Francesco stasera ha scardinalato Becciu. Un cardinale di Curia che rinuncia all’ufficio e anche al cardinalato. O piuttosto: che viene costretto alla rinuncia. Credo non ci siano precedenti, di sicuro non in tempi recenti. Ma se il fatto è inedito, la modalità d’urto invece due precedenti li ha: li richiamo nei commenti, dopo richiamato quello che si sa e si ipotizza.
Aggiornamenti al 5 settembre. Ai commenti 6, 7, 10, 11, 12, 13 alcuni miei aggiornamenti del giorno dopo.
All’ora del telegiornale. La notizia arriva con un comunicato della Sala Stampa all’ora dei telegiornale della sera: nella mia posta si posa alle 19.59. I conduttori la leggono in diretta, senza fare commenti. Questo è il comunicato: “Oggi, giovedì 24 settembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu”. Cardinali privati del cardinalato vi sono stati, negli ultimi tempi, sia sotto Giovanni Paolo II, sia sotto Benedetto XVI, sia sotto Francesco. Erano personaggi coinvolti in scandali sessuali e di abuso sui minori. Mai, in tempi recenti, per altre ragioni come pare si debba pensare nel caso di Becciu. E’ verosimile che la sua caduta sia per il ruolo che ha avuto nell’affare dell’immobile di Londra. Lo richiamo nel commento seguente.
Quer pasticciaccio londinese. L’inchiesta vaticana sull’acquisto da parte della Segreteria di Stato di un immobile a Londra, in Sloane Avenue 60, avvenuto nel febbraio del 2014, sotto la regia di Becciu sostituto, con esborso in più fasi di una gran quantità di danaro, forse anche estorto da abili mediatori, forse in parte finito in tasche di uomini dell’apparato vaticano, ha già messo sotto accusa cinque dipendenti vaticani. Si parla di un costo lievitato a 350 milioni di euro per un edificio che la precedente proprietà aveva acquisito nel 2012 pagandone circa 150. Becciu ha sempre difeso quell’affare, sostenendo che si era trattato di un buon “investimento” e che il valore dell’immobile si era poi accresciuto con la Brexit, ammettendo che magari qualcuno aveva «approfittato della situazione», negando che per l’acquisto fosse stato usato l’Obolo di San Pietro, adducendo che le sue decisioni in materia erano state approvate dai “superiori”. Il Papa in più occasioni ha affermato pubblicamente di aver autorizzato di persona gli inquirenti vaticani ad andare avanti nell’inchiesta, facendo valere la novità che “ora” le indagini su questo eventuale malaffare erano condotte per iniziativa di organi vaticani e non per spinta esterna.
“Andate avanti”. Che può essere successo in questi ultimi giorni? Non lo sappiamo. Magari gli inquirenti avranno informato il Papa che emergevano responsabilità personali di Becciu e gli avranno chiesto “che fare”. Può essere che Francesco abbia detto “andate avanti”. Chissà, magari Becciu avrà provato ad appellarsi al Papa, con il quale ha sempre sostenuto d’avere un ottimo rapporto di fiducia e amicizia. Ne sarà venuto uno scontro, proprio oggi pomeriggio. Becciu avrà provato a resistere e Francesco gli avrà imposto di lasciare l’ufficio e il cardinalato. Ovvero i “diritti connessi al cardinalato”, come dice il comunicato. La distinzione è sottile: gli resta il titolo di cardinale, ma perde le facoltà connesse ad esso, compresa la partecipazione al Conclave. – Conosciamo due casi – come accennavo nel titolo – simili a questo, quanto ad appello al Papa che si conclude con le dimissioni dell’appellante. Li dico nel commento seguente.
Festing e Burke. Il primo caso è quello di Matthew Festing Gran Maestro dell’Ordine di Malta che il 25 gennaio del 2017 andò dal Papa per chiederne protezione contro le direttive che gli arrivavano dalla Segreteria di Stato e uscì dall’incontro che non era più Gran Maestro.
Il 31 dicembre del 2018 qualcosa di somigliante capitò al portavoce vaticano Greg Burke e alla sua vice Paloma Garcia Ovejero: andarono dal Papa a protestare contro la loro subordinazione al Dicastero per la comunicazione e uscirono dall’incontro dimissionati. Loro il 31 dicembre. Becciu alle sette di sera.
La dinamica forse è simile ma certo quello del cardinale Becciu è un caso più serio. Vedremo nei prossimi giorni se la mia ipotesi interpretativa coglie nel segno.
Rif. 24 settembre ore 22.35 – E papa Francesco?
Poi occorrerà anche trovare qualche elemento che inchiodi papa Francesco.
Magari attribuendogli colpe che risalgono a qualche decennio fa, quando, per esempio, è iniziata la prassi che dell’obolo di san Pietro si occupasse la segreteria di stato: a raccoglierlo, gestirlo e investirlo.
Bose, Becciu ecc.: dagli “amici” mi guardi Iddio…
Soldi ai fratelli. La Repubblica di oggi preannuncia un servizio dell’Espresso che sarà sul numero in edicola domenica 27 che segnalerebbe come responsabilità di Becciu il dirottamento dei “soldi delle elemosine, dell’obolo di San Pietro e della Cei” verso “fondi speculativi” e verso “le cooperative dei suoi fratelli in Sardegna: non un caso singolo, ma un vero e proprio metodo: il metodo seguito dal cardinale Angelo Becciu negli anni in cui ha guidato la segreteria di Stato”.
https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2020/09/25/news/vaticano-elemosine-fratello-cardinale-becciu-1.353520?ref=RHPPTP-BL-I268420531-C12-P1-S1.12-T1&preview=true
Altri scardinalati. Prima di Angelo Becciu erano quattro, lungo gli ultimi cento anni, gli scardinalati: il francese Louis Billot nel 1927 sotto Pio XI, l’austriaco Hans Hermann Groër nel 1995 sotto Giovanni Paolo II, lo scozzese Keith O’Brien nel 2013 sotto Benedetto XVI, lo statunitense Theodore McCarrick nel 2018 sotto Francesco. La ragione del provvedimento era stata sempre l’abuso sessuale tranne nel caso di Billot: per lui la motivazione fu “politica” [adesione del cardinale all’Action française, un’associazione tradizionalista fondata da Charles Maurras e condannata dalla Santa Sede nel 1926]. Becciu arriva come primo caso di cardinale di Curia e come primo a essere scardinalato per mala gestione economica.
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-26-settembre-2020/
Il mio commento è un po’ ripetitivo in questi casi: nulla di nuovo sotto il sole dello Stato Città del Vaticano in relazione ad “affari sporchi e loschi” o presunti tali. Con questo non voglio certamente minimizzare il tutto.
Mons. Becciu ha ricoperto un ruolo di primissimo piano nella gerarchia vaticana.
Di sicuro, la rinuncia (probabilmente su ferma richiesta del papa) al cardinalato e ai diritti da esso derivanti non è cosa da poco.
Buona giornata a Luigi e a tutti.
Aggiornamento su Becciu 1. Oggi il cardinale Becciu ha tenuto una conferenza stampa rivendicando la propria correttezza. Eccone una cronaca fornita da VaticanInsider con il titolo La difesa di Becciu: “L’accusa di peculato surreale. Non sono un corrotto, posso provarlo ovunque”
https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2020/09/25/news/la-difesa-di-becciu-l-accusa-di-peculato-surreale-non-sono-un-corrotto-posso-provarlo-ovunque-1.39348910
Dunque il cardinale dà battaglia. Ne vedremo delle belle.
Se era straordinario il modo di procedere del Papa ancora più straordinario, si direbbe, è che il dimissionato non accetti la decisione papale.
Magari riuscirà a far valere le sue ragioni. L’uomo è attrezzato.
Non è da escludere – inoltre – che i magistrati inquirenti che hanno informato il Papa abbiano esagerato nell’accusa.
Ma al momento io propendo a credere che il Papa avesse buone carte e che queste verranno fatte valere con qualche comunicazione ufficiale o ufficiosa.
Aggiornamento su Becciu 2. La Repubblica del 25 settembre 2017 così scriveva sul caso Libero Milone: “Il sostituto della Segreteria di Stato Angelo Becciu ha dichiarato che ‘se Milone non si fosse dimesso avremmo dovuto perseguirlo’ ed ha anche spiegato che Milone spiava ‘contro tutte le regole le vite private di suoi superiori e dello staff, me compreso’. Secondo alcuni Milone, vicino al capo della Segreteria per l’Economia, il cardinale George Pell, stava indagando su fondi fuori bilancio in dotazioni di più dicasteri della Santa Sede”.
https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2020/09/25/news/la-difesa-di-becciu-l-accusa-di-peculato-surreale-non-sono-un-corrotto-posso-provarlo-ovunque-1.39348910
Può essere che le indagini di Milone, allora bloccate con la cacciata dello stesso Milone, siano riprese dopo l’uscita di Becciu – nel 2018 – dalla Segreteria di Stato per passare alle Cause dei Santi.
Aggiornamento su Becciu 3. Stamane il cardinale australiano Pell – che Francesco aveva incaricato di guidare la riforma dell’economia vaticana e la cui azione fu fortemente contrastata da Becciu – ha mandato in Rete questo comunicato bellicoso: “Il Santo Padre è stato eletto per ripulire le finanze vaticane. Va ringraziato e bisogna congratularsi per i recenti sviluppi. Spero che la pulizia continui”.
https://www.ilfoglio.it/chiesa/2020/09/25/news/dopo-l-epurazione-del-cardinale-becciu-e-ora-di-riabilitare-george-pell-1105106/
Dunque non solo Becciu dà battaglia ma vanno in guerra anche i suoi vecchi antagonisti.
Aggiornamento su Becciu 4. “Il Fatto Quotidiano” riportava oggi questa affermazione di Becciu: “Posso aver sbagliato per troppo amore alla mia diocesi, ma io non ci vedo il reato. Sono pronto a gridare la verità”. E’ verosimile che per Papa Francesco questa elastica veduta in materia di economia non sia accettabile e che non possano esservi disponibilità di fondi non soggetti a controlli. E proprio questa era la situazione nella quale operava Becciu, come tutti i suoi predecessori: «Avevo a disposizione un fondo con cui, senza dover rendere conto a nessuno, potevo aiutare vari enti e associazioni caritatevoli” ha argomentato oggi Becciu in conferenza stampa. Credo che per Francesco queste disponibilità a libero uso non vi debbano più essere.
rif. 20.27
“Credo che per Francesco queste disponibilità a libero uso non vi debbano più essere.”
Credo anch’io. Inoltre questi fondi, secondo l’Espresso in varie tranche circa 300.000 euro , sono finiti allla Caritas dove opera la cooperativa sociale del fratello e ad un altro fratello tramite la diocesi. Anche non ci fosse reato un modo ben poco trasparente di procedere: perchè quella Caratis e non quella di Aosta o Canicattì?
Cristina Vicquery