Amici belli, il gruppo di lettori della Bibbia che si riunisce a casa mia con il nome di “Pizza e Vangelo” si rivedrà per la nona volta da remoto, via Zoom, lunedì 2 novembre per leggere dal terzo capitolo di Marco la chiamata dei dodici apostoli: faremo attenzione al fatto che quella chiamata comporta una distinzione tra “apostoli”, “discepoli” e uditori occasionali. Proveremo a proiettare quella distinzione sul mondo cristiano di oggi. Nei commenti trovate la scheda di introduzione al brano e l’invito a collegarsi che rivolgo a chi viene a conoscere “Pizza e Vangelo” da questo blog.
Aggiornamento al 6 novembre 2020. Ecco la registrazione audio della conversazione su Marco 3, 13-19:
Dal lago alla montagna. Eccoci a un brano che è perno dell’intera narrazione evangelica: la chiamata dei dodici apostoli. Cioè la costituzione da parte di Gesù di una sua famiglia.
Il brano apre una sequenza di forte suggestione: alla costituzione di questa famiglia di elezione reagisce con risentimento e preoccupazione la famiglia carnale di Gesù, che vorrebbe riportarlo a casa [versetto 21]; in risposta alla reazione del clan familiare Gesù affermerà che suoi “fratello, sorella e madre” sono quelli che fanno la volontà di Dio [versetto 35]. Ma a quegli sviluppi del nostro brano andremo la prossima e la post prossima volta.
Fino a qui – nella prima fase della predicazione in Galilea – Gesù aveva con sé i primi quattro discepoli e parlava indistintamente a chi lo seguiva, da qui in poi si rivolgerà distintamente alle folle occasionali, ai discepoli che lo seguono in vario modo, ai dodici che ha sempre con sé.
La chiamata dei primi quattro discepoli era avvenuta lungo il lago all’inizio della prima fase della predicazione, la chiamata dei dodici avviene sul monte all’inizio della seconda fase.
Perchè ne chiama dodici. La scelta di avere con sé, stabilmente, dei discepoli costituisce una prima segnalazione che Gesù vuole creare una famiglia permanente dei suoi seguaci; e la decisione che siano dodici – numero che allude alle “dodici tribù di Israele” – chiarisce che quella famiglia costituirà il nuovo Popolo di Dio convocato e definito a immagine dell’antico Israele.
Il brano è di sei versetti: nei primi tre Marco espone le finalità della costituzione di quella cerchia ristretta dei discepoli, negli altri tre fornisce l’elenco dei dodici. Vedremo in dettaglio sia le finalità sia i nomi – e le singole figure, per il poco che le conosciamo – dei discepoli.
Le finalità sono due strettamente connesse: “perché stessero con lui” e “per mandarli a predicare”. Ovvero: Gesù vuole che i dodici condividano la sua vita in modo da poterli preparare alla missione.
Il tradimento è sempre possibile. Simbolicamente si può vedere nell’articolazione delle due finalità l’indicazione di una congiunzione fattuale del momento contemplativo e del momento attivo della sequela di Gesù. Una congiunzione che dovrebbe valere anche per l’attuale famiglia di Gesù: cioè per la Chiesa. La Chiesa è costituita da “chiamati” che stanno con lui e prolungano la sua predicazione nei secoli.
Per l’elenco dei dodici – che è fornito con qualche variazione d’ordine o di appellativi anche da Matteo, Luca e Atti; non da Giovanni – ci fermeremo su tre elementi costanti: Pietro viene sempre per primo, è seguito sempre da Giacomo e Giovanni, Giuda viene sempre per ultimo e sempre con il richiamo del tradimento.
Marco sottolinea con forza il carattere libero, soggettivo, della chiamata, che Gesù opera di sua iniziativa: “chiamò quelli che volle”. Ma ricordando il tradimento di Giuda segnala anche che questa chiamata alla sequela non è infallibile, ovvero rispetta la libertà di risposta del chiamato. Infine possiamo dire che la chiamata non mette al sicuro i chiamati dall’oscuro mistero del tradimento.
Questo valeva per i dodici e vale oggi per la Chiesa: i “chiamati” alle volte sono protagonisti di scandalosi tradimenti. La pedofilia e il malaffare economico tocca anche i consacrati, come vediamo ai nostri giorni.
Marco 3, 13-19. Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. 14 Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare 15 con il potere di scacciare i demòni. 16 Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, 17 poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; 18 e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo 19 e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
Pizza e Vangelo – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 17 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora la pizza non c’è ma il nome è sempre quello: lo manteniamo in attesa di poter tornare agli incontri in presenza, con le amate pizze.
Registrazione audio. Chi volesse vedere di che trattammo nell’ultimo collegamento, vada a questo post, nel quale troverà anche il link alla registrazione audio di quella conversazione:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/nella-folla-di-ebrei-e-di-pagani-che-corrono-da-gesu/#comments
Meeting da remoto aperto a tutti. Chi non è stato mai al nostro mitico “Pizza e Vangelo” e magari non abita a Roma, e lunedì voglia collegarsi, mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 2 novembre.
quattro pensieri in forma stringatissima.
1) Su un gruppo di 12, ben due coppie di fratelli… bizzarrie del Signore (e, se ben ricordo, la mamma non si accontentava di questo “privilegio”).
2) Di questi Dodici, di alcuni nulla sappiamo se non leggende; eppure sono stati i più intimi del Signore. Chissà quante persone, tutt’oggi, hanno un’intimità e conoscenza autentica del Signore, senza che di loro si sappia nulla nella scena pubblica.
3) al gruppo Dodici (o dei Settantadue) è rivolta una parola umanissima del Signore.
“venite e riposatevi un poco” (Mc 6,31).
Il fascino di questa frase, con variazioni minime, l’ho scoperto ne “la Gloria”, di G. Berto, dedicato all’apostolo che ha tradito.
4) Bello il discorso sulle varie condizioni di sequela: i Dodici sono chiamati per stare col Signore h24, bella fortuna, da cui deriva una missione importante. Ma altrettanto impegnativa e significativa, la santità di quanti “seguono” il Signore rimanendo nella loro condizione ordinaria, ad esempio Zaccheo.