parola Natale sia sostituita con “festività” ,per essere sensibili al fatto che la gente ha calendari e tradizioni religiose diverse_ ,inoltre chiede di non utilizzare nomi tipici di una religione come ” Maria” e di non usare signore e signora “. Questo, spiega la Commissione europea, perche’ loro sono “neutrali” in tema di religioni.
E hanno ragione dal loro punto di vista. La Comunita’Europea ,e sostanzialnente a-religiosa , non ha voluto includere le radici cristiane alla propria base ,nonostante gli fosse stato chiesto da Giovanni Paolo II. Il cattolico di oggi , secondo l’insegnamento di Gesu’, dovrebbe scuotere la polvere dei calzari davanti alla casa Europa ? Oppure dovrebbe piegarsi ad un atteggiamento conciliante, inclusivo, cioe’ rimanere nella casa dove non vengono accolti ne’ ascoltati?Dovrebbero predicare la conversione o no?
1Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro”. 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse,
Questo e’solo uno degli infiniti dilemmi posti oggi al cristiano i che da un lato vuol essere fonte delle al Vangelo dall’altro vuol pienamente aderire al mondo
Servire due padroni non si puo’ .
A me pare che a questa storia della circolare interna UE sull’uso di un linguaggio inclusivo si stia dando eccessivo rilievo. Si tratta di una circolare rivolta ai funzionari UE. Ora, per fortuna o meglio per grazia di Dio, non siamo tutti « funzionari « UE e soprattutto non dobbiamo considerarci tali. I funzionari UE sono invitati a usare un linguaggio inclusivo? E a me che me ne importa? Facciano pure come vogliono. « Lascia che i morti seppelliscano i loro morti, tu vieni e seguimi « : Continuerò a chiamare Natale Natale, ad augurare buon Natale, a parlare della nascita del Messia di Israele, Salvatore del mondo, da una vergine di nome Maria, in un piccolo borgo della Giudea. Certo eviterò di farlo se mi trovo davanti a qualche esaltato islamico o laicista o satanista. Ma questo solo perché è il « buon senso « di chiunque sia stato iniziato al cristianesimo