Ieri ho presentato l’enciclica “Fratelli tutti” all’Azione Cattolica di Frosinone con una conferenza da remoto. Metto qui alcuni passaggi del testo che avevo preparato, il link al testo intero, il link alla registrazione audio e già da qui invito a farsi vivo per mail chi fosse interessato ad avermi in conferenze da remoto per presentazioni come questa: per parrocchie, associazioni, gruppi, librerie, circoli culturali. Non chiedo nulla per queste conferenze: sono tra quelli che pagherebbero per essere ascoltati.
Mia conferenza da remoto sull’enciclica “Fratelli tutti”
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Accendo cinque spie. “Fratelli tutti”: un’enciclica sociale che fa epoca a similitudine della “Pacem in Terris” – Accendo in partenza cinque luci per svegliare l’attenzione su questo testo forte.
La prima è di quadro storico: “Fratelli tutti” arriva a 57 anni dalla “Pacem in Terris” di Papa Roncalli che era diretta anche “a tutti gli uomini di buona volontà” – arriva dopo un sessantennio e svolge la stessa chiamata all’unità della famiglia umana – Giovanni XXIII davanti al mondo bloccato nell’inimicizia della guerra fredda, Francesco davanti al mondo dilaniato dai nazionalismi e dai sovranismi: davanti alla terza guerra mondiale a pezzi.
La seconda luce è di quadro culturale: Edgar Morin, il grande intellettuale francese che sta per compiere i cento anni, agnostico, aveva pubblicato l’anno scorso un volumetto intitolato: “La fraternità, perché? Resistere alla crudeltà del mondo” (Ave editrice). Francesco non cita Morin ma con questa enciclica “sulla fraternità” svolge lo stesso appello.
Passo da memorizzare. La terza luce sono i richiami a Francesco d’Assisi: il titolo (come già per la Laudato si’ quel vocativo universale è preso da un testo del santo: Ammonizioni 6), la firma ad Assisi alla vigilia del “transito” del poverello, l’ottavo centenario che ricordammo l’anno scorso del suo incontro con il sultano (vedilo al paragrafo 3).
La quarta è il testo evangelico chiave della chiamata del Papa all’unica famiglia umana: «Uno solo è il maestro e voi siete tutti fratelli» (Matteo 23,8) (vedilo al paragrafo 95).
La quinta è un passo da memorizzare, una parola più viva che Francesco mette al cuore del suo messaggio ed è nel paragrafo 281: “Tra le religioni è possibile un cammino di pace. Il punto di partenza dev’essere lo sguardo di Dio. Perché «Dio non guarda con gli occhi, Dio guarda con il cuore. E l’amore di Dio è lo stesso per ogni persona, di qualunque religione sia. E se è ateo, è lo stesso amore. Quando arriverà l’ultimo giorno e ci sarà sulla terra la luce sufficiente per poter vedere le cose come sono, avremo parecchie sorprese».
Entriamo ora nel documento. “Fratelli tutti” dice Papa Francesco con il titolo francescano della sua enciclica e intende dire che sul pianeta apparteniamo tutti a un’unica famiglia umana e tutti dovremmo impegnarci a realizzare “il sogno di una società fraterna” che otto secoli fa fu “suscitato” da Francesco d’Assisi.
Il mondo si fa ogni giorno più spietato, la pandemia sembra raddoppiare la spietatezza e Papa Francesco – in questa enciclica sociale maturata nei mesi della massima emergenza Covid – chiama tutti a riconoscersi fratelli: dovremmo essergli grati per questo messaggio grande, lievitato dal principio cristiano dell’amore ma espresso con un linguaggio comprensibile all’intera umanità.
“Pur avendola scritta a partire dalle mie convinzioni cristiane, che mi animano e mi nutrono, ho cercato di farlo in modo che la riflessione si apra al dialogo con tutte le persone di buona volontà”: così Bergoglio scrive al paragrafo 6. Si sente in queste parole il respiro vasto della “Chiesa maestra di umanità” che ha guidato la predicazione sociale di tutti i Papi da Leone XIII in poi e che Francesco aggiorna con questo documento.
Summa della predicazione sociale. Questo documento il Papa l’intende come una summa della sua predicazione sociale. In esso Francesco non esplora nuove materie, fatta eccezione per le implicazioni etiche legate alla pandemia, ma elabora un nuovo linguaggio inteso a coinvolgere il lettore: “Le questioni legate alla fraternità e all’amicizia sociale sono sempre state tra le mie preoccupazioni. Negli ultimi anni ho fatto riferimento ad esse più volte e in diversi luoghi. Ho voluto raccogliere in questa Enciclica molti di tali interventi collocandoli in un contesto più ampio di riflessione” [paragrafo 5].
Il Contesto più ampio è quello dell’arretramento del sentimento di appartenenza all’unica famiglia umana che stiamo vivendo sul pianeta. Un’emergenza che chiama al rinnovamento. Le tematiche sono svolte in modo da dare un’evidenza piena alle sfide che tutti ci attende.
La descrizione dell’emergenza è così introdotta: “Proprio mentre stavo scrivendo questa lettera, ha fatto irruzione in maniera inattesa la pandemia del Covid-19, che ha messo in luce le nostre false sicurezze. Al di là delle varie risposte che hanno dato i diversi Paesi, è apparsa evidente l’incapacità di agire insieme. Malgrado si sia iper-connessi, si è verificata una frammentazione che ha reso più difficile risolvere i problemi che ci toccano tutti [….]. Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità” [7 e 8].
Ombre di un mondo chiuso. Si parte dalla descrizione delle “ombre” di uno scenario planetario che si va inaspettatamente chiudendo: “Nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanità si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra un’utopia di altri tempi” [paragrafo 30]. Francesco non esita a usare la parola “guerra” per indicare lo scatenamento di “situazioni di violenza” che “vanno moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una terza guerra mondiale a pezzi” [25].
La logica di mercato fondata sul profitto appare vincente sulla buona politica, la cultura dello scarto sembra prevalere, il grido dei popoli della fame è inascoltato, cresce la tentazione dei muri, persino le potenzialità positive della Rete paiono travolte da inaspettate aggressività che fomentano “pregiudizi e odio” [45].
E’ sullo sfondo di queste “dense ombre” che l’enciclica si propone di “dare voce a percorsi di speranza: Dio infatti continua a seminare nell’umanità semi di bene”; come si è visto “nella recente pandemia” da tanti e tante che “nella paura hanno reagito donando la propria vita” [54].
Cinque maestri di fraternità. Con gli ultimi due paragrafi dell’enciclica il Papa rende omaggio a cinque maestri di fraternità universale: Francesco d’Assisi, Martin Luther King, Desmond Tutu, il Mahatma Gandhi e Charles de Foucauld. Quest’ultimo – scrive Francesco nel finale del suo testo – “voleva essere, in definitiva, ‘il fratello universale’ ma solo identificandosi con gli ultimi arrivò ad essere fratello di tutti. Che Dio ispiri questo ideale in ognuno di noi. Amen”.
L’enciclica si conclude con due splendide preghiere, una “al Creatore”, che può essere pregata in unione a ogni credente, di qualsiasi fede; e l’altra – ancora più bella – “cristiana ecumenica”: cioè offerta alla pietà dei cristiani di ogni denominazione.
Una grande enciclica, questa di Papa Francesco. Una chiamata alla fraternità universale in una stagione – scrive Francesco – nella quale “un progetto per lo sviluppo di tutta l’umanità suona come un delirio” [16].
Un richiamo evangelico vibrante per i cristiani, in una stagione nella quale le Chiese appaiono demoralizzate. Una mano tesa agli uomini di buona volontà, chiamati a riconoscersi fratelli da un cristiano che parla a loro da fratello a fratelli.
Intero testo. Per leggere l’intero testo che avevo preparato per la conferenza vai qui:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/conferenze-e-dibattiti-2/fratelli-tutti-unenciclica-che-fa-epoca-a-similitudine-della-pacem-in-terris/
Audio. Per ascoltare la registrazione audio della conferenza vai qui:
https://drive.google.com/file/d/18XiRKzjM-nDqtbCRK8lzLGMSTI2PthNh/view?usp=sharing
Come in sostanza insieme a Francesco afferma per esempio anche la conferenza episcopale spagnola la vera solidarietà favorisce, sia pure nei tempi e nei modi adeguati, fin dalla scuola la formazione nelle identità liberamente scelte e nello scambio con le altre. Ossia l’autentica integrale maturazione delle persone, via per un’autentica democrazia, partecipazione. Una solidarietà omologata in nome di un falso bene omologa, spegne, le persone e le rende meri individui consumatori persi in una massa anonima.
https://alfayomega.es/la-cee-propone-integrar-la-religion-en-la-educacion-en-valores/
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-17-ottobre-2020/
Ascoltato.
Chiarissimo, Luigi: complimenti.
Buon fine-settimana a te ed a tutto il “pianerottolo”.
Roberto Caligaris
grazie Luigi
cristina Vicquery
Discutendo con un amico dell’enciclica, mi è stato chiesto con quale coerenza e in che senso si può parlare di ‘economia di papa Francesco’ quando accetta di sponsorizzare le iniziative di cui si parla in questo sito: https://www.inclusivecapitalism.com/
Posso chiedere quale è la sua opinione a proposito?
Grazie
Nino Indelicato
ninoindel@gmail.com
PS: volevo mandare una email, ma non sono riuscito a capire dove trovare il suo indirizzo.
Credo che l’espressione “economia di Papa Francesco” sia impropria e anche equivoca. Egli non propone una propria dottrina economica, come del resto non la proponevano i Papi precedenti, ma si può dire la sua “dottrina sociale” sia meno organica e strutturata rispetto a quella dei predecessori, meno tendente a fare sistema e mirata piuttosto a proporre un discernimento evangelico delle situazioni e dei sistemi economici. Che poi vi siano gruppi vari nel mondo che fanno riferimento al suo insegnamento, come può essere “Inclusive Capitalism” (del quale nulla so), non significa che il Papa li sponsorizzi. Vi sono sempre stati e vi sono anche oggi, nel mondo cattolico o ai suoi confini, partiti, sindacati, movimenti, gruppi che variamente si ispirano o tendono a presentarsi come sostenitori dell’insegnamento papale. Tra tutti questi, di uno solo si può dire che il Papa attuale lo “sponsorizzi” ed è quello dei “movimenti popolari”: https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2019-09/movimenti-popolari-papa-francesco-lavoratori.html. Gli altri magari li riceve su loro richiesta, ma questi contatti non vogliono dire adesione, o relazione preferenziale.