Lunedì 11 ottobre, ore 21.00, per la serie di Pizza e Vangelo, leggeremo da Marco 5, 1-20 un episodio di liberazione dal demonio pittoresco e complesso, con la caduta a precipizio di una mandria di porci nel Lago di Galilea. Nei commenti la scheda di presentazione del brano e l’invito di tutti a partecipare: campo largo, come ora si dice.
All’altra riva con Marco e con Gesù che libera un pagano da una legione di demoni
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Tre fuochi. L’episodio è narrato con varianti da tutti e tre i Sinottici, ma la narrazione di Marco è la più dettagliata e la più viva. Si tratta di un racconto che può essere letto secondo più attenzioni: noi ne seguiremo tre.
Il primo fuoco riguarda la regione in cui il fatto è collocato: una regione abitata da pagani. Gesù non vi arriva casualmente, portato dalla tempesta che è narrata nel brano immediatamente precedente, ma per decisione sua, avendo detto ai discepoli “passiamo all’altra riva” (Marco 4, 35).
Secondo fuoco. Gesù libera l’indemoniato ma gli abitanti del villaggio si spaventano per il modo della liberazione, che ha comportato la perdita di una grande quantità di porci e gli chiedono di andarsene: Gesù se ne va, cioè torna in Galilea: “mentre risaliva nella barca” (v. 18).
Terzo fuoco. L’uomo liberato dai demoni vorrebbe “restare” con Gesù, ma Gesù non l’accetta nel gruppo dei discepoli itineranti e lo rimanda alla sua casa perché racconti “ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te” (v. 19). Ora leggiamo e poi torniamo a ravvivare questi tre fuochi.
Marco 5, 1-20. Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. 2Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. 3Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, 4perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. 5Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 6Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi 7e, urlando a gran voce, disse: “Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!”. 8Gli diceva infatti: “Esci, spirito impuro, da quest’uomo!”. 9E gli domandò: “Qual è il tuo nome?”. “Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti”. 10E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. 11C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. 12E lo scongiurarono: “Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi”. 13Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
14I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. 15Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. 16Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. 17Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
18Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. 19Non glielo permise, ma gli disse: “Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te”. 20Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
In terra pagana. v. 1: nel paese dei Geraseni. Il nome della località è diverso tra i Sinottici e nei vari codici: “paese dei Garadeni” in Matteo, “regione dei Geraseni” in Luca e Marco, ma codici lucani hanno anche “regione dei Gergeseni”. Non si conosce una località che abbia l’uno o l’altro di questi nomi, nelle vicinanze del lago di Galilea. Tra le città della Decapoli vi sono sia Gadara che Gerasa, ma si trovano a sud del lago e lontano da esso. Si tratterà dunque di una località – poniamo quella dei “gergeseni” – il cui nome si è perduto, o di un riferimento di direzione: come a dire, “sulla costa, in direzione di Gadara, o Gerasa”. Siamo comunque dall’altra parte del lago rispetto alla Galilea, sulla sponda orientale, in una terra pagana, gravitante verso la Siria e la Giordania. Una terra che oggi appartiene a Israele ma che allora non era abitata da ebrei.
v. 2: un uomo posseduto da uno spirito impuro. In Matteo (8, 28-34) gli indemoniati sono due e non c’è una loro missione dopo la liberazione, che invece è posta in risalto sia da Luca che da Marco. Succederà lo stesso con i ciechi di Gerico, che in Matteo sono due, mentre in Marco e Luca è uno solo (Matteo 20, Marco 10, Luca 19). Le parole e gli atti di Gesù sono narrati dai Vangeli secondo diverse tradizioni comunitarie: è una varietà che non deve disturbarci, ma arricchire il nostro ascolto.
Il demone prega Gesù “in nome di Dio”. v. 6: gli si gettò ai piedi. La prostrazione è un atto di riconoscimento e di sottomissione.
v. 7: Che vuoi da me Gesù, figlio del Dio altissimo? Come già il demone che abbiamo incontrato nella sinagoga di Cafarnao, in Marco 1, 25, anche questo conosce l’identità messianica di Gesù e ne teme la vicinanza.
v. 7b: in nome di Dio, non tormentarmi. Per noi è paradossale che lo spirito impuro parli “in nome di Dio”. E’ un particolare esclusivo di Marco, che segnala come la concezione del demoniaco fosse allora diversa da oggi.
v. 9: Qual è il tuo nome? Rispose: Il mio nome è Legione perché siamo in molti. Il termine legione il greco la prende in prestito dal latino: la legio romana contava da quattro a sei mila uomini.
v. 13: erano circa duemila. Particolare esclusivo di Marco. In Marco l’episodio è più dettagliato che negli altri Sinottici e alcuni dettagli vengono interpretati dagli studiosi come aggiunte descrittive del redattore, che erano considerate accettabili dalla narrativa storiografica antica. Si potrebbero fare molti esempi. Uno per tutti: Tito Livio non sa neanche dove Annibale abbia varcato le Alpi, ma descrive a lungo la difficoltà di portare gli elefanti a varcare dirupi e nevi (XXI° libro della Storia di Roma dalla fondazione).
Lo spavento dei mandriani. v. 14: I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Il paese dei Geraseni è pagano e vi si allevano porci, che in terre ebraiche non avrebbero potuto essere allevati. Viene in mente la parabola del “figlio prodigo”, che se ne va in un “paese lontano” dove infine un abitante della regione lo manda nei suoi campi “a pascolare i porci” (Luca 15, 15).
v. 17: Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. I geraseni avvertono come un pericolo la presenza tra loro di quel gruppo di ebrei odiatori della carne di maiale, che avevano provocato la perdita di quella mandria per loro preziosa.
v. 18: Mentre risaliva nella barca. Gesù non resiste a chi non l’accoglie: In Luca 9, 52ss fa lo stesso con i samaritani che non vogliono riceverlo nel loro villaggio.
v. 19: annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto. Qui l’appellativo “il Signore”, in bocca a Gesù, non può che essere riferito a Dio, cioè al Padre. Gesù non si attribuisce mai questo titolo. Per un’altra ricorrenza simile del titolo di Signore in Marco, vedi capitolo 13, versetto 20, dove Gesù dice: “Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe”.
v. 20: per la decapoli. Pare che in questo brano di Marco si trovi la prima attestazione scritta del termine “decapoli” che sia giunta fino a noi. Parola che ricorre otto volte nei Vangeli. Si tratta della federazione ellenistica di dieci città così elencate da Plinio il Vecchio: Damasco, Filadelfia, Rafana, Scitopoli, Gadara, Ippo, Dion, Pella, Gerasa, Canata.
Riprendiamo dai fuochi. Torniamo ora ai fuochi che abbiamo acceso all’inizio.
Il primo riguardava l’ampliamento della missione di Gesù a un paese pagano. Egli non solo parla occasionalmente a pagani che si uniscono alle folle in ascolto, ma in due occasioni va di sua iniziativa alla ricerca di popoli pagani: qui e quando percorre il territorio di Tiro e Sidone e – di nuovo – mette piede, e più a lungo, nella Decapoli (vedilo nei capitoli 15 di Matteo, 7 di Marco, 8 di Luca). Va dai pagani e porta loro la “parola di Dio” e opera per loro guarigioni e liberazioni dai demoni: la buona novella e la potenza di colui che l’annuncia non hanno confini.
Il secondo fuoco ci segnala che Gesù non si avvale di nessuna delle sue facoltà messianiche per resistere a chi lo caccia, o per imporsi a chi non l’accoglie. Comanda ai demoni e ai venti e all’acqua, come abbiamo visto qui e nell’episodio precedente, ma non comanda l’ascolto agli uditori. Rispetta la libertà delle persone alle quali si rivolge.
Il terzo fuoco ci dice che tanti sono i modi di farsi ascoltatori e discepoli, quante sono le persone che decidono di “restare con lui”. Questo pagano desidera farsi suo discepolo, con lui itinerante, ma Gesù gli assegna un compito diverso: lo rimanda a casa perché si faccia suo annunciatore nella sua patria. I suoi concittadini non accolgono Gesù e Gesù se ne va, ma incarica uno del posto di farsi seme della propria missione in mezzo a quel popolo.
Che sia ‘sta pizza. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 18 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora la pizza non c’è ma il nome è sempre quello: i nomi durano più delle cose.
Venite tutti. Siamo un gruppo di una ventina di lettori della Bibbia che da quasi vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 28. L’ultimo appuntamento fu lunedì 27 settembre e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 2 ottobre: http://www.luigiaccattoli.it/blog/la-tempesta-sedata-o-lesorcismo-sul-creato-registrazione-della-serata/. Invito chi già partecipa a cercare nuovi mangiatori di pizza.
Gesù acconsente alla richiesta dei demoni perché questo passaggio permette a tutto il paese di prendere coscienza del problema: un attaccamento, in quella località, di tutti o di molti ai beni materiali messo sopra persino al benessere delle persone, causa dunque della situazione dell’indemoniato. La gente rifiuta Gesù ed egli lascia per questo lì il risanato, come suo annunciatore.
Una madre riceve il dono di una profonda fede e si chiede perché Dio non la doni anche al figlio. Ma il Signore ha donato la fede a quella donna anche per cominciare in quel modo un graduale avvicinamento al figlio. Gesù tornerà tempo dopo nella decapoli e troverà persone meglio disposte, che gli consentiranno di operare nuovi miracoli.
Quando la crisi è presa di coscienza al momento opportuno di difficoltà reali può risultare un passaggio di apertura ad una vita rinnovata.
https://gpcentofanti.altervista.org/un-discernimento-ancora-primordiale/
Ci sarò!
Tema interessante, molto, molto intenso ….spero che gli scriventi di questo augusto blog intervengano per un contributo
Bellissimo l’articolo di Don Giampaolo, che seguo costantemente.
Credo che la prima fondamentale considerazione su questo brano di Vangelo sia : esistono i demoni.Esistono veramente fisicamente, nel mondo del reale, , non sono idee simboli miti modi di dire, non sono l’equivalente antico di malattie neurologiche quali l’epilessia o psichiche quali la schizofrenia.
Dostoevskij, che intitolo’un suo romanzo proprio cosi'”I demoni” , descrisse l’intellighentzja russa atea e nihilista del suo tempo che non poteva piu’ credere in Dio . Eppure uno di questi esponenti atei e nihilisti vede il demonio e ne e’ ossessionato,’posseduto Non crede in Dio, ma e’,obbligato dalla propria esperienza a credere nel diavolo.
“Noi siamo Legione ” dicono i demoni.
Gli odierni cattolici progressisti invece dicono: il diavolo non esiste, i demoni non esistono sono solo una personificazione della mente umana che cosi’ etichetta il male.
Costoro dunque come spiegano questo passo del Vangelo dove la Legione di demoni entra nel branco di porci e li fa precipitare nel burrone? Una idea, un simbolo, un modo di dire , ha questa potenza?
Se non si ammette la tremenda potenza soprannaturale del bene incarnato ( Cristo) e la tremenda potenza soprannaturale del.male incarnato
( I demoni) cosa resta del cristianesimo se non una blanda teoria sociologico-morale?
E’ solo nella capoccia ( vistosamente in malafede) di chi contrabbanda una visione farlocca e avvelenata del cristianesimo spaccandolo in due come una mela in base ai criteri ossessionati e ossessivi del progressisti/tradizionalisti che si possono affermare delle panzane di tale portata.
SEMPLICEMENTE ( sarebbe meglio dire “ovviamente”, ma l’ovvio non appartiene al bagaglio intellettuale dei mentitori, che propalano una realtà fasulla a scopi di propaganda) nessuno “non ammatte la tremenda potenza soprannaturale del bene incarnato” e nessuno non ammette la tremenda potenza soprannaturale del male incarnato.
Punto.
Basta una cliccatina rapida in rete per ottenere, senza nemmeno infilarsi nei documenti magisteriali, tre interventi demolitivi delle baggianate suindicate.
https://m.famigliacristiana.it/video/papa-francesco-satana-esiste-ed-e-un-po–dentro-di-noi.htm
https://www.youtube.com/watch?v=yFhe4PhUOV8
https://m.famigliacristiana.it/video/padre-nostro-su-tv2000liberaci-dal-male-il-papa-satana-e-molto-educato-bussa-alla-porta-ma-non-ci-si-puo-dialogare.htm
Ma basta con queste bischerate.
I satanisti ci credono assai più che i cristiani . Benché la Chiesa , il magistero ne abbia sempre parlato e non serve che lei Cuffini ce lo rammenti. Lo sappiamo che il Papa ne parla e ci mancherebbe pure non ne parlasse! E’ la società secolarizzata a crederci. E’ il mondo, piombato nel baratro del non senso e del narcisimo imperante a non crederci. E’ la sete di potere, di ricchezza e altre nefandezze che allontanano da Cristo e ci avvicinano alla dannazione collettiva. E’ l’assenza di Cristo, della fede nel Vivente, che sta avvicina fatalmente gran parte di quei cattolici “leggeri”, stolti, i quali più che affidarsi a Cristo si avvicinano al maligno attraverso maghi, oroscopi e fattucchieri che se ne fanno megafono e accorrono e ignorano la fetore di questa misteriosa e potente entità malvagia della quale il mondo e anche la natura tutta ne è impregnata. Perché non credono al padrone di questo mondo e non ci credono per ignoranza della Parola di Dio. Non conoscono i Vangeli, la storia della Salvezza.
Ha capito Cuffini. Nessuno qui ha parlato di Papa o Chiesa eccetto lei…..
Basterebbe credere un pochino nella presenza del diavolo, o del demonio, i quali hanno compiti simili e diversi così mentre il primo separa da Dio il secondo accusa, pesa con il metro implacabile il nostro peccato. Basterebbe avvicinarsi alla Parola di Dio con serietà e fede per crederci e tutto questo male che ricopre la terra cesserebbe .
-(chiedo venia:) E’ la società secolarizzata a NON crederci, nel demonio…
Leugi, devo trovare il modo per ingrandire i caratteri, non riesco a leggere e di conseguenza mi risulta difficile scrivere correttamente tanto sono piccoli…. Vedrò come fare..
Grazie.
A stasera
Che la società secolarizzata non creda al demonio, è fisiologico e sono affari della società secolarizzata.
Lo sventato commento cui si faceva riferimento sopra non parlava affatto di società secolarizzata, ma di ” cristiani progressisiti”.
Il cui campione, per ammissione diretta e reiterata dell’autrice del commento stesso, è papa Bergoglio stesso.
Questo è lei a dirlo Cuffini, personalmente leggo di cattolici progressisti, ed è vero che in quel contesto non si parla mai del demonio come entità spirituale, quanto piuttosto di una mera tendenza al male insita in ogni essere umano, che sarà anche vero, ma non ne spiegano la natura, il perché, dal momento che mettono in dubbio lo stesso peccato originario e originante per cui il discorso sul maligno resta aleatorio, una favola, una leggenda per spaventare i bambini o forse un babbo Natale chissà . Anche certi preti dimia conoscenza danno la loro personale interpretazione evitando di entrare nell’argomento quasi fosse una storiella di cui vergognarsi. Leggo nel commento da lei citato di Dostoevskij, che mi sembra coerente con il tema…. Di Papa Bergoglio , nessun riferimento, neppure insinuato…. Boh… Francamente, non capisco… Però, faccia lei..
Se francamente non capisse, francamente se ne potrebbe discutere.
Ma siccome capisce benissimo e, al solito, finge di non capire, saltabeccando per l ‘aere, si goda in pieno la sua finta incomprensione,
Già troppo fiato sprecato.
Quello che andava puntualizzato, a proposito dell’affermazione farlocca ” Gli odierni cattolici progressisti invece dicono: il diavolo non esiste,” è stato puntualizzato.
L’affermazione è falsa.
Punto e basta.
Guardi Cuffini che padre Sosa ,generale dei gesuiti, ha poco tempo fa detto pubblicamente in una intervista che il diavolo non esiste come persona ed entita’ spirituale ‘ , e’ solo un simbolo del male . E se non esiste Satana come persona non esistono i demoni, quindi non esistono gli indemoniati ,quindi gli esorcismi sono pagliacciate. E Gesu’ quando faceva esorcismo cosa era ,uno sciamano,?
E se lei leggesse i testi dei biblisti che si rifanno al decostruzionismo, o alla de-mitizzazione dei testi sacri, da Loisy in poi, troverebbe che tale tesi ,ciie’che il diavolo (come gli angeli) e’solo un simbolo che fa parte della ” paccottiglia” biblica cioe’ del soprannaturale magico , rifiutato dall’ uomo moderno, e’pacificamente accettata da generazioni di biblisti. Non e’ neppure una tesi rivoluzionaria ,anzi direi piuttosto vecchiotta .
Io non mi invento nulla ( purtroppo).
Vorrei solo chiedere ad uno di questi fautori del simbolismo del diavolo , come possa spiegare che un simbolo entra nel branco dei porci e li butta nel burrone,oltre a fare fare a Gesu’ la figura dello sciamano invece che del Figlio di Dio che ha potesta’ sui demoni .
Il Vangelo e’ molto concreto.Forse troppo per gli intellettuali moderni. Che poi pero’ quando vedono il diavolo, come il principe Stravogin di Dostoevskij, o i funzionari sovietici del Maestro e Margherita di Bulgakov, devono ricredersi…..
https://www.ilsussidiario.net/news/generale-dei-gesuiti-il-diavolo-non-esiste-esorcisti-contro-padre-sosa-abascal/1918702/
Lietissimo che lei corregga il tiro e circoscriva la situazione, Venturi.
Solo una domanda.
Se lei ha in mente di rinfocolare la polemica sulla vecchia intervista a Tempi concessa da padre Sosa a margine del meeting di Rimini del ’19, o nei confrinti di certi teologi a cui si dimostra allergica, bene, citi apertamente l’uno e gli altri, e stia serena.
Il problema è che lei non ha affatto scritto , per dire, “padre Sosa afferma che il diavolo non esiste”. Lei ha scritto: “Gli odierni cattolici progressisti invece dicono: il diavolo non esiste”.
Mi preme ripeterle con sollecitudine che , qui e da nessuna parte, nessuno è fesso.
Cuffini, vedo che continua…. Non le cade la corona se in un atto di umiltà chiede scusa….invece continua a insistere. Si capisce perfettamente che ha interpretato a suo modo il commento di Cristina Venturi, perché animato da antipatia e pregiudizio, non è un mistero per nessuno qui
. Chieda scusa e la chiuda.
Piuttosto che asilinfantileggiare, visto che è stato citato PADRE SOSA, e che siamo sul blog del suo autore, giova la pensa andarsi a rileggere l’intervista che Accattoli gli fece e che è qui pubblicata in integrale:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/articoli-del-corriere-della-sera/intervista-al-generale-dei-gesuiti-arturo-sosa-abascal/
Per dirla con Antonio Thellung, che così la commentò sul blog:
“Trovo l’intervista a dir poco formidabile, capace di suscitare grandi speranze (anche se non cancella il timore che prevalgano le utopie). Grazie comunque!”