Nel film “Francesco” del regista russo-americano Evgeny Afineevsky, presentato ieri al Festival del Cinema di Roma, ci sono parole nuove del Papa sulle unioni civili estese alle coppie omosessuali. Nei commenti riporto le parole e fornisco l’antefatto di quanto il cardinale Bergoglio aveva già sostenuto da arcivescovo di Buenos Aires. In breve: l’accettabilità delle unioni civili l’aveva affermata da cardinale ma è la prima volta che la dice da Papa.
Le parole del Papa sulle unioni civili e un loro antefatto
6 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Le parole precise. Il film non è solo un documentario che utilizza filmati d’archivio ma propone anche brani di un’intervista avuta dal regista in vista della realizzazione del suo lavoro. Non è sempre facile distinguere le parti delle parlate papali che sono riprese da fonti precedenti e quelle inedite. Avendo speso un po’ di fatica per questa distinzione, ritengo di poter concludere che questo passaggio sull’omosessualità sia nuovo: “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Abbiamo bisogno di una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”.
Il nuovo e il vecchio. Nella prima parte di questa parlata Francesco ripete quanto già aveva detto – per esempio – nell’intervista a Televisa del 28 maggio del 2019. Allora aveva parlato così: “Le persone omosessuali hanno diritto a stare nella famiglia, le persone con un orientamento omosessuale hanno diritto a stare nella famiglia e i genitori hanno diritto a riconoscere quel figlio come omosessuale, quella figlia come omosessuale, non si può scacciare dalla famiglia nessuno né rendergli la vita impossibile”. Quando invece parla delle unioni civili, dice parole che a mia scienza da Papa non aveva mai pronunciato, ma le aveva dette – questo sì e più volte – quand’era in Argentina. Riporto quelle più chiare, perchè consegnate a un libro, nel commento seguente.
Già da cardinale. Nel volume “Il cielo e la terra” di Jorge Mario Bergoglio e di Abraham Skorka [l’amico ebreo che in questi anni abbiamo più volte visto accanto a lui e che è presente anche nel fil presentato ieri], il cardinale Bergoglio così argomenta la sua disponibilità ad accettare le unioni di fatto o civili tra omosessuali: “Di fronte a un’unione privata non c’è un terzo o una società danneggiati. Se invece le si attribuisce la categoria di matrimonio e le si dà accesso all’adozione, ciò implica il rischio di danneggiare dei bambini” (p. 109 dell’edizione Mondadori 2013; il testo spagnolo è del 2010).
Da Papa, che mi risulti, aveva accennato sobriamente alla questione una sola volta, nel volume intervista con Dominique Wolton, “Dio è un poeta” (Rizzoli 2017). Interrogato sul matrimonio omosessuale ne aveva qualificata la rivendicazione come “un’ideologia” e aveva concluso che un’unione di omosessuali non poteva costituire in nessun modo un matrimonio: “Non si tratta di un matrimonio, ma di un’unione civile. Non c’è altra via, facciamo così” (p. 187s).
Mia nota. Quella sulle unioni civili per gli omosessuali è un’affermazione nuova e va interpretata alla luce di quanto il cardinale Bergoglio aveva sostenuto in Argentina: cioè marcandone la differenza dal matrimonio ed escludendo il diritto all’adozione. Quando dice “mi sono battuto per questo” va inteso: quand’ero a Buenos Aires. Le parole “hanno diritto a una famiglia” sono da intendere: una famiglia quale può essere realizzata con l’istituto delle unioni civili. Ecco perchè afferma che “abbiamo bisogno di una legge sulle unioni civili”.
Conclusione mia personale: è un’affermazione nuova, coerente con quanto Francesco aveva detto fino a oggi sull’omosessualità e coerente con quanto aveva sostenuto da cardinale. Sono contento che questa affermazione sia finalmente arrivata.
Mi pare una lettura corretta del pensiero del papà.
Del papa