Pontecorvo cioè Ponte curvo: ma che ne è del corvo?
Stemma di Pontecorvo, Frosinone, dove sono capitato stamane e dove subito mi sono innamorato del suo nome araldico, così corvo e così curvo. Nel primo commento continuo con i giochi di parole…
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Luigi Accattoli
Uno nero corvo. La guida rossa del Touring 1964 – giro ancora con quella – sentenzia che Pontecorvo “prese nome dal pons curvus sopra il Liri”. Ho cercato lo stemma della cittadina, sicuro che mi avrebbe chiarito la faccenda e infatti in esso il ponte s’incurva su tre arcate e sulle rosse pietre s’aderge uno nero corvo volto alla mancina. Ma se Pontecorvo viene dal Ponte curvo, da dove arriva il corvo? Persona del posto ha risposto che viene dalli santi monaci di Montecassino, essendo stata per secoli Pontecorvo dominio di quell’Abbazia alta sul monte, casa madre dell’Ordine Benedettino che ha per emblema un corvo: quello con un pane nel becco che ogni giorno volava al soccorso del patriarca Benedetto in quella sua grotta del buon appetito, in Subiaco. Oppure l’altro di cui narra Gregorio Magno nel Libro Secondo dei Dialoghi, al capitolo 8: ex vicina silva corvus venire consueverat, et panem de manu ejus accipere. Quest’altro corvo non portava pane al monaco, ma andava a lui per beccarlo. Vai a capire i costumi dei corvi e dei santi, nonché quelli dei corvi santi.
Le Scritture stesse sono piene di animali strumenti in vario modo di Dio.
La macchina del tempo
Boccali di vino lasciati sulla tavola vuota,
finestre schiuse sull’aia non più nota,
un tempo allegra di vita semplice e buona.
Può tornare anche il tempo su quella strada,
dove un gallo bastava a salvare l’anima nostra
e l’asinello era un messo del cielo che ci parlava.
In punta d’araldica. Un amico di Frosinone, Pietro Alviti, mi segnala la descrizione araldica dello stessa di Pontecorvo:
D’argento, al ponte di tre archi, con l’impalcato convesso, di rosso, mattonato di nero, l’arco centrale più alto e più largo, il ponte fondato in punta e uscente dai fianchi, sostenente il corvo di nero, fermo, in pieno profilo.
Uno nero corvo. La guida rossa del Touring 1964 – giro ancora con quella – sentenzia che Pontecorvo “prese nome dal pons curvus sopra il Liri”. Ho cercato lo stemma della cittadina, sicuro che mi avrebbe chiarito la faccenda e infatti in esso il ponte s’incurva su tre arcate e sulle rosse pietre s’aderge uno nero corvo volto alla mancina. Ma se Pontecorvo viene dal Ponte curvo, da dove arriva il corvo? Persona del posto ha risposto che viene dalli santi monaci di Montecassino, essendo stata per secoli Pontecorvo dominio di quell’Abbazia alta sul monte, casa madre dell’Ordine Benedettino che ha per emblema un corvo: quello con un pane nel becco che ogni giorno volava al soccorso del patriarca Benedetto in quella sua grotta del buon appetito, in Subiaco. Oppure l’altro di cui narra Gregorio Magno nel Libro Secondo dei Dialoghi, al capitolo 8: ex vicina silva corvus venire consueverat, et panem de manu ejus accipere. Quest’altro corvo non portava pane al monaco, ma andava a lui per beccarlo. Vai a capire i costumi dei corvi e dei santi, nonché quelli dei corvi santi.
Le Scritture stesse sono piene di animali strumenti in vario modo di Dio.
La macchina del tempo
Boccali di vino lasciati sulla tavola vuota,
finestre schiuse sull’aia non più nota,
un tempo allegra di vita semplice e buona.
Può tornare anche il tempo su quella strada,
dove un gallo bastava a salvare l’anima nostra
e l’asinello era un messo del cielo che ci parlava.
https://gpcentofanti.altervista.org/il-sospirato-bandolo-della-matassa/
In punta d’araldica. Un amico di Frosinone, Pietro Alviti, mi segnala la descrizione araldica dello stessa di Pontecorvo:
D’argento, al ponte di tre archi, con l’impalcato convesso, di rosso, mattonato di nero, l’arco centrale più alto e più largo, il ponte fondato in punta e uscente dai fianchi, sostenente il corvo di nero, fermo, in pieno profilo.
https://www.araldicacivica.it/comune/pontecorvo/
Sostenente il corvo di nero [vedi commento precedente]: il linguaggio dei blasoni è uno schianto.