All’Angelus Francesco ha detto parole vive sulle poche nascite in Italia e ha invitato a fare in modo che “fiorisca una nuova primavera di bambini e bambine”. Da padre di cinque e nonno di tre accolgo con festa le parole del Papa e confido come in una chat amicale di qualche giorno addietro, allietata dalla notizia di due partecipanti incinte, una terza mamma presente esclamò: “Che bello che arrivano tanti piccolini”. La primavera appunto. Nel primo commento le parole del Papa.
Bergoglio sull’inverno demografico d’Italia
12 Comments
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Primavera di bambini. Papa all’Angelus. Oggi si celebra in Italia la Giornata per la Vita, sul tema “Libertà e vita”. Mi unisco ai Vescovi italiani nel ricordare che la libertà è il grande dono che Dio ci ha dato per ricercare e raggiungere il bene proprio e degli altri, a partire dal bene primario della vita. La nostra società va aiutata a guarire da tutti gli attentati alla vita, perché sia tutelata in ogni sua fase. E mi permetto di aggiungere una mia preoccupazione: l’inverno demografico italiano. In Italia le nascite sono calate e il futuro è in pericolo. Prendiamo questa preoccupazione e cerchiamo di fare in modo che questo inverno demografico finisca e fiorisca una nuova primavera di bambini e bambine.
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2021/02/07/0078/00163.html
Per fortuna ci sono i Neocatecumenali! Nella mia comunità formata di una ventina di persone devono nascere quattro bambini. E c’è anche chi in tre anni di matrimonio ha avuto quattro figli.
https://gpcentofanti.altervista.org/la-rivoluzione-sociale-della-semplicita/
Sono felice di queste parole del Papa. Ricordo ancora quando qualche anno fa aveva parlato male dei « conigli « . C’ero rimasto proprio male!
https://gpcentofanti.altervista.org/il-parlamento-uniformato-pace-o-tragicommedia/
Mancanza di speranza prima causa dell’ inverno demografico
Chi spera , in Dio, nel futuro, in un miglioramento della propria condizione, in qualsiasi cosa ma spera , fa figli. Fanno figli i poveri africani e i poveri sudamericani.E anche i migranti.
Hanno speranza . In qualcosa. In Europa non si fa figli perche’ non si ha speranza . In nulla. Non si crede piu’ in Dio e non si spera piu’ in un
miglioramento della vita . Il nihilismo che oggi prevale fra i giovani porta a questa conseguenza: perche’ far figli se nulla vale, nulla inporta, nulla ci aspetta? Dal nulla viene il.nulla.
A Milano oggi molte coppie giovani preferiscono avere un cane che un bambino . E si dedicano affettuosamente al cane come fosse un bambino. Il cane i effetti e’ come un bambino che non cresce mai. E’ sempre allo stadio ” dipendente ” dai genitori/care giver, sempre allo stadio dell’ entusiasmo ed affetto semplicemente per essere nutrito e vezzeggiato. Non arriva mai come fa il figlio allo stadio adolescenziale in cui odia e manda affanculo il genitore. E poi il cane tutto sommato costa meno . Il bambino di oggi , se lo si vuol crescere secondo gli standard dettati dall’ industria, costa una cifra.
Meglio un cane. Che fra l’ altro e’ piu’ grato e meno critico.
Non ci viene mai lontanamente in mente che se questi cattivoni di giovani, bollati come nihilisti e – apprendiamo adesso – patologicamente cinofili, respingono in massa l’idea di fare famiglia e figli è perchè l’esempio che gli abbiamo dato noi, gli ultimi ad aver messo su famiglie e prole, possa essere stato evidentemente DELETERIO?!
Interventi come quelli delle 19.52 e delle 20,07 sono uno spot efficacissimo per garantirsi culle vuote a oltranza. Compliments.
PS. Eviterei, pur nella foga omiletica, di utilizzare , seppur sventatamente, il termine di “care giver”, che , per il solo fatto di esere usato in questo modo,offende qualche centinaio di migliaia di persone solo in Italia.
La sventatezza, quando si parla in pubblico, non giustifica.
Semmai, aggrava la responsabilità.
“Ricordo ancora quando qualche anno fa (il papa) fa aveva parlato male dei « conigli «”
Per la precisione e per la cronaca.
Non aveva affatto parlato male “dei conigli”. Ma , semplicemente, richiamato due parolette chiarissime: paternità responsabile.
https://www.youtube.com/watch?v=UHI9kow2XA8
https://tg24.sky.it/mondo/2015/01/19/papa_francesco_cattolici_no_a_figli_come_conigli
I figli, per una coppia, sono prima di tutto una benedizione e poi un dono di cui si è responsabili per sempre. Di cui essere grati per l’eternità.
Non mostrine di cui rivendicare il merito ( ma de che?), come i generali e dirigenti sovietici ai tempi delle sfilate sulla Piazza Rossa.
Come si può vedere dal link fornitoci alle 13.52 il richiamo ai « conigli « è stato fatto proprio dal Papa. Sembra una contrapposizione tra « paternità responsabile « e « famiglia numerosa « . « I figli sono prima di tutto una benedizione e poi un dono » necessario dunque mettere in guardia per non ricevere troppe benedizioni e troppi doni perché si potrebbe fare …indigestione?
“Sembra una contrapposizione tra « paternità responsabile « e « famiglia numerosa ”
Sembra agli occhi di chi vuol farselo sembrare così.
Il significato sta in quello che c’è detto: non basta figliare a gogò per essere cristiani. Le benedizioni e i doni – tutti – debbono essere responsabilmente compresi e responsabilmente utilizzati in base a fede e responsabile discernimento.
Come per tutti i doni e per tutte le bendizioni.
Dei quali si puo’ non solo fare un uso scriteriato, ma pure pernicioso e malo, fino all’abuso.
La paternità/ maternità non fanno certo eccezione.
Anzi.
Vorrei sapere chi è che dice che “basti figliare per essere cristiani”.
“Può sembrare [lo dica qualcuno] agli occhi di chi vuole farlo sembrare così” !Io non l’ho mai sentito da nessuna parte!
Mi sorge un dubbio : ma i doni chi è che li fa? E l’uso “scriteriato “ quando lo si fa? Prima o dopo averlo ricevuto il dono?
Devo dire che sono confuso : da quanto scrive sidovrebbe dedurre che, cosciente di essere uno “ scriteriato “ , il potenziale destinatario del dono dovrebbe impedire all’ elargitore del dono la possibilità di procedere nel suo intento. Dovrebbe cioè dirgli : No, grazie, a me niente “ doni “ .Lo “ scriteriato “ parrebbe, in questo schema, colui che elargisce i doni “ a pioggia “ senza minimamente preoccuparsi del possibile cattivo uso che può esserne fatto.