Gemma Capra Calabresi che insegnando religione matura il perdono
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Luigi Accattoli
Perdona loro. Mario: «Partiamo da quel necrologio particolare che apparve sul Corriere della Sera. Che cosa diceva?».
Gemma: «Il necrologio erano le ultime parole di Gesù sulla croce e cioè “Padre, perdona loro” rivolgendosi ai suoi assassini “perché non sanno quello che fanno”. Ecco, io in quel momento non sarei riuscita a scegliere una frase del genere e quindi l’ha scelta per me mamma, tua nonna, che era una donna di grande fede. Io però, quando lei me l’ha proposta, l’ho accettata molto volentieri, pensando che era giunto il momento di spezzare questa catena di odio, di rancore e di violenza, con una frase d’amore. E quindi ho accettato di scriverla».
6 Maggio, 2021 - 19:43
Luigi Accattoli
No al rancore. Mario: «L’hai accettata ma poi tu come hai vissuto quei primi anni? Io ero così piccolo che mi ricordo solo i dettagli, tu che piangevi con la testa tra le mani alla scrivania, noi che andavamo per la strada e c’erano i fotografi che ci inseguivano».
Gemma: «È stato un periodo veramente difficile, molto difficile. Siamo andati ad abitare a casa dei nonni e avevamo comunque tanto affetto, l’affetto dei miei fratelli, le mie sorelle, l’affetto delle persone care e quindi riuscivamo comunque anche a ridere. Questo sì, io me lo ricordo. Ecco, si viveva. Se tu ti ricordi, io ho scelto da subito di farvi vivere non nel rancore e nell’odio. Poi io mi sono messa a insegnare religione alla scuola elementare e devo dire che, insegnando ai bambini, che sono una cosa meravigliosa, spontanei, avevo la sensazione quasi di tradirli. Perché quando io spiegavo il Vangelo o parlavamo dell’amicizia, del rispetto, del perdono, io poi avevo la sensazione a volte di tradirli. Io gli insegno il perdono ma io in realtà assolutamente non ho perdonato perché tu scopri che il perdono non lo dai con la testa, con l’intelligenza, lo dai solo col cuore e quindi non puoi prenderti in giro. O sei sicuro o niente da fare insomma».
6 Maggio, 2021 - 19:44
Luigi Accattoli
Prego per loro. Mario: «Pensi di essere arrivata dove volevi arrivare?».
Gemma: «Penso di sì. Ho dei momenti ancora magari difficili. Però io volevo arrivare a pregare per loro e io riesco a farlo. Ogni giorno nelle mie preghiere, io prego perché loro abbiano la pace nel cuore. Questa cosa mi dà pace, mi dà serenità, mi dà anche gioia e io ci tengo a dire che il perdono non è una debolezza. Voglio dirti che il perdono è una forza, ti fa volare alto».
6 Maggio, 2021 - 19:45
Luigi Accattoli
Il coraggio di risposarsi. Mario: «Tu hai avuto il coraggio, non senza alcune critiche, di risposarti, di darci un padre, che è stato un passo fondamentale, così è arrivato Tonino, Tonino Milite, che era un tuo collega di scuola, maestro di scuola elementare, pittore e poeta. Si può ben dire che ci hai fatto un gran regalo perché per quanto tu facessi, non è che fossimo bambini allegri».
Gemma: «No, le foto tue poi… Gli altri forse già di più, ma le foto tue erano proprio di un bambino triste».
Mario: «E invece Tonino ha colorato le nostre vite. Ci ha fatto ridere ci ha fatto fare la lotta, ci ha ridato anche quello che significa un padre, con tutto quello che ne consegue. Anche gli scontri. Io ricordo nella mia adolescenza scontri epici con Tonino».
6 Maggio, 2021 - 19:45
Luigi Accattoli
L’abbraccio con la vedova Pinelli. Mario. Un passaggio fondamentale del suo racconto sono gli incontri con Licia, la vedova di Giuseppe Pinelli, avvenuti a Roma e a Milano, l’ultimo grazie al presidente Mattarella nel giorno del cinquantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana.
Gemma: «Ci siamo salutate, ci siamo prima date la mano, ci siamo guardate e poi dopo ci siamo abbracciate e io l’ho fatto con tanto amore. Ho pensato che anche in quella casa, un giorno, il papà non è più rientrato e che quindi quel dolore lì ci accomunava. Ecco perché potevamo… Anche se due vite diverse, ecco perché potevamo abbracciarci, capirci. E la vedova Pinelli mi ha detto “Peccato non averlo fatto prima” una frase bellissima. Poi ho incontrato le figlie a volte nella Giornata della Memoria e ultimamente, proprio vicino a casa mia, in bicicletta, ho incontrato una delle figlie. Non potevamo abbracciarci, perché avevamo le mascherine, però ci siamo salutate con molto affetto».
6 Maggio, 2021 - 19:46
Luigi Accattoli
L’intera intervista e anche il podcast. La memoria ha le gambe è il titolo dell’intervista di Mario Calabresi alla mamma Gemma Capra, così presentata nel portale Altre Storie: “Ho convinto mia madre a farsi intervistare da me, ci siamo detti cose importanti, che di solito non uscivano dalla sua cucina. La notizia dell’arresto di uno degli assassini di suo marito, mio padre, è arrivata mentre stavamo ancora registrando i nostri discorsi. E ha dato un senso più grande al nostro dialogo”.
Mario Calabresi – che ha diretto La Stampa e La Repubblica – all’inizio del 2020 sceglie di fare in proprio il narratore di storie di vita, che divulga in testo e in voce attraverso il portale Altre Storie. La sua arte narrativa è umile e artigianale nei toni, alta nei contenuti. Già due volte qui nel blog ho segnalato sue storie:
Questo evento è straordinario.
Non me la sento di intervenire. Dico solo che Gesù accettò la morte. Ma LUI è DIO e, io l’ho scritto nel mio libro su Maria, lo ha fatto per dimostrare che é Dio con la sua resurrezione, che effettivamente è avvenuta. Ma noi cristiani non siamo dei, in quanto uomini siamo animali sociali, perciò tener conto anche degli obblighi sociali. Mmah!!! mi fermo qui.
Ciao, Luigi
7 Maggio, 2021 - 22:12
giuseppe di melchiorre
Resisto alla tentazione di scrivere una provocazione.
Buona notte a te e a tutti.
7 Maggio, 2021 - 22:17
Luigi Accattoli
Giuseppe tu scrivi: “Ma noi cristiani non siamo dei”. E’ vero. Però nel Salmo 82, al versetto 6 il Signore proclama:
Io ho detto: “Voi siete dèi,
siete tutti figli dell’Altissimo”.
Non solo. Gesù in Giovanni 10, 34 cita e fa suo questo versetto del Salmo 82:
Disse loro Gesù: “Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? 35 Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, 36 a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”?
7 Maggio, 2021 - 23:08
giuseppe di melchiorre
Caro Luigi, non lo sapevo. Chiedo scusa.
Ma io ho pensato alla mia unica figlia. Se qualcuno me la ammazza, debbo perdonarlo?.
Io non sono un cristiano perfetto.
Grazie, caro Luigi, per la tua attenzione.
7 Maggio, 2021 - 23:20
maria cristina venturi
L’insegnamento del perdono e”il nocciolo del messaggio cristiano, il cuore . Tutti gli altri comandamenti c’erano gia’nell’ebraismo compreso quello di amare Dio con tutto se stesso e amare il prossimo come se stesso .Cosa mancava dunque all’Antica Legge , alla Torah?Quel di piu’,quella perfezione o compimento che Gesu’e’venuto a portare. Lui stesso dice di essere venuto non ad abolire la Torah ma a portarla a perfezione. E il perdono dei propri nemici, e’questa perfezione. Certo poi nella storia i cristiani non sono stati all’altezza di questa legge sublime, e non sono ancora oggi diversi da tutti gli altri nell’odiare e nel non perdonare chi ha fatto loro del male, nel vendicarsi, in una spirale continua di odio e violenza che e’la trama della Storia. Gli ebrei non riescono ancora oggi a perdonare tutti quelli che hanno fatto loro del male e il loro rancore andra’ avanti per generazioni e generazioni .
Ogni tanto, raramente, qualche cristiano da’testimonianza di perdono ed e’una testimonianza bellissima . Basti pensare ai vari martiri del XX secolo che sono morti perdonando , come Padre Massimiliano Kolbe morto nel campo di concentramento. La testimonianza di perdono di Gemma Calabresi e’ importante, piu’importante di tanti discorsi ed omelie . Ognuno di noi , che ci diciamo cristiani pur sapendo come e’difficile seguire la perfezione insegnataci da Gesu’ , dovrebbe tendere pero’ a questo : a non PARLARE di cristianesimo, ma a VIVERE , ad ESSERE. Oggi troppe parole e pochi fatti ,anzi fatti spesso in contraddizione con le parole,e l’inflazione di parole come amore , misericordia ecc., hanno reso il cristianesimo non piu’credibile agli occhi dei nostri contemporanei. La Chiesa non sara’ salvata dal ripetere misericordia, misericordia, da riforme, programmi, sinodi, documenti sinodali ecc, ma dai veri cristiani , cioe’ da uomini e donne che che vivono realmente nella loro vita il messaggio di Gesu’ . Ci vogliono i santi non i riformatori a tavolino .
Ecco gli effetti della legge del non-perdono: i nemici non si perdonano mai il passato , la spirale della violenza continua in susseguirsi di vendette e controvendette. Bisognerebbe rileggere Rene’ Girard : solo Gesu’ ci ha indicato col perdono la via per uscire da questa ” violenza mimetica” o dal meccanismo senza fine della vendetta : ci vuole un atto che tranci di netto la spirale del meccanismo:questo atto e”il perdono . Atto che contrasta la violenza mimetica perche’ appartiene davvero ad ” un altro mondo” un mondo che non segue le logiche di questo mondo .
8 Maggio, 2021 - 13:53
giuseppe di melchiorre
Caro Luigi, questa mattina, come faccio tutti i giorni sono andato in chiesa, durante la mia passeggiata giornaliera. Era vuota, ovviamente. Allora mi sono inginocchiato davanti al Tabernacolo. Gesù mi ha fatto pensare: “Non succederà mai quello che tu hai immaginato per l’omicidio di tua figlia. Hai troppa fantasia e anche sbagliata in questa situazione fallo sapere! Shalom!”
Scusa, caro Luigi, se abuso della tua ospitalità. Mi impegno a intervenire solo quando saranno trattati argomenti culturali. Shalom anche a te.
Giuseppe”.
Perdona loro. Mario: «Partiamo da quel necrologio particolare che apparve sul Corriere della Sera. Che cosa diceva?».
Gemma: «Il necrologio erano le ultime parole di Gesù sulla croce e cioè “Padre, perdona loro” rivolgendosi ai suoi assassini “perché non sanno quello che fanno”. Ecco, io in quel momento non sarei riuscita a scegliere una frase del genere e quindi l’ha scelta per me mamma, tua nonna, che era una donna di grande fede. Io però, quando lei me l’ha proposta, l’ho accettata molto volentieri, pensando che era giunto il momento di spezzare questa catena di odio, di rancore e di violenza, con una frase d’amore. E quindi ho accettato di scriverla».
No al rancore. Mario: «L’hai accettata ma poi tu come hai vissuto quei primi anni? Io ero così piccolo che mi ricordo solo i dettagli, tu che piangevi con la testa tra le mani alla scrivania, noi che andavamo per la strada e c’erano i fotografi che ci inseguivano».
Gemma: «È stato un periodo veramente difficile, molto difficile. Siamo andati ad abitare a casa dei nonni e avevamo comunque tanto affetto, l’affetto dei miei fratelli, le mie sorelle, l’affetto delle persone care e quindi riuscivamo comunque anche a ridere. Questo sì, io me lo ricordo. Ecco, si viveva. Se tu ti ricordi, io ho scelto da subito di farvi vivere non nel rancore e nell’odio. Poi io mi sono messa a insegnare religione alla scuola elementare e devo dire che, insegnando ai bambini, che sono una cosa meravigliosa, spontanei, avevo la sensazione quasi di tradirli. Perché quando io spiegavo il Vangelo o parlavamo dell’amicizia, del rispetto, del perdono, io poi avevo la sensazione a volte di tradirli. Io gli insegno il perdono ma io in realtà assolutamente non ho perdonato perché tu scopri che il perdono non lo dai con la testa, con l’intelligenza, lo dai solo col cuore e quindi non puoi prenderti in giro. O sei sicuro o niente da fare insomma».
Prego per loro. Mario: «Pensi di essere arrivata dove volevi arrivare?».
Gemma: «Penso di sì. Ho dei momenti ancora magari difficili. Però io volevo arrivare a pregare per loro e io riesco a farlo. Ogni giorno nelle mie preghiere, io prego perché loro abbiano la pace nel cuore. Questa cosa mi dà pace, mi dà serenità, mi dà anche gioia e io ci tengo a dire che il perdono non è una debolezza. Voglio dirti che il perdono è una forza, ti fa volare alto».
Il coraggio di risposarsi. Mario: «Tu hai avuto il coraggio, non senza alcune critiche, di risposarti, di darci un padre, che è stato un passo fondamentale, così è arrivato Tonino, Tonino Milite, che era un tuo collega di scuola, maestro di scuola elementare, pittore e poeta. Si può ben dire che ci hai fatto un gran regalo perché per quanto tu facessi, non è che fossimo bambini allegri».
Gemma: «No, le foto tue poi… Gli altri forse già di più, ma le foto tue erano proprio di un bambino triste».
Mario: «E invece Tonino ha colorato le nostre vite. Ci ha fatto ridere ci ha fatto fare la lotta, ci ha ridato anche quello che significa un padre, con tutto quello che ne consegue. Anche gli scontri. Io ricordo nella mia adolescenza scontri epici con Tonino».
L’abbraccio con la vedova Pinelli. Mario. Un passaggio fondamentale del suo racconto sono gli incontri con Licia, la vedova di Giuseppe Pinelli, avvenuti a Roma e a Milano, l’ultimo grazie al presidente Mattarella nel giorno del cinquantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana.
Gemma: «Ci siamo salutate, ci siamo prima date la mano, ci siamo guardate e poi dopo ci siamo abbracciate e io l’ho fatto con tanto amore. Ho pensato che anche in quella casa, un giorno, il papà non è più rientrato e che quindi quel dolore lì ci accomunava. Ecco perché potevamo… Anche se due vite diverse, ecco perché potevamo abbracciarci, capirci. E la vedova Pinelli mi ha detto “Peccato non averlo fatto prima” una frase bellissima. Poi ho incontrato le figlie a volte nella Giornata della Memoria e ultimamente, proprio vicino a casa mia, in bicicletta, ho incontrato una delle figlie. Non potevamo abbracciarci, perché avevamo le mascherine, però ci siamo salutate con molto affetto».
L’intera intervista e anche il podcast. La memoria ha le gambe è il titolo dell’intervista di Mario Calabresi alla mamma Gemma Capra, così presentata nel portale Altre Storie: “Ho convinto mia madre a farsi intervistare da me, ci siamo detti cose importanti, che di solito non uscivano dalla sua cucina. La notizia dell’arresto di uno degli assassini di suo marito, mio padre, è arrivata mentre stavamo ancora registrando i nostri discorsi. E ha dato un senso più grande al nostro dialogo”.
https://mail.google.com/mail/u/0/#inbox/FMfcgxwLtkVVcmzPSFCWSkCVgPMGrMph
Mario Calabresi – che ha diretto La Stampa e La Repubblica – all’inizio del 2020 sceglie di fare in proprio il narratore di storie di vita, che divulga in testo e in voce attraverso il portale Altre Storie. La sua arte narrativa è umile e artigianale nei toni, alta nei contenuti. Già due volte qui nel blog ho segnalato sue storie:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/don-cristiano-che-porta-la-croce-e-lulivo-a-ogni-portone/
http://www.luigiaccattoli.it/blog/franco-si-fa-ricoverare-nella-rsa-per-assistere-adriana/
Questo evento è straordinario.
Non me la sento di intervenire. Dico solo che Gesù accettò la morte. Ma LUI è DIO e, io l’ho scritto nel mio libro su Maria, lo ha fatto per dimostrare che é Dio con la sua resurrezione, che effettivamente è avvenuta. Ma noi cristiani non siamo dei, in quanto uomini siamo animali sociali, perciò tener conto anche degli obblighi sociali. Mmah!!! mi fermo qui.
Ciao, Luigi
Resisto alla tentazione di scrivere una provocazione.
Buona notte a te e a tutti.
Giuseppe tu scrivi: “Ma noi cristiani non siamo dei”. E’ vero. Però nel Salmo 82, al versetto 6 il Signore proclama:
Io ho detto: “Voi siete dèi,
siete tutti figli dell’Altissimo”.
Non solo. Gesù in Giovanni 10, 34 cita e fa suo questo versetto del Salmo 82:
Disse loro Gesù: “Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? 35 Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, 36 a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”?
Caro Luigi, non lo sapevo. Chiedo scusa.
Ma io ho pensato alla mia unica figlia. Se qualcuno me la ammazza, debbo perdonarlo?.
Io non sono un cristiano perfetto.
Grazie, caro Luigi, per la tua attenzione.
L’insegnamento del perdono e”il nocciolo del messaggio cristiano, il cuore . Tutti gli altri comandamenti c’erano gia’nell’ebraismo compreso quello di amare Dio con tutto se stesso e amare il prossimo come se stesso .Cosa mancava dunque all’Antica Legge , alla Torah?Quel di piu’,quella perfezione o compimento che Gesu’e’venuto a portare. Lui stesso dice di essere venuto non ad abolire la Torah ma a portarla a perfezione. E il perdono dei propri nemici, e’questa perfezione. Certo poi nella storia i cristiani non sono stati all’altezza di questa legge sublime, e non sono ancora oggi diversi da tutti gli altri nell’odiare e nel non perdonare chi ha fatto loro del male, nel vendicarsi, in una spirale continua di odio e violenza che e’la trama della Storia. Gli ebrei non riescono ancora oggi a perdonare tutti quelli che hanno fatto loro del male e il loro rancore andra’ avanti per generazioni e generazioni .
Ogni tanto, raramente, qualche cristiano da’testimonianza di perdono ed e’una testimonianza bellissima . Basti pensare ai vari martiri del XX secolo che sono morti perdonando , come Padre Massimiliano Kolbe morto nel campo di concentramento. La testimonianza di perdono di Gemma Calabresi e’ importante, piu’importante di tanti discorsi ed omelie . Ognuno di noi , che ci diciamo cristiani pur sapendo come e’difficile seguire la perfezione insegnataci da Gesu’ , dovrebbe tendere pero’ a questo : a non PARLARE di cristianesimo, ma a VIVERE , ad ESSERE. Oggi troppe parole e pochi fatti ,anzi fatti spesso in contraddizione con le parole,e l’inflazione di parole come amore , misericordia ecc., hanno reso il cristianesimo non piu’credibile agli occhi dei nostri contemporanei. La Chiesa non sara’ salvata dal ripetere misericordia, misericordia, da riforme, programmi, sinodi, documenti sinodali ecc, ma dai veri cristiani , cioe’ da uomini e donne che che vivono realmente nella loro vita il messaggio di Gesu’ . Ci vogliono i santi non i riformatori a tavolino .
http://www.asianews.it/notizie-it/Ancora-scontri-sulla-Spianata-delle-moschee:-feriti-centinaia-di-palestinesi-e-sei-poliziotti-israeliani-53088.html
Ecco gli effetti della legge del non-perdono: i nemici non si perdonano mai il passato , la spirale della violenza continua in susseguirsi di vendette e controvendette. Bisognerebbe rileggere Rene’ Girard : solo Gesu’ ci ha indicato col perdono la via per uscire da questa ” violenza mimetica” o dal meccanismo senza fine della vendetta : ci vuole un atto che tranci di netto la spirale del meccanismo:questo atto e”il perdono . Atto che contrasta la violenza mimetica perche’ appartiene davvero ad ” un altro mondo” un mondo che non segue le logiche di questo mondo .
Caro Luigi, questa mattina, come faccio tutti i giorni sono andato in chiesa, durante la mia passeggiata giornaliera. Era vuota, ovviamente. Allora mi sono inginocchiato davanti al Tabernacolo. Gesù mi ha fatto pensare: “Non succederà mai quello che tu hai immaginato per l’omicidio di tua figlia. Hai troppa fantasia e anche sbagliata in questa situazione fallo sapere! Shalom!”
Scusa, caro Luigi, se abuso della tua ospitalità. Mi impegno a intervenire solo quando saranno trattati argomenti culturali. Shalom anche a te.
Giuseppe”.