“Rinnoviamo piena e affettuosa adesione a Vostra Santità Vicario di Cristo e pietra di fondamento dell’unità della Chiesa. Il Signore la conservi a lungo, Santità”: così stamane in San Pietro il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio, ha terminato il caldo saluto a Francesco prima della concelebrazione nella festa dei Santi Pietro e Paolo. Stante la rinnovata offensiva dell’ex nunzio Viganò contro il Papa, che nel mese di giugno ha avuto varie manifestazioni, queste parole costituiscono un atto di sostegno paragonabile a quello che Re aveva compiuto con la lettera del 26 febbraio sulla questione cinese. Si conferma il ruolo del nuovo decano dei cardinali a sostegno attivo dell’attività papale. Nei commenti riporto l’intero saluto di Re a Francesco, che ho trascritto dalla registrazione. E’ un documento della ricezione dell’azione papale in pandemia da parte dell’ambiente curiale.
Nuovo sostegno del cardinale Re al Papa sotto attacco
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Prima concelebrazione. Cardinale Re 1. Beatissimo Padre in questa prima concelebrazione che il dramma del Coronavirus permette, sia pure con una presenza ridotta di partecipanti, facendomi voce del Collegio Cardinalizio vorrei ringraziare Vostra Santità per il sostegno, la forza, il conforto che in questo periodo difficile lei ha dato a tante persone in tutto il mondo con la sua parola e con la sua vicinanza spirituale.
Il dover restare in casa per evitare il contagio del Covid-19 ha suscitato un interesse straordinario di vedere e soprattutto di ascoltare il Papa, oltre che seguire le celebrazioni e le parole dei vescovi e dei parroci.
Messe del mattino. Cardinale Re 2. La messa trasmessa ogni mattina dalla Domus Sancta Marta in Vaticano è stata molto seguita e le lunghe serie di intenzioni di preghiera con le quali lei ha abbracciato tutti i colpiti da Coronavirus ma anche tutte le categorie di persone coinvolte nel curare, nell’assistere, nell’accompagnare i malati e i moribondi, sono state fari di luce e di incoraggiamento a donarsi per gli altri e sono risultate di sostegno e di conforto. Ugualmente le celebrazioni della Settimana Santa nello scenario maestoso ma vuoto di piazza San Pietro e quelle in questa Basilica sono rimaste negli occhi e nei cuori della gente e le parole di Vostra Santità negli Angelus o Regina Coeli domenicali, o nelle catechesi del mercoledì sono entrate nella case di tante famiglie anche non cattoliche e sono state di sollievo e di consolazione per l’intera famiglia umana.
In questi mesi, la Chiesa si è rivelata una volta di più amica dei poveri e dei feriti dalla vita. E la voce del Papa ha acquistato nel mondo un’eco più grande e nuovo risalto. Felice l’iniziativa di istituire per la diocesi di Roma il fondo di solidarietà, allo scopo di fornire beni di prima necessità alle persone private di risorse dalla crisi della pandemia. Esprimo poi sentimenti di viva gratitudine per l’appello alla solidarietà rivolto da Vostra Santità a tutti i livelli. Solidarietà anche sul piano internazionale, ricordando che siamo parte di un’unica famiglia e dobbiamo sostenerci e aiutarci l’un l’altro: non possiamo andare avanti ciascuno per conto proprio ma dobbiamo avere cura gli uni degli altri.
Piena e affettuosa adesione. Cardinale Re 3. La pandemia ha messo a dura prova tutti gli abitanti della terra, a tutte le latitudini, ma ha fatto anche crescere lo spirito di fraternità e di solidarietà e ha spinto a ritrovare la fede e la fiducia in Dio e, in non pochi casi, anche a reimpostare la rotta della propria vita verso Dio.
Con questa comunione di pensieri e di cuore, con l’unità di sentimenti che ispira questa Basilica, eretta sopra la tomba di San Pietro, tutti la ringraziamo Padre Santo per quanto ha fatto e sta facendo con straordinario ardore apostolico e con insonne impegno per il bene della Chiesa e dell’umanità.
La nostra riconoscenza va al Signore, rinnovando a lui la nostra professione di fede con le parole dell’Apostolo Pietro: “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente”. In pari tempo rinnoviamo piena e affettuosa adesione a Vostra Santità Vicario di Cristo e pietra di fondamento dell’unità della Chiesa. Il Signore la conservi a lungo, Santità.
Lettera al cardinale Zen. Accennavo nel post a un precedente intervento del cardinale decano Re a difesa dell’operato del Papa sulla questione cinese: si tratta di una lettera del decano a tutti i cardinali “con riferimento a vari interventi pubblici” del cardinale Zen e in particolare a una lettera di Zen a tutti i membri del Collegio cardinalizio, inviata il 27 settembre scorso, lettera di forte opposizione all’accordo sulla nomina dei vescovi.
La lettera del decano la si può leggere qui:
https://lanuovabq.it/storage/docs/lettera-cardinale-re-1_0.pdf
La lettera di Zen la trovi qui:
https://www.marcotosatti.com/2020/01/08/joseph-zen-scrive-ai-cardinali-in-cina-si-uccide-la-chiesa/
Viganò dove sei gito? Su dove sia arrivato Carlo Maria Viganò poi che si è lasciato crescere la barba puoi vedere questo Sandro Magister di ieri:
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2020/06/29/larcivescovo-vigano-sull%e2%80%99orlo-dello-scisma-la-lezione-inascoltata-di-benedetto-xvi/
Se Pietro fosse stato più prudente. Unità e profezia sono le due parole chiave proposte dal Papa nell’omelia. In un passaggio della quale Francesco è sembrato alludere alle critiche che gli vengono rivolte:
Quei cristiani [della prima comunità che subisce la carcerazione di Pietro, nel capitolo 12 degli “Atti degli Apostoli”] non incolpavano ma pregavano. In quella comunità nessuno diceva: “Se Pietro fosse stato più cauto, non saremmo in questa situazione”. Nessuno. Pietro, umanamente, aveva motivi di essere criticato, ma nessuno lo criticava. Non sparlavano di lui, ma pregavano per lui. Non parlavano alle spalle, ma parlavano a Dio. E noi oggi possiamo chiederci: “Custodiamo la nostra unità con la preghiera, la nostra unità della Chiesa? Preghiamo gli uni per gli altri?”. Che cosa accadrebbe se si pregasse di più e si mormorasse di meno, con la lingua un po’ tranquillizzata? Quello che successe a Pietro in carcere: come allora, tante porte che separano si aprirebbero, tante catene che paralizzano cadrebbero.
http://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2020/documents/papa-francesco_20200629_omelia-pallio.html
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-1-luglio-2020/
Bentornato a Luis Badilla. Questo mio post è stato ripreso da “Il Sismografo” che da una settimana ha ripreso le pubblicazioni, che erano sospese dal 3 aprile per problemi di salute del conduttore Luis Badilla, al quale mando un saluto di bentornato:
http://ilsismografo.blogspot.com/2020/06/vaticano-nuovo-sostegno-del-cardinale.html#more
Rif. ore 8.46 – Quo usque tandem…. Magister…gratia nostra?
Sarebbe stato difficile immaginare – non molto tempo fa – che Magister elogiasse papa Ratzinger di usare “una certa ermeneutica della discontinuità” per capire e insegnare le verità del Concilio.
Quanto alle cattive strade dei nunzi carrieristi: quasi 30 anni di episcopato per infognarsi nello scisma. Si poteva fare meno fatica e meno elucubrazioni.