Oggi i vescovi nei cimiteri dai morti della pandemia

Oggi i nostri vescovi vanno nei cimiteri, da soli, a benedire i morti della pandemia. “Per affidare alla misericordia del Padre – dice un comunicato della Presidenza della Cei – tutti i defunti di questa pandemia e per esprimere la vicinanza della Chiesa a quanti sono nel pianto e nel dolore”. Nel primo commento il comunicato Cei, nel secondo l’appunto che ho preparato per una dichiarazione in video che mi ha chiesto l’emittente maceratese “EmmeTv”.

3 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Un segno di suffragio e di consolazione – Comunicato della presidenza della Cei. L’immagine dei mezzi militari, che trasportano le bare verso i forni crematori, rende in maniera plastica la drammaticità di quello che il Paese vive. Per il rispetto delle misure sanitarie, tanti di questi defunti sono morti isolati, senza alcun conforto, né quello degli affetti più cari, né quello assicurato dai sacramenti.
    Le comunità cristiane, pur impossibilitate alla vicinanza fisica, non fanno mancare la loro prossimità di preghiera e di carità. Tutti i giorni i sacerdoti celebrano la S. Messa per l’intero popolo di Dio, vivi e defunti. L’attesa è per la fine dell’emergenza, quando si potrà tornare a celebrare l’Eucaristia insieme, in suffragio di questi fratelli.
    Nel frattempo, la Chiesa italiana intende porre un segno eloquente: venerdì 27 marzo i Pastori che ne avranno la possibilità si recheranno da soli a un Cimitero della propria Diocesi per un momento di raccoglimento, veglia di preghiera e benedizione. L’intenzione è quella di affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti di questa pandemia, nonché di esprimere anche in questo modo la vicinanza della Chiesa a quanti sono nel pianto e nel dolore.
    È questo “il Venerdì della Misericordia” della Chiesa italiana; un Venerdì di Quaresima, nel quale lo sguardo al Crocifisso invoca la speranza consolante della Risurrezione.
    La Presidenza della CEI – Roma, 19 marzo 2020

    https://www.chiesacattolica.it/un-segno-di-suffragio-e-di-consolazione/

    27 Marzo, 2020 - 12:35
  2. Luigi Accattoli

    Sul morire da soli – schema per la risposta a una domanda di EmmeTv sulla visita dei vescovi ai cimiteri, sulla sospensione dei funerali e sulla proibizione di accedere ai reparti Covid per accompagnare i morenti.
    Per i funerali la norma è giusta e non è difficile accettarla.
    Per l’accompagnamento dei morenti la norma è legittima, nel senso di “legale”, ma fa violenza alla giustizia: può essere tollerata stante la situazione di forte minaccia alla salute collettiva ma crea una situazione drammatica e chiede l’impegno di tutti perché venga al più presto superata.
    In altre parole: come cristiani ci adeguiamo per costrizione sociale e legale, non per condivisione. Dovremmo considerare questa impossibilità di accedere ai reparti Covid degli ospedali un abbandono dei malati e dei morenti nel momento del più grave bisogno. Il vescovo di Brescia ha chiesto ai medici, agli infermieri e ai familiari di benedire i morenti, se sono credenti.
    Questo impedimento di accompagnare i morenti è più grave, a mio intendimento, del digiuno eucaristico. Il digiuno eucaristico un giorno cesserà e la partecipazione all’Eucarestia la riavremo, ma l’accompagnamento dei morenti che intanto saranno morti non lo riavremo mai.
    La non accettazione dell’abbandono la dobbiamo gridare al Signore. Come ha detto Francesco l’altro ieri, la nostra preghiera dev’essere coraggiosa, fino alla lotta, fino alla minaccia.
    Unendoci ai vescovi che oggi vanno nei cimiteri a nome di tutti noi, dovremmo gridare al Signore che il non accompagnamento è il più grande torto che ci poteva essere fatto. “Non abbandonarci a questo torno”, dovremmo dirgli. Liberaci da esso. Liberaci quanto prima.

    27 Marzo, 2020 - 12:35

Lascia un commento