E’ morto ieri a 93 anni, nella sua Tubinga, il teologo Hans Küng, coetaneo e antagonista del teologo Joseph Ratzinger, che ebbe anche lui una stagione in Tubinga. Lungo i decenni della mia attività di vaticanista mi sono occupato molto di questo valente protagonista del dibattito sull’attualità del cristianesimo nel nostro tempo. Nei commenti ripropongo tre paragrafi del testo più impegnativo che ebbi a scrivere su di lui: la prefazione a un’edizione BUR 2009 del suo commento al Credo intitolato Dalla nascita del mondo alla morte di Gesù.
Se ne va Hans Küng che io considero un apologeta del cristianesimo
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Ragionevolezza del cristianesimo. Mia prefazione 1. I libri di Hans Küng aiutano milioni di persone, nel mondo, a scoprire la ragionevolezza del cristianesimo e ad amarlo per quello che è, non per quello che fu o sarà. Questa intenzione apologetica è affermata in ogni sua pagina e in questo volumetto è chiarita con parole a tutto tondo: «Anche come uomini della fine del secolo XX, nonostante tutte le critiche al cristianesimo e alla chiesa, si può dire in atteggiamento di ragionevole fiducia: Credo».
Quando l’incontrai a Tubinga. Mia prefazione 2. La fama di teologo contestatore dei papi fa torto a Küng, non perché non sia vera, ma perché non aiuta a cogliere il più e il meglio del suo lavoro. Egli è decisamente critico dell’attuale politica ecclesiastica e sollecita riforme radicali: vorrebbe la donna sacerdote, il celibato dei preti ricondotto a una libera scelta, una conduzione più collegiale della vita interna alla chiesa cattolica e una più decisa concertazione ecumenica. Era scontento di papa Wojtyla e oggi lo è di papa Ratzinger. Ma il cuore della sua opera non è qui: è nella proposta del cristianesimo come via pienamente praticabile da parte delle donne e degli uomini del nostro tempo. Egli ha detto più volte d’aver investito tutte le sue energie nell’impresa di «rendere comprensibile il messaggio di Gesù Cristo agli uomini di oggi». Quando andai a intervistarlo nella colorata Tubinga, nell’aprile 1986 – sette giorni prima della visita di papa Wojtyla alla sinagoga di Roma -, già riteneva che «divenire più cattolici vuol dire farsi più aperti e più universali».
Esplorazione ecumenica. Mia prefazione 3. Si può scommettere che sarà per questa esplorazione ecumenica della fede cristiana che l’opera multiforme di Hans Küng lascerà un segno nella storia della teologia europea del XX secolo. Sarà ricordata la generosità con cui questo libero battitore si è inoltrato in ogni questione e – una volta dimenticate le dispute canoniche – verrà probabilmente annoverato tra i difensori più efficaci della fede cristiana al passaggio del millennio.
http://www.luigiaccattoli.it/blog/wp-content/uploads/2009/02/dalla%20nascita.pdf
La colorata Tubinga. Nel secondo commento riportavo un mio vecchio testo nel quale nominavo “la colorata Tubinga”. Vi sono stato nel 1986, e la ricordo tutta in fiore. Mi sono detto: magari i visitatori dubitano dei miei ricordi. Ho cercato una foto che provasse il colore e ve la dedico.
Ogni persona è un dono di grazia con tante personalissime sfumature che possono in mille modi aiutare. Detto questo Kung per molti versi appare un prototipo di ciò che ha fatto sostenere persino ad un non credente come Heidegger che ormai solo un Dio ci può salvare. Il centrarsi sulla ragione è il dramma di questi secoli, che sempre più sta spogliando le persone di tutto omologandole e portando la società al crollo. Impressionante la pervicacia con cui ci si centra sui propri ragionamenti invece di cercare il discernere concreto del Gesù dei vangeli. È questa base comune a tutti gli orientamenti odierni lo scoglio immane da superare. Forse non a caso Maria ha detto a Fatima: Alla fine il mio cuore immacolato trionferà. Forse si dovrà fino all’ultimo bere il calice amaro della ubris (superbia) della ragione per essere costretti a cercare le vie di più vive, libere, plurali, ricerche umane integrali. In Una Chiesa famiglia mostro come le guide non di rado sono più strutturate mentre il popolo di fatto proprio per la sua umanità è in mille modi più aperto a beneficiare di una spiritualità rinnovata. Proprio come al tempo di Gesù. Per questo mi pare di notare per esempio che Luigi con la sua stessa vita e i suoi scritti di fatto, con delicatezza, è aperto, subodora, un possibile oltre, un traboccamento cui accenno anche appunto in Una Chiesa famiglia.
https://gpcentofanti.altervista.org/i-fondamenti-spirituali-culturali-di-un-nuovo-discernimento-in-gesu-dio-e-uomo/
https://gpcentofanti.altervista.org/sinodalita-a-patto-che-tutti-si-uniformino/
https://gpcentofanti.altervista.org/una-chiesa-famiglia/
«il cuore della sua opera […] è nella proposta del cristianesimo come via pienamente praticabile da parte delle donne e degli uomini del nostro tempo». In altre parole lo vedi come un altro che voleva migliorare il cristianesimo, un altro più capace di Gesù e dei suoi, che il cristianesimo, evidentmenete l’hanno fatto poco praticabile e incomprensibile. Direi che non pensi tanto bene di lui …
Nel libro di Peter Seewal ” Benedetto XVI -Una vita” , c”e’una gustosa descrizione dei due professori , Kung e Ratzinger, quando giovani poco piu’che trentenni erano colleghi all’Universita’ di Tubinga :
“Quando i due docenti di dogmatica parcheggiavano di fronte all’Universita’ , la notevole differenza fra loro balzava subito agli occhi : lo svizzero estroverso guidava una veloce Alfa Romeo bianca e si vestiva con gusto ed eleganza , mentre dietro l’angolo il sobrio bavarese inforcava la sua vecchia bici col berretto calcato sulla testa. Era una scena che simboleggiava due mondi teologici per molti versi contrapposti, per usare le parole di F.Derwahl, biografo di Kung, una teologia irrequieta e mondana e una teologia perseverante ed umile , ma anche se Kung sfrecciava via, Ratzinger sedeva sempre un po’piu’in alto rispetto a lui,. Uno era frenetico, l’altro aveva una migliore visione di insieme ”
Da Benedetto XVI – Una Vita pag.551
Kung – Impossibile essere papa per lui (infallibile!)
Non sono stato un tifoso di Küng. Mi sono fermato a lungo solo su “La giustificazione” (Queriniana, anni 60), la sua tesi di laurea. Sono stato a distanza dal suo libro più citato “Infallibile?”; mi raccontavano che c’è stata una forzatura editoriale nel titolo, che non è servita a far riflettere sul contenuto, serio. Ho solo sfiorato o sfogliato le sue altre opere (per “far amare il cristianesimo”, dice Accattoli). Però ho l’impressione che abbia anticipato i problemi che si pongono oggi nei dibattiti inter-religiosi. In ogni caso, contro la non buona fama in ambiente ufficiale cattolico, è stato un sacerdote leale, mai “sospeso a divinis”, o tentato di lasciare tutto, come si poteva forse immaginare. Avvenire gli dedica oggi (pag. 23) un lungo, meditato e convincente ritratto. Forse anche di lui teologo si può dire che “non è stato lontano dal regno di Dio”, nè ha tenuto altri lontano.
Nel Natale del 1979 ricetti in regalo Il libro Dio esiste? Di Hans Kung. Lo divorai,era scritto benissimo. Metteva l’esistenza di Dio alla prova delle piu’importante conquiste intellettuali umane : Nietzsche, Marx, Freud . Per una liceale di quell’epoca era il massimo della sintesi ‘, chiarezza di esposizione , onesta intellettuale.Solo ora a piu’di quaranta anni di distanza mi rendo conto del pericolo insito nell atteggiamento di partenza: voler mettere Dio alla prova della intelligenza , delle conoscenze filosofiche umane e del “progresso” .
Mi viene in mente quel libro quando penso che San Francesco proibiva ai suoi frati di leggere troppi libri , considerando un pericolo per la fede la troppa erudizione.
Caro Luigi.
Forse ti anticipo e nel caso mi scuso: ho appreso della scomparsa di Antonio Thellung dovuta al Covid.
Ne ricordo gli interventi sul Blog come gesti di grande delicatezza e spessore umano nonchè culturale.
Réquiem aetérnam dona ei, Dómine,
et lux perpétua lúceat ei.
Requiéscat in pace.
Amen.
E’ vero. L’ho appreso da te. Grazie. Il Signore sia con lui. Ora scrivo il mio ricordo.